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Autore: AoiHand    29/04/2012    3 recensioni
Rufy non sarà mai un marine, per altro sarebbe un soldato terribile! Ma se certi incontri fossero andati in maniera differente e Garp avesse preso decisioni diverse...
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Tenzou fissò Sanji e sorrise cortese. La temperatura della stanza si abbassò di pochi ma significativi gradi e le finestre si congelarono leggermente.

“Mi rendo conto che sia un insulto alla tua straordinaria abilità culinaria,” iniziò, con il sorriso che aumentava leggermente. “Ma, mi dispiace, non posso permetterti di nutrire i prigionieri con un cibo del genere.”

“Perché?” replicò Sanji. “Per caso non va bene?”

“Al contrario. In realtà è fin troppo buono per quei parassiti maledetti che si sono impegnati al massimo, nonostante le loro abilità estremamente limitate, a cercare di derubare e uccidere Kaya-oujosama.” Il suo sorriso si allargò ancora, pur rimanendo perfettamente educato.

Sanji sbatté le palpebre e sbuffò freneticamente fumo dalla sua sigaretta, mentre i due suoi essenziali punti fermi combattevano dentro di lui. Il capitano sorrise, emanando gentilmente un sadico divertimento. Zoro bighellonò fino alla porta e poi prontamente ritornò sui suoi passi, andandosene perché proprio non aveva intenzione di farsi coinvolgere.

Alla fine Sanji sembrò uscire dal suo errore di sistema ‘nutrire le persone vs donne’ e borbottò: “Bene, allora cosa suggerisci?”

“Lascia fare a Tajiyo-kun. Non moriranno di fame ma, mi dispiace, la tua cucina è un po’ troppo per loro, non se la meritano.”

Sanji grugnì per acconsentire e fece cenno al ragazzino occhialuto, il quale iniziò a preparare le razioni.

“Puoi portare del tè con te quando verrai fra una ventina di minuti a firmare il tuo rapporto?”

Sanji annuì e si accese un’altra sigaretta prima di gettarsi a cucinare qualcos’altro e a sfinire Tajiyo sulle gioie date dalle donne e ‘non era Kaya-swaaaan un campione esemplare?’.

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Per un’operazione relativamente semplice, una con meno di cinquanta persone regolarmente imbarcate, l’ufficio era inondato di documenti. Era davvero impressionante, rifletté Sanji, che ci fossero più colonne di carta su quelle scrivanie che in un mediocre negozio di libri.

Si affacciò intorno per cercare qualche segno dell’altro. Il marimo stava in palestra (glielo dicevano i suoi sensori da marimo, che, anche se erano meno raffinati di quelli per le donne, producevano comunque quella fonte di irritazione che gli faceva sapere dove quella insopportabile testa di cavolo piena di saké stesse russando, così da poterla evitare oppure andare a prendere a calci, a seconda dell’umore). Rufy stava sgattaiolando da qualche parte, probabilmente nei pressi della cucina, ed avrebbe presto assaggiato le nuove trappole.

Fece una smorfia. “Perché diavolo hai bisogno di fare tutti questi documenti del cavolo, comunque, Tenzou-ocha*?”

Una mano emerse da dietro un gruppo di cartelle che era alta almeno quanto la scrivania per porvi in cima una gru di carta.

“Parecchie ragioni,” venne una voce da dietro. “Una più irritante dell’altra.”

Sanji appoggiò il vassoio con il tè e gli spuntini in un punto libero del tavolo e si prese una sedia.
“Fammi ridere…”

Il Capitano della Marina si liberò dalle pile districandosi tanto da sembrare lui stesso un pezzo di carta (e facendo tremare la crescente gruppo di animali di carta sulla cima), prima di gettarsi su una sedia vicina e raggiungere felicemente una fresca tazza di tè.

“Be’, innanzitutto devo fare tutti i rapporti. Rufy, accidenti a lui, deve firmarli e basta. Inoltre, ci sono avvisi per informazioni sui criminali, pirati e rivoluzionari che si sa essere nella nostra area, così come notizie su esecuzioni, catture o rilasci delle persone di cui ci siamo occupati. Ci sono richieste per equipaggiamenti, organizzazioni dei pagamenti, pensioni, stati di salute e assicurazioni sulla vita stipulate con certi criteri. Il che significa che se verrai ucciso da me o da uno Shichibukai, Zeff otterrà un cospicuo risarcimento,” terminò con un incredibile sorriso, educato e sinistro allo stesso tempo.

Sanji gli passò un uccello di carta.

“E, ovviamente, faccio parte di un complotto e un sacco di questi rapporti mi servono come preparazione per il giorno in cui avverrà.”

Il cuoco si prese un lungo respiro dalla sua sigaretta gustando la nicotina mentre fissava l’uomo davanti a lui. “Mmmh, lo immaginavo.”

