Lentiggini
Ti guardi
intorno e non mi vedi.
Saluti tutti e
spendi una parola con ognuno, ma non con me.
Sei lodata dai
professori, Lumacorno ti adora e tu gli
rispondi sorridendo sperando che la smetta di adularti
perché è pur sempre una
Serpe.
La prima volta
che ti
ho vista, stavi facendo la saccente con quelle lentiggini e quegli
occhioni
verdi, e ho pensato che sarebbe stato divertente prenderti in giro.
L’ho fatto.
Mi ha affatturato e ho iniziato a odiarti.
Le volte
successive ho
continuato a guardarti mentre ti destreggiavi tra compiti e magie, e ho
invidiato la tua bravura.
Hai un sacco
di gente che ti ronza intorno ma non degni
nessuno di uno sguardo particolare. Chissà cosa cerchi,
chissà cosa aspetti. Sei
sempre tra la folla, ma ti vedo sempre così sola.
Al terzo anno
hai
creato pozioni impossibili che il prof di Pozioni ti aveva affidato e
contemporaneamente io mi sono legato sempre di più ai
Marauders. Loro sono la
mia famiglia.
Sono uscito
con qualche
ragazza, ma non so come mai ho sempre avuto nella mente la tua chioma
rossa e
quelle lentiggini che ti contornavano il viso.
Sei
lì, seduta in Sala Grande e le uniche parole che mi hai
mai rivolto seriamente sono insulti o punizioni o decurtazioni di punti
per
qualche malandrinata fatta con Pad. Non mi basta più.
Moony si
è accorto che
mi piacevi quando non smettevo di parlargli di te e di quanto tu fossi
insopportabile e petulante ai miei occhi. Mi disse che ti stavo
degradando perché
non volevo ammettere a me stesso che mi piacevi.
La prima volta
che ti ho chiesto di uscire, mi hai guardato
male e mi hai detto “Ovviamente no, Potter”.
Potter, sempre
Potter. Mai una volta che tu abbia detto il
mio nome. James. È un così bel nome, elegante,
fiero. Ma tu ti sei sempre
ostinata a chiamarmi Potter, probabilmente per mantenere le distanze.
Il settimo
anno è giunto. Sarà l’ultimo anno in
cui ci
vedremo tutti i giorni. Non vedrò più quelle
lentiggini che ormai sono
diventate la mia ossessione. Le ho disegnate, riprodotte, ricreate. Ho
centinaia
di tuoi ritratti, foto scattate di nascosto, schizzi fatti di corsa. E
in
ognuno sei sempre più bella. Non posso più
aspettare. Più che dirmi no non
farai, sbaglio?
Prima che tu
arrivassi ho confezionato un pacchetto con
dentro tutti questi disegni. Se non li vorrai, me li
riprenderò e li brucerò io
stesso. Se li vorrai, sarò solo che felice.
Vedo
l’esatto momento in cui ti accorgi che il pacchetto
è indirizzato
a te. Ti guardi intorno curiosa, poi la tua attenzione si fissa sul
fiocco. Lo disfi.
Osservi la cartellina che ho preparato. La prelevi. La apri. Vedo i
tuoi occhi
ingrandirsi di stupore e le tue mani sfogliare veloce quelle pagine
messe
insieme quasi alla rinfusa. Sorridi. Hai un sorriso stupendo.
Per ultimo ho
lasciato un biglietto con sopra solo scritto
“James”.
È quadrato e dorato. Lo prendi in mano e sorrisi
furbescamente. Ti alzi dal
tavolo e vieni verso di me. Sto quasi tremando. Ho il cuore che mi esce
dal
petto. Con una voce soave come non ho mai sentito mi dici
“Ciao James”. Io rimango
muto. Probabilmente sto sognando tutto. “Vieni a fare una
passeggiata con me?”
No, ok sono vivo. Mi ha appena sfiorato un braccio. La guardo negli
occhi. E poi
vedo quelle lentiggini che ho sempre sognato di sfiorare.
L’unica cosa che
riesco a fare è annuire come uno scemo e affiancarmi a lei
per andare in
giardino.
SSSalve gente!
Questa FF mi è venuta in mente giusto venti
minuti fa e l’ho buttata giù di colpo.
È un pensiero come un altro ma spero vi
piaccia.
Questa
versione di James è un po’ più timida,
ma non lo so
più sempre dipingere come un bell’imbusto, no?
Se avete
piacere, lasciatemi una recensioncina!
Alla prossima!
Dafne