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Autore: smile_92    30/04/2012    2 recensioni
Premetto che questo è il prologo di una storia pensata da me e altre due ragazze, fellina e Hikari91! Abbiamo pensato di postarlo per vedere cosa ne pensate e per sapere se avete consigli da darci! Per ora non vi diremo il resto della storia, però sappiate che questa prefazione ha un ruolo marginale ai fini del racconto.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci fu un tempo in cui tutto era grigio. Bianco e nero si alternavano in una danza eterna dando vita a diverse tonalità dello stesso colore che, per quanto ad un occhio attento potessero sembrare diverse, rimanevano sempre e solo grigio.
Grigio era il mare, grigio era il sole, grigio era il prato e persino gli alberi in fiore.
Gli dei, indiscutibili sovrani della natura, erano stanchi di vedersi circondati da quell’unico colore. Durante una riunione, nel loro tempio sulla nuvole, decisero di creare un artefatto che avrebbe donato colore al mondo.

«Deve essere potente!» disse il dio della guerra.
«Deve essere elegante!» disse la dea della bellezza in uno scampanellio di voce.
«Deve essere semplice!» aggiunse la dea della fauna.
«Devono essere tanti!» propose il figlioletto del dio del cosmo, sovrano indiscusso.
Tutti lo guardarono attoniti per qualche minuto, poi il dio suo padre proruppe in una risata gioviale e disse con voce profonda:

«E così sia, creeremo tanti oggetti potenti, eleganti e semplici!».
Tutti gli dei collaborarono per creare gli oggetti perfetti: la dea della bellezza dai capelli color del cristallo e il dio della vivacità dagli occhi cangianti crearono i colori. La dea della flora e il dio del legno crearono degli oggetti formati da un manico rigido ed una punta morbida. Il dio dell’acqua donò ai colori la possibilità di creare sfumature, mentre la dea delle pietre preziose donò loro la possibilità di essere più o meno opachi. Infine il dio del cosmo e sua moglie, dea degli astri, donarono loro l’eternità.
Furono così creati i 12 pennelli fatati, destinati a portare i colori sulla terra. Questi impiegarono 7 giorni a colorare il tutto, donarono la vivacità, la bellezza, la forza e la versatilità divine al mondo terreno. Dipinsero i fiori, gli animali e anche gli uomini. Questi ultimi in particolare si bearono di questo miracolo a tal punto da renderlo parte integrante e necessaria delle loro opere: scritti, manufatti, dipinti. Tutto aveva un colore. Al termine del loro operato si nascosero in luoghi reconditi del mondo, in modo che la loro magia non potesse mai abbandonare la terra.
Gli uomini, però, per loro natura tendono a dimenticare le cose e a dare per scontato ciò che già hanno, così non passò molto tempo che gli uomini iniziarono a dimenticare la loro vita priva di colori ed iniziarono a deturpare il miracolo compiuto dai 12 pennelli. I colori iniziarono ad affievolire, anno dopo anno. La magia dei pennelli si stava spegnendo. Nessuno più ricordava i pennelli e questi, sebbene fossero stati creati eterni, non riuscivano a contrastare la potenza distruttiva degli uomini.
Gli dei adirati con gli umani per la loro noncuranza decisero così di riprendersi i 12 pennelli, in modo che il mondo ritornasse come era in principio. Grigio.
Mandarono uno di loro sulla terra con il compito di recuperare tutti i pennelli e di riportarli al loro tempio sacro. Si tramanda che costui non sia ancora riuscito nel suo intento, ma che vaghi ancora nascondendosi tra la gente in cerca dei 12 pennelli.
  
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