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Autore: Rei Hino    03/05/2012    7 recensioni
Pochi capitoli per la storia di come Kirk e McCoy si sono conosciuti, dieci anni prima della TOS. Anche se il vero protagonista sarà Gary Mitchell, personaggio che merita di essere qualcosa di più che un'ombra =)
Data la natura del soggetto e il mio amore spopositato per la coppia Jim/Bones, sapete di aspettarvi un alto livello di patetico fluff da latte alle ginocchia, vi avverto! All'ultimo comparirà anche Spock in qualche modo, perché mi sento male a dividere troppo questi tre *^*
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5 – Epilogo
 
Il dottor McCoy, nella sua bella uniforme a maniche corte da infermeria, entrò a passo lento nell’alloggio del capitano, sbadigliando sonoramente e stirando le braccia. Il turno lo aveva abbastanza provato, prima o poi si sarebbe fermato ad analizzare i motivi, pseudo scientifici o mistici che fossero, secondi i quali l’intero equipaggio era portato a fratturarsi ed escoriarsi le più svariate zone del corpo sempre durante le ore del suo turno, sempre e costantemente, quasi lo aspettassero appositamente.
Si tolse le scarpe con un movimento dei piedi distratto mentre gli sovvenne la voce vispa di Jim dal letto
“Ciao Bones”
Mormorò Kirk, sdraiato a pancia in sotto sul materasso, con i piedi sul cuscino e la testa di Spock adagiata sulla sua schiena, anche lui sdraiato, di traverso, sul lettone.
“Leonard…”
Salutò anche il vulcaniano, McCoy rimase qualche secondo spiazzato; tutta la sovraccoperta rossa del letto era invasa da centinaia di fogli scritti, uno dei quali il capitano era anche molto intento ad osservare.
Non ci volle più di qualche secondo per rendersi conto che fossero lettere. Le sue lettere, anzi, le loro.
Aggrottò le sopracciglia e si avvicinò, sorrise
“Come mai state leggendo questa corrispondenza?”
Kirk alzò le spalle
“Mi è tornato in mente quel periodo, Spock si è fatto raccontare un po’ di cose e così…”
“Leonard, vorrei precisare che non ho letto le tue lettere”
Il dottore si sedette su un angolo del materasso e cominciò ad osservare quei fogli, con rinnovata curiosità
“Perché?”
Spock alzò un sopracciglio
“Ho ritenuto opportuno chiedertene prima il permesso, non vorrei risultare irrispettoso per la tua privacy”
Bones ridacchiò
“Quando sei legato telepaticamente a due persone la parola privacy perde un po’ del suo significato!”
Il vulcaniano si alzò seduto, Kirk sembrava non ascoltare nemmeno, troppo concentrato nella lettura di una sua vecchia lettera, a giudicare dalla calligrafia.
“Leonard, come ben sai non ho mai ascoltato le vostre menti se n…”
“Spock era per dire! Non ti serve il mio permesso, ora ne sei parte, siamo parte l’uno dell’altro no?”
Si alzò in piedi e sbadigliò di nuovo
“Ma sei stato molto carino a chiedermelo”
Aggiunse baciandolo delicatamente sulle sottili labbra prima di recarsi nel piccolo bagno
“A me niente? Anche io sono carino!”
Bofonchiò Jim senza alzare gli occhi dalla sua lettera, datata oramai quasi sette anni prima. Il vulcaniano, con la sua tipica curiosità da scienziato, rafforzata dalla volontà di conoscere quelle parole, quei pensieri e quei sentimenti indelebilmente segnati su quella corrispondenza durata quasi dieci anni, cominciò a spulciare tutti quei fogli sommariamente, non sapendo esattamente nemmeno da dove cominciare.
“Uh, questa la devi assolutamente leggere Spock… ho un talento naturale per il sesso, sia a farlo che a scriverlo…”
Jim continuava a mormorare tra sé, racchiuso in un mondo tutto suo. Il vulcaniano alzò un sopracciglio abbozzando un sorriso, non era difficile immaginarsi il contenuto sicuramente vietato ai minori di alcune lettere –un numero sostanzioso di lettere- inviate dal suo T’hy’la a Leonard. Sarebbe stato normale anche adesso, ma dieci anni prima, con Jim ancora così giovane, al suo primo vero innamoramento, con il proprio uomo così lontano, Spock poteva benissimo immaginare, in tale situazione, che cosa dovessero contenere quei fogli di carta e, francamente, era molto ‘curioso’ di leggerli.
 