Tenzou lo salutò con la sua tazza da tè e se ne versò un’altra con calma. “Parlo seriamente, sai.”

“Lo so. Non sono stupido e il marimo l’ha capito.”

Tenzou passò dall’espressione educata ed una di calmo riguardo. “E da cosa l’hai scoperto?”

“Be’, per prima cosa Rufy è il peggior marine che io abbia mai visto in vita mia e anche se è più forte di te è piuttosto ovvio che tu potresti ottenere una posizione migliore da qualsiasi altra parte volessi, eppure rimani qui con lui.” Sanji si versò una tazza di tè per lui. “Ma l’indizio più evidente che stai preparando qualcosa sono i rapporti.”

Tenzou gli fece segno di proseguire.

“Li scrivi, li approvi, e poi li invii. Hai il completo controllo di cosa entra ed esce da questa nave, tutto quello che fanno gli altri è firmarli. E non dai nemmeno molti dettagli. Non hai mai fatto rapporto su Gin o su cosa gli sia capitato. Non c’è menzione del fatto che Rufy conoscesse quel ragazzo, o che abbia conosciuto il suo famoso padre, e tu hai anche localizzato i pirati del ‘Rosso’ per Kaya-chan.” Sanji bevve un sorso del tè. “Stai progettando qualcosa e anche se ho fiducia in te non sono un idiota come quel marimo.”

“Hai ragione,” Tenzou alzò le spalle. “Lo sto facendo e non sono decisamente l’unico coinvolto. Non stiamo progettando di superare il governo, distruggere i nobili mondiali (anche se, lo sa Dio, se lo meriterebbero) o la marina. Ma non voglio negare che sono coinvolto in una cospirazione ed in parecchie attività illegali.”

Ora, Sanji era stato allevato da un ex-pirata piuttosto famoso. Zeff aveva la forza di stare in cima al mondo. Picchiava spesso potenti al suo ristorante e, se era necessario, era pronto ad uccidere (la necessità non implicava che l’avrebbe fatto alla luce del sole, però). Conosceva Tenzou da un bel po’ e lo comprendeva più di quanto capisse Rufy e la sua incredibile ottusità. Era terribilmente astuto e manipolatore, ma non era una persona malvagia.

“Allooora, me lo dirai?”

“Anche se non ho problemi a farlo, questo significa che dovrei dirti anche cose che non sono solo segreti miei e se la cosa esce perché te l’ho detta,” Tenzou gli diede uno sguardo eloquente, “Allora dovrò uccidere entrambi.”

Sanji era abituato a minacce e conosceva la violenza. Sapeva anche che pur essendo il più forte fra i due Tenzou aveva una motivazione in più e mentre sarebbe stato pronto a morire per le sue convinzioni, voleva anche vivere con insperata intensità, cosa che lo rendeva un pericoloso nemico. Si accese una nuova sigaretta.

“Se ti tradisco, mi arrangerò personalmente e tu potrai gettare la mia carcassa fuori bordo.”

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Quando Sanji tornò in cucina accennò assente a Tajoyo e a due marini che avevano riportato la roba con cui avevano nutrito i prigionieri. Si rimise al lavork per preparare la cena.

Fece un attimo di pausa, esitando dal ritmico ticchettio del coltello e fissò la finestra della porta prima di scuotere la testa e tornare al lavoro, un’espressione pensosa sul viso.

‘Rufy, sei proprio pieno di sorprese, vero?’

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Rufy era decisamente ciò che potete definire di mente semplice. In realtà, è probabilmente più efficace chiamarlo un deficiente completo e irrecuperabile prima di impegnare tutte le vostre energie nel sistemare qualsiasi disastro la sua idiozia abbia comportato. Comunque, decise Zoro mentre poneva la schiena contro il miro, era decisamente un bastardo difficile da combattere e qualcuno che non si vuole avere contro.

Era una verità scomoda, il fatto che non fosse riuscito a colpire il ragazzo più giovane nemmeno una volta. Ma stava migliorando. Zoro era più capace di seguirlo anche quando usava il Soru. I suoi progressi erano accelerati da quando Tenzou gli aveva spiegato la teoria (Rufy era molte cose ma non sarebbe mai stato un buon insegnante). Mentre avrebbe potuto scoprire come combatterlo continuando a fare quello che stavano facendo in quel momento, cioè con Rufy che saltava fuori da tutte le parti facendo un gran bel lavoro a sbattere Zoro contro il muro, era più facile con una chiara e concisa spiegazione su quello che stavano cercando di fare.

Zoro non aveva particolari interessi ad aggiungere quello stile alla sua tecnica con le spade ma il suo interesse pieno stava nell’imparare a combattere, aumentando così le sue personali capacità. Come la vedeva, non era davvero differente dal combattere contro un forte avversario. I pirati che erano stati così stupidi da attaccarli ieri avevano dimostrato di non essere una sfida e si erano rapidamente uniti in cella a pirati del Gatto Nero che avevano protestato per ben cinque secondi finché Zoro e Tenzou non li avevano guardati.

