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Autore: AliDOro    18/04/2012    0 recensioni
Ora, si dice che al mondo ci siano sette sosia per persona, e questo Riku l’aveva sentito dire un infinità di volte ed annoverato tra le leggende metropolitane un infinità di tempo prima, ciò nonostante, nel mondo, era una cosa talmente risaputa che da diceria era diventata quasi una verità cosmica e di questo Riku non se ne capacitava, per no meno fino al giorno in cui erano stati trasferiti a Traverse Town.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Riku, Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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a volte basta poco

Le lezioni in università di oggi erano dannatamente noiose e il risultato è stato questo prologo, non so con che ritmo posterò i capitoli, ne con quanti finirò la fic ma spero la seguirete.

Spero davvero in almeno in un piccolo commentino ç_ç non diniego nulla siate buoni con me =).

Oltre a questo ho provato a rileggerla ma io sono imbranatissima e non noto i miei stessi errori e , sfortunatamente non ho trovato beta rider, quindi se nel leggere trovate errori avvisatemi che li correggerò =)

Il rating della  storia cambierà più avanti ne  sono quasi certa ma  non credo che  arriverò al rosso.

 

 

PROLOGO:

Traverse Town e ciò che  bisogna sapere.

 

Traverse Town era una di quelle città che sembrano uscite da una cartolina d’altri tempi, di quelle relativamente piccole dove sembra che tutti conosco tutti ,o, per lo meno, i fatti di tutti; una di quelle città con edifici tutti diversi e completamente differenti a quelli a cui sei abituato, con i lampioni di metallo di quelli che sembrano accesi con le candele , le strade acciottolate e a volte poco comode, soprattutto se porti i tacchi.

È una città particolare, in verità è difficile conoscersi tutti, Traverse Town è una città di transito, con un sacco di via vai di gente che arriva resta tre-quattro mesi e poi se ne va, forse è proprio per questo che per strada non c’è mai nessuno, tutti sono troppo presi dal sistemare i propri affari per potersi godere la città. Un'altra cosa assurda di Traverse Town è che nessuno sembra ricordarsi di aver mai visto il sole li; se sei stato a Traverse Town, e ripensi al periodo li, stai pur certo che ti ricorderai solo dei momenti notturni del tuo vivere li, nessuno sembra ricordarsi del sole sopra la città, ma , forse, è perché le stelle si vedono così bene e sono così belle da farti dimenticare tutto il resto.

A Traverse Town ha sede uno dei migliori istituti per orfani della zona, anzi a dir la verità è uno dei pochi che ci sono in tutto il paese.

Finiscono a Traverse Town tutti gli orfani e i bambini che i servizi sociali sottraggono a tutori e genitori nelle città e nei paesi vicini. Si può dire che gli unici abitanti fissi della città sono proprio gli studenti dell’istituto, i loro insegnanti e i negozianti.

Molti dei ragazzi dell’orfanotrofio una volta raggiunta la maggiore età restano ancora all’istituto per un paio d’anni, giusto il tempo di guadagnare qualche soldo aiutando i professori per poi poter continuare a studiare o cambiare città e Leon, Aerith e Yuffie ne erano un esempio perfetto.

Aqua e Terra erano invece stati tra i più fortunati, Maestro Eraqus, un uomo che aveva da poco superato la mezza età, ma non s’era mai sposato e non aveva figli, cercava eredi per la sua scuola di scherma e non avendo avuto figli aveva deciso di adottare loro due appena compiuti i diciotto anni e se solo Ventus non fosse stato ancora minorenne avrebbe preso anche lui, ma sembrava non volersi prendere la responsabilità di un ragazzo ancora in fase di crescita.

Ventus e vanitas erano stati portati via, grazie a non si sa quale Dio dalle “amorevoli” cure di Maestro Xeanorth, nonostante le serie rimostranze di Vanitas in merito.

Non che Xehanorth fosse una cattiva persona, non del tutto per lo meno, ma , tralasciando la sua avanzata età, erano gli strani metodi educativi che lasciavano perplessi gli operatori dei servizi sociali e , checché ne dicessero loro, Maestro Xehanorth continuava a sostenere che Sì, lasciare da soli i ragazzi con una spada in mano in mezzo ad un bosco o ad un deserto dimenticato persino da Dio , era un efficacissimo modo per insegnare ai ragazzi a cavarsela da soli.

Riku, Kairi e Sora invece erano letteralmente scappati dal loro vecchio orfanotrofio ed erano finiti li una volta ripresi. Non che a loro non piacesse il Destiny Island, anzi, ma erano stufi dalla monotonia della vita su un isola, questo ovviamente a detta di Riku, Sora blaterava sul senso dell’avventura e Kairi si limitava a sorridere e non rispondere, ma non avevano mosso alcuna obbiezione quando erano stati porta li.

Le modalità della loro fuga erano praticamente ignote ai più, ma i ragazzini soprattutto i più piccoli fantasticavano su zattere trainate da squali e tartarughe, chi giurava che fossero arrivati a nuoto, chi imbarcandosi clandestinamente su una nave di trafficanti, ciononostante a nessuno venne fatto sapere se non pochi fidati amici.

Roxas, Namine e Xion erano arrivati pochi mesi dopo, portati via da Twilight Town dover erano stati “adottati”, se così si poteva dire, da Xemnas un uomo decisamente poco collaborante che raggruppava ragazzini dalla strada da annoverare nella sua organizzazione che era tutto fuorché legale e pacifista.

