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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    22/04/2012    4 recensioni
L'aria entrava nella macchina mentre le buie stradine di campagna avevano sostituito quelle della periferia e, ancora prima, quelle della città.
Oltre al getto luminoso dei fanali dell'auto non vi era altra fonte di luce. Solo buio, vento e la voce alterata della donna.
Quella voce lo innervosiva, il buio totale lo opprimeva.
Ribatté alle accuse della donna, arrabbiato, la macchina che continuava a sfrecciare nella tortuosa stradina deserta. Accellerò. Voleva tornare a casa. Voleva lasciarsi alle spalle quell' irritante voce, quell' opprimente buio.
In un attimo una intensa luce abbagliante riempì l'abitacolo, la donna si ammutolì e il bambinò gridò, svegliandosi all'improvviso e spalancando gli occhioni verdi:
"Papà!"
E poi fu buio di nuovo.
[Synacky]
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6







Il vento scompigliava i capelli del ragazzino che se ne stava con i piedi a mollo nell'acqua e lo sguardo che si perdeva nel vasto oceano. I suoi occhi color acquamarina riflettevano il colore del mare. Era cresciuto, il suo sguardo si era fatto più serio, le braccia appena più robuste e macchiate di segni e di tagli, solo gli occhi erano rimasti grandi e verdi, unico segno che donava infantilità al suo volto pallido. Rimase a scrutare il sole che andava a nascondersi oltre l'orizzonte e, prima che potesse sparire del tutto, lasciò la spiaggia deserta per dirigersi al piccolo supermercato e prendersi qualcosa da mangiare per la cena. Girovagò per le strade polverose e le case fatiscenti fino a che non fu abbastanza tardi da trovare casa sua immersa nel silenzio, segno che suo padre se ne era andato a dormire. O meglio, che fosse crollato dopo aver ingurgitato litri di alcol come era di sua abitudine. Chiuse la porta e si tolse le scarpe per camminare senza fare rumore e dirigersi nella sua camera, il suo unico rifugio, poi non così tanto sicuro. Mentre giaceva sul materasso duro con le lenzuola portate fin sopra la testa sentì la porta aprirsi e la luce proveniente dal corridoio inondare la sua stanza. "Zack.." la voce roca e strascicata di suo padre gli giunse alle orecchie, graffiante, mentre un secondo dopo sentiva il rumore di vetri di una bottiglia infrangersi nel pavimento e sparpagliare a terra quel poco di liquido che era rimasto al suo interno.