Dopo di quello si erano comportati particolarmente bene.

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“Ehi, Rufy,” iniziò Zoro. “Che hai intenzione di fare con i tizi nella stiva? Stiamo finendo lo spazio a disposizione.”

Rufy si afflosciò sulla stuoia e si succhiò il labbro inferiore da una parte all’altra per un momento, e Zoro sospirò.

“Non lo sai, vero?”

“So che faremo qualcosa… Non sono sicuro di cosa. Ooo, forse Tenzou potrebbe portarseli in ufficio con lui.” Rufy ebbe un brivido. “Sarebbe davvero spaventoso.”

“Ne dubito, non so perché.”

Zoro si alzò e si pulì il sudore con un asciugamano prima di avviarsi vero la porta. “Dovremo in realtà chiederlo a Tenzou, lui lo saprà.” Fece una pausa e guardò interrogativo Rufy. “Però, non dovresti essere tu l’ufficiale in comando?”

“E’ affare di Tenzou. È il migliore per questo genere di cose perciò se ne prenderà compito per tutti noi. Non preoccuparti, Zoro, è decisamente un nakama.”

Zoro grugnì ed aprì la porta prima di dirigersi verso l’atrio in disordine. Tajiyo uscì a suonare la campana della cena e tutti corsero come dannati essendo ben abituati alle abitudini alimentari di Rufy.

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Tenzou in verità spiegò proprio a cena cosa sarebbe successo alle celle esageratamente strapiene.

Diede uno schiaffo ad un braccio di gomma per allontanarlo dal suo dessert. “Incontreremo un’altra nave domani, non so a che ora, e passeremo loro tutti i prigionieri che abbiamo.”

Rufy puntò e raggiunse Zoro solo per ricevere una gomitata sulla mano. Lo spadaccino prese un sorso generoso dalla sua bottiglia di sake. “Qualcuno che conoscete?”

“Hmm, in realtà sì. Alcuni nostri buoni amici e compagni.” Sorrise di cuore. “Penso che vi piaceranno, ma faranno solo una toccata e fuga per poi dirigersi alla prigione.”

Un guaito improvviso venne dall’angolo lontano della stanza dove un arto di gomma era emerso cercando ulteriori prodotti commestibili solo per essere schiaffeggiato con un cucchiaio, cosa che fece iniziare Rua a maledire il suo Commodoro. Il giovane dai capelli rossi corse fra i tavoli e afferrò Rufy segnando l’inizio di una rissa.

Tenzou evitò tranquillamente tutti i piatti rotti e si avviò in cucina. Avrebbe lasciato a Sanji il compito di ripristinare l’ordine; lui aveva bisogno di una tazza di tè.

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Il mattino successivp Tenzou era con l’uniforme, il che significava che doveva scegliere il cappotto bianco anziché la sua preferita camicia con il gilet. Rufy invece no, ma per una volta il suo fedele capitano non si era preoccupato di fargli da balia per questa faccenda e si limitava appena a controllare i documenti per il trasferimento dei prigionieri.

La ciurma si era abituata alla botta dei pesi di Zoro a questo punto e non reagì praticamente quando la nave oscillò per via dei pesi gettati sul ponte dall’ossessionato spadaccino dopo l’allenamento. L’unica persona che se ne preoccupava veramente era il carpentiere, che lo dimostrava lanciandogli contro pezzi enormi di tavole di legno, maledicendolo e ricordandogli che anche se la nave era un pezzo da esposizione non era fatta in legno di Adam e che doveva perciò smetterla di testarla, grazie mille. Comunque tutto ciò era diventato così quotidiano nell’ultimo mese che Zoro borbottò appena e proseguì per la sua strada mentre il carpentiere tornava a ricostruire alcune nuove sedie per la sala da pranzo incasinata per sostituire quelle che si erano rotte nella rissa la scorsa notte.

Bighellonò sul ponte basso di buon umore, considerando che si era sfogato con la sua pennichella di metà mattinata, prima di prendere posto al limite della nave con gli altri.

“Allora, quando dobbiamo incontrarci con questi tizi?” Si mise l’asciugamano attorno al collo ed accennò un saluto.

Rufy saltò ansioso sul parapetto. “Molto presto, Zoro! Sono passati secoli da quando li abbiamo visti. Non vedo l’ora!”

Tenzou sbatté le palpebre. “Saranno stati più o meno due mesi.”

“Già, come ho detto. Secoli!”

Zoro ridacchiò tanto quanto il capitano sospirava e mormorava parecchie maledizioni sottovoce.

“Voi maledetti bastardi non ci avete davvero detto chi dobbiamo incontrare.” Sanji li salutò calciando Rufy contro l’albero maestro. “E tu, dannato uomo di gomma, la mia sala da pranzo è ancora un casino grazie a te. Sarà una cosa regolare o il nostro signore dei documenti mi negherà il piacere di rovinarmi il tacco sfregandolo nel posto dove dovrebbe starci il tuo cervello?”

