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Autore: bik90    25/04/2012    3 recensioni
E' trascorso un anno dalla fine della loro battaglia e tutte le Hime vivono tranquillamente, incluse Shizuru e Natsuki. E se un incidente potesse mettere in crisi il loro rapporto?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorsi giorni da quando Shizuru aveva riportato a casa Natsuki dopo quel bacio, giorni in cui la diciassettenne dagli occhi verdi cercava di evitare la più grande. Aveva trovato il coraggio di tornare a vivere nella sua stanza, di affrontare il doloroso ricordo di Duran e di sua madre eppure Mai aveva compreso che c’era qualcos’altro che ancora turbava l’amica. Il fatto stesso di essere così restia a restare da sola Shizuru lo dimostrava. La osservava tutto il giorno compiere gesti e faccende di qualunque entità e in apparenza sembrava che stesse tornando tutto alla normalità, anche se non aveva avuto il coraggio di domandarle cosa la facesse stare male. Temeva che Natsuki si chiudesse a riccio nei suoi confronti che aveva già fatto altre volte. Durante la notte, spesso l’aveva sentita piangere e aveva sentito il bisogno di farle sentire il suo sostegno ma poi si era fermata preferendo che quel conforto fosse Shizuru a donarglielo. La diciannovenne le telefonava sempre ed andava a trovarla a casa e Mai vedeva chiaramente quanto soffrisse per l’apparente freddezza con cui veniva trattata da parte della mora. Natsuki cercava sempre di tenere accanto a sé la rossa e delle volte era arrivata addirittura a mettere scuse per non vederla. Nessuno capiva perché si comportasse in quel modo e tutti soffrivano per quel suo comportamento. La ragazza dagli occhi verdi sapeva di sbagliare, in lei il fuoco dell’amore nei confronti di Shizuru bruciava ardentemente e il suo unico desiderio era quello di poter trascorrere tutta la sua vita con lei ma era bloccata, bloccata da una grande paura. Non ricordava nulla dei sentimenti che provava prima dell’incidente. Sentiva qualcosa di veramente forte e autentico che, nonostante la perdita di memoria, aveva continuato a sopravvivere lasciandole solo delle sensazioni. Si chiedeva cosa la bloccasse dall’ultimo passo e un unico pensiero la sfiorava: il fatto che ci fossero anche lì dei ricordi negativi. Stava male all’idea che anche quella volta fosse riuscita a far soffrire una persona gentile come quella ragazza. Lei si era presa cura di lei in un modo così dolce da farla tremare, le aveva fatto riscoprire lentamente i suoi sentimenti semplicemente standole accanto, aiutandola ad uscire dal coma e a tornare ad una vita normale. L’aveva baciata perché aveva sentito quel trasporto verso di lei, perché aveva creduto che le fosse dovuto dopo tanto tempo e aveva sperato di riuscire a vedere un qualunque segno del passato. Era stato dolce, voluto, bello ma nient’altro. Natsuki non riusciva a ricordare.
Cos’è che mi impedisce di riavere i miei ricordi con te, si domandò la diciassettenne dopo aver sentito l’altra ragazza e averle detto che aveva un forte mal di testa.
Un’altra menzogna, un’altra sofferenza.
Perché mi stai così dietro? Cos’ho di così magico che ti fa rimanere al mio fianco?
Le aveva detto di amarla, di averla sempre amata ma lei, anche se si sforzava, non rammentava nulla. Si basava su ciò che sentiva quando l’altra le era vicina, sui brividi che aveva quando la sfiorava, quando col suo fiato le solleticava l’orecchio ed era tutto meraviglioso. Con nessun altro stava così bene come con lei. Ogni volta che la guardava, credeva di perdersi nel suo sorriso, nel suono delicato della sua voce, nei suoi gesti e nel suo modo di atteggiarsi quando la sfiorava con una mano. Comprendeva di provare le stesse cose che diceva Shizuru, quei sentimenti erano troppo forti per poter essere solo una semplice amicizia; lo sapeva e al tempo stesso era frustata all’idea di non sapere tutto quello che avevano condiviso. Le pareva di essere divisa a metà e che quella metà contenesse un qualcosa di talmente marcio da bloccarla.
Preferisco morire piuttosto che farle ancora del male. Non merita tutto questo dolore per me.
Non si accorse che Mai, attraverso lo spiraglio della porta, la stava osservando con uno strano sorriso. Velocemente uscì sul balconcino della sua stanza e compose il numero di Shizuru.
