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Autore: Yu_Kanda    25/04/2012    5 recensioni
Si dice che il cielo sappia tutto delle città che sbircia dall'alto e che il vento sussurri nelle orecchie della gente quelle dicerie; ma è quando si unisce alla pioggia che accadono le cose più strane.
La pioggia è il pianto del cielo che genera l'arcobaleno, aveva sempre pensato Lavi; affascinante e misteriosa. Fino al giorno in cui, quelle lacrime non l'avevano fatto scontrare con uno sconosciuto.
Kanda aveva sempre considerato la pioggia una terribile seccatura; noiosa e scomoda. Finché questa non aveva portato un idiota sbadato a sbattergli contro.
Sotto il sole di Agosto, nulla è come sembra, specie se accetti l'invito di uno sconosciuto. Ma la pioggia lava via menzogne e segreti e forse, quando si erano incontrati, i due non avevano capito di non volerne avere.
[AU, YAOI, LAVIYUU]
[Fanfiction Classificata 1° e vincitrice del "Premio Guida Turistica" al Contest "Travel Awards" indetto da MRSLOVETT sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 2° al "Random Contest" indetto da Fabi_Fabi sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 2° e vincitrice del "Premio IC" al Contest "Universi Alternativi" indetto da Kiki e Roro sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 3° al Contest "Yaoi is the Way!" indetto da Hariken e Silvia_Shio sul Forum di EFP]
[Fanfiction Classificata 5° al Contest "Windy TOwn" indetto da RubyTuesday sul Forum di EFP]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, PURTROPPO è tutto in mano a quella pazza della Hoshino... Perchè, se fosse stato altrimenti... Il manga non sarebbe diventato un'accozzaglia informe di assurdità, e Lavi sarebbe insieme a Kanda da un bel pezzo!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!




Due Volte, la Pioggia



Capitolo II: Kiyomizu-dera



Due giovani camminavano verso un punto che desse loro visuale sulla baia, entrambi in kimono estivo, uno dei due felice come non mai e l'altro contrariato oltre ogni umana comprensione. Dopo qualche minuto a girovagare nella brezza della sera quello entusiasta stese in terra un asciugamano, opportunamente sottratto all'hotel nel quale alloggiava, e invitò l'altro a sedersi, proprio mentre in cielo esplodeva la prima fontana luminosa.

- Vuoi ricordarmi come mai sono qui con te, vestito a questo modo, a vedere i fuochi d'artificio? - brontolò il giovane dall'aria seccata, scoccando un'occhiata tagliente a quello felice, il quale invece stava mangiando con gusto del pollo fritto, appena comprato da un ambulante che girava fra coloro che assistevano allo spettacolo pirotecnico.

Le guance rigonfie, il destinatario del commento si voltò verso l'amico con espressione interrogativa, masticando rumorosamente il suo cibo e ingoiandolo tutto d'un colpo.

- Eh? Hai detto qualcosa, Yuu? - rispose mettendo in bocca un nuovo pezzo di pollo e tornando a guardare in cielo.

Non solo lo aveva di nuovo chiamato per nome, ma nemmeno lo prendeva sul serio! Kanda appoggiò il viso sulla mano chiusa a pugno, sorreggendosi con il gomito sopra la coscia, un muso lungo da spaventare chiunque, se ci fosse stata abbastanza luce perché gli astanti lo vedessero.

Come aveva potuto lasciarsi convincere a comprare uno yukata, indossarlo, e accompagnare l'idiota seduto accanto a lui in un posto così umido e ventoso? Per vedere una cosa inutile come i fuochi d'artificio nientemeno!

Per non parlare di come tutti li avevano guardati appena erano arrivati! Una coppia di ragazzi in kimono estivo quando lì c'erano solo fidanzatini! Gli sguardi che ricevevano lo irritavano da morire.

Una folata di brezza marina gli mandò i capelli negli occhi, e con un gesto di stizza il giovane prese dalla manica un elastico, legandoseli una volta per tutte in una coda bassa. Sperò che quella seccatura si concludesse in fretta, visto che il giorno dopo sarebbero partiti molto presto...

Sì, insieme.