“Oh, no, non fare caso a me.” Tenzou passò velocemente dal suo freddo sorriso educato all’espressione che Zoro riconobbe immediatamente come quella ‘da affari’. “I reati dovrebbero essere puniti, non sei d’accordo?”

Sanji rispose attaccando Rufy con una scarica di calci che il non-si-sarebbe-detto Commodoro balzava indietro nel tentativo di scappare. Zoro guardò la sfida fra i due con occhio critico.

“Hmmm, il cuoco erotico è diventato più veloce.”

“Un effetto secondario dell’allenamento con il Soru. Sanji è un po’ più avvantaggiato in quel campo, non credi?”

“Colpito.” Zoro si fermò ed occhieggiò verso Tenzou. “Lo sai che quel sorriso ti fa sembrare un serial killer?”

L’altro si limitò ad allargare il sorriso e Zoro rabbrividì quando per un momento gli parse di sentire il soffio di un vento gelido.

Ci fu un urlo dalla postazione di vedetta (e dai membri dell’equipaggio che miracolosamente non erano finiti in mare prima) quando una grande corazzata apparve all’orizzonte. Rufy saltò (letteralmente) per il ponte e si gettò sulla balaustra e vi si appiccicò formando un angolo che faceva dubitare che avesse una spina dorsale.

“Evvvaaaii! Sono arrivati!”

Sanji si risistemò la giacca e si accese una sigaretta. “Perché sei così eccitato, Rufy? Sei davvero un buon amico di questi marine?”

“Shishishi. È mio fratello maggiore.”

Zoro e Sanji trattennero il fiato per un attimo prima che il secondo affermasse, soffiando orripilato. “Madre Natura ci salvi. Ce ne sono due così!”

Rufy si voltò e ridiscese, lasciando i gomiti appoggiati al parapetto. “Già, Ace ha tre anni più di me ma è anche fortissimo. Non sono mai riuscito a batterlo.”

Zoro rimase fermo, ammirato. “Quindi, il mostro ha un fratello. Deve essere impressionante. Non c’è possibilità che sia uno spadaccino, vero?”

“No. Ma è un passato un pezzo dall’ultima volta che abbiamo combattuto e sono diventato molto più forte. Scommetto che ora potrei batterlo.”

Un’ombra fu opportunamente stesa sul giovane Commodoro. “Scusa, chi è che potresti battere?” Ed il Contrammiraglio Portuguese D. Ace salutò il suo amato fratellino con uno stivale sulla testa.

L’uomo in piedi sul parapetto, da dove aveva scalzato Rufy usando il suo stivale di pelle, formava una figura impressionante, non c’era niente da dire. Alto, spalle ampie, muscoloso e abbronzato nella sua uniforme che lo rivestiva come un guanto. Sarebbe stato il perfetto esempio di un ufficiale di marina se non fosse stato per lo Stetson insopportabilmente arancione e per quel malefico sorriso che si mostrava più di frequente sul viso di Monkey D. Rufy.

La ciurma immediatamente si mise sull’attenti per salutare, come era stato loro insegnato nei campi d’addestramento. Sanji si domandò appena se si aspettava che anche loro facessero lo stesso ma nessuno gli scoccò degli strani sguardi e lui era molto più concentrato ad esaminare l’ufficiale davanti a lui e a spedire nell’aria interessanti spirali di fumo di sigaretta.

“Hei,” disse l’uomo tranquillamente. “Come va?”

Tenzou gli lanciò una tazzina. “Non pensare che ti abbia già perdonato, maledetto bastardo!”

“Ehi, è questa la maniera di salutare un ufficiale superiore?”

“Allora sono un disertore. Cadi e affoga al più presto.”

Per la prima volta nella loro corta… Amicizia? No, no, no, così era sbagliato. Rivalità? Sì, così dovrebbe andare. Per la prima volta nella loro troppo breve e violenta rivalità, Zoro e Sanji erano completamente d’accordo.

Sarebbe stata una giornata maledettamente ed incredibilmente strana.

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Se chiedete su Tenzou, Zoro e Sanji concluderebbero che era alla fine un bravo ragazzo ed un amico fidato anche se aveva la propensione a sorridere gentilmente come quel tipo di persone che in segreto torturavano i pupazzi. In più poteva macinare i documenti come un demonio.

Soprattutto, era un professionista esperto. Un professionista che al momento stava tenendo con le gambe per il collo un eroe militare stimato e decorato mentre il già precedente menzionato Contrammiraglio si agitava per prenderlo violentemente a calci.

Rufy si limitò a sorridere e saltare dentro per liberare Ace dalla presa solo per fargli avere una ginocchiata di gomma nella testa. Le cose avevano appena iniziato a peggiorare e Tenzou si era ritirato ad una distanza ragionevolmente sicura a quel punto quando uno sparo risuonò perforando il ponte all’altezza dei piedi dei fratelli.

