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Autore: xXx Veleno Ipnotico xXx    05/05/2012    3 recensioni
Questa storia è nata puramente per caso, in seguito ad una scommessa con una mia amica! Chi ma avrebbe detto che sarebbe finita su EFP?!
La storia narra principalmente di due due personaggi: Fred Weasley e Elizabeth, un nuovo personaggio (che avrebbe la stessa età di Ginny, per intenderci ^^).
Si svolge brevemente in sei dei sette anni di scuola di Elizabeth, anche se più particolarmente nel suo quarto anno (Ordine della Fenice) e nel suo sesto (Doni della Morte).
Elizabeth è una ragazza silenziosa, di poche parole.. Ma presto conoscerà l'unica persona che sarà in grado di farla sorride, divertire e scherzare! L'unica peronsa che amerà con tutta se stessa. Dal primo momento, fino a l'ultimo. Ma il male, purtroppo, sta sorgendo nuovamente..
-Storia revisionata fino al capitolo 3-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La battaglia si era conclusa. Harry ne era uscito vincitore, e il mago oscuro più potente di tutti i tempi era morto.

Molte persone avevano perso la vita quel giorno. Una, però, non sarebbe mai morta veramente, perché le persone muoino solo quando noi le dimentichiamo! E come mia madre, che dopo tutti quegli anni era ancora viva dentro di me, Fred non se ne sarebbe mai andato! Sarebbe rimasto accanto a me, per sempre!

Gli ultimi mangiamorte rimasti in vita erano sati scortati immediatamente ad Azkaban. Nessuno avrebbe mai saputo chi di loro avesse ucciso Fred. E se pure fosse stato, non sarebbe comunque tornato in vita! Fu per questo che non mi sentii affatto diversa quando vidi Alecto tra i mangiamorte arrestati. Non c’era nessun testimone dell’accaduto, né tanto meno ero in possesso di prove, eppure qualcosa mi diceva che lei, in qualche modo, era colpevole. Il suo sorriso compiaciuto mentre posava il suo sguardo vuoto su di me, la sua sicurezza nonostante di li a poche ore fosse stata rinchiusa in una prigione dalle impossibili vie di fuga... Erano solo coincidenze? Io non ci credevo.

La Sala Grande, ora, era popolata della persone rimaste in vita. Era rincuorante vedere tutti quei sorrisi! Finalmente, dopo anni, la gente poteva tornare a sorridere. Fred lo diceva sempre: la vita non vale la pena di essere vissuta, senza risate!

<< Ciao, Elizabeth... >> la voce sognante di Luna mi fece distogliere lo sguardo dalle macerie che popolavano il cortile appena fuori la Sala Grande.

<< Luna! >> esclamai felice di vederla << St-stai bene! >>

Non l’avevo più vista dopo quella volta nella stanza delle necessità. A pensarci bene, non avevo più rivisto molte persone. Chissà se ce l’avevano fatta tutti!

<< Oh... Un mangiamorte abbastanza grosso ha tentato di uccidermi parecchie volte. >> disse lei, senza nemmeno cogliere la gravità del fatto << È stato divertente correre per tutto il castello. Era po’ come trovarsi sotto assedio! >>

Io la guardai stralunata << Luna... Eravamo sotto assedio! >>

<< Mmmh... >> fece lei dubbiosa << Lo avevo sospettato! >> poi iniziò a parlarmi di una cosa riguardante le rape, e gorgosprizzi, ma la mia attenzione era stata catturata da qualcos’altro. O meglio: qualcun altro!

George era seduto in terra, contro una parete della sala parecchio diroccata. Teneva una gamba piegata e l’altra stesa in terra, lo sguardo perso davanti a lui.

<< Lu-luna... >> la bloccai cercando di non essere sgarbata << È molto interessante, ma... Puoi scusarmi un momento? >>

<< Certo! >> esclamò lei come se non fosse accaduto niente << Devo ancora trovare parecchie delle mie scarpe! >> e saltellando prima su un piede e poi su un altro, se ne andò.

Mi avvicinai con passo incerto a George, che nemmeno si accorse del mio arrivo, o almeno così mi fece credere. Rimasi in piedi a fissarlo per alcuni secondi, poi mi sedetti accanto a lui, anche io senza dire nulla.

Non so quanti minuti passarono, ma lui continuò a fissare qualche punto impreciso davanti a se, e lo stesso feci io, anche se qualche volta il mio sguardo ricadeva su di lui. Erano così uguali... Eppure così diversi! Sapevo benissimo come si sentiva: non gli importava di chi aveva attorno, di chi gli parlava... Non gli importava più di nulla, ormai. Ed io non potevo biasimarlo. Erano gemelli! Chi, “meglio” di lui, poteva provare quel dolore?! Fred era una parte di se, lo era stato fin dalla nascita, eppure ora glielo avevano strappato via. Glielo avevano tolto così prematuramente... Me lo avevano tolto così prematuramente!

Improvvisamente si mosse, distogliendo lo sguardo dal quel punto che aveva tutta l’aria di essere Gazza che spazzava tra le macerie, rivolgendo i suoi occhi d’ambra su di me.

