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Autore: Rosebud_secret    27/04/2012    16 recensioni
Vide Sherlock riverso a terra ai piedi del letto.
Non si fece prendere dal panico, anche perché quella scena si ripeteva da settimane, ormai.
Si chinò su di lui, afferrandolo sotto le ascelle e lo sollevò sul letto.
Gli scostò i capelli dalla fronte sudata e vi posò sopra la mano.
Era gelida.

Primo tentativo di una storia su Sherlock, una serie che riesce a trascinarmi fuori dai problemi di questo periodo, spero vi piaccia e che mi lascerete un commentino.
Nota: è ambientata dopo gli eventi del "Grande Gioco".
Nota 2: so che nelle note avevo messo l'indicazione "slash" ma, proseguendo con la storia, mi sono resa conto che si tratterà per lo più di una bromance, quindi ho deciso di togliere l'avvertimento "slash".
Ros.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The blog of Dr. John H. Watson'
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-Cosa vorrebbe dire con questo?!- domandò Greg, raggiungendo Mycroft sul vialetto fuori dall'abitazione.

 

L'altro sospirò e guardò il cielo notturno di quella serata primaverile.

 

-Sherlock non è mai morto, è stata tutta una montatura.- rispose, sentendosi molto sollevato all'idea di potersi togliere quel peso e per nulla preoccupato di starlo buttando sulle spalle del detective.

 

Greg strinse i pugni. -V-Vuol dire che avete preso tutti per il culo?!- gli urlò contro, pieno di rabbia. -Me, Mrs. Hudson, John! John è andato fuori di testa, poteva morire!-

 

Mycroft gli scoccò un'occhiata. -L'ho sempre tenuto sotto stretto controllo.-

 

-Certo! Difatti adesso è scomparso! Tanti complimenti, “Signor Governo Britannico”!- urlò Lestrade, fuori di sé.

 

Quello irrigidì la mascella e non rispose.

Greg gli si pose di fronte. -Sappi che se gli succede qualcosa la giudicherò il diretto responsabile!-

 

-Come crede. Sono solo stanco.-

 

-Stanco di che cosa?!-

 

-DI FARE DA BALIA A TUTTI!- urlò Mycroft, poi prese un respiro profondo e si costrinse a riportare il proprio tono a livelli normali. -In questi mesi non ho fatto altro che mantenere in equilibrio una situazione insostenibile. Certo, lei la vede soltanto dal suo punto di vista, ma non mi meraviglio che una mente limitata come la sua non riesca ad intuire il complesso nella sua integrità. Mi sono caricato sulle spalle tutte le responsabilità, ho mentito su più fronti e, se lo lasci dire, non sono affatto turbato o dispiaciuto di aver urtato i suoi sentimenti o quelli di John. Era necessario e questo mi giustifica.-

 

-Oh, è molto comodo, in questi termini!- sbottò Greg. -Appena troveremo John lei dovrà dirgli la verità!-

 

-Altrimenti che farà, detective? Mi sparerà?- ironizzò l'altro.

 

-Altrimenti lo farò io!-

 

Mycroft rise, anche se non era affatto divertito. -Lei è così ingenuo, Greg. È talmente coinvolto a livello emotivo che non si rende conto che basterebbe un mio schiocco di dita per farla tacere per sempre.-

 

Lestrade non tentennò. -Non mi interessa.- rispose, risoluto.

 

La macchina di Mycroft accostò di fronte a loro e l'uomo aprì la portiera. Si sedette e lanciò un ultimo sguardo al detective.

 

-Non sarà necessario, Greg, questa faccenda sta volgendo al termine. Lei è un uomo stupido, ma di valore, stia attento in futuro.- disse, chiudendo lo sportello con un colpo secco.

 

L'auto partì, abbandonando lì Lestrade che non aveva ben chiaro se fosse stato appena elogiato o, al contrario, insultato.

Ricevette un sms proprio da Mycroft pochi minuti dopo, in cui era scritto un indirizzo.

 

 

 

***

 

 

-Ho avuto un po' da fare.- rispose Jim, avanzando lentamente con le mani affossate nelle tasche della giacca.

 

-Immagino.- rispose Allison, allontanandosi da John solo di qualche metro.

 

-Tu mi hai sparato.- disse lui, mal celando il suo fastidio.

