.qualcun'altro.
per prima cosa non sopportavo quello
che mi dispiegava davanti direzioni
per le quali i miei calzini non sarebbero
mai stati così tanto sporchi
né i miei piedi con troppi calli
senza trovare prontamente una doccia
alla fine di una giornata del loro 'onesto lavoro'
e il modo abbastanza corretto
di non farsi prendere troppo sul serio dalle autorità
non farsi rifiutare da chi t'ha buttato fuori dall'utero
se non piangevi abbastanza da farti sentire
se non piangevi troppo da farli infastidire fin dall'inizio
nessuna battaglia vera e propria
poiché potessi rientrare in un qualche modo giusto
di quelli categorizzati come tali
o perfettamente sbagliato
per farti accettare da quelli
che apprezzavano ogni finta guerra
potesse accogliere la loro diversità ben di marca
poi ritrovarsi a non sopportare l'immagine che ti rimanda lo specchio
sostenendo tra te e te che mente mentre tu sai
quanto realmente puoi fare schifo
nel tuo perfetto modo di essere qualcun'altro...
qualcun'altro che vada bene a qualcun'altro
sputandoti fuori dalle stanze per farti divorare da strade vuote
cercando di distribuire cartoncini che ti definiscano
pregando che qualcuno che li raccoglie li sappia leggere anche per te
sono perfino illustrati per abbinarti ad essi
e qualsiasi cosa dicano, perlomeno è su carta stampata
hey, ha un'aria davvero importante, qualcosa che può funzionare
finché non ci butti lo sguardo
e la matta ti ride in faccia e se la volti è solo una matta di colore diverso
ma puoi sempre gettarli e far stampare qualcos'altro
puoi sempre essere qualcun'altro
il/la signor* importanza mi ha detto che potevo essere qualcuno
qualcuno con una qualche lettera maiuscola
un nome facile da ricordare, per me prima di tutto
poteva essere fruttifero in qualche modo, poteva funzionare
persino se fossi andato in totale flop-out
ci si poteva rifare su tragedie ben orchestrate
gloria a buon mercato, di quel tipo insomma
che vale nel successo e persino nella disgrazia
purché s'avesse il modo giusto, e quello si può sempre costruire
persino ricostruire dopo un pronto rilavaggio
solo appena più complesso di un remake-up
farlo calzare in qualche modo, adattarlo agli spigoli della personalità
liquido per un contenitore vuoto, riempirlo a puntino
bypassare le analisi più serie, ma tenersi trasparentemente puliti
per non farsi intercettare dagli organi della buona qualità
purché non si strillasse in modo da mandarlo in frantumi
ma per farsi guardare dal pubblico distribuito comodamente in sala
mentre si dava di matto entro i rigorosi confini dello show
così ti ritrovasti a dire 'dottore, dottore
mi prescriva qualcosa per stare dentro alla vita di qualcun'altro
pretende di essere me ma io giuro, non ho idea di chi sia
e quando viene a bussare alla mia porta non mi riconosco
ma francamente mi sparerei alla testa quasi tutte le volte che mi vedo
e penso di avere tutte le ragioni per non volere sbagliare il colpo
ma nessuno mi vende più proiettili a credito
mentre a pagare mi danno tutt'altro, tranne un proiettile che valga la pistola'
e tuttavia quando mi son ritrovato le guardie a mordermi il culo
a nessuno di quelli che correvano importava chi diavolo io fossi
sembra proprio che contasse solo quanto veloce potevi correre
mentre pensavo di essere capitato semplicemente nel posto sbagliato
e quando mi sono svegliato pretendevo persino che fosse un brutto sogno
o un sogno sbagliato, diciamo il sogno di qualcun'altro
e potevo sempre svegliarmi ed essere qualcun'altro
fintanto che fosse durato il nuovo costume appena comprato
fintanto che fosse durato di trattenere il successivo conato
presto o tardi che sarebbe arrivato, puntualmente annunciato
e quando qualcuno chiamò gli sbirri, e potevo benissimo essere io
per gettarmi fuori di casa l'intruso, e non volevo spiegarmi che fossi io
e quelli mi riconobbero al volo, e poteva benissimo essere stato io
a tentare di far fuori il nemico, temo che fossi in ogni caso io
il mio migliore amico m'aveva tradito malfidamente, prima che riconoscessi ch'ero io
e il mio peggior nemico m'aveva tirato un tiro mancino da capogiro
non volevo ascoltare quando diceva che ero sempre dopotutto io
ma, ali ai piedi, dandomi rapidamente alla fuga
da tutto ciò che invece di appartenermi restandosene tranquillo
mi possedeva, un vero demonio, a suon di acqua trasparente ingoiata spacciandola per santa
e a forza di lenzuola arrotolate per calarsi attraverso lo squarcio
limato attraverso le mie stesse smaltate sbarre, esplose in un delirio di lucidità non richiesta
penso proprio che alla fine decisi di corrermi in soccorso
strapparmi di dosso i rilevatori per chiedere alle macchine come stavo
privando chiunque altro della possibilità di affermare chi si presumeva che io fossi
e da una parte risultavo un matto e dall'altra risultavo perfettamente assennato
e da una parte risultavo completamente bruciato e d'altro canto pieno di potenziale inespresso
come una carta appiattita su un tavolo su cui potesse rimbalzare denaro sonante
meriti in splendore di medaglie o demeriti in forma artisticamente alternativa
quando è calata la ghigliottina stavo esattamente di mezzo
nemmeno un amico a darmi una spallata per spostarmi
ma mi sono accorto di avere gambe ancora ben funzionanti, più per correre che per ballare
e una voce più buona ad urlarmi addosso le indicazioni piuttosto che a fare richieste a qualcun'altro
non c'era, in effetti, nessun'altro a parte me, a tenere così tanto alla mia pellaccia
roba per cui essermi particolarmente - dopotutto – grato
note dello scribacchiatore sottoscritto: no, non è autobiografica.
Suppongo che sia riferibile ad una specie di personaggio da ‘star system’
qualsiasi; e, a questo proposito, è al maschile perché così m’è venuta scritta
e perché francamente piazzare asterischi e quant’altro in giro dappertutto l’avrebbe
resa illeggibile, ma potete prenderla anche al femminile o come vi pare. Bona,
fine delle note potenzialmente inutili, del resto fatevene una ragione, bye.