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Autore: Mimi18    05/05/2012    12 recensioni
«Beh, ti ho sempre trovato carina, Sakura-chan, e anche la tua fronte fa parte di te».
Sakura sbatte le palpebre ripetutamente, mentre vede andare in frantumi l’unico ricordo romantico che condivideva con Sas’ke-kun - e questo, stranamente, non la stupisce.
«E vorresti baciarla?»
Ora Naruto è bordeaux, e prima che lui possa solo pensare di avvicinarsi e baciarla davvero, Sakura lo tramortisce.
(Vincitrice del first NaruSaku Spring Contest indetto dal forum NaruSaku - Promise of a lifetime).
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sakura


Sakura si piega su se stessa, le ginocchia nude sfregano contro il pavimento di legno e forse un po’ si sbucciano. Quando si alzerà, vedrà del sangue da pulire e delle ferite da medicare, ma in quell’istante non le importa: allunga la mano più che mai sotto il letto, tocca delle palle di polvere che si infrangono contro le sue dita e poi, per ultimo, qualcosa di morbido. Morbido e conosciuto.

Lo tira verso di sé con decisione, sollevando la testa e battendo contro l’asse del letto. Mugugna di dolore, quasi riderebbe di sé, ma poi nota cosa il suo aspirapolvere ha quasi rischiato di rovinare e si ammutolisce. Poche volte a Sakura un oggetto ha procurato una nostalgia quasi fastidiosa nel petto, di quelle che non se ne vanno e rimangono sullo stomaco fino a che qualcosa non le sostituisce.

Tiene tra le mani sporche una vecchia, vecchissima e tarlata felpa arancione. È grande, di almeno tre taglie più larga delle sue, ed invernale. Ha un’aria vissuta quella felpa, e le bordature nere sono quasi del tutto scucite e scolorite dal tempo.

Tocca la morbidezza e pensa che quella è rimasta immutata, nonostante gli anni passati sotto quel letto. Con il dito traccia il sentiero della cerniera - quante volte era stata proprio lei ad abbassarla? -  e sorride mente i ricordi le invadono la mente.

C’è una bocca affamata contro la propria, una voce soffocata dalle sue mani perché lui era sempre stato troppo rumoroso, poi c’è quell’angolo di letto contro cui sbattevano sempre o il tappeto già impacchettato nel quale inciampavano prima di buttarsi addosso e baciarsi, annusarsi, leccarsi e parlarsi sconclusionati.

Sorride, Sakura, ma gli occhi sono così lucidi che se Ino la vedesse la sgriderebbe. Oh, già se le vede le mani sui fianchi ora più pieni della ragazza, vede il suo cipiglio seccato, vede il suo ventre rotondo, vede tutto quello che lei ancora non era riuscita ad essere.

Se la stringe al petto quella felpa, e forse contro la pelle nuda la farà sudare un po’, ma Sakura sorride ironicamente. Ricorda chiaramente quando sua madre le diceva che le pulizie di primavera portano a galla un sacco di pensieri, ed ora lei ci è immersa. Fino al collo.

Strano come la primavera fosse sempre presente nei momenti più importanti della sua vita, strano davvero.

 

«Voglio l‘estate», dice Sakura allungando i piedi oltre il cornicione, e Naruto al suo fianco ghigna divertito.

Segue la linea del collo fine della giovane da quando un’ora prima lei ha accettato di fargli compagnia, a prendere aria fresca e allontanarsi per un po’ dagli allenamenti - e da Sas’ke - e c’è una riga di sudore che lo fa deglutire ansioso, desideroso, più uomo, con voglie più adulte.

Vuole leccargliela via, e Sakura lo sa. Lo sente il prepotente desiderio di Naruto, in quel misterioso mese di Maggio che non ha nulla di primaverile. I ciliegi sono morti da tempo, sfioriti ancor prima che Sakura potesse vederli come ogni anno, perché «Probabilmente Sas‘ke è stato visto al Villaggio della Nebbia». Solita notizia priva di fondamento, dalla morte di Jiraya-sama, solita illusione che terminava in un pianto ed una promessa che era diventata soffocante, pesante.