Perché? Perché aveva accettato di viaggiare con qualcuno che non sopportava? Perché era una copertura perfetta per eludere le ricerche che sicuramente erano già in atto dal momento in cui, il giorno prima, non si era presentato al lavoro, ecco perché! Chi avrebbe mai sospettato che lui potesse essere insieme a un turista occidentale, per giunta irritante come Lavi?

Lavi osservava il suo futuro compagno di viaggio con apprensione. Non sapeva nemmeno lui come avesse fatto a chiedergli di partire insieme quando il giovane gli aveva detto di essere in vacanza e di non avere particolari progetti per i giorni di ferie che gli rimanevano... Perché sapeva bene che non era affatto in vacanza! Era uno Yakuza, la spada che si portava dietro ne era la prova, altro che shinai (6)! E di sicuro stava scappando da qualcosa, ecco perché aveva accettato così facilmente di fare il suo stesso itinerario!

Deglutì a vuoto; sarebbero state delle vacanze di lavoro estremamente pericolose, se lo sentiva.

Kanda, dal canto suo, era impaziente di partire, temeva potessero star sorvegliando già le stazioni, per cui aveva raccolto i capelli sotto un berretto da baseball e insisteva nell'indossare occhiali da sole, anche mentre faceva il biglietto dello Shinkansen (7). Biglietto che, questa volta, non si fece problemi a pagare con la carta di credito; godeva nel pensare quanto avrebbe mandato tutti nel panico vedere una transazione di quell'importo intestata alle linee JR, visto che la destinazione non era indicata sulla ricevuta.

A bordo treno però la sua ben celata euforia fu brutalmente raffreddata dal comportamento di Lavi, che faceva perfettamente il paio con quello che aveva tenuto in cima al SunshineBuilding. Il giovane era praticamente appiccicato al finestrino con un'espressione idiota sul viso, sorridente come un moccioso alla sua prima gita scolastica.

Kanda si alzò, e con molta nonchalance sedette nella fila opposta, fingendo di non conoscere il rumoroso occidentale, che sospirava ed esclamava a ogni casupola tradizionale che spuntava in lontananza. Per non parlare del boato cui si lasciò andare alla vista del Monte Fuji!

- Yuu! Guarda, è bellissimo! - echeggiò nello scompartimento, ma quando Lavi si voltò a vedere perché non riceveva risposta trovò il sedile vuoto.

Spiazzato, spostò lo sguardo su quelli adiacenti, individuando l'oggetto della sua ricerca che faceva orecchie da mercante, fingendo di dormire nella fila accanto. - Ma Yuu! Che ho fatto? Perché mi ignori? - esclamò, allungando una mano per scuoterlo.

Kanda aprì gli occhi, estremamente arrabbiato, inveendo contro il compagno di viaggio idiota in Inglese, così che la maggior parte degli altri passeggeri non capisse ciò che diceva.

- Shut the fuck up! - ringhiò, lasciando Lavi di stucco per l'improvviso scatto d'ira oltre che per il cambio di lingua. - You'reembarrassing me!

L'espressione di Lavi si fece triste tutto d'un colpo nel comprendere all'improvviso quanto fastidio poteva aver dato, ma di cui nessuno si era lamentato perché lui era solo un turista maleducato e litigare per un Giapponese era sconveniente. Scavalcò Kanda, sedendogli accanto.

- Non c'è bisogno che me lo dici in Inglese. Mi dispiace, OK? Mi dispiace. - mormorò, ma l'altro non parve toccato dalle sue scuse.

- Molto bene, allora siedi, composto e in silenzio. - sibilò di rimando. Sorprendentemente Lavi ubbidì, fissando muto il panorama con aria afflitta per il resto del viaggio, di tanto in tanto prendendo appunti.

Quando lasciarono i loro scarsi bagagli al nuovo hotel, Lavi provò un profondo disappunto nello scoprire che avrebbero avuto stanze separate. Era un budget hotel e si pagava a persona, per cui una singola costava come una doppia. Inutile dire che Kanda aveva subito scelto di dormire solo. In realtà quella decisione non avrebbe dovuto toccarlo, ma per qualche oscura ragione invece il pensiero di non avere il giovane al suo fianco turbava Lavi in modo strano. Ovviamente si guardò bene dal protestare, non avrebbe saputo giustificare la cosa.

