Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Ricorda la storia  |       
Autore: endlessharold    04/05/2012    24 recensioni
Canada.
Justin, Becky e il bullismo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



justin.

Vedo tutto nero, quasi sfocato, il mio stomaco si sta trasformando in carne trita per il ragù.
L'ennesimo pugno mi attraversa l'intestino, sono piegato in due in un angolo del cortile della scuola, senza forze. La gente mi passa accanto come nulla fosse, ormai sembra essere un'abitudine vedermi in questo stato. Sento un nauseante sapore di sangue in bocca, continuo a sputare saliva alternando respiri faticosi.
«Dammi i soldi del pranzo, idiota!» i miei timpani si frantumano a questa esclamazione, per un semplice motivo.
Non ho i soldi del pranzo, ma ovviamente non mi crederanno. Non rispondo, resto in silenzio, posso recuperare fiato tra un pugno e l'altro. La testa mi gira, mi sento debole, ma sono solo, in un angolo con calci e pugni che piano piano mi stanno distruggendo.
«Cosa fai, non rispondi? Hai paura?» una mano con un guanto di pelle nera mi prende per i capelli e mi rialza, a mala pena riesco a stare in piedi.
Resto in silenzio, desidero solo essere lasciato in pace, come tutti gli altri ragazzi, ma invece no, io sono nel mirino di molti ragazzi per divertirsi, per sfogarsi, per far colpo su una ragazza mi usano come sacco da box.
«Questo frocetto le ha prese per bene, andiamocene Becky, così impara a non darti i soldi» dice uno dei ragazzi, prima che questa Becky mi lasci cadere a terra e con un calcio dritto nello stomaco mi lascia dolorante nel mio solito angolo, nell'indifferenza di tutti. Li vedo allontanarsi, faccio fatica a tenere gli occhi aperti, il dolore è atroce, penso mi abbiano spaccato un braccio e ridotto in poltiglia l'intestino. Ma ormai ci sono abituato, lo fanno praticamente tutti i giorni e non oppongo resistenza. Se vi state domandando perchè non reagisco, vi rispondo subito.
Non reagisco perchè loro sono in cinque e io da solo.
Non reagisco perchè ormai pestarmi è diventato il loro hobby e non ho forze per rispondere.
Non reagisco perchè la mia vita non potrebbe andare peggio di così.
L'unico momento in cui posso stare tranquillo è la casa, dentro quelle quattro mura mi sento al sicuro, come ogni ragazzo no? Vengo identificato "il ragazzo strano" solo perchè mi piace studiare, ho voti alti e amo il viola. In questa società ti disprezzano per ogni cosa, anche se hai un calzino di colore diverso dall'altro, questa generazione fa davvero schifo. Oh, dimenticavo, mi chiamo Justin, sono al secondo anno e sono vittima di bullismo.


becky.

«Sei stata grande Becky, ci penserà due volte a non darti i soldi del pranzo la prossima volta.» mi dice Thomas, il mio migliore amico di pestaggio, o forse l'unico che non ha ancora sentito il sapore del mio gancio destro sui denti, per quello mi lecca il culo.
Non ho amici, mio padre dice che li faccio scappare tutti per il mio modo di fare rozzo e da maschio.
Mio padre non mi conosce, per tutte le volte che mi hanno sospesa dovrebbe aver capito che sono fatta così, picchio perchè mi piace farlo e mi faccio rispettare.
Hanno tutti paura di me e dei quattro scagnozzi che mi stanno attaccati al culo giorno e notte solo per non rischiare un pestaggio dalla sottoscritta, non sono mica scema, le vedo le cose.
«Gli conviene, mi prudono ancora le mani, dopo pranzo gli do una bella lezione, giusto per rinfrescargli la memoria.» dico schioccando le dita.
Okay, mi devo presentare? Sono davvero così interessante?
Mi chiamo Rebecca, Becky per gli amici anche se non ne ho, odio il mio nome, fa schifo, mi sa tanto di troietta di turno sulla tangenziale qui vicino, sono al quarto anno del college e amo ridurre i mocciosi sfigati delle merde schiacciate sul pavimento.
La mia storia è come tutte le altre, non ho una madre, vivo con mio padre che di me se ne fotte amaramente, sono cresciuta da sola e cazzate simili che mi scoccio di raccontare. Tutti mi conoscono come BeckyLaPestaMocciosi, nessuno sa del mio vero nome, apparte voi ovvio. Onestamente del mio aspetto fisico non me ne fotte un emerito cazzo, sono così e così resto, odio tutta quella terra che si mettono alcune ragazze in faccia che sembrano orti ambulanti, amo vestire di nero e non vado mai in giro senza la mia bandana e i miei guanti di pelle nera.
Entro nella mensa affiancata dai miei quattro "amici", subito un tavolo si libera, mi siedo, metto i piedi sul tavolo, nessuno mi dice niente, sanno cosa succede se osano dirmi quello che devo fare.
Un ragazzino cicciotto e basso si avvicina a me porgendomi intimorito il vassoio con il cibo, lo prendo.
«Per questa volta evito di pestarti, ti è andata bene.» dico senza guardarlo in viso.
Quest'ultimo scappa via spaventato verso il suo tavolo, il tavolo su cui sono seduta è libero, intorno non c'è nessuno, devono starmi tutti lontani quando pranzo.
E se non vi è chiaro, la scusa del pranzo con quel ragazzo, mi pare si chiamasse Biever o robe simili, era solo una bellissima scusa per far passare il tempo prima dell'ora di pranzo, fantastico.
Scarto la forchetta bianca plastificata dalla pellicola trasparente in cui è rinchiusa buttandola dietro di me, quando le porte a vento della mensa si spalancano di nuovo, facendo emettere dei piccoli gemiti dalle ragazze nell'edificio.
E' Jason McFlorew, del quinto anno, definito uno dei più cool della scuola, si è portato a letto l'intero istituto, tra un po' anche la preside e le bidelle, e ho una "cotta" per lui da qualche mese, ma non ci do molto peso, tranne per il fatto che ogni volta che cerco di farmi notare finisco sempre con il picchiare qualcuno mentre lui passa per il corridoio o sistema lo zaino negli armadietti.
L'amore fa schifo, una delle cose più nauseanti che io abbia mai visto, finirà presto sotto la lista dei bambocci da pestare, mi irrita facilmente.
Si salva solo perchè ha un viso fascinoso, niente di che, di ragazzi non me ne intendo e così deve essere.
Noto con la coda dell'occhio una piccola ombra entrare nella mensa, è quel Beaver o come cazzo si chiama, con due ragazzini che lo affiancano, e sembra felice.
E ci tengo a precisare una cosa, io odio vedere le persone felici dopo averle pestate.
Gli lascerò un post-it sull'armadietto, è uno dei miei bersagli preferiti durante l'anno, si fa sempre pestare, non devo neanche minacciare, e appena finisco di pranzare i mie pugni ed i miei calci non vedono l'ora di spaccargli lo stomaco e l'intestino per l'ennesima volta.







look at me now.
non ce la facevo, non scrivere mi fa stare male çç.
così ne ho iniziata una nuova, tanto per, lol.
spero di avere visite e recensioni come nelle ff precedenti,
o magari di più. So che le mie ff sono sempre
un po' particolari, ma meglio essere originali che
monotoni no? E questa ff non è come tutte le altre.
Spero ci piaccia e mi seguiate:)
Mi lasciate una recensione se leggete?
Non costa nulla e mi fareste davvero contenta uù.
*occhidolci* dai dai, ci conto!:)
un bacione, arianna.

@ciastin on twittah.
  
Leggi le 24 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: endlessharold