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Autore: _Ame_941    21/04/2012    5 recensioni
Due diversi punti di vista, due diversi modi di vivere, due vite che si incrociano per un istante...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia…

Era una giornata di pioggerella leggera, dando all’ambiente una sorta di atmosfera astratta.
Dawn stava percorrendo a lenti e piccoli passi un viale alberato di giovani peschi in fiore. Si rigirava tra le mani delicate l’ombrellino - parasole verde che fino a poco tempo prima le era servito per ripararsi dal sole, poi, come “uno scherzo di Madre Natura” aveva incominciato a venir giù una pioggia molto fine, si vedeva che c’era bisogno di una ripulita, negli ultimi giorni si sentiva solo quel fetido puzzo di smog cittadino che perseguitava le narici di Dawn.
  A lei piaceva la pioggia, le piaceva quell’odore di acqua pura che portava ed in oltre rinfrescava l’ambiente.  
Era da un po’ che passeggiava e notava i petali rosei caduti a terra che formavano un lungo tappeto soffice e uniforme.
Si fermò davanti un alberello ad osservarlo in tutta la sua fine bellezza. Si mise in punta di piedi e con un lieve sforzo riuscì a raccogliere un fiorellino, mettendoselo dietro l’orecchio. Arrivata al semaforo del grande incrocio aspettò che scattasse il verde. Scendendo il marciapiede notò una pozzanghera marroncina,ci si specchiò dentro e sorrise. In quel momento qualcuno le venne addosso facendola impantanare nella pozzanghera e bagnare tutte le scarpe basse e i pantacollant e, facendogli cadere il fiore che rimase a galleggiare sulla superficie della pozzanghera.
Alzò lo sguardo e vide un rosso, di sicuro era stato lui a spingerla, che,con un grugnito poco consono scappò via sotto l’acqua con le braccia sopra alla testa per ripararsi. Che tipo!                                                                                                                                                                                 
D’un tratto si sentì il rombo di un tuono in lontananza e, quella che fino a poco fa era non altro che pioggerella ora si stava trasformando nel diluvio universale.
Così corse alla ricerca di un posto dove ripararsi, e notò, non poco distante da lei, un piccolo bar al chiuso. Senza ulteriore indugio ci si infilò dentro. Anche altre persone si erano riparate dentro quel bar grondanti di acqua sui cappotti pesanti e sui cardigan. Dawn si sedette ad un tavolo ed ordinò una cioccolata calda, per riscaldarsi, era praticamente diventata un ghiacciolo.                                                                                                                                                                  
Ma ecco che il destino fece la sua parte. Stava osservando una piantina decorativa che era poggiata sul suo tavolo quando notò di nuovo quel rosso che stava prendendo un caffè al bancone del bar. Lo osservò, indossava dei jeans e una canottiera, ma, erano praticamente a settembre, che abbigliamento bizzarro.           
La sua aura? Grigia. Grigia come il cielo che ora si affacciava dalla finestra accanto a lei. Lui si girò.                                       
Adesso Dawn poteva vedere i suoi occhi blu ghiaccio, erano freddi e distanti, ma una vera fonte di attrazione per lei. Poi lo sguardo del rosso si posò su di lei. La stava fissando. Dawn pensò che aveva un ciuffo fuori posto oppure si era semplicemente ricordato di lei. Ma perché essere rischiosi, si toccò i capelli, uhm… nessun capello scompigliato… lui ghignò. In quel momento la cameriera arrivò e le portò la cioccolata calda in un bicchiere di carta. Lei pagò e se ne andò ringraziando il cielo di aver smesso di piovere al momento giusto, non sopportava più lo sguardo pesante del rosso che la scrutava divertito, in un ghigno da iena. Aveva letto dalla sua aura… “Scott” il suo nome.