Anche Kanda provava una strana sensazione; credeva di sentirsi immensamente sollevato di poter dormire solo e tranquillo, invece si rigirava sul futon (8) incapace di prendere sonno. Possibile che sentisse la mancanza dell'idiota dalla lingua sciolta? Maledizione.

Cominciava a pensare che fosse stata una pessima idea imbarcarsi in quella stupida trovata, anche se pareva aver funzionato egregiamente. Ora era solo e in pace, nell'unico posto dove mai avrebbero pensato di cercarlo, la città dov'era nato: Osaka.

Espirò lentamente. Forse rivedere i posti dove era cresciuto non gli avrebbe fatto poi così male in fin dei conti, perfino con un turista occidentale al seguito.

La mattina seguente li vide già sul treno per Kyoto, meno di quindici minuti e sarebbero giunti a destinazione. Far base a Osaka era una scelta saggia, considerò Lavi, più economica che prendere un hotel a Kyoto e perfetta per visitare comodamente entrambe le città. Ripassò l'itinerario che si era preparato per quel giorno, impaziente di poter finalmente vedere alcuni dei templi più antichi del Giappone.

Appena usciti dalla stazione, Kanda inspirò profondamente, assaporando l'aria della città in cui aveva studiato da bambino, prima di trasferirsi; amava la sua brezza estiva, un venticello dolce ma imprevedibile, che ti accompagnava soave rendendo meno afosa la calura per poi a tratti scomparire o mutarsi in un piccolo tornado.

Anche Lavi porse il viso a quel vento, godendone il refrigerio, così piacevole dopo aver lasciato il comfort dell'aria condizionata all'interno del treno per immergersi nel sole di Agosto. Quindi, appena si fu guardato attorno per inquadrare la piazza davanti la stazione, alla ricerca delle piattaforme dove si fermavano gli autobus, il giovane estrasse una cartina che evidenziava tutti i templi visitabili, controllando poi quale dei tanti autobus vi si fermava più vicino.

Non gli fu difficile raggiungere la banchina, nonostante le numerose barriere spartitraffico e le ringhiere che delimitavano i marciapiedi per impedire che si attraversasse ovunque e, una volta davanti al numero giusto, Lavi si soffermò a osservare i dintorni.

Si trovavano al centro dell'area antistante la stazione, una specie di piccola città degli autobus, tanti erano i marciapiedi a essi dedicati, e tutt'intorno sorgevano palazzi massicci più o meno alti che ospitavano hotel o centri commerciali, mentre al piano strada erano costellati di negozietti di ogni genere. Però un edificio in particolare colpì la sua fantasia: il Kyoto Tower Hotel, che con la sua forma bizzarra somigliava molto più a una base spaziale aliena che a un albergo.

Kanda godette di quel raro momento di silenzio, nonostante si udisse sempre il rumore del traffico in sottofondo, grato che ci fosse qualcosa in grado di far tacere il suo troppo loquace compagno di viaggio. Quando, una volta sull'autobus, capì dov'erano diretti, rimase sorpreso di constatare che Lavi conosceva il percorso quasi meglio di lui, sebbene fosse la prima volta che metteva piede in città; aveva scelto uno dei suoi templi preferiti, nella zona del grande Buddha, quello con la Pietra. O forse avrebbe dovuto dire le Pietre, ma si rifiutava di considerare una credenza tanto stupida parte del fascino di quel particolare tempio: Kiyomizu-dera.

Era conosciuto come il tempio sospeso nel vuoto per la grande balconata di legno che dava su uno strapiombo, lungo il fianco della collina su cui sorgeva. Era immerso nel verde, pieno di statue votive e custode di numerose leggende, come quella dell'acqua sorgiva proveniente da una piccola cascata e incanalata sopra un suggestivo baldacchino per ricadere nella vasca sotto di esso; acqua che si diceva potesse garantire l'avverarsi di un desiderio, se bevuta.

Kyoto era una città trafficata, forse per le strade così strette, forse per la mancanza di linee metropolitane, visto che ne aveva solo due, che non coprivano nemmeno metà dei suoi punti nevralgici. Per cui, tutto il trasporto si basava sugli autobus e, ovviamente, per i cittadini, sulle auto. Lavi osservava rapito mentre passavano davanti ad altri templi, notando come gli edifici in generale fossero molto vari, zone con case tradizionali mescolate a palazzi moderni, templi come oasi del passato nel bel mezzo del mondo presente.

