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Autore: Mirokia    19/04/2012    2 recensioni
-Voglio starci…con te, intendo…se non è un problema.- disse finalmente, e si diede il coraggio necessario per voltarsi e fissare gli occhi sulla figura di Kurt, che sembrava già più radioso.
-Vuoi renderlo ufficiale?- disse l’altro, con le fossette sempre più evidenti sulle guance.
-Non mettere i manifesti, solo. Non potrei sopportare quel vecchiaccio col cane che passa la mattina e mi urla ‘finocchio’ quando mi vede uscire a fare jogging.- fece Dave tentando di stare sempre sulle sue.
-Lo teniamo per noi, allora?-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mr. Boyfriend

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un brivido di freddo percorse la schiena di Kurt quando si mise piano a sedere dopo aver fatto uno sbadiglio discreto ed essersi strofinato leggermente gli occhi gonfi di sonno.
Si accorse che la sera prima s’era addormentato in canottiera, e quella mattina faceva un freddo bestiale, a dir poco. Guardò alla sua sinistra e vide che il letto singolo stipato contro il muro era vuoto e disfatto, e gli sembrava piuttosto strano, visto che erano solo le sette del mattino.
Si allungò e afferrò la vestaglia rossa con fiori bianchi ai piedi del letto, quella felpata all’interno, poi se la avvolse sulle spalle e infilò i piedi nelle ciabatte azzurre pelose. Quelle talmente calde da far sudare le piante dei piedi.
Si spostò in bagno e cercò di svegliarsi con un getto di acqua fredda sul volto e il sapore del dentifricio in bocca: non aveva così voglia di mangiare, quella mattina.
Poi si trascinò in cucina strascicando elegantemente i piedi e tentando di tenere gli occhi aperti e andò a scostare la tenda per sbirciare fuori dalla finestra: il panorama che gli si stagliò davanti gli dipinse gli occhi di bianco. Tutto ciò su cui poteva posare lo sguardo era infatti coperto da una coltre bianca, e le strade lì sotto erano piene di neve e ghiaccio, e le macchine andavano a passo d’uomo, per non slittare sulla neve ghiacciata.
Spostò lo sguardo ancora più in basso e adocchiò una figura incappottata e con un cappello nero di lana in testa che alzava e abbassava sulla neve accumulata davanti alla porta quella che sembrava essere una vanga.
Da quando Dave s’era dichiarato ai suoi genitori, quelli sulle prime non erano riusciti ad accettarlo, e Kurt s’era sentito in dovere di ospitarlo a casa sua per tutto il tempo a lui necessario. Poi negli ultimi mesi era stato assunto da suo padre a lavorare in officina, e quindi per lui sarebbe stata un’agevolazione. Burt aveva imparato a conoscerlo e, nonostante rimanesse sempre piuttosto sospettoso, aveva lasciato che dormisse al posto di Finn, adesso che quello se n’era andato da qualche parte a stare con Rachel.
Kurt accennò un sorriso, andò verso l’appendiabiti accanto alla porta e si avvolse una sciarpona di lana che gli copriva quasi interamente il volto, poi aprì la porta e si mise sulla soglia con le braccia conserte.

-Che stai…che stai facendo?- chiese con un sopracciglio alzato. Quello sollevò appena il capo, guardò Kurt di sfuggita, poi continuò col suo lavoro, che sembrava anche piuttosto faticoso.

-Do una meritata sepoltura al cane del vicino.- borbottò a testa bassa.

-Oddio…oddio, l’hai ammazzato?!- fece l’altro allarmato, perché Dave era capacissimo di un’azione tanto avventata.

-E’ la terza volta che mi piscia sulla macchina, se l’è anche meritato.- si discolpò quello, e Kurt mise una mano davanti alla bocca.

-Ma sei…l’hai ammazzato sul serio?- ripetè, e Dave sbuffò per poi tirar su l’ultimo mucchio di neve.

