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Autore: Lauretta Koizumi Reid    23/04/2012    2 recensioni
Diciassette anni prima, Yasuko è giovane, bella e svagata. Ma qualcuno arriva improvvisamente nella sua routine e la cambierà per sempre. Solo il tempo di nove mesi e nascerà l'uomo più importante della sua vita. E saranno solo loro due, con il mondo.
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Perchè la mamma è sempre la mamma! Spero vi piaccia!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ryuji Takasu, Yasuko Takasu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yasuko era emozionata. Oggi era il giorno dell’ecografia. Ne aveva già fatte un paio, e più che un bambino, quel coso bianco sull’ecografo che galoppava sembrava un pesciolino deforme. Sano, grazie al cielo.

Era la prima volta che si sentiva così in pace. Non c’era stato nessun bisogno di fare proteste per spingere il capo a tenerle il posto di lavoro, forse perché gli affari andavano così bene che poteva permetterselo, o forse perché le sue colleghe, nonostante il mestiere che facevano, erano peggio delle femministe degli anni ’60.  Un altro colpo di fortuna nel quale Yasuko non ci avrebbe sperato. Seduta nella sala d’aspetto, stringeva i documenti e guardava le altre signore vicino a lei, rendendosi conto che era l’unica ad essere sola.

Si ricordò della settimana scorsa, quando era andata a trovare i suoi genitori: ciò che le aveva dato maggior dispiacere era stato il loro volto: non erano arrabbiati, non erano felici.... non erano nulla. Sembrava viaggiassero in uno stato tra il confusionario e il consapevole: le congratulazioni non ci furono, specie da parte del padre. Solo la madre, alla vista dell’espressione risoluta e consapevole di Yasuko, capì le intenzioni della figlia, e le aveva dato una mano; tuttavia, in ogni caso, ora era sola.
Finse di rileggere i risultati dei suoi precedenti esami, nei quali ci capiva poco o nulla, ma era tanto per non sentirsi gli sguardi degli altri addosso.
Le prese un po’ di malinconia e lo stomaco brontolò in modo strano, come se facesse bolle o sfarfallii. Appetito? Si toccò la pancia, che ora sporgeva un po’, stupita, rendendosi conto di non avere poi molta fame - aveva appena mangiato! -
- Signora Yasuko?
La donna saltò in piedi. L’assistente fece un mezzo sorriso.
- Venga pure, è il suo turno.
Si incamminò per i corridoi ed infine entrò nella saletta.
 
 
Poco dopo, osservava estasiata lo schermo. Stavolta era proprio un bimbo, quasi seduto e con il tipico profilo di un neonato.
Il tecnico sorrise:
- Carino eh? Se lo ricordi bene, perchè questa sarà l’ultima volta che lo vedrà così!
Yasuko fece una strana faccia. - In che senso? - domandò.
- Perché alla prossima ecografia il bimbo sarà tanto grosso che non riusciremo ad inquadrarlo tutto...solo le parti. In genere le madri  dicono “uau, che bello, che carino, un piede!” ed io sto inquadrando tutt’altro... - e qui fece una faccia tanto comica che Yasuko scoppiò a ridere.
Un’altra assistente, entrata da poco, esclamò: - E il sesso, signora?
- Vuole saperlo? - le disse di rimando il tecnico a Yasuko, staccando per un attimo gli occhi dall’ecografo.  
Non ci riflettè due volte. Detestava parlare di “bambino in generale”. Lo voleva sapere. Incrociò le dita.
- Maschietto, signora!
A Yasuko brillarono gli occhi. Fantasticooo!! - pensò gridando dentro se stessa.

- Chissà come sarà contento suo marito, vero? - gridò di nuovo l’assistente prima di scomparire dalla sala.

Il tecnico la fulminò da dietro la porta.
Ma Yasuko continuò a sorridere.
- Prive di tatto , completamente! - disse, mentre aiutava Yasuko a pulirsi.
- Non si preoccupi, - sussurrò - ci ho già fatto l’abitudine...
Il tecnico scosse la testa.
- In genere se le signore vengono qui da sole, sono attaccate ad un telefono per riferire i dettagli ai compagni. Ma certe persone, - e qui indicò la porta - non capiscono quanto le parole siano pesanti, per una donna in gravidanza. Possibile? Bah. Sono avvero costernato. Ma... è possibile sapere come...?
Yasuko scosse le spalle. - Tipico incontro fugace, tipica imprudenza, tipico uomo prendi e lascia.

Non era tutta la verità. Lei aveva provato a ritracciarlo in ogni modo, ma nulla. Perché comunque sapesse che nel mondo quell’uomo esisteva ancora e se valesse la pena di dirglielo.  Ma sembrava come sparito nel vuoto. E se fosse morto? pensò. Di certo non dava retta alle sue amiche del bar, che strafatte di vino, la prendevano in giro dicendo che era il figlio di uno yakuza. Senza più pazienza di cercarlo, Yasuko decise che se fosse rispuntato, non avrebbe avuto diritti sul bambino. Era suo, suo e basta. Aveva sentito questo legame da subito. E ora scoppiava di felicità che fosse un maschietto, perché sapeva che una femmina sarebbe stata molto più complicata da crescere. E se poi veniva su come lei? E tutti i problemi? I fidanzatini, le mestruazioni, il timore di  mandarla fuori la sera... No, no, era andata benissimo così.
 
- Signora, noi ci rivediamo tra un po’,eh! Mi raccomando le solite cose! Per qualsiasi problema, il reparto maternità è lì’, lo sa... poi penso che ci sia un’ostetrica che la segue... bene, fantastico. Comunque ottimo, il bambino cresce bene e le sue analisi sono buone. E... ah, questa è una foto, la tenga.
Yasuko annuì mentre prendeva su la foto del visetto blu scuro del piccolo. Prese le restanti cose e strinse la mano al tecnico.
- Ah, dimenticavo! - disse lui alzando un dito. - ora comincerà a sentire i primi movimenti fetali! Saranno molto strani, sa!
- Ah, sì? Come?
- Mah, le donne lo definiscono uno “sfarfallio” o delle “bolle nella pancia”. In genere visto che è ancora piccolo, può muoversi liberamente e da’ questo effetto...
Yasuko si incantò senza seguire le parole che diceva. Allora l’aveva già sentito in sala d’attesa! Proprio mentre si sentiva un po’ giù, il piccolino si era mosso e si era fatto sentire.

Salutò il tecnico e so avviò fuori. Prima di raggiungere la macchina, sussurrò alla pancia:
- Tieniti stretto al cordone, caro! La mamma deve fare una cosa!
E iniziò a saltellare di gioia. 
  
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