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Autore: Mirin    26/04/2012    2 recensioni
I loro occhi si erano incontrati diversi giorni prima, quando lui aveva ucciso il suo maestro. Lei aveva preso il ragazzo e l’aveva trascinato in salvo ma aveva gli occhi inondati dalle lacrime. Sentii una strana morsa al petto. Voleva salvare la ragazza. La ragazza era importante? Sì. La ragazza era importante? No.
[HidaIno, con tanto sadico amore]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Vedeva le dita di Kakuzu contrarsi attorno alla sua gola con fare metodico. I suoi occhi scivolarono involontariamente sulla ragazza che si dibatteva come un pesce nel disperato tentativo di liberarsi dalla presa assassina del predatore. Sentii il ragazzo correre incontro a loro e fece un tentativo fiacco di fermarlo, l’altro più vecchio stava già fuggendo rapidamente verso il terzetto. D’improvviso, avvertì che la mano allentava la tenuta sulla falce e le gambe girarsi involontariamente verso la ragazza.
Senti urlare qualcuno ma non capiva nulla. Voleva sapere il suo nome, della ragazza.
I loro occhi si erano incontrati diversi giorni prima, quando lui aveva ucciso il suo maestro. Lei aveva preso il ragazzo e l’aveva trascinato in salvo ma aveva gli occhi inondati dalle lacrime. Sentii una strana morsa al petto. Voleva salvare la ragazza. La ragazza era importante? Sì. La ragazza era importante? No.
La ragazza era un ostacolo. Un piacevole, stupendo, imprevisto ostacolo. Gli ostacoli si dovevano eliminare. Ma la ragazza era così bella, anche se l’impossibilità di respirare la stava rendendo paonazza. Stava arrancando, ma Kakuzu la teneva troppo stretta. Hidan voleva urlare di lasciarla, ma la voce gli era morta in gola. Aveva paura? Temeva per la vita della ragazza.
Quanto avrebbe voluto sapere il nome della ragazza, sentiva come se non avrebbe più avuto la possibilità di conoscerlo più. Il ragazzo, il modo in cui la guardava, lo rendeva geloso: era come se quell’infedele vantasse una qualche proprietà sulla ragazza. La ragazza adesso era libera. Quello con i capelli argentati e il ragazzo si stavano rincuorando delle sue condizioni. Il ragazzo era ansioso. Il ragazzo … Shikamaru era il suo nome. Lo ricordò in un lampo di lucida rabbia. La ragazza li stava allontanando. Si voltò a guardare Kakuzu: aveva quella scintilla negli occhi che anticipava un omicidio. Sgomento, Hidan si rese conto che Kakuzu voleva ucciderli tutti. Ma la ragazza … lei doveva vivere. Doveva vivere? No. Doveva vivere? Sì.
Quello vecchio si avvicinò per affrontarlo ma Hidan non ne aveva voglia: perché nessuno lo lasciava in pace a guardare la ragazza? La ragazza. La ragazza. La ragazza. La ragazza. La ragazza. Quelle due parole scandivano il ritmo degli affondi della sua falce. Si erano riuniti in conciliabolo e Hidan vide la ragazza sillabare qualcosa. Alle sue orecchie arrivarono le parole “più chakra” e “Shintenshin no Jutsu”. Era bello il modo in cui aggrottava leggermente le sopracciglia, faceva risaltare ancora di più gli occhi azzurri. I fili dorati che aveva per capelli si smuovevano leggeri nella brezza. Era così bella, la ragazza. Stava diventando un ossessione, Jashin non gliel’avrebbe perdonata così facilmente.
Vide Shikamaru scuotere la testa. E poi correre verso di lui: lo voleva affrontare di persona. Sciocco idiota. Mentre un urlo gli nasceva spontaneo dalla gola, vide il volto della ragazza contrarsi per il terrore. Terrorizzata era bellissima, sembrava una di quelle ninfe della mitologia davanti ad un dio sanguinario.
Vide giusto in tempo il pugno di Shikamaru per bloccarlo, ma si sentì paralizzato: il ragazzo aveva utilizzato la sua tecnica demoniaca per costringerlo a muoversi con lui e adesso stavano andando in chissà che posto dimenticato da Dio.
Se si fosse accorto della fiala che quello con i capelli argentati aveva passato a Shikamaru, forse avrebbe potuto evitare tutto ciò.
Se avesse distolto le iridi violacee dal corpo della ragazza, forse non sarebbe stato così incline ad accettare la morte.
Ma in fondo poteva giacere contento: il nome della ragazza era Ino.

Angolo delle rose bluE:
in attesa del recupero della memoria esterna sulla quale ho la NejiTen della raccolta, vi posto una HidaIno scritta così, a caso. E' volutamente confusa perchè rispecchia i pensieri di Hidan nel momento stesso in cui li formula, spero che questo stato caotico non appesantisca troppo la lettura che di per sè non è proprio leggerissima.
Hidan, ma quanto ti aaaaaam? (L)
Kiss,
Ladie.
   
 
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