L'autobus li lasciò al limitare di una delle tante zone antiche della città; ora li aspettava una bella camminata in salita sotto il sole, per una stradina stretta e ripida delimitata da case basse tradizionali, molte delle quali adibite a negozietti di souvenir o dolci tipici.

Più si avvicinavano al tempio, più iniziavano a comparire bancherelle sparse e tiratori di risciò, finché non giunsero in vista dell'enorme arco rosso che annunciava l'accesso al luogo sacro. Questo era molto più elaborato dei normali Torii (9), la sua architrave era fatta come il tetto di una pagoda, e i sostegni laterali erano chiusi da un reticolato metallico al cui interno erano custodite due statue; un'imponente scalinata conduceva sotto di esso, permettendo di entrare nel cortile esterno del tempio.

Lavi era talmente eccitato all'idea di trovarsi sulla famosa veranda sospesa, che appena ebbero fatto il biglietto si precipitò dentro, lasciando Kanda indietro, cosa che al giovane dette particolarmente sui nervi. Lo sfruttava come guida e compagnia e poi, quando non gli serviva più, lo abbandonava? Molto bene, si sarebbe preso la sua piccola rivincita spaventandolo a morte, sotto le fondamenta della pagoda dove sorgeva l'altare principale dedicato a Zuigo Bosatsu, la Dea Madre Buddista.

Così, una volta che il giovane ebbe finito di godersi il panorama e scattare foto, Kanda lo condusse davanti ai monaci che custodivano l'ingresso sotterraneo ai pilastri di quella parte del tempio, i quali gli consegnarono un foglio con le istruzioni da seguire per visitare il 'ventre' della Dea. Lavi gli dette una rapida scorsa, e la cosa lo incuriosì immediatamente; un labirinto oscuro con al centro una pietra mistica? Ah, doveva assolutamente vederlo!

Zuigo Bosatsu, divinità materna Buddista che può esaudire un qualunque tuo desiderio...

- Oh, wow! - commentò Lavi mentre leggeva. Kanda sogghignò, preparandosi alla successiva richiesta di provare la discesa in quei sotterranei, che non tardò ad arrivare. - Duecento yen soltanto, che ne dici di visitarlo?

Prevedibile. Lo conosceva soltanto da qualche giorno, eppure riusciva a indovinare con precisione quel che gli passava per la testa bacata che si ritrovava.

- Perché no? - accettò con aria innocente, indicando il monaco sulla sinistra che gli porgeva due sacchetti di plastica, mentre quello di destra prendeva il loro pagamento. Kanda afferrò la propria busta e aggiunse: - Devi toglierti le scarpe.

Lavi fece come gli era stato detto, quindi i monaci lo istruirono su come scendere nel basamento, e quando gli fecero cenno che poteva andare, si voltò verso il suo accompagnatore lanciandogli uno sguardo perso.

- Non vieni con me? - chiese.

- È un'esperienza molto personale, bisogna andare soli. - spiegò Kanda con una punta di soddisfazione, nel percepire una certa inquietudine trapelare dalle parole di Lavi. - Io scenderò dietro di te, ma solo fra qualche minuto.

- O-OK... - il giovane gli rivolse un sorriso incerto e iniziò a scendere lentamente i gradini di pietra che conducevano nel sottosuolo.

Erano piuttosto ripidi, notò Lavi, sorreggendosi alla balaustra di ferro alla sua sinistra, e diventavano umidi dal punto in cui svanivano alla vista. Entrò nell'apertura e la scalinata lasciò il posto a un corridoio angusto; dopo appena qualche passo la via era sbarrata da una tenda. Il giovane la scansò, oltrepassandola per proseguire nel corridoio, e si trovò d'improvviso avvolto dall'oscurità più profonda, come se fosse diventato cieco tutt'a un tratto. Si paralizzò all'istante, spalancando il suo unico occhio a dismisura nel vano tentativo di intravedere un barlume di qualcosa, qualunque cosa, ma inutilmente; protese un piede scalzo in avanti, sentendo la nuda pietra del pavimento fredda e bagnaticcia al contatto con la sua pelle.