-Fatina, ma ti pare?! Ha nevicato come un ossesso per tutta la notte e mi sono alzato per togliere di mezzo un po’ di neve. Fottuta neve.- spiegò velocemente l’altro, poi si fermò e si appoggiò sulla vanga affondata nella neve.

-Ma mi pare che oggi fosse il tuo giorno libero…- gli fece notare Kurt sfregandosi le mani sulle braccia.

-Ma tu hai da lavorare, o sbaglio?- fece l’altro, e già stava per rimettersi al lavoro, quando Kurt gli parlò con una  nota d’emozione nella voce.

-Cioè, tu ti sei alzato alle sei di mattina per togliere via un po’ di neve per far passare…me?- chiese con gli occhi simili a brillanti e che riflettevano il bianco della neve e sembravano trasparenti.

-Tanto non avevo sonno, non è un gesto di cortesia.- ribattè Karofsky, e rivolse nuovamente lo sguardo alla neve mentre si preparava a maneggiare la vanga.

-Quanto sei dolce.- disse Kurt sincero in un soffio, e intanto s’avvicinava al bestione che continuava a spalare neve, incurante del fatto che stesse camminando su di essa con le ciabatte.

-Vedi di piantarla con l’ironia sennò rimetto la neve dov’era e te la sbrighi da solo, femminuccia.- fece l’altro tentando di sembrare acido, ma Kurt provò un istinto di tenerezza ancora più forte e poggiò la propria mano guantata sulle spalle in movimento di Dave.

-Come sei premuroso!- esclamò ancora, e Dave trasalì a quel contatto.

-Non…non toccarmi, ‘che già in quartiere son tutti convinti che io e te abbiamo una qualche relazione o che so io.- disse velocemente mangiandosi le parole. Ma Kurt ancora non s’allontanava, e tentava di tenere un tono di voce pacato.

-Quando imparerai a non dare ascolto alle dicerie della gente?- chiese, e gli si avvicinò fino a piazzarsi davanti a lui e a far scorrere le braccia dietro al suo collo coperto dal cappotto.

-E tu quando imparerai a piantarla di appenderti al mio collo ogni tre per due? Dio, giuro che al tuo prossimo compleanno ti compro un orso di peluche ad altezza naturale, così puoi gingillarti con lui.- disse Dave e voleva davvero sembrare infastidito, ma in realtà adesso sentiva solo particolarmente caldo.

-Solo se ci spruzzi sopra un po’ del tuo dopobarba.- ribattè Kurt.

-La pianti, ‘che sembra che stiamo davvero flirtando?- sbottò l’altro, e si guardò intorno.

-Non è che sembra. Io sto flirtando.-

-Kurt. Davvero. Ti tiro la vanga sui piedi.-

-Ma va’ a quel paese, Karofsky!- esclamò a quel punto Kurt allontanandosi da lui dopo averlo spinto sul petto senza averlo smosso di un centimetro. -E io che avevo intenzione di fingermi malato per passare un po’ di tempo con te. Continua a spalare la neve e a trattarmi come un sacco di merda, mi raccomando.- e Kurt sapeva dire sin troppe poche parolacce: merda, vaffanculo, e cazzo, ma quest’ultima solo in senso positivo. E quando Kurt si lasciava scappare una parolaccia, beh, c’era davvero qualcosa di grosso dietro.

-Stupido, perché ora te la prendi tanto?- fece Dave quando vide che Kurt se ne stava tornando a passo svelto in casa.

-Perché? Mi chiedi perché?- chiese quello di rimando voltando il capo.

-Sì, è quello che ho appena chiesto.-

-Ma ti rendi conto che non troviamo mai un momento per noi? Vengono sempre gli altri prima: e il cane del vicino, e le dicerie del quartiere, e la neve da spalare, e il lavoro, e le riviste di motori, e le partite…-

-E i settimanali ‘Donna oggi’…-

-…e i videogiochi, e le serate birra pizza e partita con gli amici, e poi…e poi non c’è un poi! Io sembro non esistere. Neanche se indossassi un telo da doccia e mi conciassi i capelli alla stregua di Lady Gaga e mi mettessi il tacco 15 di Beyoncè ti accorgeresti della mia presenza!- e sembrava voler dare di matto da come si metteva le mani nei capelli e poi sbuffava facendo vibrare le labbra.

