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Autore: 1994    01/05/2012    1 recensioni
Ognuno deve avere il diritto di vivere come vuole.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata era, come al solito, uggiosa. Il cielo cupo che aveva imperato per tutta la lunghezza del giorno, verso sera si era lasciato andare ad una fittissima pioggia. La ragazza entrò in casa zuppa e infreddolita. Trovò il nonno sulla porta che la aspettava, borbottando qualcosa sulla situazione politica e ripetendo ciò che aveva letto sul giornale in quel giorno, in maniera ormai monotona e prevedibile, com’era la sua vita dopo il pensionamento.
La famiglia della ragazza era una famiglia senza problemi: il padre era un affermato notaio, la madre manager dell’azienda di famiglia.
Lungo il corridoio la ragazza pensava alla giornata trascorsa, alla lezione a scuola, poi alla lezione di violino: finalmente era riuscita a eseguire senza troppi problemi quel passo di Paganini che la faceva penare da tempo.
Una volta entrata in camera, la ragazza volse lo sguardo ad osservare la propria camera, come se fosse la prima volta che vi entrava.  Le sembravano ignoti pure il suo amato Piccolo Principe, che una cara amica di famiglia le aveva regalato, con una splendida dedica, per il suo decimo compleanno.
Poggiò il violino sulla sedia foderata di una rossa stoffa lucida, la borsa dei libri a terra ed entrò nella cabina armadio, per cercare qualcosa di caldo e morbido da potersi mettere nell’attesa della cena.
Dopo un’attenta analisi di alcuni minuti la ragazza uscì dal guardaroba con alcuni vestiti e si poggiò sul letto per cambiarsi. Improvvisamente una profonda malinconia la colpì, impedendole ogni azione, se non quella di distendersi e mettersi a piangere.
Il tempo, che lei non riusciva a quantificare, durante il quale era stata prona sul letto a piangere le aveva dato modo di riflettere.
Di scatto si alzò dalla soffice trapunta color pesca e prese il violino, il suo amato strumento, mettendosi a suonare una cantilenante combinazione di note.
 Irata girò poi il violino e lo scaraventò contro la parete più volte, facendo schizzare schegge di legno ovunque, poi si rannicchiò a terra e pianse.
Lei voleva Vivere. Quella non era la sua Vita, ma una sorta d’impiego giornaliero che i suoi cari avevano sempre scelto al suo posto.
  
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