Lavi deglutì a vuoto, sforzandosi di rimanere calmo. Il monaco gli aveva detto di camminare avanti senza timore, ma non si aspettava certo una cosa del genere! Spostò il peso sulla gamba che aveva mosso, con cautela, brancolando letteralmente nel buio, agitando entrambe le braccia davanti a sé per timore di sbattere conto le pareti di roccia; era sul punto di trovare il coraggio per fare un altro passo, quando fu lui a essere urtato violentemente da dietro.

- Maledizione, ma che accidenti ci fai ancora qui? - imprecò una familiare voce seccata alle sue spalle.

- Yuu! - esclamò Lavi di getto; fu così sollevato di sentire che l'amico era lì con lui che si girò, abbracciando l'oscurità a casaccio in direzione di quella voce e trovando la solidità del corpo di Kanda, quasi gettandolo a terra nella foga del momento.

Il suo salvatore si piegò all'indietro sotto il peso improvviso che l'aveva sovrastato, ma non finirono entrambi sul pavimento di pietra come invece Lavi s'era aspettato; al contrario, si ritrovò raddrizzato a viva forza, un ringhio irato che risuonava in quel buio pesto.

Un piacevole profumo gli riempì le narici, facendolo rendere conto di avere il viso premuto contro qualcosa di soffice e setoso, che le sue dita avevano portato vicino a lui circondando...

Oh, mio Dio...

Probabilmente Kanda non credeva che il piano avrebbe funzionato così bene da terrorizzare Lavi al punto di saltargli addosso e stringerlo come se da quello dipendesse la sua vita, ma soprattutto non si aspettava che l'idiota gli si intrecciasse nei capelli premendo il proprio viso contro il suo. Il cuore prese a battergli all'impazzata nel sentire il fiato del giovane lambirgli il collo e le labbra di lui sfiorarlo.

- Idiota! Cosa credi di fare? Mollami subito e attaccati alla fottutissima corda! - ruggì, cercando di liberarsi da quella posizione imbarazzante, nello stesso istante in cui anche Lavi si accorgeva di ciò che aveva appena fatto e iniziava ad agitarsi per districare le dita dai capelli di lui.

- Corda? Oh, sì, la... la corda... - ricordava una corda; ebbe un flash dell'ingresso mentre scendeva l'ultimo gradino: ancorato alla parete di sinistra, a mezza altezza da terra, c'era un pesante cordone di canapa. Ecco perché il monaco gli aveva detto di tenere il sacchetto delle scarpe con la mano destra... - La corda... - ripeté ancora, frastornato, riuscendo infine a strecciarsi dai capelli dell'altro giovane.

- Sì, la corda! Muoviti! - ordinò questi, cercando di mascherare un tremito nella voce.

Lavi si allontanò di un passo, mettendo le mani sulle spalle di Kanda per avere un riferimento, poi allungò la destra per tastare la parete vicina alla ricerca della corda e una volta afferratala fece raggiungere la prima mano dalla sinistra, voltandosi infine nella direzione giusta per proseguire. Prese un profondo respiro.

- Mi hai spaventato a morte... - mormorò, mentre a tentoni riprendeva a muoversi, tenendosi disperatamente al cordone come se si stesse issando da qualche parte.

- Io! - ribatté Kanda in tono sarcastico, ignorando il calore che sentiva salirgli al viso. - Cammina!

A Lavi sembrò di percorrere chilometri in quello che nel volantino era stato definito come il 'grembo' di Zuigo Bosatsu, sentendo ogni minima irregolarità delle pietre su cui posava i piedi nudi, la sabbia, l'acqua; dovette cambiare direzione numerose volte nel labirinto, in silenzio, tutti i sensi tesi e all'erta per poter percepire un qualunque mutamento intorno a loro, udendo però solo il sibilo del vento, proveniente presumibilmente da una qualche apertura più avanti.

Camminerai attraverso le fondamenta completamente avvolte dalle tenebre seguendo i grani del Rosario Buddista...

