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Autore: FannyHarris    05/05/2012    5 recensioni
FAnfic ambientata nel mondo Mirai. Ho descritto la morte di Goku rifacendomi al mito di Alessandro Magno :)
Spero che vi piaccia :)
FannyHarris
Genere: Malinconico, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Gohan, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fine di una leggenda.

Lo guardai con attenzione, puntando gli occhi scuri su ogni piega della sua veste stropicciata e inchiodandoli poi al suo volto giovanile … sì, si stava allontanando sempre più da me.

Sentii un lamento, che, straziante come era, squarciò come un lampo la calma e la pace della notte; in quel momento capii che la fine era ormai prossima, proprio quella dell’uomo più forte del mondo, nonché mio marito.

Pensavo che i saiyan fossero molto vigorosi non solo per combattere, come guerrieri, ma anche per quanto riguarda la salute; mi sbagliavo di grosso. 

Goku era un eterno bambino, sia caratterialmente che fisicamente, e mi era impossibile pensare che una malattia potesse ridurlo a quel modo; lui che tempo addietro affrontò ogni tipo di essere, spesso molto più forti di lui.

Eppure successe.

“Goku, amore mio, come stai?” La giovane donna dai capelli corvini si sedette, con estrema cautela, al capezzale del letto dove giaceva un saiyan, segnato dalla prolungata sofferenza, cui  la rara malattia lo aveva sottoposto. Con le mani, che parevano esser fatte d’avorio, tastò la fronte imperlata di sudore del suo amato marito. “Scotta, la febbre è salita di nuovo …” Fiatò appena e, silenziosa come si era seduta, si alzò, dirigendosi in cucina.

Trafficò fra medicine e infusi per minuti che le parvero interminabili. La donna voleva solo stare vicino all’uomo che la faceva andare su tutte le furie ogni giorno, ma che, inspiegabilmente, l’aveva fatta innamorare con quella semplicità e rozzità che spesso gli accusava.

In quel momento un fruscio le scompigliò la lunga chioma scura. “Mamma, come sta papà?” Era il suo primogenito, Gohan.

Figlio mio, ah, potessi dirti che Goku è guarito. Purtroppo però le speranze si fanno sempre più minime. Vorrei mentirti, dicendoti che va tutto bene … ma capiresti subito. Non sei ingenuo come tuo padre.

Chichi si limitò a farsi più vicina a quel bambino dall’aria così semplice, che però veniva tradita dagli occhi vispi, curiosi anch’essi di sapere la verità. “Mamma, ti prego, voglio sapere tutto. Non sono più un bambino dal pianto facile. Sono più maturo. Mamma, tu lo sai.”

“Gohan, è notte inoltrata ed è meglio che tu vada a dormire.” Si abbassò, regalandogli un tenero bacio sulla fronte, e permettendo ad una lacrima solitaria di farsi strada sulle sue gote pallide, davanti agli occhi increduli del bambino.

 Gohan non si mosse; aveva già capito tutto quanto, gli occhi della madre erano più loquaci di mille parole. Ricambiò il bacio e si diresse, a testa china, in camera sua. “Papà …” Bisbigliò appena.

“Mi dispiace, Gohan.” Chichi raccolse tutto ciò che le serviva per alleviare il dolore del marito ed entrò nella sua camera.

La bacinella d’acqua cadde dalle sue mani e riversò tutto il suo contenuto per terra. “Goku …” Soffiò con un fil di voce, temendo il peggio.

“Chichi, sto meglio sai.” Le sue labbra si mossero, articolando un suono appena percettibile. Non pareva nemmeno più la voce del saiyan.

“Goku! Amore mio, dimmi che sei guarito!” Esclamò di rimando, inginocchiandosi davanti al letto e stringendo con vigore le mani gelide del marito.

“Ahia, Chichi, guarda che mi fai male.” Sorrise lievemente, come solo lui era capace di fare in certe occasioni. La donna gli lanciò un’occhiataccia, ma poi scoppiò a ridere … ecco perché l’amava. Sapeva calmarla con un semplicissimo sorriso.