Era di pioggerella leggera, dando all’ambiente una sorta di atmosfera astratta. Scott stava correndo sotto quella fastidiosissima pioggia che faceva diventare tutto così umido e scivoloso, tipo muco di lumaca.                       
Strano, quasi pochi minuti fa, faceva n caldo bestiale, ed ora si era messo a piovere di punto in bianco, maledetto tempo!                                                    
Scott correva per il parco, doveva assolutamente tornare a casa, aveva visto il meteo prima di uscire, avrebbe peggiorato di sicuro.
Odiava in assoluto la pioggia, beh a dire il vero odiava anche il sole, e anche quando è nuvolo… a lui piaceva quando il tempo era nebbioso, perché gli dava un forte senso di illusione, di un sogno…
Mah Scott, non mi starai diventando sentimentale? Pensò lui. Aveva un giornale stropicciato sopra la testa per ripararsi, anche se ormai era praticamente diventato una pappa di carta e di figure sbiadite e colanti.
Si fermò, era troppo stanco.
Si sedette sulla panchina vicino al parco giochi per bambini. Non c’era nessuno apparte dei ragazzini ostinati che lottavano contro le proprie mamme per rimanere a infradiciarsi e a giocare a pallone. Appoggiò la pappa di giornale vicino a lui.
Il parco era trascurato. I giochi erano tutti scarabocchiati di pennarello o di bombolette a spray, lavoro di tempisti. Le altalene erano mezze rotte, si ricordava che una volta, una ragazzina che si dondolava animatamente su l’altalena rossa, finì col sedere per terra, ed iniziò a frignare.  Le stava bene, così imparava ad andare più piano. Per non parlare delle panchine, alcune erano state addirittura scardinate e gettate via. I giochi a molla dei bambini più piccoli erano stati ridisegnati con un pennarello e fatti diventare, invece di delfini amichevoli e cavalli allegri, degli orribili gargoile, oramai nessun bambino ci si avvicinava più.                                                               
Dopo quest’ultima occhiata al parco desolato, Scott si alzò in piedi gettando via la pappa e si rimise di nuovo a correre. Percorse con velocità il viale alberato di quei peschi secchi e rattrappiti e schiacciando i petali già caduti dai rami con gli scarponi da trekking producendo un suono di scarafaggio spiaccicato. Stava per arrivare all’incrocio principale quando una biondina gli si ferma davanti. Lui cerca di schivarla ma praticamente la investe in pieno con una spallata. Si ferma a controllarsi la spalla dolorante e poi la guardò. Era il tipo di ragazzetta ingenua e bassetta con un viso d’angioletto impaurito. Patetico.                             
Grugnì e continuò la sua corsa contro il tempo, letteralmente. Si sente il rumore minaccioso di un tuono in lontananza, Meglio trovarsi un riparo. Pensò lui.                   Ecco che come un dono del cielo, davanti a lui gli si presenta un piccolo bar.
Ci entra frettolosamente. Notò che anche altre persone s’erano fermate là dentro per non bagnarsi dall’acquazzone che aveva preso di mira Toronto. Si strizzò la maglietta bagnata e chiese un caffè al bancone. Dopo un po’ che aspettava, giocherellando con la zuccheriera, notò che la biondina di prima era seduta ad un tavolo e lo stava fissando.       
Beh lui era assai bello, tutte le donne  gli cadevano ai piedi come un non nulla, in fondo, lui era Scott. Ma gli occhi dell’angioletto avevano qualcosa di diverso, ora che li guardava bene, erano di un turchese stupendo, quasi meglio dei suoi, quasi. Vide che con un gesto veloce della mano si pettinò. Ghignò, sembrava una bambina, piccola e timida. Poi la cameriera le portò la cioccolata calda e se ne andò imbarazzata. Lui fece una risatina tra se e se. Ma in fondo Scott non avrebbe mai dimenticato quegli occhi…


AUTRICE:Ciau, sono nuova, ma per incominciare ho voluto scrivere una breve storiella sulla Dott (la mia coppia preferita dopo Alheather) spero che vi piaccia... ciao ^.^
Ps: sono finalmente ruscita a usare hml ma prechè non riesco a dirlo?!

  
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