<< Non angosciarti >> le disse semplicemente quando la diciannovenne le rispose << Ti prometto che andrà tutto bene! Vieni tra dieci minuti>>.
Riagganciò prima che potesse dire qualcosa e rientrò fiondandosi nella stanza di Natsuki. La diciassettenne la guardò con aria interrogativa senza alzarsi dal letto dove era sdraiata.
<< Natsuki! >> esclamò iniziando ad aprire il suo armadio << Forza Natsuki, devi fare la valigia! >>.
La mora continuò a fissarla senza parlare.
<< Che… che cosa stai facendo? >> domandò infine.
<< Non hai sentito? >> rispose la rossa con felicità << Avanti alzati! Oggi arriva Takumi >>.
Natsuki inarcò il sopracciglio destro. Ricordava il fratello minore di Mai.
<< E io cosa c’entro? >>.
<< Non puoi stare qui >> sentenziò l’amica << Non posso starti dietro adeguatamente >>.
<< Io sono autonoma! >> urlò la mora diventando rossa << E poi dove dovrei andare a sbattere? Questa è la mia stanza! >>.
<< Andrai da Shizuru per qualche giorno >> affermò Mai continuando a prepararle lo zaino << Sta venendo a prenderti >>.
<< Cosa? Ma io… >>.
<< Oh avanti, vai a cambiarti! >>.
La prese per un braccio tirandola per farla alzare.
<< Mai, veramente… >>.
Il suono del citofono la interruppe.
<< Deve essere lei >> disse la rossa << Mettiti le scarpe, forza >>.
La lasciò sola mentre andava ad aprire. Natsuki si sedette sul letto e sospirò. Andare qualche giorno da lei...
Saremmo solo io e te.
Si passò una mano sul cuore ascoltandolo battere; poi si chinò per infilare le scarpe sentendo le voci delle ragazze parlare in cucina. Quando uscì, arrossì nell’incontrare gli occhi di Shizuru. Chinò il capo avanzando e stringendo la spallina dello zaino.
<< Ciao Shizuru >> le disse.
La diciannovenne le sorrise sfiorandole una mano.
<< Ciao >> rispose << Ancora mal di testa? >>.
<< Sì >> mentì la ragazza.
<< Allora noi andiamo >> disse la più grande rivolgendosi a Mai e prendendo la borsa della mora per aiutarla.
La rossa le strizzò l’occhio in segno d’intesa approfittando del fatto che Natsuki non la stesse guardando e le salutò con un grosso sorriso.
<< Ci sentiamo ragazze! >>.
Scesero in silenzio e si misero in auto. Shizuru accese il motore cercando di apparire disinvolta ma in realtà aveva il cuore che le martellava nelle orecchie. Inghiottì un groppo di saliva.
<< Mi spiace doverti disturbare >> mormorò Natsuki.
La diciannovenne la guardò e le accarezzò una guancia sorridendola. La vide socchiudere gli occhi come per assaporare al meglio quel gesto e il muscolo cardiaco le saltò in gola. Le prese una mano baciandola.
<< Tu non mi disturbi mai >> rispose.
Guidò fino al suo appartamento. Per tutto il tragitto, la mora cercò di non incrociare mai il suo sguardo e non disse niente. Shizuru avvertiva la distanza che cercava di frapporre tra loro e se ne domandava il motivo. Aveva compreso sin da subito le intenzioni di Mai e ne aveva gioito. Trascorrere qualche giorno con Natsuki, non chiedeva di meglio. Non aveva ancora compreso come classificare il tipo di rapporto che intercorreva con la diciassettenne in quel momento, ma desiderava poter tornare a godere del suo corpo e del suo cuore. Il fatto che lei reagisse in quel modo le metteva angoscia e ansia che sperava di dissolvere presto. Si rendeva conto che poteva risultare difficile per la mora ammettere di provare qualcosa per una donna, però non poteva mentire ai suoi sentimenti. Parcheggiò sotto la palazzina e scesero.
<< Ricordi il mio appartamento? >>.
Nel vederla scuotere il capo non poté fare a meno di sentirsi triste. Prese il mazzo di chiavi ed entrarono.
Fin dal primo passo che Natsuki compì all’interno della casa, ebbe l’impressione che l’ambiente le fosse familiare. Si guardò intorno sorridendo come una bambina.
