Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: bice_94    25/04/2012    9 recensioni
un corso di scrittura, una ragazza ribelle, una detective e il nostro povero Castle.. cosa può uscire fuori?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fare la doccia con calma era uno di quei piaceri che la detective Beckett purtroppo poteva permettersi raramente.
Il lavoro la costringeva a ritmi spesso frenetici che il più delle volte aveva però ringraziato.
Non le davano il tempo di pensare, di soffermarsi sulla sua vita.
Aveva lasciato Josh da parecchio ormai.
Dire chi aveva mollato l’altro era probabilmente impossibile.
Lui il dottore eternamente occupato a salvare il mondo, lei la detective troppo occupata a dare giustizia agli altri per ascoltare se stessa.
E così ognuno aveva preso la propria strada.
Si erano sorrisi e avevano lasciato che le loro vite iniziassero a trascorrere in due universi separati, in quei due universi lontanissimi che effettivamente appartenevano loro.
Il suono petulante del campanello la distolse dai suoi pensieri, proprio mentre stava avvolgendo il suo corpo in un lungo asciugamano bianco.
I capelli avevano ormai smesso di gocciolare, così afferrò in fretta un altro asciugamano e iniziò a strofinarli.
B: arrivo, arrivo, un secondo.
Il suono continuava imperterrito.
La donna si bloccò, davanti all’ospite inaspettato e sorrise delicatamente.
B: oi, ciao.. che ci fai qui?  vuoi entrare?
Ed ecco anche Iris, la figlia della sua vicina, arrivata da ormai un anno.
Una bellissima ragazza.
17 anni, piuttosto alta, capelli molto scuri, occhi di ghiaccio, ma brillanti ed espressivi.
Non amava attenzioni particolari.
Il suo abbigliamento tipico era un paio di jeans, convers ed una felpa, abbastanza larga da coprire le sue forme, per quanto perfettamente definite.
Non ricordava avesse avuto un ragazzo da quando abitava qui o almeno niente che fosse degno di nota.
Ah, ovviamente senza considerare David.
Il suo migliore amico, quello che la seguiva in ogni pazzia, veramente molto frequenti, o almeno l’unico che tentava di starle vicino in tutte le sue stranezze.
Un vero e proprio santo, considerando il carattere ostico di Iris, molto probabilmente dovuto all’assenza del padre, di cui si era sempre rifiutata di parlare.
I: si, grazie, ma scusami se ti ho disturbato.
Beckett la guardò con aria sospettosa.
Cos’era quella? Una parvenza di gentilezza?
B: muoviti.. lo so che non ti dispiace per niente.
Si misero a ridere e Iris si gettò a peso morto sul divano di Beckett.
B: aspettami, vado a vestirmi..
I: ok.
La detective scomparve in camera sua, ma poco dopo si sentì raggiungere dalla voce squillante della ragazza.
I: ehy, Kate, posso farti una domanda?
Beckett sorrise.
B: spara!
Sentì solo silenzio, finchè non vide la porta della sua camera completamente spalancata e Iris già diretta sul suo letto.
B: no, ma prego.. fai come fossi a casa tua.
I: si, grazie.. allora dicevamo..
Iris si mise sul suo letto, in una posizione decisamente particolare.
Le gambe appoggiate sulla parete e schiena e testa appoggiate sul materasso.
Troppo facile sedersi.
Beckett la guardò inclinando un po’ la testa e, scuotendola legermente, sorrise.
I: mi sbaglio o mi avevi detto che prima di fare la poliziotta avevi iniziato la facoltà di letteratura?
La detective si bloccò.
Aveva parlato con Iris di alcune parti del suo passato e ora questa uscita proprio non se l’aspettava.
B: si perché?
La ragazza inizialmente non rispose.
B: che c’è? Vuoi un consiglio per l’università? Vuoi prendere anche te letteratura?
Iris scoppiò a ridere e si alzò in piedi.
I: non prenderò letteratura nemmeno sotto tortura, nemmeno con una pistola puntata alla tempia. Dammi numeri e sono felice, dammi quelle…. Poesie e puoi tranquillamente portarmi al cimitero.
La ragazza uscì impettita dalla stanza, per tornare raggomitolata sul divano.
Anche la detective la seguì e si diresse verso il frigorifero, dove prese uno yogurt, ovvero la sua cena.