Sakura lascia dondolare le gambe al di là del cornicione, il vento le colpisce i capelli e li fa svolazzare. Un profumo di fiori invade le narici di Naruto, e lui sa che quello è l’odore naturale di Sakura: la kunoichi non ha bisogno di lavorare in un negozio di fiori per avere su di sé il profumo dei ciliegi. Gli fa girare la testa; è il profumo che porta con sé un sacco di cose, dall’amore alla tristezza, al semplice desiderio di un affetto cresciuto troppo grezzamente.

«Forse dovrei far crescere la frangia», esordisce proprio lei in quell’istante, afferrando tra indice e pollice una ciocca di capelli rosa. Arriccia le labbra lucide di saliva - Naruto deglutisce - e poi punta i suoi grandi occhi verdi in quelli azzurri di Naruto. «Tu che dici?»

Nota lo scompiglio nello sguardo di Naruto: è un cielo che infuria una tempesta di idee, e sa che lui vorrebbe dirle qualsiasi cosa. Forse che è bellissima, o forse che potrebbe lasciarli crescere perché sarebbe ancora più bella, o forse vorrebbe dirle tutto e niente, che è bellissima così com‘è, la sua Sakura-chan. E le si imporporano le guance, anche se la voce di lui non l’ha ancora udita.

Naruto si morde il labbro, arriccia la fronte, poi la stende. Infine, prende un gran sospiro.

«La frangia coprirebbe la tua fronte; a me la tua fronte piace», è rosso come un pomodoro, così diverso dal  Sas’ke quel giorno di tanti anni prima aveva amato la sua fronte, in un momento in cui era apparso così simile… a Naruto.

Sakura spalanca gli occhi verdi. Li sgrana, tanto, tantissimo, e poi l’afferra per la collottola e lo attira a sé.

«ERI TU!»

Naruto non finge nemmeno di non capire, né gesticola. Distoglie solo lo sguardo imbarazzato, ma sembra quasi felice. Lei l’ha riconosciuto, vuol dire che Sakura ha imparato a conoscerlo, che non sa di lui solo che ama il Ramen e le cose a forma di rane, ora Sakura-chan sa anche riconoscerlo.

«Beh, ti ho sempre trovato carina, Sakura-chan, e anche la tua fronte fa parte di te».

Sakura sbatte le palpebre ripetutamente, mentre vede andare in frantumi l’unico ricordo romantico che condivideva con Sas’ke-kun - e questo, stranamente, non la stupisce.

«E vorresti baciarla?»

Ora Naruto è bordeaux, e prima che lui possa solo pensare di avvicinarsi e baciarla davvero, Sakura lo tramortisce.

Dovrebbe odiarlo per averle rovinato un simile momento, ma vede solamente l’innocente amore che brucia in quello sguardo. Così diverso da quello che incendia i suoi occhi, quando pensa a Sas’ke…

 

Le viene quasi da ridere. Quasi, perché la malinconia invade i suoi occhi di un verde sempre luminoso, sempre così vivo, che nonostante tutti quegli anni arricchiti dal sangue non sono riusciti a spegnere.

Si alza in piedi, e le ginocchia sono davvero segnate e sbucciate. Ridacchia, si sente una bambina, mentre la voce di sua madre le chiede se ha finito con gli scatoloni. Sono tanti gli scatoloni di Sakura, eppure la sua camera non era mai stata piena di cianfrusaglie inutili.

Erano scatoloni pieni di ricordi, come fotografie e nastri rossi ormai vecchi e scoloriti.

Mentre cammina e con lo sguardo cerca altro da impacchettare, Sakura si blocca, attratta dall’esterno.

