Do you?
I wasn't perfect
I done a lot of stupid things
Still no angel
Sarebbe stato
ipocrita dire che era stato un colpo di fulmine, il suo, perché davvero non lo
era stato.
Quando gli si era
presentata la prima volta, con quel suo modo così pacato
e gentile, quasi infantile, timoroso, eppure forte, Damon Salvatore non aveva
visto che in lei tutto quello che aveva perso.
Aveva visto in
lei l’ombra di una donna che aveva amato anni prima, aveva visto in lei un
passato che rimpiangeva dolorosamente e una vendetta che agognava fin da troppo
tempo.
Cieco del suo
dolore e della sua – finta –
cattiveria, non si era accorto di lei.
Se avesse
guardato più affondo, però, come si rese conto tempo dopo, steso nel suo letto
rimuginando sulla prima volta che lei
lo aveva toccato, avrebbe visto in quei occhi già
quella scintilla che avrebbe cambiato tutto.
Quella scintilla
che avrebbe cambiato lui.
I wasn't looking for forgiveness
I wasn't laid up by my pride
Just shocked by her attention
Nel tempo Damon
aveva imparato ad aspettarsi poco o niente, dalla vita.
Aveva imparato a non fidarsi del prossimo, aveva imparato a
pensare solo a se stesso e a servirsi degli altri solo a suo piacimento.
Nessuno si era mai chiesto il perché, nessuno si era mai chiesto se ci fosse qualcosa, dietro quella sua
maschera, a nessuno era mai importato davvero e lui era semplicemente andato
avanti con la convinzione di essere così, punto e basta.
Poi era arrivata lei, e si era chiesta perché.
Aveva cercato di capire il motivo, aveva cercato di capire lui e,
per quanto aveva fatto di tutto per ignorarla, era finito, da un giorno
all’altro, con l’importargli di lei.
Senza averlo premeditato, senza averlo chiesto, Damon si era innamorato
di lei.
Did
someone sign me up for love?
I didn't want it
But now I can't live without it
“Sono stato innamorato, è doloroso, senza senso e
sopravvalutato.” La pensava così, Damon Salvatore. Lo aveva detto proprio a lei, un
giorno, qualche anno prima, quando la conosceva appena. E lo pensava, lo pensava davvero.
Era
stato innamorato due volte, nella sua lunga ma non troppo vita, ed non era mai finita granché bene.
Katherine
lo aveva preso, inaspettatamente, e lo aveva trasformato a suo piacimento,
usandolo in ogni modo possibile, trattandolo come un burattino nelle sue mani,
modellandolo a suo piacere.
Ed Elena… Lo aveva fatto anche lei. Anche lei lo aveva trasformato, lo aveva usato, lo aveva modellato.
Damon
lo sapeva, mentre guardava in quei suoi occhi così profondi, mentre faceva di
tutto per salvarla, mentre si sacrificava per lei, che Elena non era certo
migliore di Katherine, e certamente non era migliore di lui.
Damon
lo sapeva eppure, la lasciava fare.
Damon
si lasciava abbindolare da quei suoi gesti casuali, da quelle parole, da quegli
sguardi incatenanti.
Damon
lo sapeva, che avrebbe fatto male, alla fine.
Lo
sapeva che Elena lo avrebbe ucciso, sapeva che sarebbe
stato lui, a perdere tutto, alla fine.
Ma
sapeva anche che, finché lei gli permetteva di starle vicino, finché se ne
stava lì, vicino a lui, seppur mai del tutto sua, Damon l’avrebbe
lasciata fare, semplicemente.
She
changed my life
She cleaned me up
She found my heart
Like only a woman can
Damon
la lasciava fare perché, per qualche assurda ragione, mentre era con lei,
mentre cercava di proteggerla, di farla restare in vita con tutte le sue forze,
senza accorgersene, e senza troppa fatica, era diventato un uomo migliore.
Un
giorno, semplicemente, aveva smesso di uccidere solo per il gusto di farlo, si
era limitato a bere del sangue umano quando ne aveva bisogno e tutta la rabbia,
tutta la vendetta che era cresciuta con gli anni era semplicemente andata,
andata via con Katherine, andata via con suo fratello,
andata via, semplicemente andata via.
Ed
era rimasto solo quello, solo quell’indescrivibile, stupefacente, pesante e,
sì, doloroso, sentimento per Elena.