B: quindi non vuoi un consiglio universitario. E allora perché quella domanda?
Iris si alzò e iniziò a camminare attorno al tavolo.
I: non dirmi che ti mangi solo quello per cena.
Beckett alzò le spalle e si sedette sul divano, portando le ginocchia al petto.
B: non siamo mica tutte come te che mangi come un camionista e rimani perfettamente in forma.
I: aaah.. non ti capisco..
Beckett roteò gli occhi.
B: allora? Io sto aspettando la vera domanda.
Iris continuava a girare attorno al tavolo nervosamente.
I: allora.. se volevi fare letteratura, significa che ti piaceva quel genere di cose e presuppongo che dovevi essere anche molto brava a scrivere, che ne so.. racconti o articoli di giornali, no?
La ragazza sfoderò un enorme sorriso.
La detective inarcò il sopracciglio, rimanendo con il cucchiaino in bocca.
B: e a cosa ti servirebbe tutto ciò?
Iris non rispose.
Si limitò a sedersi pesantemente sul divano.
B: che hai combinato?
I: oh, ma insomma. Possibile che devo aver sempre combinato qualcosa?
La detective non disse niente, ma la fissò.
I: oh, ti odio. Quel brutto id-..
B: Iris!
I: ok, il mio caro professore di inglese mi ha beccato mentre facevo la rappresentazione visiva di uno stupendo pezzo di batteria..
Beckett scoppiò a ridere, strappando un sorriso anche alla ragazza.
I: quindi, visto che non gli porto più un compito dall’inizio dell’anno, voleva chiamare mia madre.
La ragazza abbassò lo sguardo.
Amava quella donna più di ogni altra cosa.
I: quindi sono riuscita a farmi dare una punizione piuttosto che chiamare mia madre.
B: e che punizione ti sei guadagnata?
Beckett si alzò.
I: devo scrivere per la fine dell’anno un racconto, come una specie di libro, oppure una serie di articoli di giornali, come una rubrica.
La ragazza si avvicinò alla detective e l’abbracciò.
I: ti prego, ti prego, ti prego.. mi aiuterai????
Beckett era veramente combattuta.
Era da molto tempo che non scriveva più.
Non che lo avesse mai fatto seriamente, ma prima della morte della madre amava farlo.
Anche solo per liberare se stessa.
B: Iris io non posso farlo. Mi dispiace, ma non sono capace. Ero una schiappa nello scrivere.
Piccola bugia.
La ragazza la osservò e probabilmente lo capì al volo.
Infatti si staccò immediatamente e si diresse verso la porta.
B: Iris, ho detto che io non posso aiutarti, ma conosco qualcuno che lo farebbe sicuramente. E molto meglio di me.
La ragazza si fermò e corse di nuovo dalla detective abbracciandola.
I: lo sapevo, lo sapevo.
I: e chi è questa persona.
B: Richard Castle.
I: chi?
La detective sgranò gli occhi.
B: ma come? Non lo conosci?
I: no, perché dovrei?
B: è uno scrittore molto famoso. Ha scritto non so quanti best-seller. Dovresti leggere un po’ di più signorina.
I: gnagna.. non iniziamo a fare la predica. E sentiamo un po’.. tu come lo conosci? È il tuo fidanzato?
La detective sobbalzò e la sua voce divenne stridula.
B: assolutamente no.
La ragazza inarcò un sopracciglio.
I: si, come no.
B: veramente.. lavora con me.. tutto qui.
Nel frattempo la voce di Annie, la madre di Iris, raggiunse le due donne.
A: Kathrine, Iris è lì?
B: si, arriva subito.
La ragazza la guardò.
B: ora fila a cena e poi ti passo a chiamare. Andiamo a fare visita a Castle.
I: grazie grazie grazie.
La ragazza si allontanò saltellando e sulla bocca della detective compare un sorriso al solo pensiero dell’incontro tra Iris e Castle.
L’avrebbe fatto impazzire.






p.s eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii..
dopo tanto sono tornata.. soprattutto grazie a madeitpossible che ha letto pazientemente in anteprima questa ff e mi ha convinta ad iniziare a pubblicare..
è una cosa nuova, speriamo vi piaccia comunque..
fatemi sapere.. :D
un bacione a tutti..
al prossimo capitolo..
Bea:)





 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: bice_94