Lo sguardo tagliente e scuro del vulcaniano si posò poi su delle parole, viste di sfuggita, parole delicate e profonde, vergate dalla mano inconfondibile di Jim.
Era una delle sue prime lettere, all’inizio di quella corrispondenza, Jim era ancora un ragazzino, più giovane di quanto lo lui avesse mai conosciuto.
Eppure, in quelle frasi, in quelle dolci emozioni segretamente rivelate, non trovò nulla che non conoscesse alla perfezione, e sorrise. Non si accorse, stranamente, dell’avvicinamento di Jim sulla sua spalla, ne udì solo la voce
“Disgustosamente sdolcinata…”
Bofonchiò il capitano con una pantomimica smorfia sul viso, ma il vulcaniano scosse il capo
“Stavo per dire profondamente… devota, Jim”
“Oh beh se lo dici tu…”
“Sono parole… è una lettera molto… bella”
Il capitano rimase piacevolmente stupito del sincero complimento da Spock, e in special modo, rimase alquanto deliziato dall’espressione dolce del suo vulcaniano
“Grazie Spock, sei gentile”
Mormorò avvicinando le sue labbra carnose alla guancia spigolosa del suo primo ufficiale
“Io sono sempre gentile…”
Rispose questi cercando di non abbandonarsi troppo facilmente alle lusinghe del Compagno, compito quanto mai difficile –se non impossibile- mentre la bocca di Jim scendeva sul suo collo depositando piccoli baci, intervallati a lievi morsi.
“Sarà stato molto gratificante per Leonard leggere queste parole…”
“Mh…”
Jim non era più molto partecipe della discussione mentre la sua mano, insinuatasi sotto la maglietta nera del vulcaniano, carezzava bramosa quella pelle bollente e le sue labbra erano ora impegnate a intrattenersi con quel meraviglioso lobo appuntito che aveva giudicato sempre troppo appetitoso.
Il primo ufficiale alzò un sopracciglio pensoso
“…e le successive, una corrispondenza di dieci anni avrà dato luogo a molte altre occasioni gratificanti…”
Jim si tirò indietro qualche centimetro e puntò il suo sguardo chiaro in quello tagliente del Compagno, aggrottando le sopracciglia bionde e non riuscì a non sorridere divertito
“Sei geloso, Spock?!”
Il vulcaniano gonfiò il petto
“Non capisco come ti sia venuta in mente una simile idea, Jim”
“Non devi essere geloso, io e Bones abbiamo avuto una... storia a distanza per un decennio, ci vedevamo poco, mentre con te da quando ci conosciamo non ci siamo mai separati per più di qualche giorno!”
Spock sospirò profondamente
“Jim, innanzitutto lasciami dire quanto sia illogica la tua convinzione di una mia gelosia, proprio per i motivi da te appena citati. In secondo luogo permettimi di farti notare che questa tua affermazione non sia esattamente veritiera, in quanto capitò, l’anno scorso, che non ci vedemmo per una settimana…”
“Lo so, è stata terribile, i giorni più bui e tetri della mia intera esistenza…”
Mormorò Jim colto da un’improvvisa quanto teatrale disperazione oltremodo caricata, ma Spock non diede peso all’ironia del Compagno
“Se, come tu sei convinto, la mia fosse gelosia, ti rammenterei infastidito di come in quella settimana non mi scrivesti, né tu né Leonard, nemmeno una lettera. Ma la tua è un’illogica assurda affermazione e quindi non proseguirò tale discussione”.
Jim non poté fare a meno di ridacchiare scuotendo la testa, quasi non ci credeva. Ogni volta che era convinto di conoscere il suo vulcaniano oramai alla perfezione, qualcosa lo stupiva sempre. Era anche oltremodo lusingato da tutto ciò.
 
“Che ridi? Trovato qualche vena poetica imbarazzante?”
Domandò Bones uscendo dal bagno in accappatoio mentre si strofinava un asciugamano bianco sui capelli bagnati, Kirk scosse la testa e afferrò, con un rapido movimento, il suo padd dal comodino
“Meglio, Spock è geloso perché non gli ho mai scritto una lettera d’amore!”
“Ribadisco di non aver mai detto nulla del genere”
“Non serve, hai anche ragione, io sarei geloso!”
Mormorò McCoy, ridacchiando insieme a Jim e andando a sedersi sul letto
“Ok, adesso ti scrivo la più melensa e sdolcinata lettera d’amore che sia mai stata scritta. Ti verranno le carie ai denti!”
Il vulcaniano alzò un sopracciglio, non capendo per quale motivo la sua dentatura dovesse sviluppare una simile infezione a causa di una qualsivoglia lettura, ma non ritenne opportuno chiedere nulla, la conversazione era divenuta già abbastanza surreale.
“Infilaci qualcosa di erotico”
Consigliò Bones sfogliando quei fogli che ornavano il materasso, Jim annuì
“Oh quello nelle mie lettere non manca mai, lo sai bene”
“Oh sì, decisamente…”
“Mi serve un po’ di solitudine, mi ci devo concentrare, torno per cena!”
Disse Jim distrattamente e, senza attendere alcuna risposta, uscì dall’alloggio.
 
