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Autore: Shee    22/11/2006    6 recensioni
"Il canto è anche amore, io voglio cantare sempre, cantare per tutta la mia vita, cantare per i miei amici, per mia figlia, per mio marito, voglio cantare con loro, voglio ascoltarli cantare.
E come disse una volta Silente il canto è una magia più forte di tutte quelle che insegnano ad Hogwarts."
[...]
"...“brava Dawn! Hai un futuro come cercatrice!”
Hermione l’aveva stretta a sé replicando “non le mettere in testa certe idee, lei diventerà la secchioncella della mamma vero?” chiese poggiando la fronte su quella della bambina che le posò un ditino sulla punta del naso “io sarò una malandrina!” ..."
Genere: Romantico, Song-fic, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credits: i personaggi non sono miei, la canzone in grassetto è “io canto” di cocciante (grazie riru) ma io l’ho ascoltata da Laura Pausini, la ninna nanna in corsivo qui alla fine è “il sole verrà” una canzone dello zecchino d’oro di qualche anno fa.

 

Buondì! Ho scritto questa… finalmente ho trovato un pochino di ispirazione! È un po’ strana… si salta qua e là nel tempo, il narratore cambia eccetera… su per giù ogni volta che intervengono le parole della canzone queste cose cambiano, ma comunque è fondamentalmente dal punto di vista di Hermione… ho voluto provare e mescolare le carte…se ascoltate la canzone forse si capisce lo stato d’animo di serenità e felicità, luminosità al quale faccio riferimento nella storia.

Ultimo accorgimento leggete sapendo che Dawn significa Alba (nel caso non si sapesse^^)

 

Lasciatemi un commetino^^

 

 

La nebbia che si posa la mattina

Le pietre di un sentiero di collina

Il falco che si innalzerà

Il primo raggio che verrà

La neve che si scioglierà

correndo al mare

 

La donna rotolò sotto le coperte, si stava bene lì, su quella strana collina innevata, c’era pace, serenità. Un’unica pecca, si sentiva un po’ sola, lì senza i suoi amici, senza suo marito, senza sua figlia, sola.

Aveva anche visto un falco, in città non ce n’erano, ne aveva visti su una collinetta visino a Godric’s Hollow, ma questo che era appena volato via era più grosso. All’improvviso la luce soffusa che finora l’aveva avvolta però era cambiata, era aumentata vertiginosamente, l’aveva quasi accecata, la neve si era sciolta lestamente e aveva cominciato la sua corsa per i fiumi, fino al mare, e lei aveva socchiuso le palpebre di malavoglia.

“vai, la mamma si è svegliata” aveva detto una voce maschile, e stava sorridendo, e anche se lei non lo poteva vedere lo aveva percepito chiaramente, dalla stanza vicina, aveva sentito un rumore come di metallo e coccio tintinnanti l’uno contro l’altro, il tipico suono nel cucchiaino nella tazza colma di cappuccino e schiuma, come piaceva a lei. L’uomo aveva aperto la porta della camera e mentre lei si tirava a sedere aveva visto una bambina sgambettare lentamente verso il suo letto, tra le mani una tazza bianca piena di cappuccino caldo, la sua bambina.

“colazione!” esclamò la piccina cercando di non far cadere niente, Hermione si alzò di scatto dal letto e si avvicinò alla bambina prendendole dalle mani la tazza calda.

“Buongiorno” aveva detto l’uomo dietro la porta, affacciandosi ridacchiante, Hermione si era alzata prendendo per mano la bambina e aveva schioccato un bacio sulle labbra di suo marito, per poi procedere verso la cucina con la figlia seguita dallo sguardo tenero dell’uomo.

 

L’impronta di una testa sul cuscino

I passi lenti e incerti di un bambino

Lo sguardo di serenità

La mano che si tenderà

La gioia di chi aspetterà

Per questo e quello che verrà

 

“vediamo se mi acchiappate lumache!” gridò la riccia cominciando a correre sulla sabbia, una bambina dai corti capelli ricci coperti da una cuffietta turchese aveva subito cominciato a seguirla lanciando gridolini gioiosi, l’uomo dai capelli neri aveva lasciato perdere l’osservazione della barca babbana tirata in spiaggia e si era lanciato al loro inseguimento, ridendo.

