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Autore: Allegra_    02/05/2012    5 recensioni
Spesso pensiamo che le cose non possano andare peggio di così, ed è proprio li che inizia il peggio vero e proprio.
È vero, nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile, ma neanche che sarebbe stato da incubo.
Questa vita bisogna affrontarla secondo le proprie esperienze, che talvolta possono lasciarti un sorriso, talvolta una lacrima: l’importante è poter dire di non essere caduti nel primo burrone, e anche se lo si è fatto, di essere riusciti a risalire e ad andare avanti, in un modo o nell'altro .
Genere: Avventura, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Incidente

 
Tefi’s Pov:
Non ricordo neanche da quanto tempo stessi dormendo, ricordo solamente che il modo in cui mi svegliai fu tutt’altro che dolce.
Una turbolenza, così l’aveva definita il comandante dell’aereo, ma io sapevo che c’era qualcos’altro sotto  quella parola.
Melody, che era seduta accanto a me, tolse dal suo orecchio destro la cuffietta dell’ipod, rivolgendosi a me con aria stranita.
- Che succede Tefi ?? –
In effetti la situazione era tutt’altro che normale: il mezzo era instabile, tanto che noi passeggeri venivamo sbattuti da una parte all’altra di esso senza pietà, probabilmente dal vento freddo che tirava tra le nuvole.
- Non lo so Mel, ma ho paura. – risposi sincera come non ero mai stata in vita mia.
Avevo sempre avuto paura di dimostrare il mio lato sensibile e infantile, ma in quel momento compresi che era necessario.
All’ennesima botta contro il sediolino davanti per via di quell’instabilità mi portai una mano sulla nuca dolorante, preoccupando Luca che era seduto dietro di me.
- Amore, ti senti bene ??? – mi domandò dolce, come solo lui sapeva essere.
- Non lo so, questa cosa è troppo strana e … spaventosa.- ammisi.
Neanche la voce del comandante poco dopo riuscii a tranquillizzarmi: sapevo che le cose si sarebbero messe male, lo sentivo, era una sensazione orribile che mi creava un groppo in gola, e una voragine che man mano si apriva nel petto.
- Signore e signori, vi informiamo che per un problema tecnico, l’aereo sarà costretto ad atterrare nell’isolotto più vicino, il cui nome non è ancora identificato.
Vi preghiamo di mantenere la calma, grazie. –
La vocina stridula di quell’hostess non fece altro che alimentare le mie preoccupazioni, e la paura che man mano cresceva prendendosi gioco del mio piccolo ed esile corpo.
- Sorellina tutto bene ??? Stai tremando. – mi disse Mar seduta davanti, la quale stringeva una mano a Thiago con una tale forza che credevo la stesse per staccare dal suo polso.
- Tu non sei da meno. – risposi abbozzando un mezzo sorriso e vedendo lei sottrarre subito la mano del ragazzo dalla sua presa.
Tipico di quei due: si amavano ancora, ma avevano quell’atteggiamento così masochista, che si negavano la propria felicità, la quale non sarebbe stata possibile avere senza appartenere del tutto all’altro.
- Non ti preoccupare tesoro, andrà tutto bene. – mi sorrise Luca accarezzandomi il braccio, facendo avanzare il suo tra l’incastro dei sediolini.
E per un attimo, sentendo il calore della sua pelle che sfiorava la mia, fui certa di aver ritrovato un po’ della calma che avevo del tutto perso precedentemente.
 
