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Autore: Jack Le Fleur    26/04/2012    3 recensioni
Raccolta sulle disavventure di un povero ragazzo normale in una famiglia di pazzi. Assolutamente senza pretese. Giusto per ridere un po'.
[Dal primo capitolo]
Testata. Testata. Testata. Controllo! Testata. Testata. Testata.
Aveva delle occhiaie da panda, lo sguardo vitreo e schizzato e decisamente non una bella cera. Sembrava più o meno uno zombie drogato.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Testata. Testata. Testata. Controllo! Testata. Testata. Testata.
Erano giorni che andava avanti così. Controllare il pc e prendere a testate la scrivania stava diventando la routine e non era certamente una gran cosa. Erano precisamente tre giorni che non chiudeva occhio sperando in un aggiornamento notturno, che puntualmente non arrivava. Aveva delle occhiaie da panda, lo sguardo vitreo e schizzato e decisamente non una bella cera. Sembrava più o meno uno zombie drogato, o almeno così l’aveva definito La Madre. Non riusciva più a sopportare la luce, soprattutto quella del sole: ogni volta che tentavano di aprire le tende, rigorosamente scure per dormire in santa pace le mattine d’estate, ringhiava coprendosi gli occhi arrossati e urlava di chiudere quei fottuti affari. Insomma se erano chiuse c’era un motivo, no? Forse era meglio considerarlo un incrocio non ben definito fra uno zombie, un vampiro e un drogato. Una creatura curiosa, tutto sommato. La Madre, l’unica apparentemente sana in quella famiglia per varie ragioni (che non citerò perché, per dirla in stile film, questa, è un’altra storia), tentava, inutilmente, di salvargli i pochi neuroni (ed erano davvero pochi) che non si erano ancora suicidati. Gli aveva addirittura proposto di comprargli un po’ di droga e di lasciarlo drogare con i suoi amici (ricordate quando prima ho detto che la madre era apparentemente normale? Ecco! Non scordate mai quell’apparentemente). Ma non c’erano state storie. Lui doveva rimanere lì e controllare che ci fossero aggiornamenti. Probabilmente un’altra testata alla scrivania l’avrebbe ucciso, ma La Madre riuscì ad infilare un cuscino di pikachu sotto la testa di Jack appena in tempo. Quella donna aveva sempre avuto un gran tempismo. “MAMMA! CHE DIAVOLO CI FAI IN CAMERA MIA!?” beh, Jack non era esattamente il tipo di ragazzo carino, educato e gentile. In verità era un po’ stronzo, ma solo un po’, insicuro e anche piuttosto nerd. Non si sarebbe detto dal suo aspetto: capelli rosso ramato piuttosto scuri, occhi verde/dorati, carnagione chiara, ma non era decisamente femminile come qualcuno potrebbe pensare (e sì, mi sto riferendo a te), si vestiva discretamente, era anche assai bravo negli sport (da qui aveva ricavato il suo fisico niente male) ed era anche intelligente. E qui vi chiederete perché l’aspetto dovrebbe contare qualcosa sul fatto che è nerd? Che c’entra? Beh, volevo solo sviare il tipico stereotipo di nerd. Tornando a noi, eravamo rimasti più o meno all’urlo disumano di Jack contro La Madre, giusto? Bene! “Sono venuta per portarti a fare una passeggiata!” stava sorridendo. Chiunque penserebbe beh, finché sorride va tutto bene! Decisamente no. I sorrisi di La Madre erano per la maggior parte inquietanti e le davano un’aria da pazza. Un po’ lo era davvero, ma non è di questo che stiamo parlando! “E se io dicessi di no?” tono scocciato ed espressione anche peggiore, decisamente non una buona mossa per tenersi la testa attaccata al collo. “E se io ti dicessi che ho preso i tuoi videogiochi e se non vieni moriranno tutti?” ancora quel sorriso. Brutta situazione.  Jack gettò uno sguardo al suo amato scaffale con i videogiochi. Vuoto. Dannazione, non si era neanche accorto che quella deviata avesse rapito i suoi videogiochi prima che gli venisse detto. Era troppo concentrato a cercare di captare degli aggiornamenti. “MALEDETTA PU..!” uno sguardo omicida di La Madre gli fece capire che era meglio se non finiva la parola. “…BBLICA CITTADINA!” ottima ripresa del nostro Jack Mercer. Uno a zero per i nostri. “Allora? Che mi dici?” chiese La Madre “Ok…” rispose Jack rassegnato.
Più o meno dieci minuti dopo si trovavano al parco, Jack si sentiva un po’ un cane… nel vero senso della parola! La Madre gli aveva messo collare e guinzaglio (presi in prestito al fedele cane Francis) e lo aveva portato in giro facendolo vergognare come quella volta che lo aveva vestito da ballerina di kan-kan. Aveva perso una scommessa e quello era il prezzo. Mai scommettere contro La Madre. Fortunatamente nessuno l’aveva visto. Comunque, erano al parco e La Madre correva in mezzo ai prati urlando come una bambina. Jack cercava di coprirsi, un po’ perché si vergognava di La Madre, un po’ perché aveva un collare con scritto Francis in elegante corsivo. La Madre si era distratta! Era l’ora di fuggire da quel posto. Fece appello a tutta la forza che gli era rimasta, viste le ore di sonno arretrate, e corse verso casa come un maiale con il pepe al culo. Scusate la similitudine, ma è quella che più rende l’idea. Arrivato a casa, c’era il problema fratello maggiore. La Madre, temendo una fuga, aveva ordinato esplicitamente ad Axel (il suddetto fratello maggiore), di rimandare gentilmente (alias a calci nel didietro) Jack da lei. Non potendo usare la porta, perché il suo magnifico (come gli piaceva definirsi) fratellone