 
“E’ andato alla serra?”
Domandò Spock, sapendo già perfettamente la risposta, difatti il dottore annuì
“Già, è oggi l’anniversario”
Lo sguardo celeste scorreva ancora su quei fogli che gli riportavano alla mente mille ricordi e sensazioni
“Crede ancora che non lo sappiamo”
Mormorò il vulcaniano e Leonard sorrise
“Gli piace pensare che sia così…”
Come sempre, da sempre, il capitano stava costantemente bene. In ogni situazione.
Jim andava sempre avanti, con un sorriso in viso e il cuore in pezzi.
 
C’era un’altra ricorrente emozione che scorreva tra i pensieri di Jim segnati su quei fogli bianchi, c’era un altro nome che compariva spesso, spessissimo, fino alla fine di quella corrispondenza. Un nome che per entrambi loro, Spock e Leonard, continuava a rappresentare un quasi mistero.
Entrambi sapevano poco, troppo poco, di Gary Mitchell, una figura che per Jim era stata, ed era ancora, molto importante.
Bones ricordava quei due mesi di dieci anni prima alla base stellare, aveva avuto modo di conoscere quel bruno ragazzo molto poco, ma gli era bastato per apprezzarlo.
Vi si era poi affezionato per via indiretta, per tutte le belle parole che Jim spendeva ogni volta su di lui, lodando le sue qualità, raccontandogli le loro avventure, riportando per filo e per segno tutti i fatti, e tutte le volte che Gary gli aveva salvato la vita.
Lo aveva rivisto forse un paio di volte, di sfuggita, purtroppo non aveva avuto l’onore di poter lavorare con lui, perché quando il dottor McCoy aveva finalmente preso il suo posto sull’Enterprise Gary se n’era già andato.
Jim non ne aveva mai più parlato di quell’incidente e Bones si era ritrovato, in silenzio, a raccogliere i pezzi del suo ragazzo.
 
Spock era stato più a contatto con il signor Mitchell, aveva avuto modo di prestare servizio insieme a lui, seppur per poco tempo, e non era stato difficile notare il legame che aveva con Jim. Non aveva dimenticato nessuno sguardo, nessun sorriso, nessuna parola dei due.
Non aveva dimenticato quanto avesse tentato il Compagno, fino all’ultimo, a salvare l’amico e non poteva dimenticare lo sguardo furioso e ferito di Jim quando lui, Spock, gli aveva comunicato di doverlo uccidere. Non avrebbe mai potuto scordarlo.
Si chiese se Jim lo avesse mai tacitamente incolpato di quanto accaduto, se lo accusasse in qualche modo di non aver fatto qualcosa, lui che era sempre in grado di trovare delle soluzioni, la prima e l’unica soluzione che aveva trovato in quel frangente era stata quella di uccidere il migliore amico del suo T’hy’la.
Senza nessuna difficoltà, perché era la soluzione logica, perché Spock era ancora all’inizio del proprio percorso e non conosceva ancora nemmeno il significato di quelle emozioni.
Non aveva compreso Jim in quella situazione, non gli era potuto essere utile, nemmeno dopo. Ma quel piccolo abbozzo di sentimento che già, eppure, si affacciava dentro di lui, per Jim, gli permise di sentirsi per la prima volta colpevole, gli permise di capire che l’unica cosa che desiderava, che avesse mai desiderato così tanto, era quella di riuscire a comprendere Kirk, il suo nuovo capitano.
 
“Oh guarda un po’…”
Mormorò McCoy porgendogli una lettera, con un dolce sorriso
“…questa è relativamente recente, è la prima volta che mi ha scritto di te…”
Spock osservò il foglio non trattenendo un lampo di curiosità nello sguardo scuro, Bones continuava a sorridere
“Il suo primo giorno da capitano, ti aveva appena visto, e già era… totalmente perso…”
Il viso magro del bel primo ufficiale gli regalò un delizioso sorriso vulcaniano appena accennato, non rispose, continuando a leggere, ma non era necessario; Bones sapeva benissimo che da parte di Spock era stata la stessa identica cosa. E glielo lesse nello sguardo scuro, in quell’esatto momento.
 
