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Autore: Sale_e_Pepe    01/05/2012    7 recensioni
Tuomas, il leader dei Nightwish, e Alice, la sua fidanzata, hanno un piccolo diverbio. in uno scatto d'ira, lei chiede al re dei goblin di portarlo via. Quello che Alice non sa, è che il re dei goblin esiste davvero, e prende con sè chiunque gli venga offerto. Quello che Jareth non sa, è che Alice ha la bellezza di un fiore di campo e la delicatezza di un camionista bulgaro. E che è assolutamente decisa a riprendersi Tuomas, anche a costo di farsi strada a padellate per le strade del Labirinto. Chi la spunterà questa volta?
{ff scritta a quattro mani da Saliman e Petitecherie. Enjoy it!}
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon giorno a tutti! Sotto il nik Sale_e_Pepe sono riunite le menti diaboliche di Petitcherie e Saliman. La ff che state per leggere costituisce il nostro primo tentativo di scrittura a quattro mani, nonchè la nostra prima incursione nel genere comico. La storia è A SE' STANTE e può essere letta SINGOLARMENTE, ma giusto per non farci mancare niente, abbiamo pensato di realizzare una crossover tra Labyrinth e Imaginaerum, la ff di Petitcherie, con accenni a caso a Labirinto di specchi di Saliman, così senza un filo logico xD
State facendo la faccia felice?

Sì?
Benissimo!
Pronti, via!

Disclaimer: nessun figodiddio è stato maltrattato per la stesura di questa storia. È un medicinale, usare con cautela. Non sommistrare ai bambini al di sotto dei dodici anni, chè poi da adulti diventano come noi.

 

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L’oscurità in cui galleggiano i mondi è una sorta di mondo essa stessa. Attraversarla non è impresa da poco: i Fey lo sanno, i bambini lo sanno, i più saggi non lo dimenticano nemmeno da adulti.
Se ti perdi in tutto quel nero, non sai mai dove puoi finire.
E la cosa più tragica in assoluto, è che non c’è un bagno nemmeno a pagare.
Questo pensava il barbagianni, mentre raccoglieva le ali attorno al corpo e lacerava la membrana invisibile che avvolge la realtà del Sottosuolo.
Come sempre, avvertì prima una resistenza, poi uno strappo indolore: non capiva mai se venisse dalla realtà che abbandonava o dal suo cuore ferito.
O se non si trattasse piuttosto di un semplice colpo della strega.
In ogni caso, fu solo un attimo.
Subito dopo, i profumi e i colori del Sottosuolo cominciarono a scivolare via dalle sue penne, e il barbagianni si ritrovò a volare Fuori, nel buio da cui nascono le Storie, gli Dei e le creature archetipiche come la Casalinga di Voghera.
 
Come and share this painting with me
Unveiling of me, the magician that never failed

This deep sigh coiled around my chest
Intoxicated by a major chord
I wonder
Do I love you, or the thought of you?

 
Il barbagianni socchiuse gli occhi, superando la slitta di Babbo Natale. Per tutta risposta, Santa Claus gli mostrò il dito medio, ma il Barbagianni non vi badò, ostentando l’aria sprezzante che si addiceva al suo rango.
Anche la faccia da barbagianni, bisogna dire, aiutava in tal senso.
Il vento tra i mondi gli accarezzava le piume del ventre.
Era un vento di una dolcezza insidiosa, in cui galleggiavano brandelli di sogni. Se non stavi molto attento, finivi per dimenticare chi eri e dove stavi andando: cominciavi a crederti un sogno anche tu, e a quel punto il vento ti portava via con sé.
Per questo il barbagianni non affrontava mai quel viaggio, se non c’era qualcosa di molto preciso a guidarlo.
 
Slow, love, slow
Only the weak are not lonely

Southern blue, morning dew
Let-down-your-guards, I-love-you's
Ice-cream castles, lips to ear rhymes
A slumber deeper than time

 
Parole.
Avrebbero potuto essere sue, con tanta precisione rendevano il suo stato d’animo.
Non sapeva da dove venisse la canzone, né a chi appartenesse la voce. Vi si era imbattuto come per caso… come se potesse esistere, il caso!
Seguì la canzone nel buio: risalì il suono nota dopo nota, parola dopo parola.
 
Slow, love, slow
Only the weak are not lonely

 
Fino a sbucare illeso, intatto, e ancora se stesso, dall’altra parte.
 