Passò circa un’ora, tra chiacchiere rassicuranti e movimenti bruschi dell’aereo che mi sembrava fossero diminuiti, quando la voce sfinita e rotta dal pianto del comandante allarmò tutti, me in primis.
- Signori passeggeri, mio malgrado devo informarvi che la benzina all’interno del mezzo non è ancora esaurita e che pertanto non possiamo atterrare.
Però il guasto dell’aereo si è avuto nei freni, di conseguenza appena riusciremo ad atterrare ci sarà la possibilità di uno schianto.
Non sappiamo se tutti noi arriveremo alla fine di questo viaggio.
Ci dispiace tantissimo –
Sentii il sangue ghiacciarsi nelle vene, e il mio cuore perse uno, due, forse cento battiti.
Luca mi afferrò la mano per rassicurarmi, ma era ovvio che anche lui non stesse poi così bene come voleva dimostrare .
Una lacrima mi rigò il volto: non potevo morire, non volevo.
Avevo solo 17 anni, ero una ragazzina, avevo tutta la vita davanti e tantissime esperienze da vivere.
Sognavo una famiglia enorme, dei figli, un matrimonio con Luca, e poi non potevo lasciare mia madre, mio padre, Cielo, Nico e tutti gli altri come se niente fosse mai accaduto.
Rimpiansi tutti i momenti in cui non ero riuscita a dire a Mar quanto la adorassi, tutte le volte che Luca mi aveva chiesto di passare una notte insieme e non avevo accettato, i moltissimi giorni in cui avevo rifiutato la proposta di Nico di tenere un corso di moda alla Casa Magica …
Mi guardai intorno e osservai attentamente ogni passeggero di quel terribile volo: donne giovani, ragazzi, bambini, anziani … persone di tutti i generi, di tutte le razze.
Tantissima gente e nessuno dei tanti che meritava di andarsene definitivamente da questa Terra.
Una scossa fortissima ed improvvisa, e l’aereo si inclinò verso destra.
- Signori passeggeri, vi preghiamo di posizionarvi tutti verso il lato sinistro del mezzo più velocemente possibile. Grazie. – annunciò il capitano, cercando di mantenere la calma con quella sua voce pacata.
Mi alzai in pochi secondi, così come tutti gli altri e mi opposi alla forza di gravità cercando di correre verso il lato opposto a quello dove ero seduta.
Ci misi ben 2 minuti a capire che ciò che stavo sfidando non era la forza di gravità,  ma bensì il tacco 12 della mia nuova scarpa che si era impigliato nel seggiolino davanti, forse a causa delle botte ripetute – quella che si dice fortuna !! –
Ero rimasta sola, tutti si trovavano dall’altro lato urlandomi di toglierla e lasciarla impigliata.
E non so perché, ma in quel momento sbraitai contro chiunque me lo consigliasse: Giulia e Roberto avevano sudato un mese di lavoro per regalarmele, e non potevo certo lasciarle morire su quell’aereo … era una specie di omaggio a loro due, un omaggio per il quale stavo rimettendo la mia di vita.
- Tefi !! – esclamò Luca guardandomi finalmente.
Gli sorrisi nervosa come non ero mai stata in vita mia, e in meno che non si dica me lo ritrovai accanto, che spingeva contro il sediolino sul quale –fino a pochi minuti prima – era seduto Thiago.
- Ecco !!! – urlò finalmente, dopo un arco di tempo che a me sembrò interminabile.
Un’altra scossa violentissima, e l’aereo s’inclinò sempre di più, ormai si poteva dire che si fosse quasi ribaltato su un lato.
- Come facciamo Luca ??? !!! – urlai in preda ad una crisi di pianto isterico.
- Ti prego amore mio non piangere, vieni qui. –
Credevo volesse abbracciarmi, e trovavo quella sua dimostrazione d’affetto alquanto stupida in quel momento, ma lui non fece ciò che mi aspettavo: mi spinse in avanti con tutta la forza che aveva, facendomi arrivare finalmente dall’altra parte del mezzo.
Mar mi strinse forte a lei cercando di tranquillizzarmi, anche se credevo fosse impossibile in quelle circostanze.
Mi girai verso l’oblò e vidi che stavamo scendendo in picchiata sempre più velocemente: avevo paura, molta.
Guardai intorno a me cercando Luca con lo sguardo, e appena lo trovai mi accorsi di un dettaglio che fino a quel momento avevo trascurato.
Luca si trovava ancora nella parte destra dell’aereo: aveva perso tutte le forse per spingere me e di conseguenza adesso non ne aveva più per trasportarsi verso l’alto, sfidando del tutto la gravità.
- Signori passeggeri, mio malgrado l’aereo sta per schiantarsi, rimanete quanto più possibile accanto agli oblò della fila sinistra e non vi succederà niente.
Vi preghiamo di mantenere la calma. –
Ascoltai Mar imprecare in tutte le lingue che conosceva – che erano davvero molte, considerando che, eccetto il castigliano, le altre le inventava a momento – e pregai mentalmente che il mio ragazzo riuscisse a farcela.
Io e i ragazzi eravamo posizionati sulla parte posteriore dell’aereo a sinistra, eravamo soli: tutti gli altri passeggeri si trovavano verso la punta, dicevano che era più sicura.
Tre, due, uno ….
L’aereo si schiantò conficcando la punta nel terreno e cadendo sul suolo con la parte destra.
- Luca !!!! –
Urali con tutte le forze che avevo in corpo, ma non ero cera che lui riuscisse a sentirmi, non più.
 
Piccolo Angolo Di Luce :
Hola Chicas !!! Grazie mille alle tre anime buone che hanno recensito il prologo, sono contenta che vi sia piaciuto.
Questo capitolo è un po’ triste ed è da qui che inizia la vera storia.
Come vi ho già detto è un esperimento, perché dato che c’è quest’atmosfera un po’ malinconica non so se sarò  in grado di reggerla ed esprimerla bene.

Comunque, vorrei darvi alcune notizie.
1) Ho pubblicato un missing moments della storia “No soy lo quieres, ni soy lo que esperas”, si chiama “Tra L’Orgoglio E L’Amore”, mi farebbe piacere una vostra recensione.
2) Ho cambiato per la terza volta a mia presentazione, vorrei sapere cosa ne pensate.
3) Ho scritto nella sezione romantico una nuova storia, si chiama “Come Innamorarsi Di 3 Ragazzi Completamente Opposti” , se i va fateci un salto.
Bene credo di avervi annoiate abbastanza, scusate.
Un bacino <3 

   
 
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