Le lezioni in
università di oggi erano dannatamente noiose e
il risultato è stato questo prologo, non so con che ritmo
posterò i capitoli,
ne con quanti finirò la fic ma spero la seguirete.
Spero davvero in
almeno in un piccolo commentino ç_ç non diniego
nulla siate buoni con me =).
Oltre a questo
ho provato a rileggerla ma io sono
imbranatissima e non noto i miei stessi errori e , sfortunatamente non
ho
trovato beta rider, quindi se nel leggere trovate errori avvisatemi che
li
correggerò =)
Il rating della
storia cambierà più avanti ne
sono quasi certa ma non
credo
che arriverò
al rosso.
PROLOGO:
Traverse Town e
ciò
che bisogna sapere.
Traverse Town
era una di quelle città che sembrano uscite da
una cartolina d’altri tempi, di quelle relativamente piccole
dove sembra che tutti
conosco tutti ,o, per lo meno, i fatti di tutti; una di quelle
città con
edifici tutti diversi e completamente differenti a quelli a cui sei
abituato,
con i lampioni di metallo di quelli che sembrano accesi con le candele
, le strade
acciottolate e a volte poco comode, soprattutto se porti i tacchi.
È una
città particolare, in verità è
difficile conoscersi
tutti, Traverse Town è una città di transito, con
un sacco di via vai di gente
che arriva resta tre-quattro mesi e poi se ne va, forse è
proprio per questo
che per strada non c’è mai nessuno, tutti sono
troppo presi dal sistemare i propri
affari per potersi godere la città. Un'altra cosa assurda di
Traverse Town è
che nessuno sembra ricordarsi di aver mai visto il sole li; se sei
stato a
Traverse Town, e ripensi al periodo li, stai pur certo che ti
ricorderai solo
dei momenti notturni del tuo vivere li, nessuno sembra ricordarsi del
sole sopra
la città, ma , forse, è perché le
stelle si vedono così bene e sono così belle da
farti dimenticare tutto il resto.
A Traverse Town
ha sede uno dei migliori istituti per orfani
della zona, anzi a dir la verità è uno dei pochi
che ci sono in tutto il paese.
Finiscono a
Traverse Town tutti gli orfani e i bambini che i
servizi sociali sottraggono a tutori e genitori nelle città
e nei paesi vicini.
Si può dire che gli unici abitanti fissi della
città sono proprio gli studenti
dell’istituto, i loro insegnanti e i negozianti.
Molti dei
ragazzi dell’orfanotrofio una volta raggiunta la maggiore
età restano ancora all’istituto per un paio
d’anni, giusto il tempo di
guadagnare qualche soldo aiutando i professori per poi poter continuare
a
studiare o cambiare città e Leon, Aerith e Yuffie ne erano
un esempio perfetto.
Aqua e Terra
erano invece stati tra i più fortunati, Maestro
Eraqus, un uomo che aveva da poco superato la mezza età, ma
non s’era mai
sposato e non aveva figli, cercava eredi per la sua scuola di scherma e
non
avendo avuto figli aveva deciso di adottare loro due appena compiuti i
diciotto
anni e se solo Ventus non fosse stato ancora minorenne avrebbe preso
anche lui,
ma sembrava non volersi prendere la responsabilità di un
ragazzo ancora in fase
di crescita.
Ventus e vanitas
erano stati portati via, grazie a non si sa
quale Dio dalle “amorevoli” cure di Maestro
Xeanorth, nonostante le serie rimostranze
di Vanitas in merito.
Non che
Xehanorth fosse una cattiva persona, non del tutto
per lo meno, ma , tralasciando la sua avanzata età, erano
gli strani metodi
educativi che lasciavano perplessi gli operatori dei servizi sociali e
, checché
ne dicessero loro, Maestro Xehanorth continuava a sostenere che
Sì, lasciare da
soli i ragazzi con una spada in mano in mezzo ad un bosco o ad un
deserto
dimenticato persino da Dio , era un efficacissimo modo per insegnare ai
ragazzi
a cavarsela da soli.
Riku, Kairi e
Sora invece erano letteralmente scappati dal
loro vecchio orfanotrofio ed erano finiti li una volta ripresi. Non che
a loro
non piacesse il Destiny Island, anzi, ma erano stufi dalla monotonia
della vita
su un isola, questo ovviamente a detta di Riku, Sora blaterava sul
senso
dell’avventura e Kairi si limitava a sorridere e non
rispondere, ma non avevano
mosso alcuna obbiezione quando erano stati porta li.
Le
modalità della loro fuga erano praticamente ignote ai
più, ma i ragazzini soprattutto i più piccoli
fantasticavano su zattere
trainate da squali e tartarughe, chi giurava che fossero arrivati a
nuoto, chi
imbarcandosi clandestinamente su una nave di trafficanti, ciononostante
a
nessuno venne fatto sapere se non pochi fidati amici.
Roxas, Namine e
Xion erano arrivati pochi mesi dopo, portati
via da Twilight Town dover erano stati “adottati”,
se così si poteva dire, da Xemnas
un uomo decisamente poco collaborante che raggruppava ragazzini dalla
strada da
annoverare nella sua organizzazione che era tutto fuorché
legale e pacifista.
Non se
n’erano lamentati poi tanto, ma ogni tanto Roxas
chiedeva permessi di un paio di giorni per andare a trovare Axel, un ex
membro
dell’organizzazione di Xemnas, quando lui non si faceva
vedere per più di una o
due settimane di fila.
