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Autore: willbeyoungforever    29/04/2012    9 recensioni
Terza FanFiction che fa parte del progetto Disney!Gay (ossia la trasposizione dei cartoni Disney con le Ship di Glee Klaine - Brittana - Faberry). Per questa terza storia ho deciso di proporvi una rilettura di Cenerentola con Kurt e Blaine come protagonisti!
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Kurt Hummel lavora al Lima Bean per guadagnare qualche soldo per trasferirsi a New York una volta finito il liceo. Ogni mercoledì un misterioso ragazzo si presenta al bar, ma Kurt per lui è solo un semplice cameriere.
Ma le cose sono destinate a cambiare, complici Tumblr, una festa a tema e un Ipod...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney!Gay'
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Non vi libererete facilmente di me!
Sono già tornata alla riscossa con la terza storia del progetto Disney!Gay (una spiegazione per i nuovi lettori: sto trascrivendo le storie Disney con le Ship di Glee Faberry-Klaine e Brittana, eliminando però la componente magica per renderle il più attuali possibili!)

Come per la volta precedente vi scrivo la corrispondenza dei personaggi e poi vi lascio alla lettura.

Cenerentola: Kurt
Principe: Blaine
Sorellastre: Brittany e Santana
Matrigna: Sue Sylvester
Fata Madrina: Sugar Motta
Topini e Uccellini: Rachel, Quinn, Puck, Tina, Mercedes
Scarpetta: Ipod



Capitolo 1 - A dream is a wish your heart makesWhen you're fast asleep.
 
 
C’era una volta un giovane ragazzo di nome Kurt Hummel. Anzi K. Hummel come citava la targhetta scolorita appuntata al taschino della sua triste divisa a quadretti bianca e rossa.
Kurt odiava quel completo con tutto se stesso. Era assolutamente fuori moda. Ma il ragazzo non poteva certo permettersi il lusso di lamentarsi visto che il lavoro come cameriere al Lima Bean gli serviva e aveva faticato parecchio per trovarlo.
Per questo ogni pomeriggio Kurt, cercando di evitare di guardarsi allo specchio, si infilava controvoglia la divisa sgualcita (corredata da un orrendo cappellino che gli appiattiva tutti i capelli) e senza lamentarsi iniziava il turno al bar.
Il ragazzo trovava la forza di continuare a lavorare in quel locale solo grazie al pensiero fisso di New York: della sua imminente fuga appena il liceo fosse finito e della brillante carriera che avrebbe ottenuto una volta sbarcato nella grande mela.
I sogni son desideri, e il ragazzo lo sapeva bene.
Ma sapeva anche di aver bisogno di soldi per poterli concretizzare. Ed ecco spiegato il suo lavoro al Lima Bean.