D'un tratto gli fu chiaro il perché della presenza a intervalli regolari di grosse sfere di legno lungo la corda che faceva loro da guida, ma non fece in tempo a riflettere sul senso spirituale attribuito dai Buddisti a quel percorso che il corridoio si allargò all'improvviso e un fascio di luce gli comparve davanti proveniente dall'alto della caverna, apparentemente da un'apertura nella volta, illuminando una stele nell'esatto punto in cui era diretto.

Quando la Pietra di Zuigo apparirà di fronte a te, esprimerai un desiderio e la ruoterai con entrambe le mani...

- Wow, è come in un film di Indiana Jones! O in TombRaider! - esclamò Lavi, raggiungendo in un lampo la piccola colonna sulla quale era sistemata la Pietra Sacra e facendo per girarle attorno. Due mani l'afferrarono con decisione, trattenendolo prima che potesse intrufolarsi oltre le transenne che delimitavano il percorso dei visitatori.

- Dannato idiota, non è un videogioco questo! - ruggì Kanda alle sue spalle, piazzandolo di fronte al pilastro, che di fatto doveva essere un altare, e indicando sopra di esso. - Esprimi il tuo fottuto desiderio e usciamo di qui, prima che tu ci faccia arrestare!

Lavi emise una risatina imbarazzata; si era lasciato trasportare un tantino troppo dall'entusiasmo, ma quel posto era davvero meraviglioso, come potevano biasimarlo? Sembrava di vivere una fiaba! Si ricompose, sentiva di avere lo sguardo irritato di Kanda su di sé e non voleva che il loro primo giorno di visita a Kyoto finisse in un litigio. Giunse le mani, concentrandosi sul desiderio più grande che nutriva in quel momento, quindi ruotò la Pietra come era scritto nelle istruzioni dei monaci; poi si girò verso la sua iraconda guida, in attesa.

- Non esprimi il tuo? - chiese, notando che il giovane fissava la Pietra ma non pareva intenzionato a toccarla.

- Sono solo superstizioni, io non ci credo. - borbottò Kanda, scavalcando l'ostacolo umano per continuare il percorso, ma questo lo trattenne.

- Che male vuoi che ti faccia? Ormai sei qui, gratifica la Dea, non ti costa nulla. - argomentò il suddetto ostacolo, offrendogli uno di quei sorrisi ipnotici con cui l'aveva incastrato già più di una volta. Kanda deglutì a vuoto. Possibile che ogni volta che Lavi lo guardava a quel modo il battito del suo cuore accelerasse? Fu estremamente grato alla semioscurità, perché era certo di avere di nuovo il viso arrossato, da come gli bruciavano le guance.

- E va bene! - sibilò, fingendo rassegnazione e con gesti stizziti unì le mani per qualche istante, poi ruotò a sua volta la Pietra. - Contento?

- Sì. - ridacchiò Lavi, riprendendo a camminare con le mani incrociate dietro la nuca. - Non ti chiederò cos'hai desiderato, perché altrimenti non si avvera.

- Va' all'Inferno. - ritorse Kanda, ma ricevette in risposta solo un'altra risata, genuinamente divertita.

Di nuovo all'esterno, sedettero per qualche minuto sulla veranda di legno davanti al tempio, prima di proseguire nella visita seguendo il sentiero che si inerpicava lungo la collina e addentrarsi nel bosco che circondava tutta la zona.

La fitta vegetazione donava un po' di frescura nell'afa pomeridiana, facendo da cortina ai raggi del sole, che solo in alcuni punti riuscivano a penetrare il fogliame, creando fasci di luce simili a riflettori puntati sul sentiero e mettendo in risalto il rosso cupo delle fronde cadute; le quali, ammassate ai lati vicino le radici degli alberi cui un tempo appartenevano, formavano un tappeto scricchiolante sotto i loro passi.

Kanda aveva sempre amato la forma particolare di quelle foglie, il loro colore così intenso anche in estate, che macchiava di cremisi il verde del sottobosco; il modo in cui i cespugli delle piante più giovani sembrassero chiazze infuocate se viste di lontano, illuminati dal sole.

Sorrise fra sé, inspirando a pieno gli odori di quei luoghi e lasciando spazio per un istante ai ricordi della propria infanzia.