Zack si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi e scoprendosi coperto di sudore. Ci mise almeno un paio di minuti per capire che aveva avuto un incubo e che si trovava nella sua stanza della sua casa a Huntington Beach e non nella vecchia casa in cui viveva con suo padre, più di dieci anni prima. Quel sogno lo aveva lasciato stordito, anche perché era diverso tempo che ormai non ne aveva e non se l'era aspettato.
Quella sera se ne era andato a dormire più agitato del solito e propbabillmente era per quello che non era riuscito a dormire tranquillo. Sì, era andato a dormire agitato... ma perché?
Non appena riacquisì un po' di lucidità, i ricordi della sera precedente lo colpirono come un fiume in piena e si portò di istinto una mano alla fronte. Brian l'aveva baciato. Brian.
Ripeté mentalmente quel nome tante e tante volte finché quelle cinque lettere persero di significato e ne rimase solo il suono.
La stanchezza gli era completamente passata e non riuscendo più a stare fermo nel letto decise di levarsi la canottiera sudata e alzarsi. Andò in bagno a sciacquarsi la faccia con dell'acqua fredda, poi rimase a fissare il riflesso che scorgeva nello specchio.
Sapeva che era sbagliato, che Brian era un suo amico e gli amici, due ragazzi, non si baciano. E' peccato, c'è scritto anche nella sacra Bibbia. Questo era quello che gli era sempre stato insegnato. O meglio quello che aveva recepito, nessuno si era mai degnato di insegnargli qualcosa spontaneamente. Era sbagliato, tutto sbagliato.
Ma se era così sbagliato, perché quando chiudeva gli occhi sentiva lo stomaco stringersi per la forza con cui desiderava che Brian lo baciasse di nuovo?
Lo aveva fatto sentire bene, lo aveva fatto sentire vivo, quando lui si  sentiva morto dentro da un tempo che non riusciva neanche a ricordare.
Le labbra premute nelle sue, le braccia che lo stringevano e lo avvicinavano a lui, il respiro leggero che soffiava sulla sua pelle. Era sbagliato, ma non capiva perché. Era come un blocco del suo cervello, una vocina che gli ripeteva che non era così che andavano le cose. La classica lotta fra cuore e cervello: fallo, non lo fare.
La vocina che proveniva dal suo cervello urlava e gridava; non poteva farlo, non doveva.
Sentiva li cuore pulsargli il sangue nelle orecchie, rendendo i suoni intorno a lui ovattati. Fuori pioveva di nuovo, anzi sembrava che stesse imperversando un temporale, un po' come succedeva dentro di lui.
Dei colpi improvvisi lo fecero scattare in allerta e si diresse verso la finestra pensando che avesse cominciato a grandinare, invece quando si sporse notò una figura con il capuccio tirato su che gli copriva la visuale, davanti al portone di casa sua che bussava sbattendo il pugno sul legno scuro.
Zack non si domandò neanche chi fosse e scese di corsa  prima che Brian si infradiciasse tutto.
Era deciso a mantenere una certa distanza fra loro per evitare che accadesse di nuovo quello che era successo giusto qualche ora prima, ma non appena aprì quella fottuta porta e vide il volto preoccupato dell'altro sotto i capelli sgocciolanti, tutte le sue convinzioni si sbriciolarono come polvere al vento.
-Fammi entrare- disse con tono deciso, spingendolo di lato e entrando prepotentemente in casa.
-Brian...- cominciò Zack, chiudendosi la porta alle spalle per poi rivolgersi verso l'altro.
-Vedi di tenere chiusa quella bocca, ora sono io che ti devo parlare- lo interruppe combattento col fiatone... doveva aver corso per arrivare li. Era strano che si rivolgesse a lui in modo così autoritario quando di solito scherzava sempre o al massimo assumeva un tono preoccupato.
-Io non so quale sia il tuo problema, ma ho capito che tu non vuoi parlarmene- riprese qualche istante dopo -non ci conosciamo da una vita, non siamo amici di infanzia, fratelli,  fidanzati o quello che ti pare e non hai il dovere di dirmi niente, perciò se non vuoi non farlo.
-Brian...- tentò di nuovo Zack, ma venne interrotto ancora.
-Credimi, questo non mi fa incazzare o altro, sono affari tuoi e rispetto il tuo silenzio. Ti chiedo solo un' unica cosa- si fermò un attimo e puntò bene gli occhi in quelli di Zack, che lo ascoltava muto -smettila di fuggire da me.
Brian smise di parlare apparentemente soddisfatto del proprio discorso, anche se sembrava comunque turbato. Zack rimase a guardare l'altro dal basso, le rotelle che facevano girare gli ingranaggi del suo cervello improvvisamente ferme dopo aver lavorato intensamente nelle ultime ore.
Con la mente sgombra, nessuna vocina maledetta in testa che gli diceva che stava sbagliando, fece un passo in avanti eliminando la poca distanza che lo separava dal moro, gli afferrò la stoffa della felpa fino ad abbassarlo alla sua altezza, per poi premere con tutta la  forza che gli rimaneva sulle labbra dell'altro.
Fanculo chi pensava che fosse sbagliato, fanculo la sua vita sempre troppo difficile e tutte le persone che lo avevano abbandonato, in quel momento c'era solo  Brian che ricambiava il suo bacio, che con i capelli fradici gli solleticava e bagnava la pelle e, soprattutto, che non se ne andava, anzi sembrava convinto a non perderlo di vista un attimo.