Fuori dalla finestra della sua camera, Sakura vede sempre in lontananza un albero di ciliegio: quell’anno, nonostante la piena primavera, non è sbocciato come i suoi vicini. Eppure, sin da quando era piccola, Sakura ha sempre preferito lui a tutti gli altri.

Sorride, appoggiando i gomiti al davanzale e ponendo il capo sulle mani, cercando di ricordare come passasse i suoi giorni prima di tutto quello che era accaduto. Prima di crescere e capire che, fino a quel momento, era stata la stupida più grande con la felicità da un passo dal proprio naso.

 

È stato un po’ come trovarsi in un sogno, per lei. Un incubo per la precisione.

Sakura li guarda da lontano, guarda Sas’ke che tiene la mano saldamente ancorata attorno alla vita di Hinata, vede i suoi occhi passare dai ciliegi in fiore a quelli di lei, come se ne fosse inavvertitamente attratto.

Era successo tutto per caso, da quando Naruto si era scusato con Hinata e lei era incappata in Sas’ke in ospedale. Silenziosa, accondiscendente e con la dolcezza e femminilità che si addicevano alla persona di Sas’ke, lui l’aveva scelta. Senza una logica, un motivo, solamente il desiderio di andare avanti.

Strano non era stato vederli insieme, avevano entrambi delle bellezze eteree come le ripeteva Ino, strana era stata la consapevolezza di Sakura. La consapevolezza che al fianco di Sas’ke, lei non avrebbe mai potuto stare.

Nella sua testa c’è una folla impazzita, una serie di Sakura che imprecano, piangono, urlano e sentono le mani vibrare. Oh, potrebbe stringere facilmente il collo di Hinata tra le sue mani, urlarle dov’è finito il suo amore per Naruto, chiederle con che coraggio passeggi di fronte a lei con quel sorriso sereno, quando Sas’ke è sempre stato solo suo. Ma Hinata, che ha passato tutti gli anni della sua adolescenza ad osservare Naruto amare un’altra, non meritava qualcosa di simile. Non lo merita, e l’idea che lei si meritasse quella felicità uccide la crudeltà di Sakura. Non può odiarla, può solamente biasimare se stessa.

Che cretinata, si dice, e sbatte proprio contro il sorriso di Naruto.

Naruto che ha mantenuto la promessa.

Naruto che ha rifiutato Hinata - per lei.

Naruto che le stringe le braccia, come se dovesse sostenerla - ancora.

«Lasciami andare», dice isterica e si divincola, gli molla un pugno sul braccio. Uno sull’addome, due alle spalle. E infine, uno schiaffo in faccia.

Naruto non si muove, o meglio, lo fa e la trascina via. Dietro un muro sudicio, in un angolo che forse dopo la guerra ancora non è stato toccato, e l’abbraccia.

Non ha mai osato tanto Naruto, è sempre stata lei a cercare un contatto fisico. Sempre, anche quando doveva ferirlo, lui si era limitato a ricevere in silenzio. Solamente quella volta Naruto aveva capito le sue volontà, e l’aveva rifiutata.

«Questa è solo colpa tua, Naruto», dice e adesso sa che sta piangendo, e si sente una stronza mentre da’ colpe a Naruto, colpe che il ragazzo non si merita.

Lui ha mantenuto la promessa: ha riportato Sas’ke a casa sano e salvo, ed il team 7 era tornato all’antica formazione.

La colpa è solamente sua; non è mai stata in grado di capire Sas’ke come Naruto, che ha comunque continuato a vederla come qualcosa di prezioso da proteggere. Anche ora, non ha la forza di ribattere. Si limita ad abbracciarla, accarezzandole la schiena, mentre i singulti la fanno sussultare.

«Sas‘ke è rimasto il solito idiota, Sakura-chan», e forse si sente anche in colpa nei confronti di Hinata, in quel momento, mentre parla.