 

Io canto

Le mani in tasca e canto

La voce in festa e canto

La banda in testa e canto

Corro nel vento

E canto

La vita intera e canto

La primavera e canto

La mia preghiera e canto

Per chi mi ascolterà

Ho sempre identificato la gioia con il canto, è un difetto di famiglia, probabilmente. Ricordo mia madre che si affaccendava per la casa cantando, pur essendo stonata, ricordo mio padre cantare sotto la doccia e uscire con un gran sorriso sulle labbra, ricordo i miei genitori che ballavano cantando abbracciati in salotto mentre io applaudivo facendo la terza voce del coretto familiare, le feste con gli amici dove giocavamo al karaoke, i miei cugini più grandi che avevano un gruppo tutto loro e che affermavano che cantare fosse per loro la gioia più grande. Ricordo chiaramente che stavo cantando davanti all’armadio, prima di uscire per una cena dagli Weasley, e che Harry mi aveva sorpreso, da dietro, con la sua voce profonda e, forse, fintamente allegra, almeno in quel periodo.

Ricordo che mi aveva chiesto cosa stessi cantando, se ero felice, se avessi paura, mi aveva baciata, poi, impacciato, aveva tirato fuori dalla tasca una scatolina di velluto scura a ne aveva estratto un anello dalla montatura leggera, con un piccolo brillante al centro. E il mio cuore aveva cominciato a cantare. Mi aveva confessato che la cena dai nostri amici era mirata a fargli tirare fuori quella scatoletta, Ron lo aveva fatto apposta e ora lui aveva deciso di batterlo sul tempo, per non avere la soddisfazione di vederlo arrossire davanti a tutti.

E io ero scoppiata a ridere, ricordo e che mi ero distesa ridendo, e che Harry era rimasto parecchio sconcertato dalla mia “risposta” allora realizzai di non essere stata molto chiara. Ricordo che infilai la mia mano nella sua e che lo trascinai giù accanto a me, poi all’orecchio gli avevo detto che sì, volevo diventare sua moglie.

 

Voglio cantare

Sempre cantare

 

Harry le raggiunse in cucina e si sedette accanto alla figlia, dove c’era la sua tazza di caffé.

Questo era il loro ideale di domenica, ma questa era una domenica speciale, era un giorno speciale.

Hermione aspirò l’intenso odore di caffé e si lasciò andare ad un sorriso, che immerse nel cappuccino.

Ecco il loro ideale di domenica: Hermione nella sua camicia da notte color lavanda che beve il cappuccino, Harry con il caldo pigiama verde e le pantofole intonate che trangugia il suo caffé mattutino con i capelli ancora più indisciplinati del solito e accanto la piccola Dawn che pastrocchia il suo latte sul tavolo e sul pigiamino blu a paperelle gialle.

La loro domenica ideale, il risveglio più dolce, il risveglio più atteso, tutti assieme.

E poi quel giorno era speciale, era un giorno importante.

 

L’odore del caffé nella cucina

La casa tutta piena di mattina

 

Tre anni fa, sono passati tre anni esatti. E lei aveva aspettato, la loro piccola Alba aveva aspettato l’alba di un giorno più luminoso. Quella notte, quel sabato.

Nella memoria di tutti quel giorno era stato il più bello e il più brutto, il più strano e il più nuovo, il più speranzoso.

Ho imparato a dire speranza in otto lingue, ma solo quel giorno ho veramente capito il suo significato, quello che ci avrebbe salvato.

Volevo tornare a vivere, volevo imparare a vivere, a vivere felicemente, ad essere serena, finalmente, volevo una speranza in più per mia figlia.

Era una notte fredda, gelida, già la mattina era stata spenta, come il preludio di qualcosa di infuocato che avrebbe riempito la nostra giornata, era stato Il Giorno, con il G maiuscola, dico spesso ricordandolo. Per la mia vita era stata la svolta, per la vita di Harry era statala felicità, infine e per la vita di nostra figlia era stato l’inizio, letteralmente.

 

E l’ascensore che non va

L’amore per la mia città

La gente che sorriderà

Lungo la strada

I rami che si intrecciano nel cielo

Un vecchio che cammina tutto solo

L’estate che poi passerà

Il grano che maturerà

La mano che lo coglierà

Per questo e quello che verrà

 

“siete soltanto degli stupidi” sibilò l’uomo affilando gli occhi, davanti a lui solo morte, distruzione e noi, tutto attorno la battaglia e Godric’s Hollow si ritrovava di nuovo ad essere palcoscenico di sangue, il nostro.

Combattevamo da un po’ quando Voldemort aveva fatto la sua comparsa, lanciai un grido a Harry, che non mi perdeva d’occhio neanche per un secondo preoccupato “Harry, è lui!” per poco non ero stata centrata da un fiotto di luce verde, sotto gli occhi terrorizzati del mio fidanzato, mi ero subito voltata riuscendo a colpire il mangiamorte con uno stupeficium.

Mi ero voltata di nuovo e avevo visto gli occhi di Harry indurirsi, rivolti verso l’uomo che aveva reso la sua, e la nostra vita un inferno, scambiai uno sguardo con Ron, poco lontano da me e ci avvicinammo correndo ad Harry, non saremmo stati di grande aiuto, non fisicamente, ma entrambi desideravamo stargli vicino.

