Non so come giustificarla perché sono davvero 247 parole senza alcuna pretesa.
Ringrazio sentitamente tutti coloro che si sono fermati a recensire la fic per il giorno 1 e un bacio grande a Vals che, come al solito, l’ha letta in anteprima e mi ha dato al suo gentile parere!
Di crostate, palloni e scarpette nuove
A Kurt David piaceva.
Sapeva lanciare la palla oltre lo steccato della signorina con il gatto rosso e Kurt lo aveva sentito contare fino a venti.
Lui arrivava solo fino ad otto perché i numeri dopo lo confondevano e perché l'otto era così bello e facile da disegnare: due palline, una sull'altra, che somigliavano ai pupazzi di neve che costruiva con la mamma e il papà quando faceva freddo.
David giocava sempre con gli altri bambini ma, quando facevano merenda tutti quanti insieme, si sedeva sempre vicino a lui perché diceva che la crostata ai lamponi che faceva la mamma di Kurt era la più buona del mondo.
Kurt si divertiva a dividere con lui la sua merenda ma, quando poi David gli chiedeva di andare a giocare insieme, Kurt scuoteva il capo perché era più bello guardare David lanciare la palla oltre lo steccato, che rincorrerla insieme a tutti gli altri.
Quando poi Kurt aveva le scarpette nuove, quelle con i lacci celesti che gli aveva regalato la nonna, David andava a giocare un po’ più in là perché sapeva che erano le preferite di Kurt e non voleva si sporcassero tutte.
Kurt allora faceva attenzione e si avvicinava piano piano per non farsi vedere: forse quel giorno David avrebbe lanciato la palla ancora più in alto e Kurt non voleva che pensasse che non lo trovava bravo. La mamma era magica: avrebbe trovato un modo per pulirgli le scarpette. Di quello Kurt era assolutamente sicuro.
The End