Dopo un tempo che parve infinito entrambi si separarono quel tanto da permettergli di prendere aria, le labbra che si sfioravano, quasi avessero paura di allontanarsi troppo l'uno dall'altro.
Brian sorrise appena sulle labbra dell'altro e scosse la testa -mi manderai al manicomio prima o poi.
Zack rise appena e nascose la testa nell'incavo del collo del più grande, lasciandosi accarezzare dal tocco leggero delle sue mani.
In effetti Brian aveva ragione. Da quando si conoscevano Zack era stato spesso con la mente assente, malinconico e spesso scappava lasciando l'altro da solo con la sua confusione e le sue domande. Ma in tutto quel tempo Brian non lo aveva mandato a farsi fottere, ma anzi aveva continuato a stargli vicino, a cercare di farlo ridere, e semplicemente, a voler stare con lui. Avrebbe potuto trovarsi contro anche tutto il mondo a dirgli che quello che facevano era sbagliato, ma questa volta si sarebbe tappato le orecchie e avrebbe dato retta solo a se stesso.
Aprì gli occhi e lo sguardo gli cadde sullo specchio appeso alla parete di fianco a loro: nel riflesso vedeva lui e Brian stretti in un abbraccio, mentre il ragazzo aveva una mano sprofondata nei suoi capelli e lo accarezzava piano. Sorrise e si diede dello stupido per essersi fatto tutti quei problemi. Per qualche istante non riuscì a staccare gli occhi da quell'immagine che li rifletteva. In fondo quel che vedeva non gli sembrava così strano.
-Rimani anche stanotte?- chiese staccandosi appena e guardandolo poi negli occhi.
-Se mi fai gli occhioni non posso dirti di no- rispose Brian scompigliandogli i capelli.
Zack rise, lo prese per mano accompagnandolo con lui di sopra e dopo avergli dato della roba asciutta  si misero di nuovo a letto come la sera prima.
Brian lo avvicinò a sé e Zack si accoccolò sul suo petto.
-Mi era mancata questa sensazione- fece Brian sorridendo sotto i baffi.
-Che vuoi dire?- chiese Zack non capendo a cosa si riferisse.
-Niente, ieri notte devi aver fatto un brutto sogno, così ti ho abbracciato e ti sei calmato. Appena provavo a spostarmi ti agitavi di nuovo, credimi era una cosa alquanto imbarazzante- concluse Brian scoppiando a ridere.
Zack arrossì e si girò dall'altra parte fingendosi offeso.
-Bene, se era così imbarazzante sta notte cercherò conforto nel muro- disse, per poi andarsi a premere contro la parete contro cui era poggiato il letto.
Brian rise di nuovo e lo afferrò per un braccio avvicinandoselo di nuovo e facendoselo finire sopra.
-Era imbarazzante, ma credo che farò questo sacrificio per te, ma solo perché ti amo.
Zack, che aveva preso a ridere anche lui, si fermò di colpo per rimanere poi immobile a guardare l'altro dall'alto.
-C-cosa hai detto?- domandò supidamente, ma era l'unica cosa che in quel momento il suo cervello era riuscito a fargli dire.
Si sentiva completamente scombussolato, mentre Brian sembrava tranquillo e sicuro di quello che diceva.
-Ho detto che ti amo, Zacky- ripeté nuovamente, accarezzandogli una guancia. Poteva anche dubitare di quelle parole, ma i suoi occhi non mentivano. Era sincero.
Zack boccheggiava, si sentiva totalmente idiota e impotente. Brian sembrava divertirsi molto per lo sguardo da ebete che doveva aver assunto, così decise di riprendersi e fingere indifferenza.
-Sì, credo che forse ti amo anche io- disse noncurante per poi riappoggiare la testa sull petto dell'altro, che scoppiò a ridere.
-"Credo che"?
- chiese scettico- "Forse"?
-Già- rispose Zack non dandogli attenzione.
Brian scosse la testa -credo che per oggi mi accontenterò di questo.
-"Credi che"?- gli fece eco Zack, che si prese una cuscinata in faccia.
-Vedi di tacere piccoletto, non mi hai mai visto arrabbiato!- lo ammonì Brian scherzando.
-Tremo di paura- lo canzonò Zack.
Continuarono a giocare per un altro po' di tempo finché inesorabilmente, vista anche l'ora tarda, crollarono addormentati.
Zack si addormentò in un sonno profondo e senza sogni, ma cosa più importante, senza incubi.















Pfff, giuro che non volevo metterci tutto sto miele in questo capitolo D: ...LOL si che volevo :') E' che ho un periodo un po' da schifo e stranamente invece di prendermela con il mondo -cosa che fa la gente normale - mi vengono gli eccessi di zuccherosità. Andate un po' a capire il mio cervello contorto :'D
Scusate il ritardo, ma ultimamente ho poco tempo e soprattutto mi sento poco ispirata, infatti non sono granché soddisfatta di questo capitolo :S Mi è venuto anche cortino...
Però dopo tanti problemi glielo volevo concedere a queste due povere anime un capitoletto in cui potevano essere carini e coccolosi XD
Non ho granché da dire, ringrazio chiunque abbia letto, messo fra le seguite/preferite/ricordate.
Grazie a quelle coraggiose ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ovvero: Vengeance_AS, Victorias Nightmare, Amelie__, LoveLeonScottKennedy e _Mpenziwe. Thank you, girls <3
Spero che questo capitolo non vi abbia fatto totalmente schifo e spero anche di riuscire ad aggiornare presto :')
Ah, comunque non credo che la ff avrà moltissimi altri capitoli, al massimo un paio :) A presto, Un bacione,


Josie



   
 
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