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Autore: VanessaStew    05/05/2012    0 recensioni
Questa OS narra di una ragazza che lavora in un ufficio e del suo fidanzato dal lavoro "difficile".
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 6 del mattino, era arrivata l’ora di alzarsi. Con molta fatica, la ragazza aprì gli occhi e poggiò una mano sull’altro lato del materasso, percependo il vuoto. Non c’era nessuno accanto a lei, non c’era lui.Ormai era in Afghanistan da due mesi e l’attesa era diventata insopportabile. Qualche videochiamata ogni 4 giorni e poi ecco che si riseparavano. E ogni volta, puntualmente, che riagganciavano la linea, Francis sentiva un mancamento d’aria, il suo cuore si rifiutava di pompare sangue. Il suo ragazzo le mancava talmente tanto, ma doveva farsi forza e aspettarlo come una brava fidanzata. Così, si alzò dal letto e si fece una doccia rinfrescante immaginando che Harry fosse lì accanto a lei. Il caldo estivo era insopportabile, Francis amava il freddo gelo. Ma quella era una delle conseguenze del vivere in California: sole, mare, caldo.
La ragazza uscì di casa in fretta e furia a causa del ritardo e si diresse verso il tram. Sul mezzo, ascoltava un po’ di musica dall’I-pod, pensando al lavoro che l’avrebbe aspettata in ufficio: fare la segretaria di un manager non era mai stato facile, ma lei stringeva i denti sempre e comunque, la sua tenacia non aveva limite tranne che di fronte ai conti matematici. Arrivata davanti al possente palazzo, entrò. Come al solito percorse il corridoio, prese l’ascensore con perfetti estranei che conosceva da anni e con cui non aveva mai parlato, andò dritto nell’ufficio del capo.
< Francis deve farmi 20 fotocopie di questo volantino e istituirne un altro per l’arrivo dei Coldplay in California. >
< Sissignora > rispose lei dirigendosi verso la sua scrivania.
< Ricorda: semplice ma efficace >
Quel “ ricorda ” fece ricordare a Francis un altro promemoria datole due mesi prima, non dal suo capo.
Due mesi prima…
< Non essere triste per me, so che l’aeroporto è sempre un posto per i pianti, ma fai rimanere in te la consapevolezza che tornerò. Le missioni di pace mi chiamano e lo sai, ma sai anche quanto ti amo. >
< Harry, se ti succedesse qualcosa io… > disse lei con voce strozzata da pianto.
< Non mi succederà nulla, porterò la tua collanina a forma di cuore sempre nella mia tasca. E poi la divisa da soldato mi dona > scherzò lui. Poi aggiunse < E ricorda: nessuna sfida è destinata ad essere persa, ma ad essere vissuta e combattuta >
Così dicendo la baciò, sentendo il sapore delle lacrime salate di lei che si auguravano che presto avrebbe rivisto l’amore della sua vita.
 
Mentre studiava il nuovo volantino, si fermò un attimo ad osservare la foto di lei e Harry abbracciati, seduti su di un prato. Istintivamente sorrise, dopodiché si accorse che Ashley, la seconda assistente del suo capo, la stava fissando diffidente.
< Beh? Hai smarrito la retta via? > domandò Francis infastidita.
< Speri davvero che dopo due mesi lontano da te ti ami ancora? > domandò lei divertita.
< Non ho bisogno di sperarlo dato che ne sono già convinta > rispose Francis acidamente.
< Beh io non ci metterei la mano sul fuoco. Di certo sei una bella ragazza, bruna, con le curve al posto giusto…ma detto francamente il mondo è pieno di ragazze ancora più belle >
< Pensi di essere inclusa tra queste? Beh mi dispiace distruggere il tuo sogno ma non è così, razza di papera spennacchiata. E fino a prova contraria, sei talmente gelosa di me e del mio PRIMO posto da segretaria del capo che cerchi in tutti i modi di svalorizzarmi o offendermi. Attenta però, scavando troppo alla fine ci si da la zappa sui piedi > disse trionfante Francis dirigendosi dal capo e mostrandole la bozza del nuovo volantino, che tra l’altro il manager apprezzò. Così Francis si divertì a ricevere elogi sotto gli occhi dell’invidiosa Ashley.
La sera era sempre un momento faticoso, prendere il tram era difficile. Ma tutte le sere si faceva forza, così poi da arrivare a casa e coricarsi. Ma quella volta, qualcosa di strano accadde. Mentre apriva la porta di casa, si rese conto che non era chiusa a chiave. Sentì dei rumori strani provenire dalla camera da letto. Un ladro? Così prese un ombrello in mano pronta per difendersi e si diresse in stanza. La cucina si trovava dopo la camera e per questo non potette munirsi di coltello. Avanzò lentamente fino alla porta della camera. Spaventata a morte, pensò di darsela a gambe, ma il suo istinto feroce la obbligava a farsi coraggio. Così spalancò la porta e urlò: < Fermo lì o ti faccio male! >
< Con un ombrello? > domandò il ragazzo ridendo sguaiatamente. L’adrenalina nel corpo di Francis circolava feroce, aveva paura. Ma quando si rese conto di chi aveva di fronte, provò anche eccitazione.
< Non sto sognando, vero? > domandò lei barcollando.
< No tesoro, sono qui con te > disse lui afferrandola per i fianchi e facendola appoggiare a sé.
< Mio Dio Harry, quanto ho sognato questo momento >
< Mi sei mancata così tanto, Francis. >
Così lei, per provare alla sua mente e al suo cuore che lui era lì, DAVVERO, lo abbracciò forte e dopodiché lo baciò. Lo baciò violentemente, troppo tempo era passato. Così lei si tolse il giubbotto e lasciò che Harry la conducesse al letto.
< Due mesi Harry, due mesi aspettandoti. Non posso credere che siamo davvero insieme > fece lei emozionata.
< Credici perché è la verità > le disse lui baciandola e stendendosi su di lei. Dopodiché si inginocchiarono sul materasso e si spogliarono di magliette, pantaloni ed intimo rimanendo completamente nudi. Harry lasciava dolci scie, residui di baci focosi, dappertutto sulla pelle di Francis che le era mancata così tanto. Lei poggiava le sue mani dappertutto: sui pettorali di lui, sulla sua forte schiena, tra i suoi capelli ricci e morbidi. Dopo mesi e mesi in cui immaginava tutto quello, poter realizzare tutte le sue fantasie le sembrava irreale. Così fecero l’amore tante e tante volte quella sera, per compensare quei due lunghi mesi di lontananza.
Tra una pausa e l’altra, passavano minuti interminabili sul letto fissandosi. Anche solo il loro guardarsi non attraverso uno schermo li faceva emozionare. Ad un tratto Harry ruppe il silenzio inaspettatamente, con qualcosa che lasciò Francis a bocca aperta.
< Tesoro, vuoi sposarmi? >
Francis memorizzò nella sua mente quella parola: sposarmi. Una parola che avrebbe spaventato molte ventitreenni, ma lei era diversa da tutte le altre. Sapeva di amare quel ragazzo più di sé stessa, che l’avrebbe aspettato per sempre, così senza pensarci due volte annuì sorridendo e stendendosi su di lui baciandolo per ringraziarlo delle 3 dolci parole più belle che mai nessuno le avesse detto.
  
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