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Autore: Sherry07x    30/04/2012    5 recensioni
Quando l’ennesima macchina passò a tutta velocità accanto a me mi resi conto di quanto fossi insulsa ed insignificante, di non avere nessuno a prendersi cura di me, tantomeno a fingere di farlo.
[Joseph Morgan] [Altri personaggi]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Il rumore della pioggia, le sirene in lontananza, quei fulmini che squarciavano il cielo dividendolo in due parti prima di brontolare furiosi, non riuscivano a distogliere minimamente la mia attenzione dal modo in cui mi sentivo, non riuscivano a coprire il rumore del mio cuore che pompava sangue velocemente, spaventato come poche volte era accaduto.
Vidi il mio riflesso in una delle tante pozze d’acqua che si erano formate accanto a me, quelle stesse che mi erano finite addosso quando qualche auto vi aveva appoggiato le gomme per un secondo, lasciando alzare quell’acqua, diventata scura per via della polvere, che mi aveva colpito, come se non fossi stata già abbastanza bagnata. Riuscii ad intravedere in quell’acqua, che stavo odiando più di ogni altra cosa, la mia figura riflessa, il mio viso bagnato non soltanto dalla pioggia ma da quelle gocce di rabbia che avevo lasciato uscire dai miei occhi perché stufa del fatto che ogni cosa nella mia stupida vita doveva cominciare nel modo sbagliato. Quando l’ennesima macchina passò a tutta velocità accanto a me mi resi conto di quanto fossi insulsa ed insignificante, di non avere nessuno a prendersi cura di me tantomeno a fingere di farlo. Persino i miei genitori, che sarebbero dovuti essere un pilastro, una certezza su cui sarei dovuta esser sicura di potermi aggrappare quando ne avrei avuto bisogno mi avevano ignorato. Mi sarei accontentata anche di un’ipocrita frase che mi diceva di restare in Italia, cercavo soltanto qualcuno che mi diceva di non accettare quel lavoro a New York. Invece no, a nessuno era dispiaciuta la mia partenza, pur sapendo che stavo soltanto scappando, nessuno aveva cercato di tenermi li, di aiutarmi, di dirmi che insieme avremmo superato tutto. Guardai ancora una volta l’orologio che avevo sul polso, l’unico aggeggio tecnologico che quella sera aveva deciso di non mandarmi a cagare, diversamente da cellulare, auto e navigatore. Riuscii a distinguere sul mio viso un’altra lacrima, nel preciso istante in cui vidi che mancavano soltanto sette minuti a quello che sarebbe stato sicuramente il compleanno più brutto dei primi ventisei anni della mia vita e, sperai il preciso istante in cui lo pensai, il peggiore in assoluto; non avevo intenzione di passare una serata peggiore di quella, figuriamoci di un compleanno poi!
Sospirai rendendomi conto che, come al solito, il mio cervello rendeva ogni situazione peggiore con quella depressione del cavolo. Mi infilai in macchina, vedendo che stavo tremando dal freddo, che ero troppo bagnata per continuare a restare sotto quell’assurdo temporale, che forse mi stava beffando per tutte le volte che mi ero trovata a camminare sotto un ombrello dicendo di amare la pioggia. Ok, vuol dire che sarei entrata più nei dettagli e avrei detto ‘amo la pioggia, non i temporali e possibilmente quando ho un ombrello abbastanza grande da ripararmi’ .
Non so per quale assurdo motivo accesi lo stereo, forse perché mi resi conto che il mio cervello stava fondendo, come il motore di quella macchina che mi avevano affibbiato quelli dell’agenzia che avevo contattato per organizzare i primi giorni, cercando di prevedere ogni minimo intoppo.
‘Everlong’ dei Foo Fighters partì e in quella canzone ammetto di aver trovato un po’ di energia, la scossa di cui avevo bisogno per cacciar fuori la mia grinta, la mia determinazione. Ero a New York, dovevo realizzare il mio sogno e beh, in un modo o nell’altro l’avrei fatto. Era un ostacolo, non era la fine del mondo, dovevo soltanto emergere da quell’acqua gelida e uscirne fuori. Quella canzone, in un certo senso, era stata come una boccata d’aria, mi aveva fatto respirare ricordando chi fossi veramente. Avevo la possibilità di diventare qualcuno e l’avrei sfruttata. Dovevo soltanto crederci, lottare. Avevo la possibilità di ricominciare da zero, di costruire la mia vita come volevo e non l’avrei sprecata, no. Con uno scatto spensi lo stereo e richiusi la portiera vedendo un’auto in lontananza, sarebbe stata quella giusta e lo capii dal fatto che l’avevo vista in lontananza nel momento esatto in cui quella canzone era finita. Sbracciai con tutta la forza che avevo, cercando di mettermi in una parte della strada che avrebbe costretto quella BMW x3 grigio metallizzato a fermarsi. Quando vidi quella macchina rallentare provai un brivido e sperai che li dentro ci fosse qualcuno sano di mente e quando abbassò il finestrino e incrociai il suo sguardo beh, non ebbi più paura non so neanche il perché.


 
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Allora visto che non credo che mi conosciate io sono Sherry, mi presento u.u
Ok ho l'ansia xD
Spero questa fan fiction vi piaccia.
Oddio per la prima volta in vita mia non so cosa dire LOL.
Voglio ringraziare la mai socia geniale che mi ha dato un titolo decente per questa storia e chi mi ha spronato a postare, spero veramente possa essere di votro gradimento :)


detto questo, a lunedì per il prossimo capitolo :)
Apprezzerei tantissimo sapere cosa ne pensate ^^
 
 
   
 
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