 

-Tu hai provato a farlo per primo e non era negli accordi. Non puoi biasimarmi per aver preso delle precauzioni. Ad ogni modo, ho trovato molto elegante il modo in cui hai disperso la neurotossina nella piscina, fingendo di liberarti solo di quella chiavetta USB. Abbiamo lavorato bene, insieme, dopotutto.-

 

-Eri servita al tuo scopo, non avevo più bisogno di te. Dovevi morire, ma penso che rimedieremo in fretta.-

 

Lei sorrise. -Ne sei così sicuro?-

 

-Sì.-

 

Allison sussultò, sentendo una voce provenire da dietro le sue spalle.

Si pose di fianco, in modo da poter vedere entrambi gli uomini.

 

-Sherlock Holmes, di nuovo in piedi. Che dire? Quando ci sono io di mezzo, alle volte, la morte sembra proprio andare in vacanza.

 

Jim sgranò gli occhi. -Tu! Te ne sei occupata tu! Avevamo stabilito che non ci sarebbero stati contatti diretti!- esclamò.

 

Sherlock restò in silenzio, cercando di calcolare come portar fuori John da lì, lasciando che quei due si scannassero a vicenda. Si sarebbe occupato di loro solo in seguito.

Guardò l'amico, accasciato sulla sedia a cui era legato.

Respirava.

Questa era l'unica cosa importante.

Si tranquillizzò e passò lo sguardo da Jim a quella donna.

 

-Ti prego, non parlarmi di regole! Sei il primo a non rispettarle.- sbottò lei. -Non dirmi che credi davvero che io gli abbia scoperchiato il cervello, Jim. Oh, so che hai lavorato sul messaggio che lui ha dato a suo fratello, me lo ha detto il tuo braccio destro. Che dire? È stato molto interessante vedere come questa partita tra voi due si sia orchestrata (immagino tu lo abbia messo al corrente del fatto che il mandante fossi tu, o forse ne era già certo).-

 

-Lo ero.- intervenne Sherlock. -Non ne avevo la certezza, ma me ne sono comunque convinto quando ho confrontato l'acqua della piscina con quella estratta dai polmoni del “suo cadavere”e non corrispondevano. Mycroft pensava che stessi ricercando qualche indizio sulla mia malattia, ma si sbagliava. Questo lo ricordo anche se vagamente.-

 

-La memoria tornerà, devi solo aspettare e riposare. Non dovresti essere qui, questo ritarderà il recupero.- gli rispose Allison. -Ma, ormai, dovresti essere fuori pericolo, sempre che tu non decida di lasciarti andare ad altri colpi di testa. Il modo in cui hai bloccato la dopamina, poco prima di crollare del tutto, è stato assolutamente folle. Hai buttato ossigeno sul fuoco per cercare di spegnere l'incendio, per avere un ultimo guizzo di lucidità che ti permettesse di sistemare le cose...-

 

-Ma ora sono qui.- sbottò Sherlock. -E ti fermerò.-

 

-Nello stesso modo in cui intende fermarmi lui?- chiese la donna, indicando Jim.

 

-Se necessario.-

 

-Come ci sei riuscita?- si intromise Jim, stanco di esser lasciato in disparte.

 

Aveva portato Sherlock con sé solo per distrarre Allison, era, in fin dei conti, un individuo piuttosto interessante con cui avere a che fare e che, nonostante le loro “divergenze di opinione” lo avrebbe aiutato a neutralizzarla.

Era stato paziente, in macchina, poco prima, quando gli aveva spiegato come fosse riuscito a fingere la propria morte.

In realtà era stato molto semplice: i paramedici che avevano portato via il “suo cadavere” erano in realtà suoi uomini. In quella piscina aveva solo finto di essere morto, impresa non del tutto semplice con un proiettile in corpo, ma non impossibile.

Il resto lo aveva fatto Sebastian, occupandosi personalmente di uccidere in condizione analoghe una delle tante persone a lui rassomiglianti che “ tenevano da parte per ogni evenienza”.

Ovviamente non aveva potuto sparare al malcapitato e, successivamente, affogarlo, nella stessa piscina in cui lui era caduto. Questione di tempistiche, principalmente, ed era per questo che Sherlock se n'era reso conto: diversa densità di cloro.

Certo, Jim ci aveva messo un po' a rimettersi in sesto, erano stati mesi difficili, mesi in cui era rimasto quasi del tutto isolato, in cui gli era stato impedito di riprendere in mano le redini della sua organizzazione.