She
pulls me up
When she knows I'm sad
She knows her man
Like only a woman can
Si
era accontentato, col tempo.
Aveva
deciso che se non l’avesse potuta avere nel modo in cui la desiderava, almeno
poteva essergli vicino, esserle amico.
Non
faceva, questo, Damon Salvatore. Non era amico, di nessuno.
Damon
Salvatore era quello che conosceva qualcuna di attraente, ci provava con lei, e
ci finiva a letto. Era sempre stato così, nell’ultimo secolo. E lui era bravo
in questo, gli piaceva il sesso, gli piaceva dare e
provare piacere e gli piaceva la sensazione di potersi lasciare andare, in
tutto e per tutto.
E
poi era arrivata a lei ed era cambiato anche questo.
Era
arrivato ad agognare ogni piccolo gesto, da un abbraccio, una stretta di mano,
uno sguardo, una parola di fiducia.
She's kinda perfect
She's kinda everything I'm not
Yes, she's an angel
Quando
lo aveva baciato, sul letto di morte, stretta a lui, con la paura negli occhi
di perderlo, Damon si era ripromesso che, non importa dove sarebbe finito - paradiso,
inferno, il fottuto niente -
non avrebbe mai permesso a se stesso di lasciar andare via quella
sensazione, quel formicolio impercettibile, quel sapore appena accennato eppure
inebriante.
Perché,
qualunque cosa fosse successa, anche se lui fosse morto e lei fosse tornata da
suo fratello, in quell’attimo, proprio lì, lei era stata sua.
Il
suo cuore, pesante nel petto, spaventato dal perderlo, per un po’, solo poco,
era stato suo, suo soltanto.
I
suoi pensieri, confusi, intrigati, terrorizzati, erano stati rivolti a lui – a
cosa gli aveva portati lì, in quella strana
situazione, a come sarebbe stato un futuro senza di lui e a cosa, forse,
sarebbe successo se lui non fosse morto.
Damon
lo sapeva, che per un attimo, solo per po’, proprio lì, Elena era stata sua ed
era stata solo questa consapevolezza che lo aveva
fatto andare avanti, dopo.
Elena,
in un mondo parallelo dove i secondi erano ore e i minuti vite intere, in un
mondo dove non c’era alcun vampiro e non c’era nessun fratello e non c’era
nessuna battaglia epica all’ultimo sangue, era stata sua per sempre.
E
questo, a Damon, proprio a lui, bastava.
It's amazing how she's patient
Even more at times I'm not
She's my conscience
Una cosa di cui
andava molto fiero, Damon Salvatore, era che ogni cosa che usciva dalla sua
bocca era un’assoluta verità – certo, questo se non doveva mentire per cause
superiori, ma quella era un’altra storia.
Ogni insulto,
ogni battuta, ogni frecciatina, ogni spaventata elucubrazione, ogni “ti amo” e
ogni “vaffanculo”, era così talmente sentiti che, ogni tanto, facevano male.
E Damon ci aveva
creduto davvero, quando le aveva detto che non lo meritava, che era suo
fratello, quello giusto per lei.
Stefan era sempre migliore di lui, quando si
trattava di sentimenti.
Non aveva una
qualche crisi d’inferiorità verso suo fratello o chissà quale altra stronzata
del genere, semplicemente Stefan era nato per fare l’eroe dalla chiama folta,
per le romantiche cene a lume di candela, per i sorrisini complici scambiati
subito prima di un tenero bacio – Damon era nato per proteggere, prendere
decisioni di vita o di morte, salvare, incazzarsi,
ricevere odio e fare le scelte più difficili.
Lo aveva
accettato molto tempo prima e, davvero, andava bene così. Era sempre andato
bene così, gli piaceva crogiolarsi nell’essere “l’altro”, nel causare i
problemi ma non essere mai quello che doveva risolverli, nel far spezzare i
legami senza dovergli ricucire per forza.
Damon Salvatore
si rifugiava nella maschera dell’eterno secondo con un sorriso sghembo e la
faccia da stronzo ma poi… Poi era arrivata lei, dopo un po’ se ne era andata Katherine,
se ne era andato suo fratello, e si era fermato, guardandosi attorno,
chiedendosi, senza troppe cerimonie, «… e ora che cazzo faccio?»
But
who decided I'd be hers?