Ace si accigliò e si voltò a fare il broncio alla sua stessa nave. “Halia, sto solo salutando Rufy e Tenzou come si conviene. Non c’è bisogno di fare così.”

La risposta fu una serie di altri proiettili che lo costrinsero ad indietreggiare con una imprecazione. La donna appena visibile sulla corazzata svanì in un vortice di piume e prontamente atterrò dolcemente dietro di lui, con un fucile appoggiato alle spalle. Aveva un’altezza media ed indossava una variazione confortevole della classica uniforme, una con cui fare qualunque genere di lavoro senza averla come peso. I suoi capelli neri erano accoppiati alla pelle abbronzata per il lavoro e con un paio di occhi belli ma di un normale marrone. Erano intrecciati sulla nuca e stretti in una spilla affinché non le dessero fastidio. Ogni cosa nel suo aspetto indicava che era una donna che avrebbe potuto tirarsi su le maniche e fare le cose personalmente. Zoro immediatamente la definì come uno dei migliori amici di Tenzou (aveva praticamente ragione).

“Chiedo perdono, signore, ma abbiamo un programma serrato, uno che non permette alcuna delle sue attività da ragazzino.”

Ma annuì ed occhieggiò alla sua arma con un’attenzione che derivava dall’esperienza. Tenzou si voltò e diede qualche ordine alla ciurma che si mosse in fretta per eseguire.

“Buona giornata, Comandante. Spero che non abbiate avuto problemi a trovarci.”

“Nessuno. Grazie per averci trasmesso le coordinate, Capitano. Abbiamo evitato parecchie ore di viaggio. Queste sono le nuove reclute?”

“Sì, il Mare orientale è stato positivo per Rufy.”

“Posso immaginare.” Diede un sorriso divertito al ragazzo di gomma che stava facendo le boccacce al fratello maggiore. “Commodoro, non vuole presentarmi?”

Rufy sbatté le palpebre e lasciò che le sue guance tornassero schioccando al loro posto. “Huh? Oh, già. Ragazzi, lei è Halia. Lavora con Ace ed è un uccello.”

Sanji lo calcio con forza. “Rufy, come osi riferirti ad una donna con queste pessime maniere!”

Si voltò e le baciò la mano. “Oh mia cara colomba, non lasciare che le orribili maniere di uno zotico rovinino la tua giornata, nel quale io sono stato benedetto da un breve accenno del tuo suono melodioso.”

“Erm, non ci sono problemi.” Halia diede un’occhiata perplessa al suo ufficiale superiore che stava passando una cartella a Tenzou, rispondendole appena con un saluto allegro ed un’espressione che sembrava dire ‘guarda, sto facendo il mio lavoro. Sono responsabile’.

Sanji si portò la mano catturata al torace, inviando cuori volanti ed ignorando la smorfia di disgusto che veniva dall’estremità algosa che aveva infestato la zona senza riuscire ad apprezzare il fiore della femminilità e proseguendo ancora.

“Halia-chwaan, è un onore ed una delizia servirti. Basta che tu dica qualcosa ed il tuo servitore lo farà.”

Troppo immerso in un vortice a spirarle di cuori misteriosamente volanti ed adorazione, Sanji non poté accorgersi precisamente di quando ci fu lo scambio, ma improvvisamente realizzò che stava tenendo la mano di un uomo che non conosceva (come se questo potesse peggiorare le cose). Lo sconosciuto sorrise amichevolmente e gli strinse le spalle prima della mano, con forza.

“Sanji, vero? È un piacere conoscerti. Ho sentito così tanto parlare te, tanto che ho il fortissimo desiderio di rimanere per avere un assaggio appropriato delle tue famose capacità culinarie.”

L’uomo era alto e ben fatto, il tipo di individuo che poteva ben giocare a rugby e sarebbe stato ben accetto in qualunque squadra del campionato. Come molte delle persone che aveva incontrato di recente era abbronzato e i suoi occhi blu vi spiccavano sopra. I suoi capelli erano biondo cenere con molte ciocche schiarite dal sole. Nonostante fosse avvolto dall’uniforme del suo rango, esprimeva un’atmosfera amichevole e rilassata . in realtà. Per un ufficiale di marina, aveva una somiglianza strabiliante con un surfer del Mare Meridionale.

Zoro occhieggiò alla spade che teneva alla cintura e notò la presa consumata. Non era una decorazione, notò con approvazione e si chiese se ci sarebbe stato abbastanza tempo per una sfida. Sanji si liberò dalla presa farfugliando e prese nota come il nuovo arrivato si fosse con attenzione scambiato e sistemato al posto di Halia, di fronte a lei. Non a lungo da insultare qualcuno, ma da dare una decisiva vibrazione di “mia, mia, mia”.