Percorsero lentamente il tratto di strada lungo il lato della collina, sia perché a un certo punto divenne piuttosto in discesa, sia perché Lavi non faceva che soffermarsi a guardare gli innumerevoli punti fra la boscaglia in cui erano disposte panchine e sedili di roccia, affinché i visitatori stanchi potessero sostare prima di riprendere il cammino, sempre circondati di statuine votive o comunque riconducibili al tempio.

Fino a che non raggiunsero nuovamente l'ingresso alla base della collina, dove si trovava la fonte con l'acqua Sacra. Solitamente questa era una vasca di legno nella quale veniva incanalata acqua sorgiva cui i visitatori potevano attingere usando dei mestoli di metallo, per sciacquarsi le mani o bere invocando la benedizione degli Dèi, ma quella di Kiyomizu era molto particolare e secondo la leggenda la sua acqua aveva il potere di esaudire un desiderio.

Si trattava in realtà di una piccola cascata, imbrigliata in tre diversi getti d'acqua che precipitavano giù da un baldacchino di pietra in una grande vasca a terra; sotto al baldacchino c'era una passerella dalla quale si poteva intercettare uno dei tre flussi tramite un ramaiolo dal manico lunghissimo, esprimendo il proprio desiderio prima di bere l'acqua Sacra.

Lavi scattò diverse foto, voltandosi poi verso il suo accompagnatore con un'espressione carica di aspettativa che diceva 'Sali con me?', davanti alla quale Kanda roteò gli occhi, sbuffando seccato.

- No. - disse in risposta a quella domanda silenziosa.

- Ma Yuu... - iniziò Lavi; questa volta però nessuna delle sue implorazioni ebbe successo: Kanda fu irremovibile, incrociò le braccia e finse di non sentire ciò che gli veniva detto.

Con un sospiro, Lavi salì le scale che conducevano sotto la struttura della fonte da solo, lanciando continuamente occhiate furtive verso il giovane, il viso imbronciato tanto quanto quello di lui.

Perché mai ci tiene così a fare tutte queste idiozie insieme a me? Perché ogni volta che rifiuto mi sento sempre in colpa? Si chiedeva Kanda a ogni sguardo che gli veniva rivolto, confuso sia dal comportamento di Lavi che da come lo faceva sentire.

Il giovane catturò l'acqua in caduta e se ne versò parte su una mano, bevendo ciò che restava nel ramaiolo, sciacquandolo e poi rimettendolo a posto per la persona che attendeva dietro di lui; una volta ridisceso, cercò subito fra la folla degli altri turisti, apparentemente preoccupato, come se temesse che Kanda potesse essersene andato piantandolo lì da solo.

Invece era dove l'aveva lasciato, con la stessa espressione contrariata sul viso, non troppo mascherata dagli occhiali da sole che insisteva a non togliersi mai. Gli nascondeva senz'altro qualcosa, ma cosa? Era davvero uno Yakuza? E se sì, magari aveva ucciso qualcuno, per quello scappava... e aveva scelto lui come copertura. Forse aveva pescato la persona sbagliata per farsi fare da guida, e ciò che era peggio, si stava facendo coinvolgere emotivamente.

- Sei un uomo pieno di desideri. - commentò Kanda, appena l'altro giovane lo raggiunse.

Lavi rise sommessamente, sistemandosi meglio la bandana sulla fronte.

- Tu no? - la risposta divertita ottenne uno strano effetto sul suo destinatario, che parve irrigidirsi, serrando le labbra per un istante.

- No. - affermò caustico, incamminandosi verso l'uscita. - Sono una perdita di tempo, non si avverano mai.

- In realtà, ho espresso sempre lo stesso. - rivelò Lavi, mentre si affrettava ad affiancarlo. - Così ho più probabilità.

- Tch. Idiota. - Kanda non capiva perché, ma nel preciso momento in cui l'aveva etichettato tale, stava bramando di conoscere cosa potesse riguardare quel desiderio al quale il suo idiota personale teneva così tanto. Si stava sforzando di ignorare la punta di frustrazione che lo scoprirsi interessato ai sogni di qualcun altro gli aveva portato, quando si sentì afferrare per un braccio.