Prima di lavorarci, Kurt adorava quel posto. Ci passava interi pomeriggi con i suoi amici del Glee Club a bere caffè e a chiacchierare del più e del meno. Ma adesso lo odiava con tutto se stesso. Aveva cercato disperatamente un posto di lavoro alternativo, magari un call center o qualcosa dove non fosse così in bella vista. Ma nessuno l’aveva mai richiamato. Così mosso dalla disperazione aveva chiesto alla Cheerios Brittany S. Pierce (la figlia della proprietaria del Lima Bean) di essere assunto come cameriere, anche se non aveva esperienze di nessun tipo alle spalle.
Brittany era stata felice di aiutarlo, e li per li Kurt si ritenne addirittura fortunato. Purtroppo il ragazzo non aveva capito proprio nulla.
Anche la Cheerios lavorava come cameriera in quel locale, insieme alla sua migliore amica (anch’essa cheerleader) Santana Lopez. Le due ragazze erano inseparabili, facevano tutto insieme, quasi come due sorelle. Ma come cameriere erano parecchio scansafatiche e sfruttavano quel lavoretto solo per mettersi in bella mostra e provarci con i clienti più carini. Per questo la richiesta di Kurt fu subito esaudita con gioia: il ragazzo senza saperlo si era accollato il lavoro delle due ragazze che lo sfruttavano assegnandogli i compiti più disparati. Così Kurt passava i pomeriggi correndo tra la macchinetta del caffè, la cassa, i lavandini e i tavoli per prendere le ordinazioni. Tutto sotto l’occhio vigile e critico di Brittany e Santana che si divertivano a torturarlo mettendogli fretta o rimproverandolo perché le tazzine non erano state lavate bene. Naturalmente senza muovere un dito.
Per Kurt la vita era un inferno, ma non poteva licenziarsi. Il suo sogno era troppo importante e non poteva certo mollare tutto alla prima difficoltà.
Le giornate di Kurt trascorrevano tutte in modo così monotono che il ragazzo aveva quasi perso la sua solita verve scoppiettante. Nel momento in cui indossava quella divisa Kurt Hummel si annullava completamente, lasciando spazio solo al cameriere K. Hummel, sciatto, con i capelli appiccicati alla testa e con tutte le mani sporche di caffè. Non si degnava nemmeno di far troppo caso ai clienti che venivano nel locale. Il suo unico pensiero era arrivare alla fine della giornata senza spaccare troppe tazzine del caffè.
Il ragazzo prestava attenzione solo a un cliente in particolare. Un ragazzo moro dagli occhi luminosi e dal sorriso magnetico che veniva tutti i mercoledì al locale con un gruppetto di amici. Doveva essere più o meno della stessa età di Kurt, forse più piccolo vista la sua altezza. Ma non era detto.
Kurt non sapeva nemmeno come si chiamava, l’unica cosa certa era che frequentava una scuola di prestigio: lo si poteva capire dalla divisa blu e rossa che indossava lui e tutto il suo gruppetto. Era impossibile comunque non notarli: erano veramente chiassosi.
Ma Kurt non aveva il privilegio di servire quel tavolo. A loro ci pensavano Brittany e Santana. Le due ragazze infatti avevano messo gli occhi su quei ragazzi, spinte soprattutto dal profumo di soldi che sprigionavano le loro divise e i loro mocassini.
 