A lei, però, quelle parole piacciono. Le piacciono da morire, ma nel frattempo si sente vile: cerca conforto nelle braccia di Naruto, lo picchia, mentre il suo amore per lei sgorga da ogni poro e cerca di sostenerla.

Si sta ancora una volta approfittando di lui, e della forza che il suo cuore le infonde.

 

Cè Ino sulla soglia della sua porta e a Sakura viene terribilmente da ridere.

Ha il caschetto biondo disordinato, le guance rosse e un volto così paffuto da sembrare una bambina. Ed è così bella che quella vecchia stanza impolverata improvvisamente si illumina, si illumina fastidiosamente.

«Fronte spaziosa, non hai ancora finito?» Chiede pur già sapendo la risposta, e si butta sul letto di peso. E qualche plico di foglio da disegno cade a terra, allargandosi sul pavimento.

Sono tutti i disegni degli alberi di ciliegi che Sakura ha ritratto da piccola, e sono orrendi: non hanno forma, lei non è mai stata brava a disegnare. Ancora oggi, persino la sua scrittura risulta storta e disordinata, e molti si domandano come fosse potuta divenire l’allieva più promettente di Tsunade.

«Guarda che il futuro non aspetta», continua Ino toccandosi il pancione, «nemmeno se sei una pigra come Shikamaru».

E Sakura sorride: quelle parole sembrano perfette per lei, così perfette che Ino lo sa, lha sempre saputo. Ha sempre saputo tutto prima di ognuno di loro.

 

Ino sta sistemando un vaso di fiori, ha del terriccio sia sulla faccia che sui capelli. Strano come fosse cambiata in quegli anni, così presa dal fare la ninja che si era quasi scordata del suo aspetto, ancora più bello di un tempo, ancora più attraente. Quanti erano inciampati in lei, senza mai essere rialzati; quanti avevano provato ad amarla, prima che fosse lei a spiegare ad uno solo di loro come si facesse ad amare davvero.

Un giubbino da Jounin è abbandonato sulla sedia, e non è della taglia di Ino: Sakura sorride, perché Shikamaru probabilmente sta ancora sonnecchiando e farà arrabbiare lHokage arrivando in ritardo, perché Ino vuole sempre fare la bambina dopo l‘amore, questo la sua migliore amica lo sa.

«Quel cretino del nuovo Hokage si è rivelato proprio il cretino che pensavo!» Ino è iraconda, rossa, e vibra, e le viene anche da ridere. Praticamente è un miscuglio di emozioni, e Sakura la trova così divertente che non vede nemmeno la prenotazione di Hinata appesa al bancone: fiori freschi per la tomba degli Uchiha. E di Itachi.

«Non dovresti dare del cretino al nuovo Hokage, due volte nella stessa frase per altro», Sakura si passa una mano tra i capelli lunghi, legati in una coda. Sembra quasi si siano scambiate le pettinature, loro due, e ancora Sakura vuole ridere. «Che ha combinato?»

Ino solleva un rametto di fiori di ciliegio e glielo porge, come se quella fosse una risposta più che esauriente.

Sakura, però, inarca un sopracciglio. «Qual è il problema?»

«Il problema è che il tuo bello ha voluto solamente fiori di ciliegio per linaugurazione, ecco cosa», Ino impreca ancora, ma il suo è un capolavoro pensa Sakura guardando i fiori che si piegano come animati dalle sue dita sottili - e forse, assomigliano un po a Shikamaru, tanto sono docili al tocco di Ino.

«Chissà perché?»

Ino la guarda come se fosse stupida. E pensa effettivamente che Sakura, in quel momento, sia la stupida più grande del mondo. Oh, eccome se lo pensa.

Afferra un rametto e lo picchia sul suo naso a punta, appoggiando i gomiti sul bancone sporco di terriccio, fertilizzante, acqua e fiori.

«Oh, già, chissà perché?», domanda sarcasticamente acida. «Forse perché la ragazza che ama è un fiore di ciliegio ormai sbocciato - ai suoi occhi, ovviamente?»