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Finlandia, Kitee, 2012
 
Tuomas e Artie passeggiavano sulla riva del Lago Pyhäjärvi. Seminascosto da nubi color cenere, il sole si abbassava rapidamente all'orizzonte, rendendo noto a tutti che al tramonto mancava meno di un'ora.
E speriamo che Alice sia pronta.
Tuomas sospirò, e si sarebbe pure acceso una sigaretta, se non che lì, tra tutte quelle betulle rischiava un incendio epocale.
Aveva portato Artie a fare un giro, visto che Alice gli aveva intimato di levarsi di torno per almeno un paio d'ore, in modo da potersi sistemare con calma per la cena. E così, se ne erano andati al lago a lanciare ciottoli sulla superficie liscia dell’acqua.
Artie lo afferrò per la giacca e indicò con il piccolo dito il folto degli alberi.
-Tuom, guarda lì!-
-Lì dove?-
-Lì sopra! C’è un pollo!-
Tuomas aguzzò lo sguardo. Effettivamente un uccello bianco stava appollaiato sull'albero più vicino a loro.
-Ma, no, non è un pollo! È un gufo! Una bel gufo bianco- rispose Tuomas, sentendosi molto colto e discretamente figo.
Il pennuto arruffò le piume. Tuomas avrebbe giurato che stesse cercando di fulminarlo con un’occhiata.
-Nono, secondo me è proprio un pollo.- insistette Artie. Tirò fuori dalla tasca un biscotto un po’ sbriciolato.-Ciao signor pollo! Ti va di fare amicizia?-
Il barbagianni si gettò in picchiata sopra le loro teste, Tuomas riparò la testa del bambino, per evitare che si prendesse una beccata.
-Artie, hai visto? Era sicuramente un gufo. Anzi, dalla sua reazione, direi che era un gufo femmina!-
-E quello cos'è?-
Tuomas si preparò ad un'altra domanda zoologica: rimase piuttosto sorpreso quando Artie corse avanti, si chinò e raccolse dal folto dell’erba un libro dalla copertina rossa.
Artie passò la piccola mano sulla copertina, dove il titolo era impresso in lettere di un oro sbiadito.
-The Labyrinth- lesse. -Credi che l'abbia fatto cadere il pollo?-
-Solo se i gufi covassero libri. Probabilmente l'avrà perso qualcuno.-
-Possiamo tenerlo?-
-Se vuoi. Ma adesso, andiamo, o tua madre mi spella vivo!-
 

::