Questo per colpa di quella donna, ora voleva sapere come.

 

-Per quanto la partita, apparentemente, si sia conclusa con un tuo netto vantaggio, Jim, visto che, come preventivato, lui non è stato assolutamente in grado di rendersi conto che l'unico modo per guarire fosse il totale riposo... i vostri assistenti riportano il tutto ad un livello di parità, ai miei occhi. I sentimenti possono essere parimenti un intralcio, un perno su cui fare leva, o qualcosa su cui basarsi per arrivare a un obbiettivo. Lasciamelo dire: il tuo braccio destro, Jim, è stato davvero deludente.-

 

-Interessante. Delucidami.-

 

Allison si voltò verso di lui e Sherlock ne approfittò per cominciare ad avvicinarsi lentamente a John.

Probabilmente era uscito armato, come era solito fare e, forse, poteva avere ancora la pistola addosso, qualora la dottoressa non lo avesse perquisito.

Non sapeva se gli altri due fossero armati, Jim, probabilmente, lo era. Sapeva che detestava sporcarsi le mani personalmente, nonostante questo, Jim si era rivolto a lui, quindi non aveva altre persone a cui dirottare quell'incombenza.

 

-E se nella piscina non ci fosse stata solo la neurotossina per lui?- domandò Allison con un sorriso.

 

Sherlock sbuffò divertito, il volto di Jim, invece, divenne livido.

 

-Stai bluffando. Io sto benissimo.- sibilò quest'ultimo.

 

-Può darsi.- rispose lei. -Ma questo è bastato a tener buono Sebastian per tutto questo tempo. Quindi, ricapitolando 1 a 0 per te, ma 1 a 1 grazie al dottor Watson, che, al contrario di Sebastian, ha saputo rivelarsi davvero sorprendente, pur muovendosi del tutto a caso.-

 

Jim tirò fuori la pistola dalla tasca della giacca e la puntò verso la donna.

 

Sherlock si accucciò alle spalle di John e gli infilò le mani sotto la giacca, alla ricerca dell'arma.

 

-Cerchi questa?- gli chiese la donna.

 

Si rialzò e si stupì nel vedersi lanciare l'arma con tranquillità.

Allison tornò a concentrarsi verso Jim.

 

-Non essere permaloso e poi potrebbe anche non essere un bluff. Poteva esserci davvero qualcosa in quell'acqua.-

 

-Penso che correrò il rischio.- rispose l'altro.

 

Sherlock si rigirò la pistola tra le mani.

Qual'era il male minore?

La puntò verso Jim. -Fermo.- disse.

 

Quello fece una smorfia di fastidio. -Oh, andiamo! Ti ho portato qui perché dovevi aiutare me, non lei!-

 

-Sono così volubile. È il mio unico difetto.- lo canzonò Sherlock, imitando il suo tono di voce.

 

Jim roteò gli occhi.

 

-Intanto che voi due ragazzi ci pensate, io tolgo il disturbo.- sorrise Allison, dando loro le spalle e incamminandosi verso la porta.

 

-Ti troverò e ucciderò te e chi ti protegge!- la minacciò Jim.

 

-Provaci, ti prego, mi godrò lo spettacolo seduta sul divano mentre mangio pop-corn.- lei si chiuse la porta alle spalle.

 

-Sei soddisfatto, adesso, idiota?!- sbottò Moriarty, puntando l'arma contro Sherlock.

 

Quello sorrise. -Non credo sia andata poi così lontano, magari puoi raggiungerla...-

 

Jim ripose la pistola in tasca e si voltò verso la porta da cui era entrato. -Non finisce qui.- sibilò, prima di andarsene.

 

Sherlock si precipitò da John e gli liberò i polsi, lo stese a terra, controllando le sue condizioni. Il respiro continuava ad essere regolare così come il battito. Era solo stato sedato.

Lo trascinò fuori dallo stanzone, non voleva ripetere lo stesso errore commesso alla piscina, qualora uno di quei due criminali avesse deciso di tornare indietro a finire il lavoro.

Sentì dei passi alle proprie spalle.

 

-Sherlock! Oh mio Dio, Sherlock!- esclamò Greg.

 

-Buonasera, Lestrade. Mi dai una mano?- sorrise l'altro.

 

Tutto era chiaro, finalmente.