Annuì e afferrò il brillio negli occhi del capitano. Il sorriso era aperto e amichevole ma c’era una certa… ambiguità che non si sarebbe notata se non guardando con attenzione. Nonostante la sua irritazione dovuta alla loro presentazione, Sanji non poté evitare di essere interessato al Capitano Maynard.

-break-

I due gruppi trasferirono velocemente ed efficientemente i prigionieri nell’enorme corazzata. Dopo il primo tentativo di fuga risolto con un braccio rotto, e dopo il secondo terminato con alcuni proiettili ben piazzati, il tutto procedette senza intoppi.

Molti dei prigionieri erano ancora spaventati dai loro attuali guardiani e pochi erano totalmente terrorizzati da Ace. In realtà, la cosa era andata così liscia che il gruppo dei babysitter (Tenzou, Halia e Maynard) concordarono che ci fosse il tempo per un tè perciò si radunarono tutti nell’ufficio, serrarono la porta e si immersero nelle delizie offerte da Sanji.

Sembrava che Maynard, nonostante la sua allegria, non fosse un gran chiacchierone. Era praticamente come Zoro, solo che sorrideva di più e che uno sa sempre con certezza se Zoro ti sta ascoltando con piena attenzione.

Halia era una donna molto piacevole, una buona compagnia e un’eccellente marine. È davvero tutto qui quello da dire quindi passiamo oltre.

Una volta che ebbero finite lo spuntino e controllato la zona Tenzou portò un piccolo libro in pelle delle taglie. Rimosse una cartella dall’interno e la passò a Maynard il quale se la mise dentro la giacca prima di passare in cambio un foglio scritto. Scoccò uno sguardo interrogativo a Zoro e Sanji, ma Tenzou scosse la testa.

Ace inghiottì ciò che rimaneva del suo tè e ruttò. “Giusto, ora che abbiamo tolto di mezzo le cose veramente importanti c’è qualcosa che in parte ci preoccupa.”

Halia produsse un classificatore e lo passò sul tavolo. Sanji lo liberò dalle stoviglie, non prima di aver chiesto ad Halia-chwan se voleva un bis. Tenzou sparse i documenti sigillati su tutta la superficie e tutti si allungarono per guardarli meglio.

“Ecco qui il problema: Arlong è un fin troppo noto uomo-pesce pirata, ma negli ultimi anni è scomparso. Prima era sotto il comando di Fisher Tiger, ma come molti altri della ciurma è semplicemente scomparso dalle carte dopo la sua morte. Sembra che si stia nascondendo nel Mare Orientale, ma questo non è quello che ci preoccupa veramente,” spiegò Ace indicando una taglia nei documenti. Nonostante tutte le sue pagliacciate e l’essere rimproverato dai suoi sottoposti aveva ottenuto il suo grado per una ragione molto chiara (no, non per nepotismo. La gerarchia della marina non avrebbe voluto di sicuro un altro Garp tra le mani, l’unico in marina da mandare come segno di pericolo… ma almeno venti anni fa era l’unico).

Zoro tirò l’avviso verso di sé. “Uhmm, non ho mai incontrato sul serio un uomo pesce ma se fosse forte come ho sentito ed un ex membro dei Pirati del Sole, immagino che la sua taglia sarebbe più alta di venti milioni.”

“Le taglie sono di solito calcolare dal livello di pericolosità, non dalla forza. È bassa perché non è stato molto attivo negli ultimi anni.” Ace fece una pausa e si accigliò. “Sarebbe stato a posto se fosse tornato nell’isola degli uomini pesce. Alcuni pirati si ritirarono, sai, e io personalmente credo che sia uno spreco andare a caccia di uomini che non hanno fatto niente per vent’anni.”

Tenzou annuì mentre chiudeva un pezzo di carta in mano. “Giusto. Pensiamo a Silvers Rayleigh, il braccio destro del Re dei Pirati. Non è stato più visto dalla morte di Roger eppure lo stanno ancora cercando. Non penso che sia davvero morto ma è un’incredibile spreco di risorse continuare a cercare un uomo che si è decisamente ritirato.”

“Be’, come lo sai?” domandò Sanji. “Come puoi sapere che questi pirata non in giro a fare il Signore del Crimine in qualche isola sperduta?”

“Punto per te, sopracciglia a ricciolo.” Zoro bloccò pigramente il calcio con una spada. “Quindi in pratica ci stai dicendo che l’avviso di taglia non è una misura affidabile della forza e che questi tizi sono probabilmente molto più potenti di quello che pensiamo.”

Ace annuì e guardò il pauroso ghigno demoniaco che si sviluppava sul viso dello spadaccino. “Huh, quell’espressione mi è familiare. Be’, comunque non siamo al cento per cento sicuri di cosa stia succedendo, ma i pirati uomini-pesce non sono conosciuti per la loro natura generosa e buona, che si dica. Gli umani tendono a subire maggiormente le loro aggressioni e anche se capisco che possano avere dell’amarezza non possiamo permettergli di rifarsi su alcuni civili del Mare Orientale.”

