Film > Cappucetto rosso sangue
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Autore: Zsadist    04/05/2012    11 recensioni
-Hen... ry?- balbettò Valerie sorpresa.
-Posso entrare?- domandò gentilmente il giovane Lazar.
Lei aprì maggiormente la porta per farlo entrare senza fiatare. Era tornato a Daggorhorn sia il Lupo che... il cacciatore. Ma perchè la sua vita doveva sempre essere piena di complicazioni?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per prima cosa volevo assolutamente ringraziare coloro che hanno recensito il primo capitolo:

MakinaKeki
JLullaby
_Love Bites_
davey
_click


Grazie di cuore! Siete state tutte gentilissime e soprattutto molto pazienti visto che il secondo capitolo lo posto solo ora...




Capitolo 2: Incontro

 
Quando riaprì gli occhi, Henry, ci mise un po’ prima di ricordare cos’era accaduto. Era andato a trovare Valerie, poi era arrivato Peter ed infine la ragazza l’aveva… colpito. Ma per quale motivo? Pian piano, il ragazzo si mise a sedere, la testa gli girava, così optò per aspettare ancora un attimo prima di alzarsi completamente. Strinse tra le mani la coperta che copriva il letto della ragazza, e si ritrovò ad immaginare come sarebbe stato il suo futuro se fosse diventato suo marito. Scacciò quasi subito quel pensiero. Se fosse rimasto a Daggorhorn non sarebbe mai riuscito a diventare più forte. Sarebbe rimasto il codardo che era scappato lasciando che il Lupo uccidesse suo padre. No. Era stato meglio così.
 
-Ti sei svegliato?- domandò Valerie sorridendo mentre entrava in casa.
 
Henry la fissò accigliato. Stava scherzando, vero? L’aveva colpito con un vaso ed ora pretendeva di trattarlo come se non fosse accaduto nulla?
 
-Perché l’hai fatto?- chiese lui guardandola attentamente.
-Eh?- Valerie si fermò improvvisamente.
-Smettila- la rimproverò immediatamente il ragazzo –Non trattarmi come se fossi un ingenuo-.
 
La ragazza sorrise mestamente, era cambiato il giovane Lazar e non mancava di farglielo notare ad ogni istante. Si avvicinò a lui e stando attenta gli si accomodò a fianco. Era tesa ed anche se tentava in tutti i modi di mostrarsi tranquilla, non riusciva ad evitare di mordersi nervosamente il labbro inferiore. Una brutta abitudine che aveva sempre avuto sin da bambina. Giocherellando con un lembo del grembiule, Valerie prendeva tempo cercando di inventarsi una qualsiasi versione accettabile della verità. Si. Perché la verità poteva assumere tantissime sfaccettature, la cosa importante era trovare quella che più si adattava all’occasione. Sospirò.
 
-Mi dispiace davvero molto Henry- sussurrò lei chinando il capo mostrandosi completamente colpevole.
-Questo non spiega il motivo però- insistette il ragazzo prendendole una mano e stringendola a sé.
-Sono così sbadata negli ultimi tempi- confessò Valerie –Brucio la cena, dimentico i panni stesi fuori e mi cade tutto dalle mani-.
 
La stretta del Lazar si fece più forte, e Valerie trattenne a stento un lamento per il dolore. No, quel punto di vista nell’accaduto sembrava non sortire il giusto effetto. Pensa Valerie, dannazione, pensa! si maledisse cercando di far leva a tutta quella buona inventiva che da bambina l’aveva salvata da molte punizioni.
 
-Va bene- si arrese la ragazza guardandolo in volto –Ho avuto paura-.
-Paura?- ripeté Henry inarcando un sopracciglio ed allentando leggermente la morsa sulla mano candida di lei –Di cosa?-.
-Dannazione Henry!- imprecò Valerie alzandosi di scatto in piedi strofinandosi ripetutamente la mano liberata con l’altra, quasi a volersi assicurare che fosse davvero svincolata dalla presa del suo ex fidanzato –Hai giurato di uccidere Peter! Cosa volevi che facessi?-.

Henry la fissò tranquillo, la studiò attentamente ed infine scosse la testa. Sorrise nel notare che il movimento del capo non gli aveva provocato alcun senso di vertigine. Si alzò ed ignorando i richiami della bionda raggiunse la porta, la aprì e la richiuse alle proprie spalle. Sarebbe tornato in quella casa solo in caso di necessità promise a sé stesso. Henry svoltò l'angolo per andare a recuperare il suo cavallo, si passò una mano tra i capelli sospirando.

