Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: Sunburn_    01/05/2012    7 recensioni
«Iris?»
«Mmmh?»
«Piacere di conoscerti» il ragazzo sorrise.
«Il piacere è tutto tuo, Ed»
FanFiction dedicata ad Ed Sheeran.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

«Iriiiiiiiis, guarda, guarda questo video!!!» Fede mi passò il portatile.
Internet aperto su YouTube, c'era un video del solito chiodo fisso delle mie due amiche...quel tizio, Ed Sheeran.
Cosa ci trovavano  non lo sapevo...si, la sua musica era buona...ma di certo non era Kurt Cobain* o Ozzy.
Il solito ragazzo innamorato con una chitarra, con dei capelli rossi.
Aurora sospirò innamorata mentre il rosso iniziava a cantare.
Io invece, sospirai esasperata.
«Ragazze, davvero,  lo sapete che è impossibile che questo...Ed, si possa minimamente accorgere della vostra esistenza?» sbuffai, riporgendo il portatile a Fede.
Aurora, con i suoi ricci indomabili e gli occhi scuri iniziò  a fissarmi, come se l'avessi appena insultata, anche Federica sembrava indignata.
«Tu, tu non poi dirci così. Noi lo amiamo! E quando noi TRE andremo al concerto, ti dovrai ricredere, scommetto che ti innamorerai pazza, è impossibile non farlo..» Fede inizò a canticchiare le parole della canzone che continuava a sentire, 24 ore su 24!
La guardai interrogativa e scocciata. «Noi tre? Io non intendo affatto urlare e mischiarmi in una massa di ragazzine urlanti che si strappano i capelli solo per...per lui. No!»
«Pensa un po', Iris. Una razza sul gruppo su FaceBook ha proposto di vestirci tutte da dinosauri arancioni con i reggiseni! E poi glieli lanciamo! Non è un'idea carinissima???» 
Sembrava che non mi avessero nemmeno sentito.
Io...io al concerto di Ed Sheeran vestita da dinosauro arancione con il reggiseno? No.
Oh no, mie care.
Ma era inutile controbbatere ora, erano ormai perse.
E irrecuperabili, aggiungerei.

Londra è una città meravigliosa, l'ho sempre sognata..e ora che ho diciannove anni, ho realizzato un mio grande sogno.
Ci vivo; ci vivo con le mie due migliori amiche!
Non è una cosa meravigliosa?
Anche se  il tempo non permette vestitini troppo leggeri e richiede che ti porti sempre con te un ombrello, è la cosa migliore che mi sia mai capitata in tutta la mia vita.
Vivere in Italia, bhè, si era bello, ma io sono nata qui, è questo il mio posto.
A Firenze c'era bella gente, persone fantastiche...ma  mi sentivo stretta.
Io volevo essere indipendente, avere una casa propria, lontana da  genitori e fratelli gelosi.
E chissà magari trovare l'amore.
Peccato che nulla di questo si è avverato.
Ora che mi sono trasferita qui, mamma e papà mi chiamano tutti giorni, e anche Liam e Greg.
Come tutti i giorni stavo passeggiando per le strade del mio quartiere, dritta al negozio di strumenti musicali dove lavoro...
Ho accetato solo perchè pagano bene, e perchè posso suonare il pianoforte a coda tutto il tempo che voglio.
Come al solito, svolto a destra per l'ennesima volta ed eccomi arrivata davanti ad una vetrina bellissima, con esposti  chiatasse semicaustiche e elettriche e quache basso.
Entrai, e subito il proprietario mi venne in conto.
«Iris, giusto in tempo, ho bisogno del tuo aiuto»

Il vecchio Tony era un uomo davvero simpatico. Mi condusse il bancone e mi porse una lettera.
Era dalla banca.
Diceva che dovevamo pagare un sacco di soldi. Una cifra quasi impossibile.
Guardai Tony e sospirai. «Dovremo alzare tutti i prezzi, diminuire le spese il più possibile, e...e lavorerò gratis»

«Oh, no. Non te lo posso permettere, non posso farti lavorare gratis»
Annuii convinta. «Se serve per salvare il negozio, lo farò. Il problema è che non bastano comunque, ci serve un piano»
L'uomo sospirò. «Spero che troverai una soluzione, devo andare a casa, Rose mi aspetta. Grazie per tutto quello che fai»
Sorrisi.
Rimasi sola e mi misi al piano.
Iniziai a suonare un po' di musica classica, Mozart per la precisione.
Era fantastico il modo in cui queste composizioni potessero emozionarmi tutte le volte che suonavo.
Continuai a suonare, finchè un'idea mi balenò in testa.
«Un concerto di beneficenza!» mormorai soddisfatta di me stessa.
«Mi sembra un ottima idea, per cosa serve?»

Sobbalzai e sbancai.
Rivolsi uno sguardo verso chi aveva parlato.
Era un ragazzo poco pià grande di me.
Portava un capello di lana.
«Scusa, non ti volevo spaventare. Solo che suonavi così bene che non ti ho voluto interrompere.»
Sorrisi e mi ricomposi, andando dietro il bancone.
Eppure avevo già visto il suo viso da qualche parte.
«Serve qualcosa?» domandai cordialmente.
«Si, mi servono delle nuove corde per la mia chitarra acustica
»
Alzai un sopracciglio. «Tutte e sei? Che cosa hai fatto a questa povera chitarra?»
Il ragazzo sorrise. « Anche Llyoyd inizia ad essere un po' vecchia»
«Lloyd?»
«E il nome di una delle mie chitarre. Comunque è possibile avere queste corde?»
Annuii. «Un secondo»
Aprii la porta dietro di me, dove si trovava il magazzino. Era enorme e c'era di tutto e di più.
Andai verso uno scaffale e aprii un cassetto.
Vuoto.
Aprii quello sotto ancora.
Niente.
Tornai indietro con un sorrisino tirato. «Ehmmm...non abbiamo più corde. Senti, me le faccio portare e appena ce le ho ti chiamo? Che ne dici?»
«Nessun problema. Ma è possibile averle entro questo pomeriggio?»
«Certamente. Segna qui il tuo numeroe anche il tuo nome.» gli passai un postit e una penna.
Dopo pochi secondi mi ripassò il fogliettino.
Edward.
Si chiamava Edward. «Comunque, se serve aiuto per il concerto di beneficenza, posso aiutare»
Scettica ringraziai e lo vidi allontanarsi dal negozio.

 
   
 
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