prendeva il sole nel bel mezzo del giardino e quindi nelle immediate vicinanze del vialetto di casa, dovette salire sull’enorme quercia che dava direttamente sulla sua finestra. Siccome la fortuna è cieca e quando pensi che ti abbia graziato riesce a farti nominare tutti i Santi del Paradiso (e non in modo positivo), sicuramente Jack se lo doveva aspettare: Il Padre era in camera sua, al suo computer a guardarsi dei porno. Voi direte e adesso anche il padre che guarda i porno? Ma che famiglia è? Si può sapere cosa sto leggendo!? Beh, sappiate che normalmente lui e La Madre li guardano insieme prima di… beh… fare… fare quello che devono fare. Comunque si presentava il problema computer occupato da Il Padre. C’era un solo modo per farlo andare via: le frittelle della signora Waffle. Nome curioso e azzeccato, contando che non faceva altro che cucinare qualsiasi cosa dolce esistesse al mondo nel suo negozietto artigianale. Quindi Jack decise di farsi un giro da quella parti e prendere le frittelle. Ci vollero venti minuti buoni per riuscire a comprarle. C’era una fila assurda, un tizio l’aveva saltata, un altro faceva un casino del demonio, un altro tentava di raccontare barzellette assurde sui russi, un altro ancora fissava male (per non dire peggio) il tipo che aveva saltato la fila,i cassieri erano maledettamente lenti e dopo un po’ si erano messi pure a chiacchierare amabilmente fra loro. Odio profondo verso le file. Alla fine era riuscito a comprarle e a farle cadere da una finestra laterale (passando ovviamente dal retro visto che Axel era ancora a fare la guardia/prendere il sole fuori) e scalando la quercia di nuovo era riuscito ad arrivare alla meta. Peccato però, che La Madre avesse previsto una simile possibilità. Jack si fermò appena in tempo, notando una trappola innescata nella finestra. Quella donna era completamente pazza. Beh, in fondo era russa. Così dovette di nuovo scendere dalla quercia ed andare a prendere un retino per riuscire ad afferrare il pc.
Cinque minuti dopo aveva il retino ed era sulla quercia. Stava per completare la sua missione quando il fratellino minore (perché ne aveva anche uno minore) fece capolino dalla porta. Ok. In quel momento poteva dire addio alla sua virilità: La Madre lo avrebbe castrato e lui avrebbe parlato per il resto della sua vita come un maledetto chipmunk. Quel bambino, Dastan, era qualcosa come la progenie del demonio. Era un essere subdolo e senza cuore e anche un attore consumato: un attimo prima era un angelo disceso dal cielo e l’attimo dopo ti inseguiva senza motivo con una mazza da base-ball.  Si stava avvicinando. Ciò non presagiva niente di buono. “Hey! Ciao piccolo! Senti, facciamo così: tu mi passi il computer e io ti porto a comprare le frittelle della signora Waffle! Eh?” Jack tentò di sfoggiare uno dei suoi sorrisi migliori che, tuttavia, contando che sembrava uno zombie vampiro drogato, non risultò un gran che. Infatti Dastan non si fece scrupoli a far scattare la trappola alla finestra e chiuderlo fuori, uscendo poi con una tranquillità disarmante dalla stanza del nostro eroe, fissandolo con un’espressione angelica. Un attimo prima che Jack ripassasse tutto il Vangelo, ci fu il Miracolo: Rox, il ragazzo di suo fratello (perché sì, Axel era palesemente gay) arrivò nella sua Lamborghini fiammante e disse più o meno “Hey, idiota! Hai intenzione di sbrigarti o devo portarti in macchina come una principessina?” Rox era un tipo molto delicato. Axel non se lo fece ripetere ed entrò in macchina. Partirono a tutta velocità per la casa di Rox (i suoi non c’erano. Immaginate cosa volevano fare.) e questo significava solo una cosa: via libera attraverso la porta principale. Jack scese velocemente e, ancor più velocemente salì le scale che portavano alla sua camera. Nessuno l’aveva scoperto principalmente per due motivi: Il Padre era troppo occupato nella degustazione delle frittelle del Dolce Pasticcio (il negozio della signora Waffle, per capirci) e il fratello era impegnato a guardare Ben Ten. Arrivato in camera, sapeva che non ci sarebbe stato nessun aggiornamento. E fu lì che Dio fece il secondo miracolo: C’ERA UN AGGIORNAMENTO! Dopo tutto quel tempo, finalmente! Lesse il capitolo e nell’attimo stesso in cui finì, La Madre entrò come una furia, urlando e strepitando e gli confiscò il computer. Poco male. Con tutte le ore di sonno arretrate, Jack si addormentò subito e dormì per tutto il giorno seguente. Tutto quel casino, solo perché non avevano aggiornato delle Fanfiction!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Beh, che dire? E’ la prima volta che mi diletto in un commento e non è facile come sembra. E’ un po’ penosa come storia (come al solito), ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Non ho niente contro russi, chipmunk, madri, padri, fratelli. Axel e Rox mi sono usciti perché aspetto con ansia aggiornamenti su storie di KH e mi piace il nome Axel. Beh, avrei potuto almeno chiamare Rox in un altro modo, ma il mio cervello recepisce più o meno questo: AxelàRoxas! quindi non ho avuto scelta. Questa cosa è uscita fuori appunto per il fatto che mi annoio a morte quando non ci sono aggiornamenti e mi piaceva l’idea di non essere l’unica che dopo un po’ sclera. Beh, lasciatemi qualche recensione per farmi sapere, ok?
 
See you!

 
  
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