**
 
La serra, a dispetto di ciò che si poteva pensare, non era molto frequentata di solito. Era oltremodo raro non trovarci Sulu, questo sì, quel ragazzo aveva una vera passione per la botanica extraterreste e un vero talento per il mondo vegetale in generale. Il giovane giapponese si rinchiudeva sempre in quelle quattro mura appena staccava il turno, o almeno, così capitava prima dell’arrivo a bordo di quel nuovo ragazzo russo.
Jim sorrise tra sé, stringendo tra le mani il padd nero e sedendosi in fondo alla sala.
Vi erano straordinari colori in quel giardino artificiale, fiori e piante di tutti i tipi, provenienti dai più svariati luoghi, frutti prelibati e dolci profumi originari dei più disparati angoli della galassia si amalgamavano perfettamente e contribuivano a creare un’atmosfera rarefatta e delicata.
Un piccolo bosco quasi surreale che respirava nelle profondità dello spazio.
Il capitano vi si recava poche volte in verità, ma quel giorno era particolare.
Si sedette sul freddo pavimento grigio, a gambe incrociate, poggiando la schiena al muro dietro di lui. Sorrise alzando lo sguardo su quel piccolo alberello dalle foglie bluastre che si stagliava innanzi a lui, con i suoi piccoli rami abbelliti da graziosi fiori argentati inodore.
Non rammentava da quale pianeta provenisse, nonostante Gary gliel’avesse ripetuto tante di quelle volte, non riusciva proprio ad entrargli in testa quel nome curioso composto da fin troppe consonanti per essere pronunciabile. Rammentava solo che a Gary piaceva moltissimo ed era l’unica cosa che di lui gli era rimasta. Non aveva neppure potuto recuperare il corpo del suo migliore amico, era stato costretto ad abbandonarlo su quel pianeta sperduto.
Non era facile non pensare a quel disastroso incidente, non era facile non versare qualche lacrima in quella giornata particolare, quando tutto ritornava a galla prepotentemente.
Vi era rabbia, vi era tristezza, ma non vi era senso di colpa, e non perché avesse agito semplicemente nell’unico modo possibile, non perché fosse stato logico, non perché non vi erano state alternative.
Non vi era senso di colpa perché qualsiasi creatura si nascondesse dietro quegli occhi argentati e inquietanti che aveva combattuto, semplicemente, non era Gary, non più.
Qualsiasi cosa avesse ucciso su quel pianeta non era il suo migliore amico, suo fratello, la persona che sarebbe morta volentieri per proteggerlo, come tante volte aveva dimostrato.
Dovunque fosse stato Gary, il vero Gary, in quei momenti, mentre il suo corpo veniva usato per ferirlo, tutto ciò che era Gary era dalla sua parte, e lo aveva protetto, come aveva sempre fatto.
Come, forse, tutt’ora continuava a fare, dovunque fosse.
 
Un piccolo bocciolo argentato, sul ramo più alto del giovane albero, si schiuse quasi timidamente, davanti allo sguardo chiaro del capitano e Jim sorrise di nuovo, annuendo
“Lo so, sei sempre qui…”
Mormorò, quasi tra sé, raccogliendo il padd e la penna da terra.
E ci credeva davvero, dovunque Gary fosse non sarebbe mai venuto meno alla sua promessa; sarebbe stato al suo fianco, in ogni avventura, come avevano sempre immaginato, fin da ragazzini.







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Mamma mia quanto cavolo sono sentimentale, e lo so, ho dovuto inventare questa cosa  abominevole e banale perché dovevo cercare di chiudere, non dico col lieto fine, perché sappiamo che fine ha fatto Gary, ma almeno in maniera un po' positiva, o avrei perso il sonno!  
Ok volevo fare la 'prima volta' di Jim e Bones ma ho avuto paura di me stessa e del risultato disturbante che poteva uscire XD Altro che carie ai denti, avrei provocato una grave forma di diabete, non era il caso!
La smetto di sparare ca**ate e chiudo con i doverosi ringraziamenti a tutti coloro che hanno letto, hanno messo la storia tra i preferiti, i seguiti (queste due cose proprio NON me le aspettavo XD), un grazie speciale alle commentatrici (unite dalla voglia di sbattermi la testa sulla tastiera XD). Un bacio a tutto il fandom e a risentirci presto! ^^
   
 
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