Non se n’erano lamentati poi tanto, ma ogni tanto Roxas chiedeva permessi di un paio di giorni per andare a trovare Axel, un ex membro dell’organizzazione di Xemnas, quando lui non si faceva vedere per più di una o due settimane di fila.

Ora, si dice che al mondo ci siano sette sosia per persona, e questo Riku l’aveva sentito dire un infinità di volte ed annoverato tra le leggende metropolitane un infinità di tempo prima, ciò nonostante, nel mondo, era una cosa talmente risaputa che da diceria era diventata quasi una verità cosmica e di questo Riku non se ne capacitava, per lo meno fino al giorno in cui erano stati trasferiti a Traverse Town ed aveva appurato che magari i sosia non erano sette ma tre sicuramente si e Ventus, Vanitas e Roxas ne erano la prova schiacciante.

Se non fosse stato sicuro che non avessero geni in comune avrebbe giurato che erano gemelli, il che era deleterio per l’albino.

C’è da mettere in chiaro che Riku era innamorato di Sora da quando aveva dodici anni, quindi da cinque anni a quella parte ed avere non solo Sora, ma anche altre tre individui quasi del tutto identici a lui metteva a seria prova il suo autocontrollo e la sua forza di volontà volta ad aspettare che Sora fosse pronto ad accettare i suoi sentimenti (e trattandosi di Sora significava nell’anno del forse e nel mese del mai.)

A complicare le cose c’era Roxas.

Roxas che lo odiava, Roxas che cercava di stare tutto il giorno appiccicato a Sora (a meno che Axel non fosse nei paraggi), Roxas che gli ringhiava appena s’avvicinava a Sora, Roxas che metteva , a parere suo, le mani su Sora un po’ troppo spesso e che , maledizione, s’intrufolava pure nel suo letto una sera si e una no.

Solo dopo aver conosciuto Axel, o per lo meno averci passato assieme più di dieci minuti, Riku riuscì a capire da chi diamine avesse preso quegli atteggiamenti.

Vanitas era, fisicamente, la copia sputata di Sora, ma con i capelli neri, anche se , caratterialmente era l’esatto opposto. Sora era allegro, solare, non si faceva problemi a parlare con chiunque, anche con oggetti inanimati in mancanza di alternative, sapeva metterti a tuo agio in ogni situazione, era sincero sempre e comunque ed era facile affezionarsi a lui, Vanitas al contrario non faceva altro che guardarti con superiorità e con occhi carichi di sospetto, difficilmente ti rivolgeva la parola se non era strettamente necessario o non voleva prenderti in giro, adorava tormentare Ventus e, possibilmente, saltargli addosso ed un paio di volte lui e Riku erano finiti col fare a botte.

L’unico con cui Vanitas sembrava tranquillizzarsi era proprio Sora, quando erano assieme arrivava quasi a sorridere ed ogni tanto gli passava una mano tra i capelli con la stessa tenerezza e la stessa motivazione che si poteva avere nell’accarezzare un gatto, aveva, per necessità, imparato a convivere con Roxas dopo una sonora scazzottata in cui si erano guadagnati il reciproco rispetto.

Ventus era il clone di Roxas ma con il carattere di Sora il che era deleterio per Riku visto che fisicamente da Sora variavano solo colore e taglio di capelli. Grazie al cielo non lo vedeva quasi mai visto che passava buona parte del suo tempo con Terra e Aqua alla “Terra di Partenza” la scuola di scherma del Maestro Eraqus.

Altra sfortuna di Riku era l’estrema espansività di Sora, il suo buttarsi, letteralmente, addosso alle persone e rimanervi aggrappato per diversi minuti cercando coccole come un animaletto guardando il povero tapino di turno con occhi da cucciolo in cerca d’affetto, il che, oltre a mettere a dura prova i suoi istinti, provocava le ire di Roxas che tenendosi a distanza guardava lo sfortunato di turno con palese nervosismo e l’intenzione, poco celata, di eliminarlo appena Sora si fosse staccato e guardato da un'altra parte.

Oltre ai finti gemelli c’erano le ragazze.

Kairi, per cui Sora aveva avuto una cotta enorme verso gli undici anni, che da quando aveva scoperto la SUA cotta per Sora s’era messa a fare il tifo per lui .

Namine , talmente chiara da sembrare sempre sul punto si svanire se c’era troppa luce, tifava per Roxas e passava a scarabocchiare schizzi decisamente poco casti e poco etero sul suo album. Una sola volta Riku ci aveva sbirciato dentro e s’era ripromesso di non farlo mai più. Secondo Xion lei tifava per Roxas solo perché aveva un enorme cotta nei confronti di Riku, che lei continuava a negare, e sperava che Riku rinunciasse a Sora.

Xion era pressoché una fan girl e non faceva nulla per nasconderlo ma sembrava sempre molto combattuta sullo schippare Axel o Sora con Roxas.

Aqua ogni tanto passava con Terra a trovarli, loro avevano due o tre anni più di loro, ma Aqua più che una sorella sembrava una mamma, si sedeva su una delle sedie e li guardava litigare o semplicemente vivere sorridendo pacatamente, ma raramente si univa a loro, molto più spesso insegnava cose ai bambini più piccoli o li aiutava nei compiti o a colorare.

Terra invece si buttava nella mischia e se la prendeva soprattutto con Riku e Ventus, cercando di fare il solletico ad entrambi, e ricevendo in risposta almeno un paio di morsi da parte di Vanitas, il che portava praticamente ad una finta rissa che finiva solo quando Aqua diceva semplicemente “Basta”.

   
 
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