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Autore: CiccioBaslardo    18/04/2012    2 recensioni
Un picolo esperimento.
Ho mischiato dei personaggi di un GDR ad un'ambientazione di cui sono innamorato.
Vediamo che scappa fuori^^
Spero vi piaccia...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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-Mario? Dove siamo?-
Domandò la bambina dagli occhi rossi fuoco.

Il suddito non aveva la benché minima idea di dove si fossero svegliati. Un golem non aveva bisogno di dormire, ma per qualche strano motivo anche lui era caduto nel dolce sonno che non viveva da anni.

-Mio maestro. Io… io non lo so-

Entrambi erano sperduti in quella strana atmosfera.
Un paesaggio molto strano si stendeva davanti a loro. Lo squarcio nel celo che sanguinava paesaggi uomini e stagioni non c'era più. Al suo posto una bellissima luna piena che illuminava i loro volti.

-Guarda Mario… è bellissima. E' vera! Non è come le migliaia di lune di Lenora. E' unica e… vera- Mentre parlava gli occhi della piccola negromante brillavano di speranza.

"Che sia tutto finito?"
Quel pensiero venne trasmesso alla piccola padroncina tramite il loro contatto speciale.
Le vibrazioni dell'anima del golem raggiunsero quelle della piccola Lumia. Lei si girò con una bellissima luce negli occhi e parlò con voce carica di speranza.
-Questa non è opera della faglia. Siamo nel mondo reale. Siamo… siamo in un tempo ben determinato… un tempo che scorre. Mario! Il tempo scorre! Non è più in mutazione! Noi… noi stiamo invecchiando! Lo posso percepire nel mio corpo! Sento l'aria nei polmoni che ticchetta come un orologio ad ogni mio respiro. Finalmente… tutto è normale!

Lumia girò la testa e cominciò a correre verso un'albero li vicino. Si lasciò cadere sotto le sue fronde e cominciò a sorridere. Subito dopo la sua emozione non poteva trattenere una risata che si espanse per la tranquillità della notte stellata.

-Mario, finalmente siamo vivi… ohpps. Scusa mi amico mio-
Dall'emozione la piccola negromante si era dimenticata che il suo giocattolo non era vivo. Lo aveva riportato in vita lei stessa. Purtroppo, essendo alle prime armi con la pratica della negromanzia, non aveva potuto donargli un aspetto… umano.
-Mi dispiace Mario, non volevo essere scortese… siamo ancora amici?-

Il golem si limitò a rispondere: -si mio maestro-
Anche se non si sarebbe mai offeso per una cosa detta dalla sua padroncina, egli non poteva più provare le emozioni a cui era affezionato. Ma spesso e volentieri Lumia se ne dimenticava e lo trattava come un essere che possedeva un'anima.

-Coraggio Mario. Andiamo ad esplorare questo nuovo mondo. Sono curiosa di sapere cosa si prova a vivere… veramente-

Una leggera brezza accarezzava i delicati tratti della piccola Lumia. A lei piaceva molto.
Sembrava che a nessuno dei due importasse più di tanto del perché si fossero ritrovati in quella strana situazione. Erano solo contenti che la faglia si fosse chiusa e che la vita, per l'ennesima volta, avesse ristabilito la sua supremazia sui capricci di un dio troppo inetto per garantirne la normalità degli eventi.


-Dove siamo? Mamma? Papà? Che posto è questo?-
Molto distante dal punto dove si erano ridestati il golem e la mezzo demone, un altro gruppo aveva riacquistato conoscenza.
La voce spaventata della piccola demone cercava una rassicurazione. Tremava come se fosse stata inghiottita da un incubo.
-Dov'è Nova Lenora? Dov'è la grande foresta?-
La regina degli inferi si destò a quel suono... visibilmente infastidita.
-Maledizione! Ma come abbiamo fatto ad addormentarci? Zero! Stupido umano! Non dovevi fare la guardia?-
Il cecchino dormiva con un sorriso spensierato in volto. Sembrava che nemmeno una cannonata potesse svegliarlo.
-Maledizione- sbottò la regina - Sei sempre il solito inetto! Non si può mai far affidamento su quegli stupidi umani.

Famigliola abbastanza strana non trovate? Una piccola demone con solo pochi mesi di vita, la regina degli inferi ed un cacciatore umano cresciuto tra gli elfi. Che razza di nucleo è?
La piccola Elisabeth non era figlia di nessuno dei due. Era stato il gioco del fato a farli incontrare in un qualche modo strano.
La regina Vaihal l'aveva adottata per le grandi capacità che quella piccola infante dimostrava. Solo a lei era noto il suo sconfinato potere.
Il simpatico paparino invece ne era solo innamorato perso. Per lui era la sua piccola bambina e non l'avrebbe lasciata per nessun motivo al mondo. Si era infatuato di lei sin dal primo sguardo. Era così piccola ed indifesa.
Elisabeth li chiamava papà e mamma, ma i due non erano proprio in buoni rapporti: lei superba e fatale come solo un demone sa essere, lui sempliciotto ed amante dei piccoli piaceri della vita.
Non andavano per niente d'accordo.

Elisabeth era cresciuta sovrannaturalmente in sole poche settimane. Il suo corpo ora somigliava a quello di una bellissima ventenne, e non di certo ad una infante di poche settimane.
adesso però basta.
La notte è piena di pericoli e loro non avevano la ben che minima idea di dove fossero finiti.

Entrambe i due piccoli gruppi cercarono un luogo dove poter aspettare l'alba.
Lumia passò la notte in una villa. Si non avete letto male, ho detto proprio villa. Aspettate, cercherò di farvi capire meglio.
Lumia donò al suo giocattolo un corpo dalla struttura instabile. I primi tempi esso si scioglieva e diventava poltiglia; esplodeva; si ingrossava a dismisura distruggendo le locande dove riposavano… insomma un bel macello. Con il tempo, Il golem imparò a modificare la struttura del proprio corpo a suo piacimento.
In questo caso, il non morto, aumentò la sua massa corporea e la tramutò in una villa fatta di carne ed ossa. Sicuramente non era un bel vedere, ma a Lumia stranamente piaceva come Mario si prendeva cura di lei.

Elisabeth, Vaihal e Zero (il quale era stato svegliato da una sonora botta in testa… inflitta con uno dei lunghissimi tacchi a spillo della regina degli inferi) si rifugiarono in una caverna poco distante da li.

Nessuno di loro era stanco e perciò nessuno dormì. Aspettavano solo l'alba… più che altro speravano che in quel posto, la vita vera, ci fosse un'alba.
Rincuorando tutti, essa arrivò, illuminando tutto il territorio… che si dimostrò essere una savana.
La luce del sole svelò anche una alta struttura naturale in lontananza, che entrambe i gruppi riuscirono ad intravedere.
Era una roccia altissima con una sporgenza molto estesa che sembrava una pedana di lancio,sorretta da una roccia più piccola.

Il pensiero di tutti fu: "Dove siamo finiti?"
Il pensiero di tutti tranne quello di Zero, che si era addormentato ancora come un bambino.

-SVEGLIATI RAZZA DI INETTO!-
  
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