Capivo la preoccupazione di Harry nel sentirci lì vicino, capivo la sua paura nel sentirmi lì accanto a lui, comprendevo perfettamente il suo terrore nel sapere che nostra figlia era in pericolo, questi sentimenti erano anche i miei, posai istintivamente una mano sul pancione, ero affaticata, sapevo che mancava poco al parto, e che questa battaglia proprio oggi non era stata solo sfortuna, sapevo che i mangiamorte e voldemort sapevano che ero nelle mie condizioni e sapevano quando questo poteva essere svantaggioso per Harry.

Non hanno ancora capito. Fu quella la sua forza. Uno sfiorarsi di mani, un sentire il respiro dell’altro accanto, una dolce e dolorosa consapevolezza che eravamo in pericolo ma che eravamo insieme. L’amore.

“sei tu lo stupido, Voldemort” esclamò Ron spavaldo, aveva tirato fuori il suo coraggio, la sua famiglia era stata decimata, sua moglie era al san mungo ferita gravemente da settimane, i nostri amici erano morti o feriti, noi stesi eravamo feriti e stanchi, coraggio e rabbia. Ron…

 

Io canto

Le mani in tasca e canto

La voce in festa e canto

La banda in testa e canto

 

Hermione corse ancora più forte, ridendo, mentre i capelli le invadevano gli occhi e la fronte. All’improvviso rallentò girandosi e si fece raggiungere dalla bambina che le abbracciò la gamba strillando “presa! Adeccho non scappi più, birichina” e aveva premuto il visetto contro il ginocchio della riccia, che l’aveva presa in braccio e fatta volteggiare in alto, mentre la voce di Harry le raggiungeva da qualche metro di distanza “brava dawn! Hai un futuro come cercatrice!”

Hermione l’aveva stretta a sé replicando “non le mettere in testa certe idee, lei diventerà la secchioncella della mamma vero?” chiese poggiando la fronte su quella della bambina che le posò un ditino sulla punta del naso “io sarò una malandrina!”

 

Corro nel vento e canto

La vita intera e canto

La primavera e canto

L’ultima sera e canto

 

Poteva essere la nostra ultima alba quella che vedemmo nel combattimento, ma fu solamente la prima vera alba.

Tre ore dopo, nel pieno della confusione post ultima battaglia si erano rotte le acque ed entro un’ora nostra figlia era nata, sana e nel giorno nuovo che avevamo conquistato per lei.

 

Si, cantare di felicità è una tradizione di famiglia, un’abitudine stupenda, e questa tradizione sarà rispettata da Dawn, che canticchia sempre e qualunque cosa. Ricordo la recita del primo anno d’asilo, è potuta andare poco sotto natale e quindi non sapeva le parole delle canzoni che avrebbero cantato gli altri bambini. Ricordo che serena ci aveva annunciato che dovevamo procurarci un vestito da albero, poi aveva dichiarato che non le importava di fare l’albero e di non sapere le parole, perché lei aveva deciso di cantare lo stesso un’altra canzone mentre i bambini cantavano la canzoncina insegnata dalle maestre.

Ricordo che alla recita si era messa a cantare la sua canzone talmente forte che aveva sovrastato le voci degli altri bambini. Ma la cosa più brutta quando canti è non avere nessuno che ti vuole ascoltare. Gli altri genitori la guardarono storto, gli altri bambini la volevano zittire irritati di aver rubato loro il loro grande momento, ma qualcuno che la stava ascoltando l’aveva. Io ed Harry stavamo ascoltando e cantando con lei la ninna nanna che io e lui le cantavamo quando faceva i capricci per andare a letto.

 

Il canto è anche amore, io voglio cantare sempre, cantare per tutta la mia vita, cantare per i miei amici, per mia figlia, per mio marito, voglio cantare con loro, voglio ascoltarli cantare.

E come disse una volta Silente il canto è una magia più forte di tutte quelle che insegnano ad Hogwarts.

 

Per chi mi ascolterà

Voglio cantare

Sempre cantare

Cantare…

 

Hermione lanciò un grido acuto, nella confusione del san mungo, era nella corsia dove erano stati ricoverati tutti i feriti della battaglia, Harry era dentro la stanza assieme a Ron, per fare visita alla moglie di quest’ultimo, Luna sembrava sentirsi meglio e di sicuro la notizia della fine della guerra le sarebbe stata di grande aiuto. Una mano della riccia si appoggiò al muro nervosa, l’altra sul basso ventre, il viso contratto per il dolore.

In quel momento la porta davanti si era spalancata ed erano apparsi Harry e Ron sorridenti, l’espressione di Ron era cambiata subito nel vedere Hermione, Harry subito di era voltato e le era corso accanto spaventato.