<< Io… >> iniziò con le lacrime agli occhi. Cercò lo sguardo di Shizuru e andò ad abbracciarla << …quante volte ho dormito qui, eh Shizuru? >>.
Sentì il corpo della diciannovenne irrigidirsi leggermente.
Ricordava quel posto, lì si era sentita veramente amata e protetta.
Tornò a guardare l’arredo mentre intrecciava le sue dita a quelle di Shizuru. Non voleva distanziarla da lei, desiderava sentirla vicina in quel momento. Ne aveva bisogno.
<< Qui c’erano cinquanta rose rosse >> iniziò vedendo davanti a lei com’era nel suo ricordo << Erano ovunque e… abbiamo cenato >>.
Lasciò la mano della diciannovenne per camminare seguendo la scia dei suoi pensieri. Shizuru le andò dietro comprendendo ciò che stava ricordando.
<< Eri bellissima ed io ti amavo tanto… così tanto che per te sarei potuta morire… >> accarezzò con un dito la superficie liscia del tavolo << …quella sera doveva essere tutto perfetto, solo per te doveva esserlo. Ricordo il mio cuore battere forte e come mi facevi arrossire ogni volta che mi guardavi. Sei sempre stata la cosa più importante per me ed il mio unico desiderio era renderti felice come quel giorno. Mi sorridevi spesso contenta >>.
Si erano sorrise mentre l’universitaria si era avvicinata e lei.
<< Natsuki >> disse semplicemente accarezzandole il volto.
<< Sei una persona eccezionale, Shizuru >> affermò la diciassettenne << Hai scelto me quando avresti potuto avere chiunque altra >>.
<< Ho scelto te perché ti amo >>.
Frammenti di ciò che avevano condiviso le attraversavano la mente e si sentiva riempire da quella sensazione che tante notti l’aveva solo sfiorata. Shizuru le posò le mani sul bacino facendole una leggera pressione per farla sedere sul tavolo. Natsuki ubbidì completamente rapita dai suoi occhi. La baciò mentre rivedeva le tante volte in cui l’aveva fatto, non aveva mai dimenticato quel sapore delicato che molte volte aveva inconsciamente desiderato. Le labbra della diciannovenne scesero sul suo collo. Non riusciva più a resistere, voleva fare l’amore con lei. Basta aspettare. Con le mani s’intrufolò sotto la maglietta sentendola gemere quando iniziò ad accarezzarle la pelle.
<< Shizuru… >> sussurrò Natsuki in balia dei suoi baci.
<< Voglio aiutarti a ricordare >> si giustificò la più grande. Voleva sentirla di nuovo sua, voleva che gemesse sotto le sue mani, voleva che pronunciasse il suo nome mentre raggiungeva l’apice del piacere. Le sbottonò l’uniforme senza smettere di formare una scia su quella pallida carnagione. Senza togliere il reggiseno, iniziò a massaggiarle il petto sentendo i capezzoli indurirsi sotto il tessuto che la separava da loro.
<< …abbiamo fatto… abbiamo fatto l’amore anche quella volta… >> bisbigliò la diciassettenne.
<< Non serve parlare adesso >> le rispose dolcemente Shizuru che aveva sognato quel momento tutte le notti da due mesi a quella parte. Una parte di sé temeva che Natsuki ricordasse d’averla lasciata e che si allontanasse nuovamente da lei. Non avrebbe retto di nuovo ad un suo rifiuto. Fece scivolare le spalline del reggiseno per poter avere campo libero con i suoi seni. Iniziò a mordicchiare il destro mentre stringeva tra l’indice e il pollice l’altro.
<< …ti ho detto di amarti… >>.
La diciassettenne aveva bisogno di dare voce ai suoi ricordi, di sentire che erano veri e non solo frutto della sua immaginazione ed eccitazione.
<< Amami adesso >> disse Shizuru catturandole sue labbra in un lungo bacio << Io ti amo, Natsuki >>.
La fece stendere sul tavolo mentre le apriva la cerniera della gonna. La sentì sussultare e alzò gli occhi per osservarle il volto. Stava piangendo. Il suo cuore perse un battito a quelle lacrime. Si chinò su di lei e con la lingua gliele asciugò.
Ti prego Natsuki, pensò, Non farmi questo.
<< …io ti ho lasciata… >> sussurrò la mora voltando il capo << …quella notte io ti ho lasciata dopo aver fatto l’amore… >>.
