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Autore: Nereisi    30/04/2012    2 recensioni
" Non lasciarmi... "
Ulquiorra è indiscutibilmente attratto da Orihime.
Orihime è indiscutibilmente attratta da Ulquiorra.
Può una domanda, posta con leggerezza e speranza, movimentare finalmente il loro rapporto?
Ma soprattutto, Ulquiorra sarà disposto ad andare contro il volere di Aizen per soddisfare le richieste dell'umana e della sua curiosità?
Sempre se di curiosità si tratta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inoue Orihime, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Smooth
 

                                                                          << And if you say this life ain't good enough
                                                                                 I would give my world to lift you up
                                                                                   I could change my life to better suit your mood
                                                                                   'Cause you're so smooth >>
                                                                                        Carlos santana – smooth
                                                      
 
Ulquiorra camminava con calma per i corridoi di Las Noches, i muri bianchi gli sfilavano davanti agli occhi in un’inespressività senza fine.
Alle sue spalle, due arrancar di basso rango spingevano il carrello contenente il pranzo per l’umana.
D’altronde, era l’unica creatura che aveva bisogno di cibarsi in tutto l’Hueco Mundo.
 
Finalmente, l’Espada giunse davanti alla stanza della ragazza. Senza troppe cerimonie aprì la porta e il mantello si sollevò un poco a causa della corrente d’aria.
L’umana era di nuovo davanti alla finestra, a fissare quel cielo fasullo, forse sperando in un’alba che non ci sarebbe mai stata; le mani giunte e lo sguardo spento.
 
Appena sentì il rumore della porta si ridestò, cercando con gli occhi lo sguardo del Cuarto, cercando di dargli un flebile saluto; ma, da parte sua, nessuna reazione.
 
<< mangia, umana. >>
 
A quell’appellativo Ulquiorra vide un lampo indispettito passare per gli occhi della ragazza, ma sparì subito. Lei sospirò, volgendo di nuovo lo sguardo alla pseudo-luna.
 
<< Orihime, mi chiamo Orihime. >>
 
Per tutta risposta, l’Espada si limitò a fissarla, cercando di indurla a mangiare con lo sguardo. Ma lei faceva finta di non guardarlo.
L’Espada si appoggiò allo stipite della porta, infilando i pugni nelle tasche e reprimendo l’impulso di cacciarle il cibo giù nella gola a forza.
 
<< perché esisti, donna? >>
 
Questo ormai era diventato un colloquio monotono. Sempre le stesse domande, sempre le stesse risposte. Parole pronunciate in una litania atona a causa delle troppe volte passate a ripeterle. Parole che avevano il solo scopo di minare la sua volontà, di farle perdere ogni attaccamento alla ribellione…e alla sua vita passata.
 
Mentre ella si girava, la sua voce non tremò, nel suo sguardo non c’era il dubbio.
 
<< per servire Aizen-sama e adempiere ai suoi desideri. >>
 
Aveva esitato solo per un istante.
 
Che donna dall’incredibile forza di volontà.
 
<< e cosa si aspetta da te Aizen-sama? >>
<< che mangi, resti in vita e che me ne stia buona in questa prigione senza dare noie fino a quando avrà bisogno di me. >>
<< esatto. Quindi, mangia. >>
 
Sospirando, Orihime si diresse verso il carrellino e alzò il coperchio che copriva le pietanze.

 
 
Dopo che la ragazza ebbe finito di mangiare, i due  arrancar portarono via il carrello.
Il Cuarto fece per voltare le spalle, ma sentì resistenza, e un calore inaspettato gli circondò il polso. Uno sprazzo di sorpresa animò il suo volto inespressivo, che ritornò subito normale.
Si girò a fissare la mano di Orihime, aggrappata alla sua.
Sembrava stupita anche lei del suo gesto.
 
<< ti serve qualcosa? >>
 
Con uno scatto lei ritrasse la mano e se la portò al petto.
 
<< non andare. Resta qui. >>
 
Nella testa dell’Espada vorticavano mille domande, così tante e così varie, tutte causate da qual piccolo gesto, da quella piccola voce… da quella piccola umana.
 
<< non mi è concesso. Io sono qua per sorvegliarti. Sono il tuo carceriere. On dimenticarlo. >>
<< però Aizen-sama mi vuole in salute, giusto? >>
 
Ulquiorra asserì.
 
<< allora credo che non gli farebbe piacere se impazzissi, vero? >>
<< non vedo perché dovresti impazzire. >>
 
La ragazza fece qualche passo indietro, allargando le braccia per indicare la stanza.
 
<< ogni creatura vivente ha bisogno di qualcosa. Noi umani abbiamo bisogno fondamentalmente di tre cose: il cibo per il corpo, qualcosa per tenere impegnata la mente e dei rapporti per lo spirito e l’anime. E per non impazzire. >>
<< non vedo cosa c’entro io. >>
 
Lei si avvicinò.
 
<< sono tutto il giorno sola in questa stanza. L’unica persona che vedo sei tu….>>
 
L’Espada rimase impassibile.
Lei lo guardava con occhi speranzosi.
Ma tutto quello che ottenne fu il candido mantello del Cuarto che le svolazzò davanti al naso, mentre lui, mani in tasca, si incamminava verso la porta della stanza.
 
Orihime cadde in ginocchio, sforzandosi di non piangere e di darsi un contegno.
 
<< per favore…. >>
 
Quel flebile sussurro carico di tristezza e malinconia giunse alle  orecchie di Ulquiorra più rumoroso di un tuono, inducendolo a fermare i suoi passi.
 
Non sentendo più il rumore dei passi dell’Espada, Inoue alzò la testa.
Ulquiorra era fermo. Poi il suo mantello riprese a svolazzare.
 
<< Vedrò cosa posso fare. >>
 
La porta si chiuse.
Orihime sorrise.
Si sedette sul divano.
E aspettò.
  
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