-Ma che diavolo...- imprecò Lazar bloccandosi di colpo.

La parete della casa di Valerie era imbrattata di sangue e là dove una volta c'era uno splendido castrone baio ora c'era unicamente un ammasso di resti di carne grondanti di fluido rosso. Si portò la mano alla bocca e si girò velocemente.

-Peter...- ringhiò furioso il ragazzo.
-Si?- domandò una alle sue spalle.

Henry si voltò nuovamente verso la casa e lo vide. Peter. Il Lupo. Il suo nemico. La rabbia lo percorse e stringendo i denti gli piombò addosso afferrandolo per il colletto della maglia nera.

-La pagherai per questo- minacciò Lazar.
-Credevo che prendere il posto di Padre Solomon ti avesse reso più intelligente- replicò l'altro ragazzo sogghignando -Anche se per ipotesi io fossi il Lupo, siamo in pieno giorno come avrei potuto fare una cosa del genere?-.

Henry allentò la presa appena quelle parole assunsero una consapevolezza. A malincuore doveva dargli ragione. Non poteva essere stato un lupo mannaro a combinare quel macello, non senza la luna piena.

-La pagherai per tutto quello che hai fatto- ritentò con tono risoluto Lazar tentando di ignorare il leggero calore alle guance sinonimo del suo sicuro rossore.

Peter rise. Quel ragazzo di buona famiglia era stato nel periodo in cui da piccolo aveva sostato a Daggorhorn motivo di invidia finché non aveva incontrato Valerie, una ragazzina libera e selvaggia quasi quanto lui, poi erano passato molto tempo prima di tornare in quel villaggio, ed aveva ripreso a stuzzicare e rincorrere la bionda finché il giovane Lazar non era tornato ad intralciare la sua strada sottoforma stavolta di futuro marito della bionda. Ed ora? Cos'era ora per lui Henry? Un divertimento unico nel suo genere. Giocare con lui era eccitante. Era come avere a che fare con la morte in persona, beh una versione della morte che si imbarazzava facilmente.
 
-Non ho ucciso io tuo padre- dichiarò tranquillo Peter fissandolo negli occhi, non ne aveva un vero motivo, ma voleva che almeno per quel reato Henry non lo incolpasse.
-Dovrei davvero crederti?- domandò rabbioso l’altro –Le tue mani sono sporche del sangue di molte persone. Su di te aleggia l’odore della paura che hai provocato nelle persone che ti stavano accanto-.
 
Se in un primo momento Peter aveva trovato divertente lasciar credere al cacciatore di poterlo catturare così facilmente, ora iniziava a stancarsi. Doveva rimettere in riga il giovane Lazar e ritracciare quella linea che indicava chi di loro era il migliore. Sorridendo sinistramente, il ragazzo dai capelli neri con un movimento secco lo colpì in fronte usando la testa, afferrò le braccia dell’avversario che nel frattempo colto alla sprovvista aveva allentato la presa e lo allontanò da sé. Con il gomito lo colpì allo stomaco ed infine mentre Henry si piegava lo agguantò per la camicia e lo spinse contro il muro della casa.
Lazar annaspò leggermente in cerca d’aria, era successo tutto così in fretta che ancora faticava a capire come avesse fatto a ribaltarsi a quel modo la situazione. Strinse i denti ed imprecò quando la mano fredda di Peter gli cinse il collo. Aveva paura. In quelle iridi scure vedeva un pozzo senza fine, sembrava quasi che potesse risucchiargli l’anima. Da parte sua, Peter sentiva la soddisfazione di quella piccola vittoria. Si leccò le labbra e per un attimo bramò di poter affondare i propri denti in quella vena che pulsava sotto la sua mano. Il sangue che scorreva sotto la pelle di Henry e quel lieve odore di terrore era terribilmente seducenti. Avvicinò lentamente le labbra all’orecchio del ragazzo ed inspirò il profumo di sapone della pelle.
 
-Vuoi davvero uccidermi?- domandò lui semplicemente.
-S-si- sussurrò Henry mentre piccole gocce di sudore gli scendevano lungo i lineamenti del viso.
-Provaci- lo provocò Peter –Ti aspetterò al fiume questa sera- aggiunse con voce roca.
 
Lentamente si allontanò e lasciò andare il giovane Lazar. Lupo. Cacciatore. Che differenza c’era? Entrambi bramavano il sangue della propria preda. Sogghignando Peter si allontanò tra gli alberi e si ritrovò a guardare i frammenti di cielo visibili tra le cime di quei fusti sperando che giungesse presto la notte per poter avere di nuovo tra le mani Henry.
   
 
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