<< Va tutto bene, Natsuki >> si affrettò a dire Shizuru accarezzandole i capelli << Non fa niente >>.
La desiderava troppo in quel momento. Riprese a baciarla ma la diciassettenne si sottrasse alla sua presa. Scese dal tavolo senza smettere di piangere.
<< …ti ho scritto un biglietto, l’ho messo sul comodino della tua stanza e me ne sono andata. Ricordo quello che ho fatto, sono stata così cattiva con te! >>.
Si portò le mani alla bocca per coprirla. Il dolore di quella notte si stava riversando sul suo corpo e la stava travolgendo.
<< Natsuki… >>.
<< Non possiamo Shizuru, non possiamo stare insieme! >>.
I ricordi di ciò che aveva visto e sentito le stavano riaffiorando in mente. Rammentava per quale motivo aveva agito in quel modo.
<< Perché? >> chiese la diciannovenne in preda al terrore << Hai detto di amarmi >>.
<< Io non posso essere la causa della distruzione della tua vita! >> esclamò Natsuki incapace di trattenersi << Non posso essere io a farti estromettere dalla tua eredità, dal patrimonio di famiglia, dall’affetto dei tuoi genitori. Non ti chiederei mai un simile sacrificio >>.
Si accasciò per terra mentre l’altra la guardava con aria interrogativa.
<< Come sai queste cose? >> domandò col cuore in gola.
<< Io… >> Natsuki esitò comprendendo d’aver detto troppo << Io non posso… >>.
Shizuru le prese il volto con entrambe le mani per costringerla a guardarla.
<< Come puoi essere a conoscenza della discussione tra… >>.
Le parole le morirono in gola quando vide la diciassettenne chinare il capo e gli occhi e comprese.
<< Non volevo origliare >> rispose Natsuki vergognandosi << E’ capitato per caso. Per questo io non potevo chiederti di rinunciare alla tua vita solo per me. Non ne vale la pena, Shizuru >>.
<< E’ per questo che mi hai lasciata? >>.
La ragazza dai capelli scuri si ostinava a non alzare lo sguardo.
<< Non volevo farti del male, lo giuro! >> esclamò con slancio sincero dopo un attimo di silenzio << Te lo giuro Shizuru! >>.
Aveva le lacrime agli e singhiozzava. Si chiuse su se stessa come se dovesse proteggersi da qualcosa e chiuse gli occhi senza smettere di piangere. Le braccia della diciannovenne che la circondavano le infusero un piacevole calore. Si strofinò le palpebre mentre la sentiva accarezzarle i capelli con dolcezza. Non sembrava arrabbiata per quello che aveva scoperto. Nell’incontrare il suo sguardo si accorse che stava sorridendo.
<< E’ per questo che ti amo, Natsuki >> le disse baciandola sulla guancia << Ti amo per questo tuo senso di sacrificio verso gli altri, per questa tua generosità, per questo tuo grande cuore. Non potrei mai innamorarmi di qualcun altro perché non potrebbe nemmeno lontanamente uguagliarti >> le poggiò una mano sul cuore << Per te, solo per te, io sarei disposta a rinunciare a tutto ciò che mi ha donato la mia famiglia >>.
Natsuki scosse il capo.
<< Non potrei mai chiederti una cosa del genere. Non sarebbe giusto >>.
Shizuru l’aveva baciata a fior di labbra impedendole di continuare a parlare inutilmente e poggiò la sua guancia su quella della diciassettenne. La strinse a sé sorridendo, sentendosi finalmente felice. Ora aveva capito cosa era successo a Natsuki, cosa l’aveva spinta a comportarsi in quel modo e a dirle tutte quelle bugie. Era finito, non le avrebbe più mentito.
<< Non posso permettermi di perderti >> le sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra << Credi che io ti lascerò andare così facilmente? Non posso dimenticarti >>.
Quelle parole folgorarono la mente della mora che spalancò gli occhi.
<< Non potrei mai dimenticarmi di lei >>.
La allontanò leggermente da sé senza smettere di fissarla.
<< Il coma >> iniziò passandosi una mano sulle tempie << Quando ero in coma ti ho vista. Sei stata tu che mi hai indicato la via da seguire per uscire, la tua voce mi ha guidata. Non potevo restare un altro minuto lontana dalla mia ragazza, non l’avrei sopportato >> le sorrise raggiante << E’ stato merito tuo se mi sono svegliata. Non mi hai mai abbandonata, ho sentito la tua presenza in ogni momento e alla fine sei stata la mia luce >>.