Sakura finge di non capire, ma le sue gote si sono arrossate vivacemente ed è terribilmente graziosa, pensa Ino.

Ancora dopo tutti queglanni, sopportati solamente grazie a Naruto che ogni giorno si presentava fuori dallospedale, niente era cambiato.

I pugni finivano sempre sul naso di Naruto quando osava qualcosa in più, ma ora Sakura ha imparato a farsi abbracciare e cullare, quando vuole piangere. Non finge più  - con lui - di essere quella che non è. Non è più la falsa, perfetta Sakura.

«Oh, guarda, si parla del diavolo»

E Sakura si gira, ha lo stomaco in subbuglio e Naruto sorride al di là del vetro.

«Sakura-chan, ho un problema con la divisa!»

«Questa è la scusa più idiota che abbia mai sentito», dice Ino, ma sta sorridendo, perché Ino la conosce meglio di chiunque, lì, anche se meno di Naruto.

Ma certe cose Naruto ancora non le può sapere.

«Arrivo, baka».

Il tumulto che provoca il suo sorriso in lei, Naruto ancora non lo può sapere.

Ino sì.

 

«Il tuo appartamento è lontanissimo dal mio», Ino si gira una ciocca di capelli tra le dita, mentre Sakura chiude il terzo scatolone e lo porta in corridoio senza sforzo, nonostante quello contenesse circa metà dei suoi libri di medicina.

La medic-ninja si scosta un lungo ciuffo dal viso, mentre la coda ormai disordinata inizia a darle fastidio. Probabilmente è tutta sporca, e per inaugurare la propria nuova casa non è laspetto migliore, ma Ino non le dice nulla.

«Chissà quante urla che si sentiranno lì la notte», ora Ino è maliziosa. E porta le mani a coprire il ventre come se volesse tappare le orecchie al bambino: è una brava mamma, in fondo, allora.

Sakura le tira un cuscino in faccia. Ino si finge mortalmente colpita, e crolla di peso distesa sul letto ormai sfatto.

Una cornice le cade sulla faccia.

«Oh, ti stavi dimenticando una cosa preziosa, Sakura», e gliela lancia.

La foto del nuovo team 7, con Sai e Yamato. E Saske.

 

Naruto ha abbandonato la divisa da Hokage per un giorno, ed è sdraiato con lei allombra di un ciliegio fiorito. Sono circondati da coppiette, e Sakura si sente un po ubriaca per via dei due bicchierini di sakè che hanno bevuto ridendo e brindando.

L’ha abbracciato, gli ha tirato un paio di pugni e poi ha riso isterica. Insieme hanno lanciato dei rametti a due giovani che si sbaciucchiavano di fronte a loro, e si sono nascosti sotto la coperta, ribaltando i piatti.

Hanno ancora il fiato grosso quando si sdraiano braccia contro braccia, in una ricerca dell’altro quasi ansiosa.

«Sai, credo di aver capito cosa provava Hinata vedendoci insieme ogni giorno», esordisce Sakura senza logica, avvicinandosi maggiormente al corpo caldo di Naruto. Lui le stringe una mano, ed è sudata, ma non la infastidisce. Non la infastidisce più niente, di lui, quando la tocca.

«Non capisco, Sakura-chan».

Lei lo guarda di sottecchi; è più maturo, Naruto, ed i capelli lunghi gli stanno decisamente bene. Forse riesce persino a trovarlo più bello di Saske in quellistante, e le viene da ridere per essere arrivata così in ritardo.

«Intendo dire che ci vedeva come una coppia, quindi le dava fastidio. Anche a me dava fastidio vederla con Saske-kun,» avrebbe continuato se Naruto non si fosse alzato di scatto tirando anche lei con sé.

