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Autore: Asfe    22/04/2012    2 recensioni
Per malandrina4ever.
“C’era una volta due piccoli maghi che viaggiavano per il mondo in cerca di avventure. Cammina cammina, BANG! vanno a finire contro un muro invisibile. Non possono passare. Usano la bacchetta, ma sono piccoli e il muro invisibile è grande.”
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Oggi, 22 Aprile 2012, sono fiera di annunciare al pubblico che malandrina4ever compie ben diciannove anni e può andarsene in pensione, nonostante sia l’unica a riuscire a farmi resuscitare dalla mia. Fondamentalmente, questa fanfiction la trovo orribile, ma è stato un lampo di ispirazione notturno e comunque, cara mia picciona, NON E’ FINITA QUI! Eheheh – il tuo prossimo dono sarà un’altra mia crisi isterica da sopportare, meraviglioso nevvero?
Buona lettura a tutti – anche a chi non ha le ali grigie e orripilanti della Meds.

P.S. Non ricordavo nemmeno dove si dovesse clickare "Aggiungi una storia".


Aveva freddo



La gente tende a celare nel proprio cuore i ricordi importanti e prima o poi... se ne scorda.
— Dark Chronicle.


Regulus ha freddo. S’incamminò verso i Quattro Manici di Scopa con passo lento e strascicato, gli occhi al cielo grigio e nero, la sciarpa stretta al collo, il sorriso spento dall’ultima risata – la settimana scorsa aveva trascorso del tempo con Narcissa e ciò gli aveva senza dubbio migliorato l’umore.
Regulus entra nel chiassoso locale raggiungendo i suoi amici. Ha le mani gelide e rosso peperone, ha dimenticato i guanti e anche se lì dentro faceva caldo sente ancora il freddo del vento e della neve che ricopriva il villaggio.
Quando lui e Sirius incrociano gli sguardi, tossisce così forte che ha paura che il freddo gli si sia incollato nelle viscere. Non ricordava avesse delle iridi così chiare.

Quel Venerdì è piovoso. Acqua fangosa scioglie la neve e Regulus doveva ancora finire un noioso e alquanto ridicolo saggio di Aritmanzia. Lui odia l’Aritmanzia, perché diavolo l’aveva scelta? I suoi calcoli non l’affascinano abbastanza da poterlo sottoporre alla tortura di dover comporre almeno un tema al mese sul perché o il percosa i suoi dannati studiosi avevano inventato quelle determinate regole!
Sbuffò e chiuse il libro con un tonfo. Si sarebbe giustificato – non aveva voglia neppure di guardare gli esercizi, figurarsi quella lunga e boriosa roba sull’autore della quinta legge di Grassman*.
Però dopotutto la sua giornata è vuota. Il vuoto gli dà un senso di ansia ed oppressione, anche solo pensare che in quella giornata non c’è qualcosa di prefissato ad attenderlo lo affligge. E' mille volte meglio la storia dell’Aritmanzia; ma non gliel’avrebbe data vinta, non a quel tomo che lo guardava in cagnesco.
Con uno sbadiglio e una stiracchiata di muscoli, decide che si sarebbe messo vicino al camino a leggere qualcosa di bello, di diverso dalle materie scolastiche che pretendono da lui chissà quali voti dei G.U.F.O..
Faceva proprio freddo, riscaldarsi un po’ non era una cattiva idea.
Va nella sua stanza e fruga nel suo baule e dopo qualche minuto di apparente delusione scova un libriccino consunto dalla copertina illeggibile (o forse è lui che ha le palpebre cadenti e la vista stanca, perché si può intravedere benissimo “di – Bardo – Rivist – cor-tta” in dorato dall’angolo sinistro a quello destro).
La sua poltrona preferita è quella verde scuro proprio dinnanzi al fuoco. Quando in Sala Comune non c’è nessuno o solo qualche primino, è rilassante sedervisi in tranquillità.
Apre la prima pagina. E' tutto scritto a penna d’oca da una grafia leggermente maldestra, e qua e là c’è qualche scarabocchio o un disegnino, e una parte di Regulus – molte parti di Regulus – se ne accorge che il camino, il fuoco, la poltrona, l’isolamento non bastano a tenergli lontano quel freddo. Ma non ricorda assolutamente il motivo.
La prima fiaba comincia così.

C’era una volta due piccoli maghi che viaggiavano per il mondo in cerca di avventure. Cammina cammina, BANG! vanno a finire contro un muro invisibile. Non possono passare. Usano la bacchetta, ma sono piccoli e il muro invisibile è grande.

Regulus è sconvolto. È tutto così stupido! Come può aver speso soldi per un libro del genere? Non se ne capacita, non ricorda, no, e continua il racconto con una sorta di tiepida disperazione.

Allora quello più grande dice all’altro ‘Faccio io’, ma non ci riesce, e quello più giovane non prova neppure, tanto non ci riesce. Poi il più vecchio capisce che se uniscono le loro bacchette, la loro magia, allora il muro cadrà sotto il loro potere.
Questa fiaba insegna che l’unione fa la forza; anche se tuo fratello è uno scemo che non sa rubare le merendine, può distrarre la governante per farle rubare a te!


Regulus ha le guance fredde e bagnate, ma davvero non ricorda.




* Per chi ha seguito gli studi classici, mi perdoni la “citazione” a Grassman, ma non sapevo che nome appioppargli.
   
 
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