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Autore: Melitot Proud Eye    01/05/2012    1 recensioni
La vita fa strani scherzi.
Ora quei due, come nessuno avrebbe più creduto possibile, collaborano e si difendono e si crescono a vicenda, un sodalizio che non s'illude di esser perfetto ma lavora al compromesso in nome dell'amicizia. La città è più tranquilla, e così lei quando Peter esce nel cuore della notte.

Harry, Peter e Mary Jane dopo Venom e Sandman.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Promises to keep'
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Nota: questa raccolta di flashfic senza pretese vuole essere un omaggio all'amicizia di Peter, Harry e Mary Jane e a quello che avrei voluto fosse il finale del terzo film. Inutile dire che, quindi, si tratta di what-if. Sembra che ultimamente il genere mi sia molto caro!
La doppia shot Promesse può esser considerata un prologo. Lo so che non l'ho ancora terminata, ma l'ispirazione per editarla non arriva e, comunque, queste flash potete leggerle anche senza passare prima da quella. Vi basti sapere che Harry è sopravvissuto allo scontro con Venom.
Buona lettura :)
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Fatti



I
Convalescenza, questa sconosciuta



Appena un mese d'acqua sotto i ponti, ma sembrano dieci. Da quando l'hanno dimesso Harry si sottopone a una marea di controlli, prende un'infinità di pasticche, fa fisioterapia intensiva, è persino seguito da uno strizzacervelli. (Per superare il trauma. Poh.) E' una processione interminabile di ambulatoi e antisettici, ai quali si ribellerebbe anche un ragazzo con un'infanzia molto meno sportiva della sua; ma lui resiste. E' a tanto così dallo strapparsi i capelli, o dallo strozzarli. O tutt'e due. Ma resiste.
Visti gli incidenti che ha superato il suo corpo è tutto buono e comprensibile, infatti – ma porca puttana.
Tempo, dicono gli specialisti. Tempo e riguardo. Tempo e pazienza di santo, piuttosto.
Potrebbe anche farcela. Sono riservati, i medici da mille dollari l'ora, e non lo spiano in casa sua. Il buon Peter e Mary Jane, invece...
(Enfatizzare il primo, per favore.)
I suoi migliori amici non sprizzano gioia nel vederlo lavorare fino a tarda notte, pur sapendo che ha medici da mille l'ora in fattura utenze e un'azienda da soccorrere. Sprizzano tranquillanti. Schiuma. Talvolta ragnatele sonnifere.
Li ama, ma ancora una volta: porca puttana. Non è un invalido (oltre il 30%; per ora). Ha perso il conto delle volte in cui, di straforo tra un incendio e una rapina a mano armata, Peter ha ficcato la testa dentro le finestre del suo studio per rompergli le palle e mandarlo a letto. Poi si lamenta che gli fa certi scherzetti.

Peter ha perso il conto delle volte in cui ha ficcato la testa nelle finestre dello studio di villa Osborn e beccato Harry alla scrivania, mattina pomeriggio o notte fonda, occhi gonfi e faccia da zombie. Né è particolarmente contento di scoprire che quel testardo rifiuta l'uso di una sedia a rotelle. Santo cielo, sarebbe solo per qualche mese.
Quello che più lo fa incazzare, però, è vederlo di nuovo in quella tuta, a provare uno di quegli aggeggi volanti, quando sta a malapena in piedi.
Attaccato al soffitto dell'atrio, punta la sagoma in movimento e desidera spaccare qualcosa. Possibilmente la faccia di Harry (se non fosse terapia-controproducente).
Non ne ha il tempo. Con una sbandata, Harry prende di striscio il lampadario veneziano e perde il contatto con l'airboard, che prosegue il suo viaggio.
«Ah!»
Goblin Jr. comincia a precipitare verso la balaustra delle scale. L'airboard vira in automatico per raggiungerlo – non ce la farà, e accade tutto così in fretta che Peter ha appena il tempo di sentire il cuore scedergli nei piedi e rimbalzargli in gola.
E reagire, naturalmente.
Fulmineo, stacca le mani dal soffitto e tesse una tela larga quanto l'intera stanza. Dev'essere un record: neppure contro Goblin era stato così veloce, anche se ammette che l'aspetto non è granché.
Un istante dopo, Harry ci casca dentro. Quando finisce di dondolare, i loro occhi s'incontrano.
Saluto militare. «Ciao, Spidey.»
«"Ciao" un corno.» Peter si cala verso il basso, appeso a un filo, e si toglie la maschera per assicurarsi che il senso della frase sia chiaro. «Credevo avessimo già discusso di queste stronzate. Vuoi ammazzarti?»
Il rimprovero di un pendolo rossoblu dev'essere inefficace, perché passato lo spavento Harry scoppia a ridere.
«Ti è mai venuto in mente che so quando ci sei, Pete? Non rischio un accidente.»
«Ah.»
«Sei un ottimo salvavita.»
«Divertente» fa lui, caustico. «Prima di ringraziarti dei capelli bianchi, posso ricordarti che testa rotta o meno quel contorcersi non fa bene alle ferite?»
«Certo che puoi.»
«Ma non otterrò niente...»
Harry si fa serio. Allarga le braccia in segno di resa. «Mi sento esplodere di energia, Pete. Come se avessi addosso un formicaio. Certi giorni sono peggio degli altri, se non mi muovo impazzisco.»
Peter sospira. Rilascia la ragnatela e atterra sul pavimento, evitando la rete di salvataggio con una capriola. «Dai, ti aiuto a scendere.»
«...Ok.»
«Voltati sulla pancia.»
Harry ci prova, ma il suo costume è rimasto incollato e il reticolo di seta lo tira indietro. «Ugh.»
«No, aspetta–» agitarsi di braccia «piano–» scalciare. «Har–»
«Che palle!»
Harry dà uno strattone troppo forte, ed è fatta: il movimento innesca una rotazione che lo insacca come una mosca, fra rumore di tiranti e di stucco sbriciolato. Peter non riesce a trettenere un sogghigno.
«Wow.»
«Non ci trovo niente di divertente. Disfa il tuo lavoro, ti spiace?»
«Forse. Ora che ci penso, potrei tenerti qui finché non giuri di piantarla con le bravate. Tanto non ho fretta.»
Harry lo fulmina con gli occhi. «Tu hai sempre fretta, Peter.»
«Non oggi.»
«Avanti–»
«Hm?»
Un sospiro. «D'accordo: pizzica.»
«Non è quel che volevo sentire.»
«E mi si sta fondendo alla faccia.»
«Haha
Porca. Vacca. «Vuoi una bomba zucca in fronte, Parker?»
Nella vita gli son stati rivolti sorrisi più rassicuranti. «Oh, passiamo alle minacce? Non sei nella posizione più adatta, Osborn.»
Poi il sorriso ingentilisce, si fa un po' colpevole, e Harry viene sorretto da un braccio rosso mentre l'altro strappa un lato dell'amaca. Districarlo dalla ragnatela, però, è meno facile di quanto pensassero.
«Dio, Peter» esclama, sputando un filamento e allargando le braccia con un rumore di mastice che si dilata. «Potevi farla meno appiccicosa!»
«Per cosa mi hai preso, per un'industria tessile?»

   
 
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