La abbracciò affondando il volto nel petto della ragazza.
<< Ti amo, Shizuru >> le sussurrò.
La diciannovenne la strinse baciandola tra i capelli.
<< Bentornata, amore mio >> le disse pensando che finalmente ciò che aveva più sperato si era avverato << Bentornata >> le alzò il volto per poterla guardare nei suoi grandi occhi verdi e vi lesse la felicità per quei sentimenti rinati ma allo stesso tempo la paura per ciò che avrebbero fatto i suoi genitori se avessero continuato la loro relazione. Le sorrise << Non preoccuparti, non succederà niente che tu non voglia >>.
<< Ma come… >> iniziò la diciassettenne.
Shizuru le mise un dito sulle labbra impedendole di continuare. Le accarezzò il volto soffermandosi sul suo profilo delicato.
<< Mio nonno >> spiegò dissipando tutti i suoi dubbi << Detiene le azioni di maggioranza dell’azienda di famiglia. Senza il suo consenso, mio padre non può nemmeno pensare di estromettermi dalla società e, per evitare che possa avere colpi di testa, essendo la sua unica nipote, mi è già stata assegnata la parte di mio nonno. Finché non sarò in grado di provvedere autonomamente alle mie quote, le gestirà lui per mio conto. Non c’è niente da temere >> le diede un bacio incapace di resistere << Se solo avessi minimamente sospettato che avessi scoperto questa spiacevole situazione, ti avrei spiegato ogni cosa evitando di farti agire impulsivamente come tuo solito >> poggiò la testa sul suo petto e sospirò << Mi dispiace >>.
Natsuki la abbracciò respirando il suo odore e le accarezzò il collo. Adesso ricordava tutto; ogni cosa della sua vita era tornata al suo posto, ogni ricordo era nuovamente suo. Appoggiò il mento sulla sua testa e per diversi minuti restarono immobili, ascoltando il battito dei loro cuori. Nulla impediva loro di amarsi finalmente, nessuno ostacolo si profilava sulla strada che avevano scelto.
<< Shizuru >> disse infine la diciassettenne mentre un sorriso leggero le increspava le labbra << Dobbiamo fare una cosa >>.
La ragazza dai capelli castani sollevò appena gli occhi per poterla guardare. Natsuki la baciò sulla fronte alzandosi in piedi.
<< Andiamo >> continuò porgendole una mano << Dobbiamo tornare a casa mia >>.
L’altra la afferrò saldamente imitandola senza comprendere. La mora le sorrise e la condusse fuori dall’appartamento.
<< Nessuna domanda >> affermò con una nota divertita.
Si misero in macchina e fecero il tragitto al contrario. Quando entrarono, la casa era deserta. Natsuki si diresse con decisione nella sua stanza seguita dalla diciannovenne.
<< Natsuki >> iniziò la più grande << Mi spieghi cosa… >>.
Ma la diciassettenne le poggiò un dito sulla bocca per farla tacere. Indugiò ancora per qualche secondo prima di voltarsi e chinarsi sulla scrivania. Con risoluzione aprì l’ultimo tiretto e iniziò a frugare all’interno. Alla fine tirò fuori un astuccio di velluto blu. Shizuru sentì il cuore saltarle in gola a quella vista e le prime lacrime si formarono agli angoli degli occhi.
<< Volevo donartelo quella sera ma poi ho deciso di custodirlo io come un ricordo di ciò che avevamo vissuto >>.
Le sorrise porgendoglielo. La diciannovenne lo prese con mani tremanti e l’aprì.
<< Oh, Natsuki >> disse iniziando a piangere << E’ bellissimo >>.
La baciò con ardore, come avrebbe voluto farlo tante volte da quando si era risvegliata.
<< Voltalo >>.
Shizuru ubbidì e l’attimo dopo le gettò le braccia al collo.
Vaniglia; quella semplice parola aveva permesso a Natsuki di tornare da lei, di non mollare, di non lasciarsi andare all’apparente felicità che aveva provato durante il coma. Aveva permesso che ancora una volta potessero stare insieme.
<< Grazie >> sussurrò toccandole la punta del naso col suo << Ti amo >>.
La diciassettenne sorrise.
<< Sei tu che hai permesso tutto questo. Ringrazia la tua testardaggine >>.
  
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