Ora, si dice che
al mondo ci siano sette sosia per persona,
e questo Riku l’aveva sentito dire un infinità di
volte ed annoverato tra le leggende
metropolitane un infinità di tempo prima, ciò
nonostante, nel mondo, era una cosa
talmente risaputa che da diceria era diventata quasi una
verità cosmica e di
questo Riku non se ne capacitava, per lo meno fino al giorno in cui
erano stati
trasferiti a Traverse Town ed aveva appurato che magari i sosia non
erano sette
ma tre sicuramente si e Ventus, Vanitas e Roxas ne erano la prova
schiacciante.
Se non fosse
stato sicuro che non avessero geni in comune avrebbe
giurato che erano gemelli, il che era deleterio per l’albino.
C’è
da mettere in chiaro che Riku era innamorato di Sora da
quando aveva dodici anni, quindi da cinque anni a quella parte ed avere
non
solo Sora, ma anche altre tre individui quasi del tutto identici a lui
metteva
a seria prova il suo autocontrollo e la sua forza di volontà
volta ad aspettare
che Sora fosse pronto ad accettare i suoi sentimenti (e trattandosi di
Sora
significava nell’anno del forse e nel mese del mai.)
A complicare le
cose c’era Roxas.
Roxas che lo
odiava, Roxas che cercava di stare tutto il
giorno appiccicato a Sora (a meno che Axel non fosse nei paraggi),
Roxas che gli
ringhiava appena s’avvicinava a Sora, Roxas che metteva , a
parere suo, le mani
su Sora un po’ troppo spesso e che , maledizione,
s’intrufolava pure nel suo
letto una sera si e una no.
Solo dopo aver
conosciuto Axel, o per lo meno averci passato
assieme più di dieci minuti, Riku riuscì a capire
da chi diamine avesse preso
quegli atteggiamenti.
Vanitas era,
fisicamente, la copia sputata di Sora, ma con i
capelli neri, anche se , caratterialmente era l’esatto
opposto. Sora era
allegro, solare, non si faceva problemi a parlare con chiunque, anche
con
oggetti inanimati in mancanza di alternative, sapeva metterti a tuo
agio in
ogni situazione, era sincero sempre e comunque ed era facile
affezionarsi a
lui, Vanitas al contrario non faceva altro che guardarti con
superiorità e con
occhi carichi di sospetto, difficilmente ti rivolgeva la parola se non
era
strettamente necessario o non voleva prenderti in giro, adorava
tormentare
Ventus e, possibilmente, saltargli addosso ed un paio di volte lui e
Riku erano
finiti col fare a botte.
L’unico
con cui Vanitas sembrava tranquillizzarsi era
proprio Sora, quando erano assieme arrivava quasi a sorridere ed ogni
tanto gli
passava una mano tra i capelli con la stessa tenerezza e la stessa
motivazione che
si poteva avere nell’accarezzare un gatto, aveva, per
necessità, imparato a
convivere con Roxas dopo una sonora scazzottata in cui si erano
guadagnati il
reciproco rispetto.
Ventus era il
clone di Roxas ma con il carattere di Sora il
che era deleterio per Riku visto che fisicamente da Sora variavano solo
colore e
taglio di capelli. Grazie al cielo non lo vedeva quasi mai visto che
passava
buona parte del suo tempo con Terra e Aqua alla “Terra di
Partenza” la scuola di
scherma del Maestro Eraqus.
Altra sfortuna
di Riku era l’estrema espansività di Sora, il
suo buttarsi, letteralmente, addosso alle persone e rimanervi
aggrappato per
diversi minuti cercando coccole come un animaletto guardando il povero
tapino
di turno con occhi da cucciolo in cerca d’affetto, il che,
oltre a mettere a dura
prova i suoi istinti, provocava le ire di Roxas che tenendosi a
distanza
guardava lo sfortunato di turno con palese nervosismo e
l’intenzione, poco
celata, di eliminarlo appena Sora si fosse staccato e guardato da
un'altra parte.
Oltre ai finti
gemelli c’erano le ragazze.
Kairi, per cui
Sora aveva avuto una cotta enorme verso gli
undici anni, che da quando aveva scoperto la SUA cotta per Sora
s’era messa a
fare il tifo per lui .
Namine ,
talmente chiara da sembrare sempre sul punto si
svanire se c’era troppa luce, tifava per Roxas e passava a
scarabocchiare
schizzi decisamente poco casti e poco etero sul suo album. Una sola
volta Riku
ci aveva sbirciato dentro e s’era ripromesso di non farlo mai
più. Secondo Xion
lei tifava per Roxas solo perché aveva un enorme cotta nei
confronti di Riku,
che lei continuava a negare, e sperava che Riku rinunciasse a Sora.
Xion era
pressoché una fan girl e non faceva nulla per
nasconderlo ma sembrava sempre molto combattuta sullo schippare Axel o
Sora con
Roxas.
Aqua ogni tanto
passava con Terra a trovarli, loro avevano
due o tre anni più di loro, ma Aqua più che una
sorella sembrava una mamma, si sedeva
su una delle sedie e li guardava litigare o semplicemente vivere
sorridendo
pacatamente, ma raramente si univa a loro, molto più spesso
insegnava cose ai bambini
più piccoli o li aiutava nei compiti o a colorare.
Terra invece si
buttava nella mischia e se la prendeva
soprattutto con Riku e Ventus, cercando di fare il solletico ad
entrambi, e
ricevendo in risposta almeno un paio di morsi da parte di Vanitas, il
che
portava praticamente ad una finta rissa che finiva solo quando Aqua
diceva
semplicemente “Basta”.