Ace ghignò orgoglioso al fratellino. “Be’, abbiamo ispezionato una base della marina mentre venivamo qui e abbiamo notato alcune cose strane.”

Halia tossì. “Quello che vuole dire è che lui e Maynard li hanno tenuti tutti impegnati mentre io sono sgattaiolata a frugare in alcuni degli uffici per dare un’occhiata.”

Zoro fece una smorfia. “Tutti i marine trascorrono il tempo a spiarsi tra loro e a rubare penne?”

“Alcuni sì.”

Zoro alzò gli occhi. “Aspetta un attimo. Sgattaiolare?”

Maynard tossì. “Sgattaiolare è una cosa…” Il suo sorriso di allungò e prese un angolo astuto. “…Sbagliata.”

I marine soffocarono le risa mentre Zoro grugniva.

“Be’, Zoro-san. Hai visto la mia abilità del frutto del diavolo, giusto? Ho mangiato il Tori-Tori no Mi modello aquila di mare. Ho l’abilità di trasformarmi nel mio animale perciò posso rimanere nella nave finché non ho il segnale di volare nella base.”

“Ah, che immagine meravigliosa per questa piccola anima. La bella ed elegante Halia-chwan che vola fra le nuvole come un angelo che scende a benedirci.” “Ma chiedo perdono per la domanda mia signora dei cieli, ma gli Zoan non sono piuttosto… grandi?”

“Sei un buon osservatore, Sanji-san,” continuò, scegliendo di non notare che il cuoco era svenuto in una sfilza estatica di cuori. “Di solito è vero, ma la mia trasformazione non aumenta né diminuisce tecnicamente la mia massa totale ma si sviluppa invece sulla mia apertura alare. Per questo motivi non sono molto più grande di un normale uccello.”

“Ehi, quindi puoi controllare la tua trasformazione?”

Invece di rispondergli si limitò a voltare verso di lui un paio di occhi gialli fissi, da falco e Zoro saltò indietro dalla sorpresa prima di sorridere. “Questo è un frutto del diavolo che può iniziare a piacermi. Sai se per caso…”

“No, non ce l’ha. Immagino che cosa intendi. Sono i suoi occhi naturali e basta.”

Ace sbatté le mani sul tavolo. “Avanti. Stiamo andando troppo fuori del discorso e dobbiamo fare in fretta. In qualunque maniera Halia abbia fatto i suoi trucchetti abbiamo scoperto alcune cose interessanti sul Capitano Nezumi.”

Tenzou annuì mentre guardava pagine e pagine di conti. “Capisco cosa vuoi dire, Ace, da quanto sta andando avanti?”

Rufy, Sanji e Zoro sbatterono le palpebre e Maynard tossì educatamente. “Ha guadagnato molti più soldi quanto dovrebbe avere. Potrebbe aver fatto delle appropriazioni indebite o preso tangenti.”

Pretendendo di non avere un’espressione di comprensione annebbiata annuirono all’unisono.

“Allora quale pensate che sia?”

Ace sorrise. “Entrambe. Arlong ha stipulato patti con lui da un bel po’. Se fosse stato troppo forte per lui, Nezumi avrebbe dovuto chiamare aiuto. Fortunatamente nessuno sa ancora che abbiamo questa informazione quindi dovreste poter agire liberamente finché non avrete deciso come comportavi correttamente.” Fece una pausa e si appoggiò all’indietro con un’espressione infelice. “Fate le vostre cose ma vi chiedo di informarmi quando avrete finito, così che lo passa spiegare allo Shichibukai Jinbe.”

Rufy si passò le mani nei capelli. “Non preoccuparti Ace. Daremo un’occhiata in giro. Non lo uccideremo a meno che non sia strettamente necessario.”

Ace scoccò un’occhiata sollevata a suo fratello, al che Zoro e Sanji occhieggiarono a Tenzuo, che non gli diede soddisfazione.

Rufy saltò su. “Yosh! Lascia fare a noi.”

“Hah, sapevo di poter contare su di te, Rufy, quindi ci rimane solo una cosa da fare adesso!”

“Giusto!”

Si passarono un braccio l’uno attorno le spalle dell’altro e alzarono il pugno. “Mangiare!”

“AVETE APPENA FINITO DI MANGIARE, BASTARDI INGORDI!” replicarono i loro compagni in una perfetta e simultanea armonia prima di fermarsi a guardarsi stupiti l’uno con l’altro.

Maynard si asciugò una lacrima. “Dei compagni così uniti. È davvero una bella cosa.”

-break-

I fratelli si separarono con un saluto appropriato ed il Contrammiraglio guidò i suoi uomini sulla loro nave prima che Rufy trascinasse Zoro e Sanji di nuovo nell’ufficio.