“Brit…Brit! Guarda! Eccoli li! Come ogni mercoledì”
“Chi?” domandò la bionda guardandosi attorno incuriosita.
“Come chi?” rispose seccata Santana dandogli una gomitata e indicando il gruppo in divisa che era appena entrato.
“Ah loro….lo sai che mi spaventano…sono tutti vestiti uguali e non riesco a riconoscerli…e alcuni sembrano degli Humpa Loompa…quello lì piccoletto in particolare!” disse Brittany osservandoli con sguardo vacuo.
Anche Kurt da dietro il bancone alzò leggermente la testa e posò i suoi occhi azzurri proprio sull’ignaro ragazzo che apriva la fila. Naturalmente quello non lo notò nemmeno e togliendosi la giacca si sedette insieme agli amici al loro solito tavolo.
Santana prese per mano l’amica e si diresse con passo spedito verso i ragazzi.
“Buon pomeriggio” disse la ragazza ispanica con tono suadente avvicinandosi al tavolo dove il gruppetto si era appena accomodato. “Cosa possiamo offrirvi oggi?” aggiunse estraendo dal reggiseno un piccolo block notes e afferrando una penna che teneva dietro all’orecchio. Poi facendo scorrere i suoi occhi castani in quelli di tutti i ragazzi si sedette sullo schienale di una sedia accavallando le gambe in modo molto lento e sensuale. La divisa da cameriera, chissà per quale strano motivo, prevedeva una gonna molto corta, e la ragazza seduta in quella posizione offriva una visuale molto gradita ai suoi clienti. Rise divertita quando si accorse che più di uno tra quei ragazzi aveva la bocca aperta e quindi aggiunse “desiderate un trattamento completo?”. Brittany si passo la lingua sulle labbra pensierosa mentre la ragazza ispanica le accarezzava il braccio, senza mai perdere il contatto visivo con i suoi clienti. Vedendo le due ragazze flirtare in modo così evidente e sentendo quell’affermazione uno dei ragazzi deglutì sonoramente.
“Allora?” li incalzò lei “il gatto vi ha mangiato la lingua? È un vero peccato…”.
Fu il ragazzo moro dagli occhi luminosi a prendere parola per primo. Era l’unico ad avere il viso completamente tuffato nel menù e non sembrava essersi accorto di tutto quello che stava succedendo “Io tutte le volte che vengo qui cerco di variare, ma alla fine mi ritrovo sempre a prendere il solito…un cappuccino medio per me, grazie. E voi ragazzi?” domandò alzando la faccia dal cartonato pieghevole. Facendo scorrere gli occhi sui suoi amici si rese conto della gravità della situazione.
Per risvegliarli dallo stato di trance in cui erano caduti tirò un calcio alla gamba del ragazzo biondo platino che era seduto davanti a lui e una gomitata al compagno asiatico. Lentamente tutti iniziarono a riacquistare l’uso della parola e della salivazione, tornando a comportarsi da ragazzi civili. Non appena le due ragazze si allontanarono con le loro ordinazioni uno dei ragazzi iniziò a parlare in modo molto colorito
“Ricordatemi perché cazzo vado in una scuola solo maschile?”
“Già Nick ha ragione….e soprattutto ricordatemi perché veniamo qui solo un giorno a settimana?”
“Un po’ di contegno ragazzi…sembra che non abbiate mai visto una ragazza in vita vostra…” questa volta era stato il ragazzo moro a parlare.
“Cazzo Blaine quella ce l’ha praticamente sbattuta in faccia! E tu ci chiedi un po’ di contegno! È facile parlare per te che non te ne frega niente!” lo rimbeccò il ragazzo biondo platino lanciandogli il tovagliolo addosso “e vorrei ricordarti che l’unica donna che frequento ogni settimana è mia nonna!”
“E tua nonna non ha quello stacco di cosce, scusa se mi permetto Jeff, ma parlo con cognizione di causa!”
Il ragazzo biondo guardò l’amico in modo inquisitore. Quella frase l’aveva leggermente turbato.
 