-…Ma a cosa è dovuta ‘sta sfuriata? Sembra la ramanzina che fa la moglie al marito quando la trascura.- borbottò Dave, e già si stava preoccupando, un minimo. Ma non voleva darlo a vedere, e fingeva di voler tornare a spalare neve.

-…Tanto non capisci.- lo liquidò l’altro col suo solito tono da offeso.

-Hummel, guarda  che fino a prova contraria, io e te non stiamo insieme. A meno che non mi sono perso qualcosa. Io…ti ringrazio per tutto quello che hai fatto e che continui a fare per me, ma…ci ho già provato in passato, e non ha funzionato, quindi…-

Kurt si voltò verso di lui con le braccia conserte, e sorrise ironico pur di non piagnucolare.

-Quindi siamo amici?- chiese con quella punta di sarcasmo che Dave colse ma non ebbe voglia di assecondare.

-Beh, sì, una specie.-

-E tu gli amici li baci sulla bocca?- fece subito Kurt, che aveva la risposta pronta. –No, perché mi pare strano, allora. Ti preparo il tuo piatto preferito, sei contento, e mi baci sulla bocca. Guardi in televisione il campionato di football, la tua squadra del cuore fa punto, e mi baci sulla bocca. Ricevi un aumento di stipendio, e mi baci sulla bocca. Vado a dormire, tu vieni a darmi la buonanotte, e mi baci sulla…-

-Okay, ho afferrato. Devo baciarti sulla bocca un’altra volta?- sbottò Dave, che adesso sentiva improvvisamente caldo alle orecchie.

-Non…non è questo il punto. Gli amici di solito non si baciano sulla bocca ogni tre per due, perciò se non siamo amici e non stiamo neanche insieme, dimmi per favore cosa siamo. Ho bisogno di saperlo.- disse l’altro, e adesso sembrava quasi supplichevole, con quelle sopracciglia che gli si incurvavano e gli angoli della bocca all’ingiù. -Per quanto tempo andremo avanti in questo modo?-

-…Tu cosa vorresti?- riuscì a dire Dave dopo un po’ che se n’era stato in silenzio, e soprattutto dopo aver realizzato che Kurt se ne stava lì fuori sulla neve con solo una vestaglia e chissà come stava morendo di freddo, e tutto quello che voleva in realtà era una risposta chiara e concisa.

-In che senso?-

-Cosa ti aspetti da me?-  chiese ancora, e vide che Kurt veniva scosso da un brivido.

-Che tu mi dica cosa ti passa per quel cervellino da australopiteco. Guarda che ti ho sentito, eh.-

-Hai sentito cosa?- e già Dave avvertiva una morsa all’altezza del cuore.

-Quando mi applico le creme per il viso prima di andare a letto e mi metto le cuffie dell’ipod nelle orecchie. Ti sento quando mi dici che mi ami e pensi che io non stia ascoltando.-

Dave si irrigidì sul posto, come congelato dal freddo, la mandibola immobile, gli occhi sbarrati e probabilmente la postura da scemo.

-Non so di cosa parli.- riuscì a dire dopo un po’, veloce come un treno, e sembrava quasi quel ‘non so di cosa parli’ di quando Kurt gli aveva detto ‘Mi hai baciato’ davanti a quel tipo della Dalton.