 
Alice era in brodo di giuggiole.
Tuomas l'aveva portata a cena nel ristorante più romantico di Kitee, il famosissimo “Sarah”.
Ne era certa: entro la fine della serata Tuomas, il suo Tuomas, le avrebbe chiesto di sposarla.
Per portarsi un po’ avanti e smorzare la tensione, si immaginò la scena del loro matrimonio. Lei in abito bianco, che percorreva la navata; suo fratello Jared, che filmava diligentemente (senza aggiungerci zombi e vampiri, per una volta). La zia che abbracciava Artie, piangendo come una fontana. Magari avrebbero messo una canzone di David Bowie come sottofondo.
-Ti piace il vino bianco?- chiese Tuomas.
-Sarà perfetto.- sospirò Alice.- Perfetto.-
Tuomas l’avrebbe attesa in piedi, all’altare. Avrebbe indossato un abito elegante, e avrebbe avuto i riccioli castani sciolti sulle spalle. L’avrebbe fissata con quegli occhi grigio blu e un’espressione intensa e ispirata.
-Allora te ne verso un altro po’?- propose Tuomas.
Alice annuì con aria sognante, cercando di immaginarselo con un’espressione intensa e ispirata.
Sembra proprio Gesù.
-Alice?-
Ma non è che se impalmo una divinità commetto un peccato mortale?
-Alice!-
Lei gli sorrise, sbattendo languidamente le lunghe ciglia scure. Si allungò verso di lui.
Dai, dai, chiedimelo, chiedimelo!
-Sì, tesoro?-
-Hai visto il libro che ha trovato Artie?-
Eh?!
Alice per poco non cadde dalla sedia. Raddrizzò la schiena, cercando di darsi un contegno.
-Il libro? Sì, certo che l’ho visto… me l'ha praticamente regalato!-
-Hai visto di che tratta? Ci sono anche dei Goblin!-
Alice si accigliò leggermente.
Partire dai Goblin per una richiesta di matrimonio...qui c'è lo zampino di Jared!
-Sì… be’, ci sono i Goblin… ma più che altro c’è questa ragazzina che chiede al re dei Goblin di portar via suo fratello. Poi però cambia idea e decide di attraversare il labirinto per riprenderselo. Sembra un libro tutto magie e incantesimi, con il re che dopo tredici ore trasforma i bimbi che rapisce in mostriciattoli.-
-Mi sembra ti piaccia!-
-Si, è carino. Potrei persino farci qualche illustrazione. Anche se, non so perché, ho questa strana sensazione che il re dei Goblin mi verrebbe come una specie di glamster…-
-Tipo rockstar anni'80?-
-Già.-
Calò il silenzio.
Alice guardava Tuomas fremente, cercando di incoraggiarlo mentalmente.
Tuomas, dal canto suo, faceva l’imitazione di un pesce fuor d'acqua, spalancando e richiudendo la bocca a intervalli regolari.
A metà cena avevano praticamente parlato di tutti i loro amici, dei futuri progetti lavorativi dei Nightwish, della scuola di Artie, della situazione politica finlandese, italiana e pure giamaicana, e se prendere o meno il dessert.
Alice aveva contato mentalmente fino a tremilaseicentocinquanta.
Contò mentalmente fino a tremilaseicentocinquanta e uno, e sentì i nervi saldi cominciare a scricchiolare.
D'accordo: prima di crocifiggerlo, posso tentare l'ultima carta.
-Tuom, lo sai che Jared ha chiesto a Tero di sposarlo?-
Tuomas quasi si strozzò col vino che stava bevendo.
-CHE?-
-Be’, che c’è di strano? Ormai stanno insieme da due anni! Convivono, hanno un figl-ehm, un gatto, un sacco di interessi in comune...- disse lei, facendogli il riassunto di quella che, in realtà, era la loro situazione.
Tuomas, anima candida, non aveva colto il sottotesto.
-Sì, ma due anni non sono pochi per decidere di passare tutta la vita con una persona?-
Sulla coppia calò il gelo.
Alice aveva smesso di contare e ribolliva come un paiolo lasciato sul fuoco. Rispose a monosillabi a ogni nuovo cenno di comunicazione di Tuomas: non alzò gli occhi dal piatto nemmeno quando il pianista attaccò il theme di Love Story e il cameriere si accostò al tavolo e le versò lo champagne.
Tuomas la fissava senza capire.
Insomma, tutti sapevano che Alice giudicava Love Story la colonna sonora più romantica del mondo, così come era strenuamente convinta che le cene romantiche dovessero concludersi con lo champagne! Agli occhi di Tuomas il suo comportamento era un mistero.
Il ritorno a casa fu ancora più penoso. Anche Tuomas si stava innervosendo per l'ostinato silenzio della sua dolce metà, e aveva cominciato a contare per conto suo. 
Quando provò ad aprire bocca per manifestare il proprio disappunto, Alice lo fulminò con un’occhiata.
-Da che pulpito viene la predica!-
Tuomas prese atto che tra le doti della sua donna c’era anche la telepatia, e ritenne più prudente attenersi ai suoi standard di introverso, chiudendosi nel suo silenzio finlandese.
Entrarono nel salotto senza accendere le luci. La luce fioca della luna rendeva l'atmosfera vagamente sinistra.
Tuomas sospirò.
Siamo due deficienti!
Afferrò Alice per il braccio, deciso a chiarire quell'assurda situazione. Lei si svincolò dalla presa e gli si parò di fronte, le mani incrociate sotto il seno.
-Alice, insomma… tutto ok?-
Alice assottigliò gli occhi, indecisa se tirargli i capelli o rasarglieli.
-Ti sembra che sia tutto ok? che domande mi fai?-
Tuomas allargò le braccia.
-Non lo so, non ci capisco più niente! Si può sapere che ti prende?-
-Che mi prende? Pensa a quello che hai detto, e a quello che avresti dovuto dire e non hai detto, razza di divinità rincitrullita!-
Tuomas la guardò, cercando di tradurre in una lingua comprensibile quella specie di messaggio criptato.
E quando ormai era sul punto di gettare la spugna… finalmente, capì.
Come aveva fatto a non pensarci prima? Come aveva potuto essere così insensibile?
Era chiaro come il sole, come una macchia di candeggina sulla tua maglietta nera preferita!
E dire che, ormai, doveva essersi abituato a certi modi di fare della sua Alice, in due anni di vita di coppia!
Con tatto, le chiese:
-Tesoro, ma hai il ciclo, per caso?-
Alice strinse i pugni per l’esasperazione e urlò. Gettò un acuto tale che almeno tre cani, in strada, si misero a ululare di rimando.
-Tuomas Holopanein, sei un idiota! Vorrei tanto che quel cavolo di re dei Goblin esistesse davvero, e ti portasse via!-
Si voltò come una furia e se ne andò su per le scale, sbattendo la porta della loro stanza.
Giusto per fare più effetto, pensò Tuomas sconfortato.
Rimase da solo in soggiorno, al buio, completamente basito.
 Allargò le braccia.
-Il re dei Goblin... che assurdità!-
Sospirò.
Mise un piede sul primo gradino, deciso a seguirla.
-Alice? Alice, dai… non fare così…-
Un'improvvisa folata di vento spalancò la finestra, facendo gonfiare le tende. Strane ombre si riversarono dentro il soggiorno alla luce incerta della luna. Tuomas sentì un brivido scuotergli il corpo.
 Una voce maschile, decisamente divertita, lo raggiunse da dietro le spalle.
 -Ma ciao, Tuomas.-
 

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La canzone è Slow, Love, Slow. Indovinatedichi? :)
 
  
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