Dove la porto, signorina?
Su una stella.
 
Vorrei essere venuto sulle stelle con te, Rose.
Vorrei aver assaggiato con te quella birra da quattro soldi che ti avevo promesso e ti avrei insegnato a cavalcare come un uomo, con una gamba su ogni lato, sai?
E altre mille notti come quella che abbiamo passato insieme ci si sarebbero spalancate davanti, come porte illuminate e felici.
E’ una pazzia, lo so. E’ una pazzia anche solo pensarci.
Dovrei andarmene, non so dove e non so in che modo, ma dovrei spiccare il volo verso posti lontani e invece sono intrappolato qui, nelle profondità del mare insieme alla nave dei sogni.
E dove sono tutti gli altri? Un tempo questo posto dove sono finito era pieno di anime, anime in transito che attraversavano i corridoi del Titanic come se non fosse mai affondato, come se la vita continuasse a scorrere tranquillamente.
Ma mancavi tu, Rose.
E niente aveva senso, neanche la parvenza di vita che per un periodo c’è stata quaggiù.
Ho perso il conto dei giorni, dei mesi, degli anni… E non so più niente di te, non ho neanche una fotografia, un cimelio, qualsiasi cosa che mi riporti alla tua figura: ormai vivi solo nei miei ricordi, così come io vivo nei tuoi.
Non so dove tu sia finita o che ne abbia fatto della tua vita, ma spero che abbia tenuto sempre a mente la promessa che mi hai fatto.
 
Sai, alcuni qua mi hanno chiesto cosa si provi a morire per amore.
Io non sapevo rispondere.
Essere morto, essere vivo, qui non ha alcuna importanza. Ma il tuo sguardo, la luce che illuminava il tuo corpo quella notte, è l’unica cosa che mi tiene saldo su questa nave e che mi impedisce di scomparire tra i flutti del mare.
 
Dove sei, Rose?
Mi manchi, troppo. Ci rivedremo un giorno? Tornerai su questa nave con la speranza di rincontrarmi?
Da una parte spero di no: spero che tu sia andata avanti con la tua vita, sorridendo, e ti sia innamorata di nuovo com’è giusto che sia… Che tu ti sia salvata veramente.
Ma l’altra parte di me, quella più egoista, urla nel profondo degli abissi e chiede di rivederti, di accarezzarti tutta ancora una volta.
Ti amo, Rose.
E sono morto amandoti.
Non so se un giorno ti rivedrò e faremo di nuovo l’amore in quella macchina rossa, nascondendoci da coloro che ci cercavano, facendo fermare il tempo ancora per una volta.
Ma nel dubbio, io sono sempre qui ad aspettarti.
Ci vediamo all’orologio.