Completarsi.
«L'aveva tirato a sé, guidandogli la testa nell'incavo tra
il collo e la spalla. Una volta, quando ancora non erano sposati,
lui le aveva detto che quello era l'incastro perfetto, che
la sua testa era fatta per starsene infilata lì.»
~ la solitudine dei numeri primi, cap.32
«Facciamo
un gioco?»
«Che
gioco?»
«Penso
ad un colore e tu provi a indovinarlo!»
Giocare
era noioso, per Jusdero e Debitto.
Gran
parte di quello che facevano finiva quasi sempre subito, Debitto
pensava al rosso e Jusdero indovinava. Jusdero pensava al nero e Debitto
indovinava.
Così
decidevano di andare in giro per il paese: Debitto
guardava gli altri e scherzava sulle loro espressioni ridicole e la loro facile
mortalità in quanto esseri umani. Jusdero ignorava la
gente che lo guardava con disgusto, per colpa dei fili sulle labbra.
«Debi, tu sai cucire?»
«Perché?»
«Niente.»
Non
potendo giocare quindi, rimanevano a fissare i passanti seduti su un muretto o
su una panchina. Giocavano con la gallina finché non notavano qualcosa di
vagamente insolito.. piuttosto curioso.
«Quelle
due persone si vogliono bene?» Domandava regolarmente il biondo, molleggiando
sulle gambe sottili mentre fissava quasi incantato le bocche dei due intrecciarsi
e completarsi. Pensava alla sua, di bocca, e poi ai fili: ci pensava spesso, e
forse era una di quelle cose che Debitto non pensava
con lui.
«Così
pare.»
«Si
dicono sempre ‘ti amo’...» Continuò, portandosi le dita
ai fili e ripercorrendoli senza distogliere lo sguardo dai due amanti.
«Allora
si dice che si amano, no Jus?» Rispose subito il
moro, guardandolo con aria severa, «Smettila di toccarli.» e Jusdero ubbidiva.
E
allora il biondo muoveva piano le labbra, studiando con cura i movimenti che
faceva il filo e dove non si allargava più e sentiva il nodo finale fargli male
all’angolo delle labbra. Debitto se ne accorgeva, di
quello che faceva il fratello, ma stava zitto: non gli andava di litigare; si
alzava in piedi, si stiracchiava e poi tendeva la mano all’altro, urlando un
«Andiamo a rompere a Tyki!». Jusdero
sorrideva, prendeva in braccio la gallina e correva appena dietro Debitto dentro la boscaglia.
«Pensavo
ad una cosa.»
«Cosa?»
«Che ti voglio bene come le persone che
vediamo per strada.»
Pioveva,
quella notte. Per colpa di uno scherzo (mettere il reggiseno della Noah della Lussuria dentro i cassetti di Tyki), i due gemelli furono costretti a dormire in stanze
separate per ordine del Conte.
Era
abitudine dormire abbracciati, in notti come quelle, e Jusdero
proprio non riusciva a stare senza l’altro dopo aver sentito un tuono. Aveva
precedentemente nascosto la testa sul cuscino, ma non riusciva a darsi pace..
troppa paura. Così attraversò il corridoio stando ben attento nel passare davanti
alla porta di Road, che era solita fare la spia.
«Debi..» pronunciò un mugolio strozzato, appena subito
aversi tappato le orecchio dopo l’ennesimo tuono notò con piacere che le
coperte alzate e gli occhi dell’altro –così struccati e così belli…–: un chiaro invito per farlo avvicinare.
Si
strinse a Debitto che profumava di buono e di sangue.
Lo stesso sangue che sentiva quando si tagliava con il filo. Gli piaceva il
fratello e gli voleva bene, bene come le persone che vedevano per strada.
Lo
guardò negli occhi con i suoi gonfi di lacrime, anche piangere per Jusdero faceva parte della routine: piangeva anche per Debitto, così come Debitto era
forte per Jusdero.
Si
completavano, si univano. Un’alchimia semplice e complessa, magica. Spettrale.
Si
volevano bene l’un l’altro. Come le persone che vedevano per strada, lo hanno
sempre pensato.. ma mai detto.
E
poi eccoli, a completarsi anche fisicamente, le curve si Jusdero
a riempire i vuoti di Debitto, gli spazi tra le dita
riempiti con quei meravigliosi capelli biondi.
Rimanevano
lì, alla fine. Abbracciati sotto le coperte per il freddo, senza pensare
nemmeno lontanamente di vestirsi più pesantemente o prendere altre coperte.
Si sentivano completi, una cosa
sola, e non c’era bisogno di diventare Jusdebi.
Completarsi.
¬fine.
Alèè. ~
Dopo aver iniziato a ruolare la DebittoxJusdero, dove
io faccio la parte del biondino (♥)
eccomi qui a cercare di produrre qualcosa di schifosamente fluff e boh, mi andava
di mettere su carta tutti i miei (nostri) viaggi mentali sui due bei fratellini
dato che, ho notato tipo mezz’ora fa(?) che ci sono pochissime(!) fanfic su di loro! D8 INSENSIBILI! ;___;
Quindi eccomi qui a rimediare a tutti i
vostri peccati, comuni mortali.
C’è da dire però che non sono affatto
sicura dell’IC, anche se l’ho fatta controllare e mi dicono che è carina(..).
Fatto sta che a me piacciono tanto e mi
sono data questa sfida.
L’unico punto da precisare è il filo
sulla bocca di Jusdero, sul quale ci sono parecchi
punti interrogativi, quindi sono andata per l’idea più realistica e anche un po’ masochista(?).. ovvero che sia qualcosa
tipo filo di ferro (come mi sto esprimendo male D8 –fiss
che sono le 23:21 di sera-) e che lui si taglia ogni volta che mette la lingua
fuori e che, tutto questo, sia una qualche punizione data dal Conte.. but i don’t know.
See ya. ~
the worst toilet in Scotland ●