 

 

 

***

 

 

 

-Jim...- la voce di Sebastian gli arrivò alle orecchie roca e spaventata.

 

Jim si voltò, furente. -TU SEI UN IMBECILLE!- urlò.

 

L'altro gli si avvicinò e gli porse una siringa e una provetta. -Allison ha detto di darti questa, ho controllato il contenuto e...-

 

-E, fammi indovinare! È comune fisiologica, giusto?!- ringhiò Moriarty.

 

-Io non potevo saperlo! Me l'ha fatta recapitare solo mezz'ora fa, che dovevo fare?! Metterti a rischio?-

 

-Ho fatto la figura dell'idiota, Sebastian, dovrei ammazzarti per questo!-

 

Sebastian sorrise, lanciando via siringa e boccetta. -Ho un modo per rimediare.-

 

-Ti ascolto.- Jim incrociò le braccia al petto.

 

-Ho ricevuto una telefonata, mentre mi occupavo dei tuoi affari...-

 

-Da chi?-

 

-Irene Adler.-

 

Jim sorrise. -Andiamo, Sebastian. La partita è appena cominciata.-

 

 

 

***

 

 

Allison aprì la portiera della macchina nera che l'attendeva fuori da quel vecchio stabilimento in disuso e si accomodò sul sedile posteriore.

 

-Mio fratello sta bene?-

 

-Come un fiore. Vedo che rispetta gli accordi, Mr. Holmes.-

 

-La vita di mio fratello per la sua.-

 

Lei sbuffò. -Non l'ho fatto, di certo, per buon cuore, ma per un impiego e per la sua protezione. Ma mi creda su una cosa, Mr. Holmes, se avessi davvero dovuto scoperchiare il cranio di suo fratello, non avrei mai accettato un lavoro tanto folle, mi meraviglio che lei abbia voluto dargli retta. Non escludo che, prima o poi, quanto teorizzato da suo fratello possa, effettivamente, essere messo in pratica, ma non adesso, non con le strumentazioni attuali e, con tutta probabilità, nemmeno secondo la sua stessa procedura.- borbottò, sollevando lo sguardo sull'uomo. -Siete stati entrambi fortunati, avrei potuto non essere interessata ad un ingaggio a lungo termine, ma sono piacevolmente sorpresa da suo fratello, si è ripreso molto in fretta, lei è riuscito a tenerlo fermo a sufficienza perché i farmaci avessero effetto e la neurotossina venisse debellata. Questo non era affatto scontato e penso sia merito suo. Siete stati un caso interessante.-

 

La macchina accostò.

 

-Non si sopravvaluti. Ora che lavora per me ha il divieto di occuparsi di “casi esterni”, o Jim Moriarty sarà l'ultimo dei suoi problemi.- le rispose Mycroft con tono perentorio.

 

Allison scrollò le spalle. -Basta che lei non mi chiami ogni qual volta suo fratello avrà un raffreddore e, per il resto, siamo d'accordo. Ci vediamo mercoledì in laboratorio.-

 

-Arrivederci, signorina Cole.-

 

-Qualcuno ha fatto i compiti.- ridacchiò lei, chiudendo la portiera e allontanandosi.

 

 

 

***

 

 

The blog of Dr. John H. Watson

 

 

17 Giugno 14.57

 

Capolinea:

 

Ieri sono stato rapito, ma non ho voglia di dilungarmi in tal senso, lo scriverò in uno dei prossimi post, ho ben altro da raccontarvi.

Quando venni sedato dalla pazza che, come avevo appreso, era la responsabile della morte di Taylor Colter e di Sherlock, mi trovavo in un magazzino in disuso, quindi potete ben immaginare la mia sorpresa, quando, risvegliandomi, mi resi conto di essere a Baker Street, nella mia camera.

Camera in cui, a ben vedere, non entravo da mesi.

Ero confuso, mi girava la testa e avevo la vista annebbiata a causa del narcotico.

Non avevo la più pallida idea di come fossi tornato lì, né di cosa fosse successo, mi ci volle qualche secondo per riuscire a richiamare alla memoria il nome di Allison Cramer.

Mi infuriai e mi alzai in piedi, più che deciso a scendere sino all'inferno pur di ritrovarla e fargliela pagare.