I want to hate them
Cause now I can't live without her
E
non l’avrebbe mai ammesso a se stesso ma in quella strana estate dopo il bacio
e nei mesi che seguirono, una parte di lui iniziò a sperarci,
sperarci davvero, che Elena poteva diventare sua, un giorno – ma solo il
pensiero di lasciarsi sfiorare da quell’assurda concezione lo spaventava perché
tutto intorno a lui gli diceva che sarebbe stato solo un cretino a sperarci
perché Elena non era sua.
Non
in quella vita, non ora.
E
non poteva davvero permettersi di caderci ancora una volta, di dare tutto se
stesso a qualcuno che lo avrebbe gettato via senza alcun pudore, senza alcun
rimorso.
Eppure,
un giorno qualunque, mentre si guardava allo specchio, vestito solo di se
stesso, si rese conto che era già successo: non solo quella ragazzina lo aveva
fatto innamorare, non solo lo aveva preso senza chiedergli il permesso, non
solo lo aveva stregato con innocenza, non solo lo aveva cambiato tra uno sbattere
di ciglia e un abbraccio – ma gli aveva anche dato speranza.
E,
questo, la consapevolezza che ancora una volta si era lasciato cullare da
quella, dalla speranza, aveva reso Damon Salvatore la creatura più debole sulla
terra.
She
changed my life
She cleaned me up
She found my heart
Elena
era sangue, era corpo, era carne, era tensione.
Elena
era bontà, innocenza e ancora peccato, gelosia, cattiveria, dolore.
Elena
era passione, bugie, insicurezze, speranza, paura, umanità.
Elena
era tutto ciò da cui Damon era scappato per anni.
Perché
Damon lo sapeva, lo sapeva accidenti, che quella donna
con gli occhi da cerbiatto, le insicurezze di una ragazzina e la forza di cento
vampiri, era l’incarnazione di tutte le sue debolezze.
Eppure
eccolo lì, Damon Salvatore, troppi anni dietro a sé
anche se mai abbastanza, vampiro super-cattivo per antonomasia, neo-eroe per
necessità, uomo innamorato, anima speranzosa, che guardava una donna, una
semplice piccola donna di diciotto anni, donandogli tutto se stesso.
«Stefan pensa che io provi qualcosa per te.»
«E’ così?»
E mentre glielo
chiedeva, anche prima di conoscere la risposta, Damon aveva già deciso che,
qualunque essa sarebbe stata, non gli sarebbe importato
perché sapeva che, da qualche parte, là fuori, in mondo dove non ci sono
vampiri, strani fratelli, licantropi o streghe, in un mondo dove i secondi erano
ore e minuti vite intere, Elena era stata sua centinaia di volte – era stata
sua dentro ad ogni frecciatina, dentro ad ogni sguardo, dentro ogni sorriso,
dentro ogni abbraccio e dentro ogni bacio.
Elena, laggiù, da
qualche parte, era – già – stata sua per sempre.
Like only a woman can
She pulls me up
When she knows I'm sad
She knows her man
Like only a woman can
Ehm…
Ciao *saluta con la manina*
Non
avrei creduto che avrei mai pubblicato qualcosa su questo fandom perché, be’,
per quanto io ami questa serie da ben tre anni, non ho mai letto e tanto meno
scritto nessuna fan fiction… Almeno finché non ho sentito questa canzone: vi
giuro che è la canzone assurdamente perfetta
per Damon e Elena!
Questo
(http://www.youtube.com/watch?v=zGenMX5kB8c)
è il link alla canzone, ascoltatela perché, tra l’altro, è veramente
bellissima.
Ok, ora
passiamo alla storia in sé. Come avrete potuto capire amo il personaggio di Damon con tutta me stessa e ritengo che non sia affatto capito e tanto meno ben rappresentato nella
serie.
Sono altamente convinta che Elena non lo capisca per niente e che quel povero ragazzo sarà per sempre
insultato gratuitamente, ma purtroppo per me Nina Dobrev
e Ian Somerhalder sono
talmente perfetti insieme (avete visto le foto del Coachella?
Le avete viste? Eh? *inizia a delirare) che finiscono per far diventare
perfetti anche Damon e Elena – per quanto Elena sia
una cretina decerebrata.
Questi, in
conclusione, non sono altro che i miei pareri su
questa coppia, su Damon, su Elena attraverso gli occhi del nostro vampiro
preferito!
Aspetto i
vostri pareri,
Dils