Eccola. La stanzetta dove Mahado rinchiudeva conduceva Mana per svolgere i suoi compiti, circondata da tonnellate di rotoli di papiro e, nello specifico, senza distrazioni di sorta, quali vernice che si asciugava - o i suoi antichi surrogati che sempre asciugare si dovevano. -, mosche che volavano ed erba che cresceva. Là dentro, l'apprendista avrebbe potuto trovare la sua pace interiore (e forse, per una volta, eseguire i suoi esercizi. Il Maestro non sperava tanto in un "correttamente", ma quantomeno in un "senza distruggere tutto il Pherao di nuovo" sì....). Quello che l'uomo non aveva calcolato, però, era che l'altra si organizzasse in anticipo, portandosi qualche simpatico oggetto con cui passare il tempo piuttosto che arrendersi e studiare. Il problema era uno, e molto semplice: Mana era affetta da una rarissima forma di allergia al "Concentrarsi Troppo A Lungo Su Qualcosa O Qualcuno" (solo UNA persona al mondo riusciva, prodigiosamente, a non scatenare quello strano effetto. OUJIIIII!) , ciò implicava che per lei lo studio fosse di fatto una tortura psicologica, né più né meno.
O forse la faceva troppo tragica, OK. Però aveva pur sempre bisogno di un diversivo, e stavolta ne aveva trovato uno molto interessante: un libro di favole.
Il fatto che suddetto libro fosse un perfetto libro moderno, con perfino lo scontrino fra le pagine, quando la stampa è stata inventata nel Quindicesimo Secolo o giù di lì, non è molto importante. Fate finta che non vi abbia detto nulla, eh.
Dopo averne sfogliato curiosamente le pagine e aver sbavato sulle illustrazioni più belle, aveva trovato una favola davvero intrippante. Una favola che le aveva fatto venire una splendida idea.
Anzi, oserei dire... un'idea KAWAIIIIIII!
Richiuse il libro con un colpo secco e scattò in piedi. Una sadica, isterica risatina riempì la stanza.
Era una risatina da fangirl.

Una mezz'oretta dopo, Atemu fissava, con una gocciolina sopra la fronte, il manichino che Mana gli aveva trascinato di fronte (e no, non si sa dove l'abbia preso).
Il quale era decisamente nudo, nonostante la maga avesse appena affermato, con convinzione, che sopra vi era un certo magnifico abito.
- Non vedo niente, Mana. - Disse, calmo, dopo un po'.
- Ma certo che non vedi niente, Ouji! - Mana indicò il manichino, raggiante - E' un vestito invisibile!
La mano del ragazzo si alzò lentamente dal bracciolo del trono su cui si trovava e arrivò alla nuca, per poi grattarla leggermente. Ringraziò il cielo che tutti i sacerdoti fossero andati a fare merenda (Un gelato ci vuole pure per la Corte Sacra, di tanto in tanto!): altrimenti, poteva stare sicuro che Seth avrebbe, con estrema nonchalance, gettato fuori Mana&manichino senza farsi troppi problemi, possibilmente facendoli atterrare in una delle vaschette dei coccodrilli sacri.
- Mana, quel manichino E' nudo.
La ragazza scosse il capo, caparbia. - Nossignori, è un abito fatto con la magia. E' così bello che non si vede!
Con un sospiro paziente, Atemu saltò giù dal trono, raggiunse la fanciulla (nonché sua dolce metà) e le circondò la vita con le braccia. - Oh, andiamo, solo tu puoi pensare sul serio che ci caschi. Quel manichino è nudo e basta. La favola "I Vestiti Nuovi dell'Imperatore" l'ho letta pure io, eh!
Il che era davvero lodevole, soprattutto considerando che come già detto all'epoca non esistevano la stampa né, tantomeno, gli imperatori... Ma gli egizi sono sempre tre, quattro chilometri davanti agli altri. Comunque, Mana rimase sinceramente stupita: - Ah, sì?
- Naturale. Però... - E soffiò malizioso, portando la bocca vicinissimo al visetto della mora: - Non c'è bisogno di inventarsi stratagemmi del genere. Se vuoi vedermi nudo, basta chiedere! - Cinguettò, mentre l'altra diventava di un deciso color ciclamino.
Si allontanò, soddisfatto, e le porse gentilmente la mano, con la classe che gli era propria. - Allora, vogliamo andare nelle mie stanze a provare questi vestiti invisibili?
- Si chiama così, adesso? - rise lei, saltandogli al collo e baciandolo. Ahw. Sì, tutto in uno: Mana può.
- Solo, visto che questa fanfic è a rating giallo, aspettiamo che finisca!
... Eh? Oh, giusto, scusate! ^_^ Be', allora lasciamo a questi due pirla la giusta privacy e concludiamo la nostra favoletta (?) nella più degna maniera: e vissero per sempre felici, contenti e a rating r!

FINE, VIA LIBERA!

- Adesso si può?
- FUCK YEAH, VIA QUESTI QUATTRO STRACCETTI!

Okay, ORA è finita.


Yoh! Bene, pare che questi giorni sia lanciatissima col nonsense estremo, clima adatto per la riapparizione della mistica Ohana (e, udite un po', si prospetta nel futuro breve anche il ritorno di Fa' ciò che vuoi!). Parlando di questa fanfic... beh, l'idea mi è venuta mentre recensivo una fanfic di Soe - perché mentre scrivevo la rece mi è tornata in mente la favola "I Vestiti Nuovi dell'Imperatore" e il passo da Imperatore a Faraone è stato davvero breve... X°°D - quindi la colpa è anche - un pochino - sua! Perciò grazie, Soeluche! E grazie anche a... ehm... chi l'ha scritta quella favola? *Go Google It!* Grazie anche ad Hans Christian Andersen, OK. Penso che dovrò dare una riletta ai suoi libricini. U.U *E' che le sue favole sono un filino tragiche, preferisco i Grimm o i racconti da salotto francesi... XD* E specialmente, grazie a 96Neko che mi ha ispirata perversamente con la sua voce da paura! <3
*Ssssì, oggi sono un po' tanto esaltata, mi sa...*
A parte tutto questo "dar a Cesare quel che è di Cesare" (e mo' basta con gli imperatori, anche se Cesare non è stato proprio-proprio un imperatore... ù-ù'') non mi pare che ci fossero note in particolare da fare per questa storiella, quindi posso anche salutarvi.
E grazie per aver letto, naturalmente! ^o^
Bye!