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Autore: LostinStereo3    17/04/2012    5 recensioni
E se un giorno ti svegli e capisci che sei tu la delusione?
Ero immobile nel mio letto senza dormire da almeno 3 ore. Erano le 4 del mattino. Era il momento di fare quello che non avevo mai trovato il coraggio di fare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stay awake.





E se un giorno ti svegli e capisci che sei tu la delusione?

Ero immobile nel mio letto senza dormire da almeno 3 ore.
Erano le 4 del mattino.
Era il momento di fare quello che non avevo mai trovato il coraggio di fare.
Mi alzai dal letto, mi vestii veloce con il primo jeans e la prima felpa che capitarono, raccattai un vecchio zaino e ci infilai alla rinfusa un po’ di vestiti, i miei cds, il mio iPod, un quaderno bianco e una matita, il portafoglio e la collanina che le mie amiche mi avevano regalato al mio sedicesimo compleanno, ben 8 anni fa.
Avevo perso i rapporti con tutti ed era decisamente colpa mia.

Nel silenzio ovattato della notte uscii da quella casa senza guardarmi indietro, conscia che se lo avessi fatto, avrei visto la foto sul pianoforte di me e le mie sorelle, da bambine, che sorridevamo allegramente, prese dai nostri giochi.
Non guardai indietro, sapendo che se lo avessi fatto avrei visto la foto del matrimonio dei miei genitori, così sorridenti in quel giorno tanto pieno di felicità e serenità.
Eppure loro erano in parte la causa della mia fuga, nel cuore della notte.

Corsi via, nel freddo della città addormentata.
Arrivai all’aeroporto attraverso vari autobus di linea vuoti.

“Il primo volo oltreoceano?” domandai alla ragazza tutta bionda e sorridente dietro il banco informazioni.
Indugiò un attimo sul mio volto, corrucciando le sopracciglia, poi si girò verso il monitor del computer. “Esattamente tra 15 minuti, diretto in Canada, Montreal precisamente.”
“Mi faccia un biglietto, la prego”

Stavo fuggendo dalla mia vita, dal mio inferno, diretta in una città a me totalmente sconosciuta.
Lo odiavo pure il freddo io.

Scesi da quell’aereo carica di speranze per il futuro, prossimo e lontano.

In un attimo mi colpì il freddo pungente del clima canadese e mi strinsi nella felpa, che realizzai essere quella che mi regalarono le mie sorelle qualche anno prima, grigia, con un enorme teschio stampato sul davanti.

Avendo portato con me solo uno zaino, non avevo bagagli da ritirare e, assaporando il profumo di una nuova vita, camminai verso il centro della città alla ricerca di un qualcosa da poter chiamare casa.







Mi era venuta l'ispirazione, ho scritto e questo è quello che ne è uscito fuori.
  
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