- Ehi, là non ci siamo stati! - indicò Lavi, intravedendo un andirivieni di persone salire e scendere per un'altra scalinata.




NOTE:

(6) lo Shinai è la spada di bambù usata per praticare il kendo.

(7) Shinkansen: i treni super-veloci Giapponesi.

(8) Futon: il letto tradizionale Giapponese che va in terra sul classico pavimento di paglia di riso intrecciata (tatami).

(9) Torii: gli archi (o portali) dipinti di rosso che annunciano l'ingresso di un tempio o altro luogo sacro della religione Shintoista.




@redseapearl: che vuoi che ti dica? Sono arrivata al punto che meno ci penso e meglio è, a tutto l'ambaradan. Il che mi preclude la possibilità di tornare a scrivere di loro.

>>"Mi sorprende trovare subito questa fanfic pubblicata qui."

'Subito' mi pare alquanto azzardato, visto che è da novembre che aspettava il risolversi dei vari contest cui partecipava...

No, non credo proprio che apporterò aggiunte, altrimenti anche questa storia si fermerebbe per sempre.

Avrei voluto 'riempire' tutti i giorni del viaggio, ma adesso è troppo tardi.


@mrs mustard: e così hai cambiato di nuovo nome XD

>>"Bentornata nel fandom! È stato un vero piacere trovare una tua nuova fic pronta"

Purtroppo, più che un ritorno questo è un canto del cigno.

>>"tutto ciò è secondario ai problemi personali, e da parte mia posso solo augurarti che questo brutto periodo finisca il più presto possibile"

Se non fosse che non ho i soldi per procurarmelo, adesso sarei in cima ad un palazzo a sparare ai passanti con un M200 CheyTac. Tanto per sottolineare la gravità della situazione.

>>"In effetti l'ambientazione della Tokyo metropolitana mancava alla collezione delle tue brillanti AU"

Era da un po' che volevo sfruttare le mie conoscenze dei luoghi, a quanto pare era destino fosse l'ultima cosa che avrei scritto.

Trattandosi delle mie esperienze personali, alla fine risulterà piuttosto evidente che si tratta di 'vita vissuta', ma immagino che chi non c'è mai stato apprezzerà l'accuratezza dei dettagli.

>>"I tuoi Lavi e Kanda sono come sempre in pieno IC"

Io invece non sono più sicura di nulla. Però come sempre sono contenta che la storia ti piaccia; immagino che questa volta sia merito del fatto che lo scenario scelto è praticamente la mia seconda casa.

Della cosiddetta 'autrice' ho una foto nel mio telefono; prima o poi riuscirò a trovarla ad Osaka, e quando ciò avverrà lei sarà una donna morta. Ed io un Kanda felice.

>>"nel mio cuoricino ancora non è morta la speranza di veder aggiornata "Innocence"; faccio bene ad illudermi?"

Ci sono più probabilità che io scriva una Takesugi/Katsura al momento...


@Rebychan: Non ti preoccupare, avevo immaginato che fossi di nuovo presa dalla cosiddetta 'vita privata' XD

Per il contest, non è detto che tu non possa ancora partecipare, dopotutto scadrà a fine maggio e posso scommettere che saranno richieste anche le due settimane di proroga, per cui...

XD Kanda è sempre contraddittorio in quel che fa, è il suo marchio di fabbrica dire una cosa e pensarne un'altra... e negarlo nel venire scoperto! XDD

Mi fa piacere che trovi la trama interessante e che il loro incontro-scontro sia risultato credibile. Devo dire che all'inizio ero un po' scettica su questa linea di sviluppo della storia^^"

>>"La cosa però che più mi è piaciuta di questo primo capitolo sono le descrizioni. L'ambientazione, la Tokyo metropolitana, è resa benissimo"

XD Come dicevo a mrs mustard, è perché sono informazioni di "prima mano" XD

Passo tra Tokyo e Osaka/Kyoto circa 15 giorni ogni estate; praticamente lavoro solo per permettermi questo e il cosplay XDDD

Grazie per l'incoraggiamento, lo apprezzo davvero molto e spero anche io di riuscire ad uscire da questa situazione.


@Rubysage: Grazie, GiudiciA, per aver inserito il tuo giudizio come recensione ^_^

   
 
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