Mi guadò a lungo, poi aprì la sua mano destra e fece scivolare nella mia qualcosa di caldo simile ad una piccola catena. Era il ciondolo di Fred!

Il cuore iniziò nuovamente a martellarmi il petto, mentre un’orribile sensazione di vuoto mi avvolgeva, facendo nuovamente in modo che i miei occhi si velassero di lacrime. 

<< La stringeva tra le mani. >> disse senza lasciar trapelare alcun emozione << So che voleva dartela. Ti aveva fatto una promessa. >>

Io non dissi nulla. Mi portai una mano a gli occhi e gli asciugai come una bambina. Era il ciondolo più bello che avessi mai visto! Era tutto ciò che di materiale mi rimaneva di lui!

<< È davvero bello! >>

Mi voltai verso George sorpresa. Per un attimo aveva accennato un sorriso, che purtroppo, però, si era subito spento.

<< Lo penso anche io! >> esclamai in tono dolce. Fissai quel ciondolo per altri secondi, poi lo feci girare attorno al mio polso come diversi mesi prima aveva fatto Fred.

Non parlammo più dopo di quello, e in fondo fu un bene, perché nessuno dei due avrebbe mai saputo cosa dire, eppure né io né lui ci spostammo da quella posizione. Anche se non potevo essere sicura, sapevo che George voleva esattamente quello che volevo io: entrambi desideravamo stare in silenzio, senza parlare, come se fossimo stati soli, eppure volevamo accanto qualcuno che ci avesse capiti, che ci avesse ascoltati se avessimo avuto qualcosa da dire, ma che fosse stato in silenzio se non avessimo avuto voglia di parlare!

Rimanemmo seduti in quella posizione per minuti, ore... Entrambi con lo sguardo fisso avanti a noi. 

Ormai il nuovo giorno aveva già rimpiazzato quello vecchio, eppure la sensazione di vuoto, di incompletezza, non mi abbandonava. Ed io sapevo che non lo avrebbe fatto per molto e molto tempo! Però dovevo continuare a vivere. Dovevamo... Per lui!

La figura tonda di mio padre si avvicinò titubante a noi << Elizabeth... È meglio andare! >> io lo guardai senza rispondere, cosa che lo fece parecchio rattristare. Ormai si era abituato ad una me più aperta, sorridente... Che temeva profondamente che questi ultimi avvicendamenti mi avessero fatto tornare quella di un tempo. La piccola Liz chiusa al dialogo, che non sorride, che non si diverte...

<< Ti... Ti aspetto fuori. >>

Lo guardai allontanarsi sempre senza dire nulla, mentre George sembrava addirittura non essersi accorto della sua presenza.

Cercai di reprimere le ultime lacrime. Era difficile: il nodo alla gola mi impediva addirittura di deglutire, eppure dovevo farcela. Dovevo essere forte!

Feci per alzarmi, quando qualcosa me lo impedì. Fu strano, perché si trattò di qualcosa di delicato. Una cosa che, dopo tutto ciò che era accaduto, non mi sarei mai aspettata: George mi prese la mano sinistra, intrecciando le sue dita con le mie. Quel tocco mi fece rabbrividire. Era così simile a...

Non mi guardò, non mi parlò, eppure il suo messaggio era così chiaro!

Strinsi la sua mano quanto lui stava stringendo la mia, e senza dire nulla riallungai le gambe nello stesso modo in cui erano stese precedentemente.

Ci sarebbe stato il tempo per ritornare a casa, ma in quel momento desideravo solo stare lì. In silenzio, magari, senza guardare qualcuno di preciso, ma era lì che volevo stare. Con l’unica persona che poteva capirmi!

Magari un giorno avrei superato anche questa perdita. Magari, un giorno avrei ritrovato il mio sorriso. Quello stesso sorriso al quale piaceva terribilmente giocare a nascondino con il mio volto!

Per il momento, però, non volevo pensare a nulla.

Chiusi gli occhi e piegai la testa sulla sua spalla. Magari, proprio in quel momento, Fred e mia madre erano vicini. Magari stavano chiacchierando allegramente! 

Quel pensiero mi fece debolmente sorridere, mentre una lacrima cristallina prendeva forma alla fine dell’occhio, per poi correre leggera lungo la mia guancia.



Ed eccoci arrivati all’epilogo! ^^  So che vi ho fatto aspettare davvero tanto, ma credetemi che è stato davvero un periodo pesante per me, tra scuola, casa e tutto il resto! Spero di non avervi delusi e spero che questa storia vi sia piaciuta! ^^

Ci tenevo inoltre a ringraziare tutti coloro che l’hanno recensita, in particolare Kirai, che non si è persa nemmeno un capitolo! ^^

In più grazie a tutti quelli che l’hanno messa tra le preferite, le seguite e le ricordate! Avrei voluto ringraziarvi uno ad uno, ma siete veramente tanti! ^^”

Spero di vedervi in qualche altra mia storia, ma per ora.. Grazie e alla prossima! 

Con affetto xXx Veleno Ipnotico xXx

   
 
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