Kurt diede una breve sbirciata al foglio delle ordinazioni che Santana gli aveva piantato sotto il naso e sorrise leggermente. Sapeva già cosa doveva preparare per il tavolo di quei ragazzi. Certo non conosceva le ordinazioni di tutti, ma quella del ragazzo moro si: cappuccino medio.
Kurt conscio di essere assolutamente invisibile agli occhi di quel giovane cliente si prendeva alcune libertà lanciandogli segnali che non ottenevano nessun tipo di effetto. Il cameriere era solito decorare il cappuccino del suo cliente prediletto con una spolverata di cioccolato che mischiato al latte veniva a creare un bel cuore. Kurt era sempre soddisfatto del suo lavoro e nel momento in cui Santana e Brittany piazzavano la tazza (e il loro seno) sotto il naso del moro, tratteneva speranzoso il respiro in attesa di un riscontro. Ma quel ragazzo, nonostante avesse più volte lanciato occhiate alla miscela contenuta nella tazza, non aveva mai mostrato alcun segnale (apprezzamento – sospetto – curiosità – rossore…a Kurt sarebbe andata bene qualsiasi di queste reazioni).
Ma quello niente. Non sembrava esibire interesse per le sue decorazioni (e neppure per le avances piuttosto spinte di Brittany e Santata).
Ma Kurt non si dava per vinto.
Se era destinato a rimanere invisibile tanto valeva giocarsi la carta dei messaggi subliminali nel caffè, tanto non gli costavano nulla, anzi lo rendevano anche soddisfatto delle sue abilità manuali e creative.
Così anche quel giorno decorò minuziosamente il cappuccino e lo appoggiò con cura sul vassoio che si trovava sul bancone insieme a tutte le altre ordinazioni.
Brittany senza rivolgere nemmeno un cenno di ringraziamento a Kurt, afferrò il piatto e insieme all’amica tornò verso il tavolo dei ragazzi.
Le due stavano distribuendo le ordinazioni (sempre in modo poco casto) quando un Iphone bianco appoggiato sul tavolo iniziò a suonare.
“Blaine ti suona il cellulare” disse il ragazzo asiatico seduto affianco a lui.
Blaine rispose alla chiamata ripetendo più volte “Si Si, Ok….Adesso arrivo subito” e appena riagganciato il telefono iniziò a mettersi la giacca. “Scusate ragazzi ma devo scappare, è una telefonata importante…” disse alzandosi e dando un’occhiata triste alla tazza di cappuccino che era sotto il suo naso.
“Niente di grave?” chiese uno dei ragazzi.
“No no tranquilli, tutto ok, solo che devo sbrigarmi…” rispose frettolosamente il moro.
“Uff che palle però B. e adesso chi ci porta a casa?”
“Fatti portare da Nick no? Anche lui è venuto in macchina!”
“Si ma io volevo stare sulla tua macchina! È diverso stare su una Porche che su quel catorcio di Nick!”
“Jeff fottiti! Torni a casa a piedi se insulti ancora una volta Nessie!”
“Hai sentito? Ha anche un nome quella macchina! E io secondo te dovrei tornare a casa con questo qui? Poi ascolta musica di merda! Blaine ti prego lasciami le chiavi” lo supplicò il biondo cercando di fare uno sguardo convincente.
“Certo e io come vado via?”
“Che palle!” mugugnò ancora il ragazzo affossandosi nella sedia.
Blaine stava per allontanarsi quando Santana gli si piantò proprio davanti impedendogli di muoversi. “Quindi…Blaine” disse in tono suadente “ho sentito che hai una Porche…che ne dici se qualche volta ci mettiamo d’accordo e porti me e la mia amica Brittany a fare un giretto sulla tua bambina?” domandò la ragazza iniziando a fare dei cerchi con le dita sul petto del ragazzo.
“Mmm vedremo…” rispose il ragazzo allontanandosi dalla cameriera e dirigendosi verso la cassa dove l’attendeva un Kurt visibilmente preoccupato.
Il ragazzo era troppo lontano e non aveva sentito l’andamento della conversazione. L’unica cosa che sapeva era che quello splendore si stava avvicinando a lui per pagare (di solito ci pensavano Brittany e Santana a ritirare i soldi, quindi Kurt non aveva mai avuto dei contatti diretti con lui).
Il ragazzo era agitato e cercò di strofinarsi le mani sporche di caffè sulla camicia, peggiorando ancora di più le sue già misere condizioni. I suoi capelli erano terribili, non poteva farsi vedere in quello stato.
La prima impressione è quella che conta.
Così nel panico Kurt decise di affondare sotto il bancone fingendo di cercare qualcosa e sperando che quel ragazzo fosse anche solo un poco disonesto da andarsene senza pagare.