“Abbiamo una missione ragazzi!”

“Hmm, pensavo stessimo andando a Rogue Town ora.”

“Infatti. Ma siamo in una buona posizione e quindi andremo prima all’isola di Commi.” Tenzou estrasse un documenti dal fondo della pila riuscendo in qualche maniera a non far cadere l’intera montagna. “Ace e gli altri hanno le loro missioni di cui occuparsi. Inoltre far agire Ace ‘Pugno di Fuoco’ vorrebbe dire avvicinarsi un po’ alla ‘distruzione totale’. Noi quattro possiamo occuparci tranquillamente di questo.”

Sanji fece una smorfia. “Non che Rufy vada tanto per il sottile o cose del genere.”

“E’ troppo difficile controbattere a questo quindi sarò d’accordo con te e basta.”

Zoro ghignò. “Allora, Commodoro, qua’è il piano?”

Rufy rifletté, piegò la testa di lato prima si sbattere il pugno contro il palmo della mano. “Gli faremo il culo!”

Zoro rise. Qualunque cosa Rufy dovesse essere almeno era divertente. Alzò lo sguardo per vedere quell’irritante fissato con le donne che si accendeva una sigaretta e Tenzou che rideva dietro un documento (o stava piangendo?). “Per me va bene. Avanti!”

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A/N: F.A.Q.

Q: Perché Tenzou è riuscito ad afferrare Ace per il collo e a colpirlo con una tazzina? Non ha senso!
No, non l’ha fatto. Tenzou gli ha tirato una tazzina ma non l’ha colpito (era una di quelle del tè del mattino che beve sul ponte all’aria aperta). Per la presa, be’, sono amici e ragazzi quindi forse Ace gliel’ha lasciato fare sapendo di aver involontariamente rovinato la vita di Tenzou con la storia del ‘sexy segretario’. Ma forse, Tenzou potrebbe aver avuto anche un po’ di algamatolite con sé per un’occasione del genere…

Q: Quant’è forte Tenzou? Ha davvero un frutto del lavoro d’ufficio?
Be, intanto non ha un frutto del diavolo. Ha salvato Rufy dall’affogare così tante volte che ormai lo fa di riflesso e ricordate ha anche recuperato Zoro dal mare.
Parlando della forza, be’, è più debole e ha meno potenziale in combattimento degli altri, ma è circa al livello di un normale capitano della marina. Conosce il soru, ma anche Coby, quindi non è una cosa molto insolita. Tenzou è abile con la spada ma ha battuto Zoro solo grazie all’uso del Soru, non unicamente per le sue basi di spadaccino.
Ciò che rende Tenzou un avversario pericoloso è la sua mente astuta. E’ un programmatore astuto e al momento sta manipolando gli eventi in favore di Rufy come sarà rivelato man mano che la storia prosegue. E così anche verrà rivelata la sua intelligenza piuttosto che la sua abilità fisica.
In breve: Sanji, Rufy e Zoro sono più forti e diventeranno ancora più forti molto più velocemente di lui.

Q: Hancock è ancora innamorata persa di Rufy?
E’ qualcosa di cui non si è parlato a bordo ma Hancock è innaturalmente affezionata al giovane Commodoro. La cosa le crea problemi per via del supporto della marina ai Tenryuubito ma essendo Rufy in qualche maniera è riuscito inavvertitamente a sedurla. Non sono del tutto sicuro di come ma potrebbe avere una piccola parte prima o poi.
Al momento, sta aspettando qualcosa. La stessa cosa di molte altre persone…

Q: Barbanera è ancora in giro?
Sì... Quel malefico. Spunterà, lo prometto. In realtà so esattamente cosa succederà a lui e alla sua ciurma.

Q: Cos’è successo a Johnny e Yosaku?
In qualche maniera sono stati salvati dai cuochi del Baratie e hanno lavorato lì per un po’ per salvare i debiti. Una volta ripresisi totalmente sono tornati in mare ma sono clienti assidui del ristorante.

Q: Rufy può usare l’haki?
Sì, l’ha usato contro la ciurma di Creek, ma non lo utilizza molto. Non l’ha ancora acquisito del tutto. Ci sarà un capitolo omake su questo.

Q: Quanto tempo è passato nella storia?
Fino a questo capitolo, circa due mesi. Un sacco di scene di allenamento non sono state mostrare. C’è stato un breve accenno in questo capitolo. Mi concentro sulle scene importanti e l’allenamento e il lavoro d’ufficio viene lasciato sottinteso. XD

Q: Cosa sono i pezzi in corsivo?
Quando un paragrafo è in corsivo sono flashback. È abbastanza ovvio dalle persone coinvolte nella scena. Sono utili per vedere come mai Rufy ha lasciato perdere il suo sogno. Prima o poi verrà fuori anche se non credo che sia una cosa particolarmente inusuale.

  
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