 

La casa era silenziosa, o, almeno, così mi parse finché non iniziai a scendere le scale per il piano di sotto e sentii distintamente dei movimenti in cucina. Ipotizzai fosse Mrs. Hudson, ma restai comunque vigile e rallentai la mia discesa per far meno rumore possibile.

Mi affacciai alla porta e... vidi Sherlock con in mano la teiera. Si voltò verso di me e mi sorrise.

Non mi vergogno a dire che mi prese un colpo e crollai a terra come un sacco di patate, svenuto (è già un miracolo che non mi sia preso un infarto).

Non so quanto tempo gli ci volle per farmi riprendere dallo shock, ma ero tutt'altro che tranquillo, quando mi risvegliai.

Adrenalina e tachicardia, non ero ancora fuori dal rischio infarto.

Ero steso sul divano e lui sedeva sulla mia poltrona, chino su di me, con sguardo divertito, come se mi stesse studiando.

Seguii senza indugio il mio primo istinto e lo colpii con un cazzotto dritto in faccia, talmente forte che rischiai di farlo finire giù dalla poltrona.

Ci sarebbe stato tempo, dopo, per le spiegazioni, in quel momento ero solo furibondo.

Si risollevò e si massaggio la mascella, sempre con quella maledetta espressione divertita.

 

-Ciao, John.- mi disse.

 

Tentai di colpirlo di nuovo per quest'uscita cretina, ma, questa volta, lui schivò. Come il fratello, evidentemente, aveva reputato che un pugno bastasse e avanzasse come punizione. Dal mio canto, penso che scioglierli entrambi vivi nell'acido non sarebbe affatto sufficiente a fare ammenda per quel che ho passato in questi mesi.

 

-Voglio.delle.spiegazioni.- ringhiai, scandendo ogni singola parola.

 

Ero così furioso che nemmeno la felicità di riaverlo vivo, di fronte a me, servì a placarmi, in quei primi momenti.

Lui si appoggiò allo schienale e si premurò di dirmi che, con tutta probabilità, la sua ricostruzione non sarebbe stata accurata, visto che aveva ancora numerosi vuoti di memoria da colmare.

Mi raccontò di come Mycroft (bastardo!) aveva sapientemente orchestrato il tutto (sotto suo espresso ordine), mi raccontò di come aveva ipotizzato di salvarsi, dandosi del pazzo da solo, prima che glielo urlassi io, usando tutti i sinonimi presenti sul dizionario britannico, educati e meno educati. Lo inveii, strillandogli contro che non aveva il diritto di farmi stare così male, che era immorale e che non me lo meritavo.

Piansi, persino.

Lui non si difese, ma nemmeno si scusò, questo è chiaro, non sarebbe stato nel suo stile, ma mi lasciò sfogare a lungo, prima di riprendere a raccontare la sua versione dei fatti.

 

Mi raccontò dei mesi con suo fratello, mesi in cui non riusciva ad avere lucidità e durante i quali, alternativamente, viveva ricordi ancestrali del suo passato.

A un certo punto mi disse che Mycroft, pur di tenerlo al laboratorio, gli aveva raccontato che io fossi morto e sorrise, tristemente, ammettendo che, in effetti, quello era l'unico modo possibile per farlo restare dov'era..

Non aggiunse altro in merito, ma io capii che, limitatamente al suo modo di percepire determinate emozioni, anche lui avesse sofferto e passato un periodo (più breve del mio, ci tengo a sottolinearlo!) in cui aveva provato le mie stesse sensazioni (non posso esserne certo, ma mi piace crederlo).

Dopo questa confessione, la mia rabbia scemò un poco, ma ricomparve TUTTA quando Mycroft osò mostrare la sua faccia e comparire sulla soglia dello studio.

 

-Reputo di avervi lasciato abbastanza tempo.- esordì. -Sherlock devi tornare al laboratorio, devi stare sotto osservazione.-

 

Ehm...

 

 

L'ho buttato giù dalle scale.

 

 

...

Ok...

Ok.

Non ne sono fiero, ma, Cristo, quanto mi sono sentito bene, dopo! Non potete immaginarlo.

 

Quando Sherlock riuscì a placarmi, perché ero ben pronto anche ad infierire su Mycroft, entrambi mi spiegarono i tasselli mancanti e di come Allison Cramer si fosse trasformata da sicaria di Jim Moriarty (che è vivo! È vivo! Avevo ragione!) a salvatrice di Sherlock e di come quest'ultimo fosse stato tanto stupido (parole di Mycroft) da non capire quale fosse la soluzione e si fosse, di fatto, quasi autodistrutto.