-Perché devi rendere tutto così complicato quando è chiaro come il sole?- fece Kurt quasi in un bisbiglio mentre si stringeva nelle spalle. -A proposito di sole, entra dentro, che non scalda per niente questo sole mattutino.- aggiunse poi, e Dave lo diceva che stava tremando già da un po’. Quello annuì senza pensarci due volte, e appoggiò la vanga al muro per poi togliersi guanti e cappello di lana ed entrare in casa.
Una volta dentro iniziò a togliersi anche sciarpa e cappotto, quando Kurt gli fece: -Allora?-

-Allora cosa?-

-Non hai niente da dirmi?- insistette il più piccolo con sguardo deciso. Deciso a risolvere, una volta per tutte, quella situazione che lo stava consumando da dentro.

-Ma perché non fai altro che rimproverare me, quando anche io non so cosa passa per la tua, di testa?- replicò Dave, e andò ad appendere il cappotto freddo all’appendiabiti dietro la porta.

-Vuoi che mi esprima in modo più chiaro? Come se i miei atteggiamenti non fossero già chiari di loro?- disse Kurt seguendolo, sempre a braccia conserte, mentre l’altro aspettava che continuasse dandogli le spalle. -Tu mi piaci, Dave. Mi piaci molto, okay? Mi piaci se mi baci, mi piaci se bruci le frittelle, mi piaci quando borbotti perché è finito il ketchup, mi piaci se lasci il letto disfatto, mi piaci se quasi fai a pugni col vicino, mi piaci quando minacci di uccidere il suo cane. Mi piaci se bestemmi quando la squadra avversaria fa punto, mi piaci mentre urli tutte le parolacce del mondo ad Azimio per telefono, mi piaci quando mi dici che mi vesto da checca, e mi piaci ancora di più quando invece mi dici che sono bello. E mi piaci tanto in quelle notti che passiamo a letto insieme e mi fai sentire l’uomo più sexy del pianeta. E, insomma, mi piaci un po’ in tutto quello che fai e che dici. In conclusione, credo che tu mi piaccia parecchio.- si interruppe un attimo, umettandosi le labbra, accorgendosi delle spalle rigide di Dave. -Okay, ho finito. Sono stato abbastanza chiaro?- chiese poi, per ottenere una qualche reazione.

-T-trasparente.- disse quello, rosso in faccia come una ragazzina, mentre si torceva le mani e si decideva se voltarsi o meno o se  andare a nascondere la faccia nel cuscino continuando a dargli la schiena. A quella reazione, Kurt ridacchiò piano, sentiva di aver fatto breccia nel cuore di Dave con quelle parole. L’aveva preso in pieno petto.

-…Me lo merito un bacio?- chiese accennando un sorriso, perché già gli era tornata una fame insistente, fame di quei baci.

-…Devo guardare la partita.- borbottò l’altro, e inciampò nelle parole.

-Vaffanculo.-

-Però ci voglio stare.- disse subito Dave in un sussurro, ignorando la parolaccia detta tra i denti.

-Come?-

-Voglio starci…con te, intendo…se non è un problema.- disse finalmente, e si diede il coraggio necessario per voltarsi e fissare gli occhi sulla figura di Kurt, che sembrava già più radioso.

-Vuoi renderlo ufficiale?- disse l’altro, con le fossette sempre più evidenti sulle guance.

-Non mettere i manifesti, solo. Non potrei sopportare quel vecchiaccio col cane che passa la mattina e mi urla ‘finocchio’ quando mi vede uscire a fare jogging.- fece Dave tentando di stare sempre sulle sue.

-Lo teniamo per noi, allora?-

-Sì, è meglio…-

Kurt sorrise comunque, anzi, lo fece ancora di più mentre si avvicinava a Dave con le braccia ancora conserte. Adesso non si azzardava ad allungare le mani su di lui, a volte temeva quasi di dargli fastidio. E non s’accorgeva che in realtà Dave non desiderava altro, e che anche lui a sua volta non vedeva l’ora di poter anche solo sfiorare Kurt. Quando poi questo si lamentava di avere freddo, e Dave gli diceva ‘Se ti farà smettere di piagnucolare, puoi venire qui’ e lo invitava nel proprio letto, Kurt non poteva fare altro che affondare la testa nel suo petto, e Dave doveva per forza avvolgerlo con le braccia, e poi sentiva Kurt poggiare le labbra sul suo collo e risalire piano fino al mento, e poi Dave abbassava il capo d’istinto, prendeva il mento di Kurt tra le dita, e finivano per strusciarsi l’uno contro l’altro, quasi sempre nudi, e poi a volte andavano anche oltre, e Kurt si vergognava un po’ se pensava a quei mugolii da donna di facili costumi che a volte si lasciava sfuggire.

