Sherlock lo fissa come se volesse, o potesse, disgregarlo in miliardi di cellule da rinchiudere in vetrini ed esaminare alle luci di un microscopio e lui si sente vulnerabile. Non che questa sia una novità in sua presenza, ma non è mai stato spiacevole.
“Che diamine sta succedendo?”
E la voce gli trema, forte. Il soldato che è in lui si vergogna, si ribella, pretende fermezza e determinazione ma John, per qualche strano motivo, è già capitolato. [...]
"Ti proteggo, John."