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Autore: margheritanikolaevna    21/04/2012    11 recensioni
[La signorina Else]
Con questa ff ispirata al racconto di A. Schnitzler "La signorina Else" ho partecipato all'interessantissimo contest "Drabble di stile" indetto da Marge86. Il prompt da me scelto imponeva di inserire nel testo una descrizione, il più possibile fantasiosa e accurata, che occupasse buona parte del componimento - ma non l'intero brano - e allo stesso tempo rivestisse un'importanza determinante ai fini della trama. La storia offre un finale alternativo e moderno della vicenda drammatica di Else, costretta a vendere la propria innocenza per salvare la famiglia dai debiti. In effetti, forse è la fine che tutte le lettrici avrebbero augurato al viscido Visconte Dorsday che le aveva offerto 50.000 fiorini per ammirare la sua nudità per un quarto d'ora.
Questa drabble si è classificata, con mia grande gioia (e un pizzico di meraviglia!), al secondo posto su ben diciassette storie partecipanti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vestita di raggi di luna
 
La notte era stupenda, luminosa, stregata.
L’Hotel Fratazza scintillava come zucchero, le nere cime dei monti si stagliavano gigantesche contro il cielo terso; l’aria era tiepida e profumata, il bosco circostante immerso nel silenzio.
Cominciarono a diffondersi le note incantate del Carnaval di Schumann: la voce limpida del pianoforte s’innalzava, struggente, verso la luna.
Nella radura, braccia incrociate, Dorsday attendeva.
I piedi nudi di Else non facevano quasi rumore sull’erba umida.
Fu di fronte a lui, coperta solo da un mantello nero da sera.
Esitava.
Dorsday estrasse dal taschino un foglietto: l’assegno per Fiala. Cinquantamila fiorini, il prezzo dell’innocenza.
Else deglutì e con un gesto circolare si liberò del mantello, che scivolò ai suoi piedi.
I lunghi capelli biondi, dai riflessi ramati, ricaddero sulle spalle, sul seno, sulla schiena: un ricco fardello profumato.
Fece un passo verso di lui e la luce la rivelò, solo le braccia e il volto nell’ombra.
Il Visconte contemplò il collo delicato, i piccoli seni all’insù, la vita sottile che armoniosa s’allargava nella ricchezza dei fianchi.
Sembra forgiata dentro a un corsetto” pensò.
Gustò la curva elegante dell’anca, la valle ombrosa del ventre, le ginocchia fragili, i piedi dalle rotonde unghie perlacee.
C’era in quel corpo di marmo levigato una forza nascosta che Dorsday non colse, sopraffatto dalla sua bellezza.
La luna le baciava la pelle delicata che di quella luce s’impregnava, trattenendola come una stoffa di raso; era avorio pallido, liscio, che si scuriva solo verso il sesso.
Una driade: una creatura fiabesca, più una concrescenza di raggi lunari che un essere di carne e sangue.
A quella vista, il desiderio trafisse Dorsday come una pugnalata.
Rapido, si guardò intorno: nessuno avrebbe visto o sentito.
Balzò su di lei.
L’occhio spalancato di una pistola lo congelò.
Else, mano tremante ma sguardo deciso, la brandiva.
Un grido gli morì in gola, il sorriso si spense.
Senza una parola, il respiro spezzato, si voltò e cominciò a correre verso l’albergo.
Lo sparo lo fulminò alle spalle.
 

  
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