-Posso segnarlo sul calendario?- chiese quello, già eccitato di potersi considerare il fidanzato ufficiale di Dave.

-Stai scherzando?- fece l’altro retoricamente, e s’avvicinò al divano per poter accendere la tv e guardare la partita di football. Ma Kurt aveva i suoi occhi trasparenti e grandi e con le ciglia lunghe puntati su di lui, e richiedevano attenzioni, e Dave poteva amare il football alla follia, ma Kurt andava oltre la follia. Quello era un amore fuori dal comune, che ti fa esplodere quel muscolo che impazzisce nel petto.
Lo guardò e scosse la testa, poi lasciò il telecomando sul divano.
 -Cristo, ‘fanculo la partita. Mi piaci anche tu, mi fai diventare mezzo matto.- disse poi, finalmente, e si sentiva un completo idiota. Kurt ridacchiò.

-Mi piaci anche quando dai di matto.-

-Piantala, sto andando a fuoco.- ammise Dave, che si sentiva pervadere dal calore. A maggior ragione quando Kurt si decise a mettergli una mano sulla spalla.

-Sto per aggrapparmi al tuo collo.- lo avvisò ridendo.

-Se lo fai, ti sollevo e ti porto di peso in camera.- lo minacciò l’altro. Che poi, più che una minaccia era quasi un invito.

-Passiamo la giornata a letto?-

-No. Non lo so. Se ti va. Se ci tieni.- balbettò il più grande.

Kurt sorrise soddisfatto, e quando stava per appendersi al collo di Dave, gli venne qualcosa in mente.

-Aspetta, voglio urlare al vicino che sto per andare a fare l’amore col mio ragazzo, mentre lui è un povero zitello frustrato.- disse, e stava per affacciarsi davvero alla finestra. Ma Dave lo fermò dal braccio guardandolo severo.

-Se ci provi, ti mollo dopo neanche cinque minuti che stiamo insieme.- minacciò ancora. L’altro rinunciò alla sua propaganda e poggiò le piante dei piedi a terra agganciando lo sguardo di Dave.

-Accidenti, mi piace pensarti come il mio ragazzo.- disse dopo un po’, rosa pastello sulle guance.

-Anche a me.-

-Come come?-

-Zitto e fila in camera. Che tutta quella neve m’ha fatto venir freddo e ho bisogno di stare sotto le coperte.- disse Dave secco sfregandosi le mani. Non aveva fatto neanche colazione, e dovette ammettere che sì, aveva fame, ma non di cibo. Arrossì quando posò gli occhi sulla figura longilinea di Kurt.

-Femminuccia freddolosa, poco fa sono uscito in ciabatte e vestaglia e non mi sono lamentato.- lo canzonò Kurt rinfacciandogli i suoi numerosi e poco carini soprannomi.

-Ma se sembravi un vibratore, da come tremavi.-

-Mi stai dando della testa di…?-

-Cazzo, sì.-

-Fantastico, ho sempre desiderato un fidanzato che mi riempisse di insulti.- fece Kurt, e allargò le braccia scuotendo la testa.
-Sì? E cos’altro desideri che faccia il tuo fidanzato?- chiese Dave, quasi a farsi perdonare per la pessima battuta di prima.