Poi io e Mycroft litigammo. Di nuovo.

Lui voleva riportare Sherlock al laboratorio.

Io non volevo che uscisse da quella porta.

E...

 

L'ho avuta vinta, certo, grazie a Sherlock che chiuse la questione con un semplice.

 

-E' lui il mio dottore.- alludendo a me con un gesto del capo, prima di cacciar via il fratello.

 

Di come l'abbia presa quest'ultimo, onestamente, poco m'importa, che vada al diavolo!

 

Ora Sherlock è lì, sul divano e si lamenta perché si annoia e perché dovrà passare, come minimo, altri tre mesi, senza fare assolutamente niente.

Non so come li passerò io, questi mesi, ma, per il momento, sentirlo lamentarsi è l'unica cosa che possa farmi stare bene.

Quindi, amico mio, lamentanti pure finché vuoi.

 

 

17 Commenti:

 

Ah! Mi sono dimenticato! Greg, grazie di aver aiutato Sherlock a riportarmi qui e anche GRAZIE in generale.

 

John Watson 17 Giugno 15.02

 

 

Era il minimo che potessi fare, ma tu NON SPARIRE un'altra volta!

 

Greg Lestrade 17 Giugno 15.05

 

 

John! Stai bene?! Come rapito?!

 

Harry Watson 17 Giugno 15.07

 

 

Mai stato meglio.

Davvero.

 

John Watson 17 Giugno 15.08

 

 

Avete finito?

 

Sherlock Holmes 17 Giugno 15.09

 

 

Sherlock! Dio Sherlock!

 

Molly Hooper 17 Giugno 15.34

 

 

No, solo “Sherlock”, Molly.

 

Sherlock Holmes 17 Giugno 15.35

 

 

Era il suo modo di dirti che mancava una virgola.

 

John Watson 17 Giugno 15.37

 

 

John, giochiamo a Cluedo!

 

Sherlock Holmes 17 Giugno 16.03

 

 

Oh...

 

John Watson 17 Giugno 16.05

 

 

Muoviti.

 

Sherlock Holmes 17 Giugno 16.06

 

 

Tutto è bene quel che finisce bene. Tre mesi, uffa, che noia!

Va bene, va bene, prenditi questo periodo di pausa, Sherlock, questo non vuol dire che io mi fermerò, comunque.

 

Anonimo 17 Giugno 16.20

 

 

Ti prenderò dopo, con calma.

 

Sherlock Holmes 17 Giugno 17.34

 

 

John, spegni la tv, questo film è tremendo.

 

Sherlock Holmes 18 Giugno 03.20

 

 

A me piace...

 

John Watson 18 Giugno 03.21

 

 

Spegni o sparo al televisore.

 

Sherlock Holmes 18 Giugno 03.22

 

 

 

Saranno tre mesi mooooolto lunghi...

 

John Watson 18 Giugno 03.25

 

 

 

-Fine-

 

 

 

N.d.A: Prima di chiudere: chi non avesse visto il bellissimo schema esplicativo del codice fatto da PrezSilverope, lo trova qui: http://prezsilverrope.deviantart.com/art/Codice-297459051

Ancora grazie per tutto questo lavoro che ci hai fatto sopra!

 

Ed eccoci qui...

Questa volta è la fine sul serio, ragazzi, niente più giochetti strani. Siamo arrivati alla conclusione della prima storia su Sherlock sulla quale mi sia cimentata (le varie One Shot, temporalmente, vengono dopo).

Che dire? Sono preda della solita depressione da fine storia, ma sono davvero felice che abbia riscosso così tanto successo e spero di non avervi deluso con questo finale.

Grazie per aver viaggiato con me, ora è tempo che questa storia si chiuda e finisca nell'oblio.

Un abbraccio a tutti quelli che mi hanno seguita nelle mie rocambolesche astrazioni mentali.

Ros.

 

P.S.: per chi volesse provare a capire come funzionino i miei processi creativi, questa storia è nata da questo video (a ben vedere non c'entra nulla con la trama in sè, ma fu grazie a questo che mi venne l'ispirazione): http://www.youtube.com/watch?v=CwyCmBeQ3vs 

 

 

 

 

 

 

   
 
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