Si sentì inutile. Lui la salvava in ogni occasione, sia dal male che da se stessa; lei, invece, non era mai stata capace di fare nulla per quel saiyan dal cuore grande.

Si sentì impotente.

Giunsero tutti i nostri amici, ad assistere all’evento più triste. Goku, dopo aver parlato per un po’, perse anche l’uso della parola, ma non mancò di dedicare un gesto, un sorriso o un cenno di capo per chiunque entrasse e lo salutasse, con il cuore in gola.

La comitiva era tutta riunita e anche il mio piccolo Gohan era presente, non potevo permettere che non salutasse per l’ultima volta suo padre.

«Li vide i suoi soldati, i compagni di mille avventure, gli uomini di ferro che avevano domato il Nilo, il Tigri, L’Eufrate e l’Indo, vide i loro volti scavati dal gelo e bruciati dalla calura, vide le loro guancie irsute bagnate di lacrime, poi, ad un tratto, più nulla. Sentì il pianto disperato di Roxane e i singhiozzi di Leptine e poi la voce di Tolomeo che diceva :- E’ finita … Alessandro è morto.» (cit. Alexandros)

Tutti sentivamo che ormai era finita. Nella nostra mente ognuno di noi focalizzò il suo ricordo più caro … Il mio? La nascita di Gohan.

Li vide i suoi compagni di mille avventure, coloro che lo avevano appoggiato in ogni battaglia, coloro che avevano sempre contato su di lui, vide i loro visi segnati dai duri combattimenti.

Poi, all’improvviso udì solo Crilin, il suo amico di sempre, pronunciare le parole che mai avrebbe voluto sentire. “Addio, Goku …”

Vide il buio inghiottirlo.

Pensò a suo figlio, che sarebbe cresciuto senza di lui, pensò a Chichi, che avrebbe dovuto portare sulle sue spalle un fardello simile, da sola, pensò a lei, costretta a dover fare da madre e da padre. Gli parve di vederla, mentre invocava il suo nome, sperando nel suo ritorno. Quel richiamo sembrò riportarlo indietro, ma ciò duro solo un istante, perché ormai tutto svaniva inesorabilmente.

Il buio si tramutò in un ring. Non c’era nessuno.

Vide solo la sua tuta da combattimento, gettata lì per terra, davanti ai suoi occhi.

La raccolse e l’indossò.

E così si preparò al suo nuovo scontro, questa volta però sarebbe durato in eterno.

«Pensò a sua madre in quel momento, pensò alla sua attesa inutile e amara. Gli sembrò di vederla, su una torre del palazzo mentre gridava piangendo e lo chiamava disperatamente:”Alexandre, non andare, torna da me, ti prego!”. E quel grido sembrò richiamarlo per un momento indietro, ma fu un attimo. Ora quelle parole, quelle grida e quel volto svanirono lontano, si perdevano nel vento … […]E il destriero si slanciava come un Pegaso ardente, in corsa sfrenata verso l’ultimo orizzonte, verso la luce infinita.» (cit. Alexandros)

 

Allora, salve innanzitutto. J Sapete, Alessandro Magno è il mio eroe, idolo, amore … e così via. Io lo ammiro davvero molto e mentre rileggevo la fine di Alexandros ( biografia di V. Massimo Manfredi che vi consiglio) mi è saltata per le testa quest’idea. Descrivere la morte di Goku nel Mirai mondo J Lì dove ho tratto ispirazione ho messo la parte come è scritta sul libro, anche per farvi capire. Quella parte del libro, ossia la morte del giovane a soli 33 anni, è quella finale e una delle mie preferito. Contate che piango sempre quando la leggo.

E diciamo che ho trasposto un po’ la cosa nel mondo dragon ball.

Spero che vi sia piaciuta anche poco poco J

FannyHarris.

 

   
 
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