“che succede? Hermione che hai?” Ron intanto era andato a cercare un dottore.

“la bambina” aveva mormorato cercando di tenere a mente gli insegnamenti di sua madre che le aveva detto tutto quello che doveva fare per restare calma e tenere a bada il dolore.

Gli occhi di Harry si illuminarono pur rimanendo preoccupati per lei, Ron corse verso di loro seguito dal dottore che la prese per un braccio e la fece sedere sulla sedia a rotelle, in un baleno scomparvero seguiti da Harry.

 

Le mani in tasca

La voce in festa e canto

La vita intera e canto

 

Harry raggiunse le sue ragazze subito e ridendo le abbracciò entrambe “questa bambina promette bene” Hermione gli posò un bacio imbronciato sulle labbra e lasciò che lui sorridesse per poi dire “non promette affatto bene, sembra somigliare a te!” disse posandola a terra e accovacciandosi lì davanti, Harry si sedette con le gambe incrociate sui sassi bianchi della spiaggia e le guardò ghignando leggermente “non fare la santarellina Hermione, ne abbiamo combinati di guai assieme!”

Quella arrossì e si sedette accanto a lui, portandosi Dawn sulla gambe e rivolse lo sguardo al mare appoggiando la testa sulla spalla di Harry “Ammetto che a volte è divertente essere dei malandrini”

Harry la guardò negli occhi, spalancando i propri e ironico disse “mi hai dato ragione?” la riccia gli diede una spintarella e disse “ho detto a volte!”

 

Corro nel vento e canto

Io canto

 

“è bellissima” disse senza staccare gli occhi dalla bambina che dormiva tra le sue braccia.

“quando faccio qualcosa lo faccio bene” rise Hermione dal letto, lì accanto, ricevendo un bacio come ricompensa.

“hai ragione, sei stata fantastica” fece una pausa di silenzio poi, come non potendosi trattenere commentò “perfino quando hai incominciato ad urlare che l’ostetrico era un incompetente e che avresti fatto prima da sola” Hermione arrossì incrociando le braccia sul petto “provaci te a stare calma e respirare partorendo quando un perfetto sconosciuto che sta bene ti dice di farlo!” respirò a fondo poi ragionevole disse “dopo gli porgerò le mie scuse”

“brava malandrina” commentò passandole la bambina e sedendosi sul letto vicino a lei.

“sai prima di entrare in sala parto mi ha chiesto come si chiamerà la bambina” disse Hermione alzando lo sguardo sul marito.

“e tu cosa hai risposto?”

“all’inizio sono stata zitta poi ho detto che si chiama Dawn… ti dispiace? La volevi chiamare Lily?” Harry la baciò sulle labbra dolce e rispose “non ho voglia di chiamarla come una persona morta, lei è nata in un mondo nuovo, in un giorno nuovo. Dawn è un nome perfetto, anzi di più”

 

La vita intera e canto

Io canto

Per chi mi ascolterà

 

“è ora di andare a nanna Dawn!” disse Hermione alzandosi dal divano dove tutti e tre stavano seduti, due a vedere la partita di quidditch nella tv senza spina che avevano comprato qualche mese prima e l’altra a leggere un libro.

“non voglio” affermò la bambina incrociando le mani sul petto bellicosa, fissando ostinatamente lo schermo, che però si spense di colpo “papàààààààà” si lagnò lei voltando lo sguardo sul padre che aveva appena posato il telecomando sul tavolino e si era alzato.

“a nanna ora che domani è lunedì e c’è scuola e bisogna alzarsi presto!”

“nooooooo”

“siiiiii”

“no”

“si invece”

“e se cantiamo la ninna nanna tutti insieme come ieri sera?”

“davvero?” chiese la bambina con gli occhi che brillavano “anche se oggi non è il mio compleanno?”

“beh è il secondo giorno dei tuoi sei anni, è importante come il primo” disse strizzandole l’occhio la mamma, la bambina si alzò e guardò la mamma con i furbi occhi verdi “anche il terzo è importante come il secondo no?”poi corse verso la sua camera cominciando a cantare.

Hermione si voltò sorpresa verso Harry che le rimandò uno sguardo perplesso.

“direi che ci ha messi nel sacco”

“colpa tua e dei tuoi geni intelligenti”

“colpa tua e dei tuoi geni malandrini” intanto Dawn cantava allegra, incurante dei vicini, la ninna nanna che spesso cantavano e che tanto l’aveva resa fiera a quella recita di natale di qualche anno prima:

“il sole verrà domani per noi e non tramonterà…! Noi che siamo il domani…”

 

Per chi mi ascolterà

 

 

Zao! Allora? Fa schifo? Me lo dite se vi piace o no? Sono troppo curiosa…^^ ciao e grazie comunque!!!

 

Carillon

  
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