Invece no.
“Ehm Ehm….scusa…c’è nessuno? Dovrei pagare…”
Kurt prese un respiro, si calò ancora di più la visiera sul viso e si alzò cercando di mantenere un po’ di contegno.
“Scusami, mi era caduta una bustina di zucchero…” IDIOTA pensò il cameriere nella sua testa. Che razza di scusa era?
“Tranquillo, mi spiace di non aver nemmeno potuto assaggiare il cappuccino, però vorrei paga-“
“Come…non l’hai bevuto? C’era qualcosa che non andava? Sapeva di bruciato?” Kurt stava andando in panico, come suo solito. E quando Kurt si impanicava non la smetteva più di parlare.
“No tranquillo! È che mi hanno chiamato e devo scappare…però te lo pago lo stesso, non preoccuparti” rispose il ragazzo lanciando uno dei suoi soliti, fantastici sorrisi.
“Non se ne parla! Adesso te ne rifaccio uno e te lo metto in un bicchiere di carta così te lo porti via….non ti faccio pagare una cosa che non hai consumato…”
“No sul serio, non ho tempo….” Rispose dispiaciuto il ragazzo.
“Shh, tempo di tirare fuori i soldi e il tuo cappuccino medio è già pronto.”
Kurt si fiondò verso la macchinetta e nel giro di pochi secondi rispuntò con la bevanda nell’apposito bicchiere Take Away.
“Grazie…” rispose Blaine prendendo il cappuccino fumante e iniziando a sorseggiarlo “Perfetto…hai messo anche il cacao come al solito….l’adoro! sei fantastico…” disse continuando a bere lentamente per non scottarsi.
Kurt sorrise sotto i baffi e arrossì leggermente per il complimento. Quindi i suoi sforzi non erano poi stati vani. Quel ragazzo aveva notato i suoi cuori di cacao.
“Comunque sono veramente fortunati qui ad averti come cameriere…” aggiunse il ragazzo e a quell’affermazione Kurt strabuzzò gli occhi “sai come prendo il caffè…è difficile ricordarsi l’ ordinazione di tutti i clienti….”.
“Non di tutti clienti, solo la tua…”voleva rispondere Kurt ma si limitò a sorridere imbarazzato.
Intanto il ragazzo di fronte a lui stava trafficando nella tracolla per cercare i soldi.
“Ecco qui…tieni” nonostante avesse posato i contanti non accennava a smettere di frugare nella borsa “Dove cazzo è il mio IPhone?” imprecò tra i denti, poi aggiunse “Posso?” e senza attendere risposta iniziò ad appoggiare tutto il contenuto della sua tracolla sul bancone di fronte a Kurt.
Un mazzo di chiavi con diversi portachiavi colorati, una custodia degli occhiali da vista firmata RayBan, diverse penne e quaderni, un bel portafoglio di pelle, alcuni plettri. Ma del cellulare nessuna traccia.
“Mi guardi un momento le cose?” domandò il ragazzo e poi si allontanò verso il tavolo dei suoi amici. Kurt lo osservò mentre gesticolava, poi iniziò a prestare più attenzione agli oggetti che erano posati sotto il suo naso. In particolare notò come tutti i quaderni avessero impresso lo stesso marchio rosso e blu presente sul taschino della divisa del ragazzo. Una bella D rossa in stile gotico. Sotto a chiare lettere c’era scritto Dalton Academy. Kurt capì che doveva trattarsi del nome della scuola.
In più ogni quaderno era marchiato con il nome del ragazzo scritto a mano in stampatello con un indelebile nero: Blaine Anderson.
Kurt iniziò a sussurrare quel nome tra le labbra. Era così musicale.
“Che idiota!” disse Blaine tornando verso il bancone “L’avevo lasciato sul tavolo e quei deficienti dei miei amici l’avevano nascosto…” iniziò a far rotolare tutte le sue cose nella tracolla.
“Grazie per il cappuccino….K. Hummel” disse il ragazzo strizzando gli occhi per leggere il nome scritto sulla targhetta di Kurt dileguandosi poi fuori dal bar.

Come al solito spero che questo inizio vi piaccia e vi invogli a seguire la storia e magari a lasciare qualche recensione!
Vi scrivo, solo se per caso siete interessati, le altre due storie della serie:

Disney!Gay Klaine in The Beauty&TheBeast in Italiano (Disney!Gay Klaine in The Beauty&TheBeast in Inglese)
Disney!Gay Faberry in The Little Mermaid 


per chi è interessato a qualcosa di diverso, sempre con i Klaine mi faccio pubblicità anche all'altra FF Calvin Klaine: Get It Uncensored

Anche per questa storia ho pronte tre cover che presto porrò sotto il vostro giudizio!
L
a storia verrà aggiornata due volte a settimana, il martedì e il sabato!
Ottavia
   
 
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