Non è mai stato un grande pensatore Naruto, ma quando fa cozzare duramente le loro labbra le viene veramente da ridere. Sono dure e secche, e lei non ha mai baciato nessuno in diciannove anni di vita. E il suo primo bacio è sotto i fiori di ciliegio, e forse ha qualche petalo in testa.

È il loro primo bacio, ed è così breve che forse Sakura se lè addirittura sognato.

«Accidenti», Naruto si passa una mano tra i capelli imbarazzato, ma è così felice che non riesce per niente a nasconderlo.

La guarda di sottecchi, forse in attesa di un pugno. «Mi dispiace, Sakura-chan».

E lei rivede tutto: rivede Saske che le dice di voler baciare la sua fronte, rivede Naruto che si trattiene per lei sulla soglia di una porta, vede Naruto prometterle che avrebbe riportato Saske, lo vede malconcio e distrutto, lo vede arrossire per abbracciarla, risente il suo nome in un grido disperato, e poi il suo sorriso. E tutte le volte che laveva fatta rialzare a forza da terra, perché lei era forte, così forte che Naruto già lo sapeva.

«Anche a me», dice allora, afferrandogli la faccia con durezza. Naruto aspetta un colpo. «Non mi hai dato nemmeno il tempo di chiudere gli occhi, stupido».

 

Sakura guarda la sua nuova casa stringendo la felpa arancione di Naruto tra le mani, e le viene un po da piangere.

È allombra di un giovane ciliegio che potrebbe morire alla prima tempesta, eppure pensa che quellimmagine le si addice perfettamente. Aveva rischiato di essere spezzata più e più volte, ma qualcuno era sempre riuscita a rimetterla insieme, anche impiegandoci anni. Un qualcuno con le spalle larghe e che si portava dietro l’odore dell’Ichiraku, anche a così tanta distanza da lei.

«SAKURA-CHAAAAAAAAAAAAAAAAN!»

Sakura arrossisce un po vedendo Naruto sbracciarsi dalla finestra del salotto, ma crede di capire leccitazione che lo invade: è la prima volta per lui. Vivere con qualcuno, per lui, è una novità. E finalmente Sakura è riuscita a fare qualcosa per renderlo davvero felice.

«Naruto, prepara lacqua calda!»

Lo legge il pensiero malizioso di Naruto, e non le importa se i vicini hanno sentito e se la signora che abita sotto di loro le rivolge unocchiata sdegnata.

Sakura ride, mentre corre su per le scale, pensando che Saske non lavrebbe mai baciata contro una porta e sotto gli sguardi di tutti.

Sakura ride e si aggrappa alle spalle di Naruto, mentre lui parla contro la sua bocca e le dice che è felice, e vuole fare lamore con lei fino a che non si addormentano.

Sakura pensa che Saske non avrebbe mai saputo renderla così felice, perché non gli è mai nemmeno interessato: e Sakura non è più una stupida, ha capito cosè il meglio per lei.

«Ehi Naruto, penso che la nostra vicina già ci odi».

Ed il meglio, per lei, era sempre, sempre, sempre stato Naruto.

 

 

 

N/a: sono felicissima di aver vinto questo contest. E ricordo anche che il primo che vinsi fu proprio grazie ad una NaruSaku! *_* Okay, non c’entra nulla, ma era divertente ricordarlo.

Ho cercato di tratteggiare i punti essenziali della nascita dell’amore di Sakura per Naruto, armonizzando tutto con Ino ed il suo pancione, divertendomi molto con lei, seppur non appaia a lungo.

Il SasuHina è…boh. Non mi dispiacciono, seppur Hinata la preferisca con Kiba, ma credo che uno come Sas’ke non farebbe fatica ad innamorarsi di lei. Forse all’inizio per i balbettii rischierebbe di ucciderla tre volte su due, ma con il tempo si è abituato anche a Naruto, quindi…

La FanFic è interamente dedicata alle ragazze del forum, in particolare a Giò, Giulia e LadieBlue. (:

Grazie di cuore a tutti. (:

   
 
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