-A me piace che sia romantico.-

-E te pareva.-

-Che mi protegga…-

-Si può fare.-

-E che mi metta in cima ad ogni impegno. Quindi, partite, birra, riviste di motori, litigate col vicino, slittano tutte al secondo posto.-

-Non so se posso farlo…-

-Che mi porti a fare spese…-

-Okay, ho capito, credo che la cosa si stia facendo impegnativa.- lo interruppe Dave grattandosi nervosamente la nuca.

-Piccoli passi, David, piccoli passi.- fece l’altro con fare innocente.

-Bene, con cosa cominciamo?-chiese il più grande incrociando le braccia. E gli occhi di Kurt persero del tutto la sua innocenza.

-…Scusa, hai ancora i pantaloni addosso?- disse, e sulle braccia di Dave comparsero istantaneamente i primi brividi, quelli più intensi.

-Mi hai preso per un pervertito?- riuscì a dire, divertito.

-E’ quello che sei.- e Kurt fece la faccia di uno che la sapeva lunga. L’altro si mise istintivamente sulla difensiva.

-T’ho spiato solo un paio di volte sotto la doccia, non…-

-M’hai spiato mentre facevo la doccia?!-

-Pensavo te ne fossi accorto!-

-No!- esclamò Kurt con una mano sul petto, finto indignato, poi respirò col naso e formulò una frase. -…Credo che prima di tornare a letto, mi farò una doccia.-

-Lo fai apposta, allora!-

-Lo faccio apposta, allora!-

-Vuoi che venga in doccia, allora!-

-Sta’ a te deciderlo, David.- fece Kurt dando un taglio a quello scambio di battute concitato. -Sappi che io sto andando in bagno a spogliarmi, che siamo soli in casa fino all’ora di pranzo, e che adesso tu sei il mio ragazzo.- continuò picchiettando l’indice sul petto del più alto. -E sappi che una doccia calda fa molto bene alle membra indolenzite dal freddo.-

-Tu sarai la mia rovina.- disse Dave scuotendo la testa, e quando alzò nuovamente lo sguardo, Kurt era già in cima alle scale che s’appoggiava al mancorrente e alzava un piede.

-Sei ancora lì?- disse, e arrossì timidamente per poi nascondere il volto e scappare verso il bagno. Dave scosse nuovamente la testa sorridendo, e il cuore sembrò impazzire quando decise di inseguire Kurt salendo due scale alla volta.
E quando si chiuse il bagno alle spalle, venne tutto così naturale. Come quando Kurt tentava di uccidere quel paio di zombie con l’xbox di Finn, non ci riusciva, e Dave gli dava della femminuccia, e allora Kurt gli lanciava addosso un cuscino, e gli urlava che gli zombie gli avrebbero mangiato la faccia, e poi in realtà era la sua faccia a venir mangiata da Dave. O come quando quelle mattine in cui era particolarmente di buon umore, Kurt tratteneva Dave per il collo e lo trascinava piano sul divano e si faceva accarezzare ovunque, e si sentiva bene, e sentiva che quello era il suo posto, che quella era la persona a cui aveva sempre aspirato, la persona che aspettava da tutta la vita.
Kurt pensò a quanto Dave fosse perfetto ai suoi occhi. Pensò a quanto fosse fortunato ad avercelo sopra mentre gli apriva piano l’accappatoio e lo baciava sui denti mentre ridacchiava.
Dave pensò di avere la felicità tra le mani. E mentre la stringeva forte a sé, si disse che mai, mai e poi mai se la sarebbe fatta sfuggire.
Mai più.





§






L’ho scritta un po’ di tempo fa ma non mi sono mai decisa a postarla… Ascoltavo ‘Distance’ di Christina Perri mentre la scrivevo <3 Voglio che nel fandom cresca l’amore per il Kurtofsky, e in qualche modo voglio che i miei scritti contribuiscano alla crescita dell’affetto per questa coppia a mio parere perfetta. E’ perfetta nelle sue imperfezioni. O almeno, questo vedono i miei occhi.
Spero sia stata una buona lettura. Un bacio (:



Mirokia

   
 
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