Fanfic su artisti musicali > B2ST/Beast
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Autore: _YeongWonhi_    06/05/2012    1 recensioni
"Prendete due gruppi famosi con due generi musicali completamente differenti e metteteli sul palco degli Mtv World Stage Malaysia. Da una parte i Thirty Seconds To Mars e dall’altra i Beast. Vi chiederete cosa mai potrà esserci che li accomuna… e se fosse una ragazza? Non una ragazza e basta,ma la sorella adottiva dei fratelli Leto, grande amante del ballo hip-hop che si troverà a dover fare una scelta che le cambierà completamente la vita. E,come se non bastasse, si troverà a fare i conti anche con qualcosa che non si può scegliere… l’amore."
Se non conoscete i "Thirty Seconds To Mars" non è un problema,loro sono solo dei personaggi marginali che sostituiscono una potenziale famiglia per la protagonista. La vicenda,invece,coinvolge in primis i Beast. Premetto che questa è la mia prima fan fiction su di Loro, spero che possa essere di vostro gradimento!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Uhm, da dove comincio…beh,salve a tutti, B2UTY e non! Come ho anticipato nella presentazione questa è la mia prima fan fiction su di Loro,e ci tengo a precisare che, purtroppo, non mi appartengono, tutto ciò che è scritto è frutto della mia immaginazione (talvolta malata). Per quanto riguarda l’evento degli MTV World Stage,non sono sicura dell’ordine con cui si sono presentati sul palco i vari artisti.

AVVISO: Piccolo aiuto per chi non conosce i Thirty Seconds To Mars, giusto per dare un senso ai personaggi:

Evelyn Leto = protagonista della storia,nonché sorella adottiva dei fratelli Leto. (Lei è un personaggio del tutto inventato, i due membri della band non possiedono nessuna sorella)

Jared Leto = cantante della band. Si crede una Diva,xD.

Shannon Leto = batterista della band. Nonché fratello maggiore del cantante e  presunto donnaiolo.

Tomo Milicevic = chitarrista della band. Paragonato spesso a Gesù, per l’aspetto fisico. (ok,lo so, non interessa a nessuno,povero Santo Tomo,xD). 

Ok,ora non mi resta che dirvi… Buona Lettura! Spero sia di vostro gradimento, sono ben accette sia critiche positive sia critiche negative, mi aiutano a crescere nel mio piccolo. Grazie!!    Kisses,Alice…


Capitolo 1: “Nice to meet you”

24 July 2011,i-City, Shah Alam (Malaysia)

_Evelyn

 
Ero seduta su un divanetto nel backstage intenta ad ascoltare un po’ di musica con l’mp3. Era un ottimo metodo per sciogliere i nervi,e dato che mio fratello era in ansia e riusciva anche a trasmettermela, mi serviva quel tipo di terapia fai-da-te. Ero immersa nelle note aggressive di un assolo di chitarra,quando Jared si avvicinò a me per togliermi una cuffia dall’orecchio. Lo sguardo che gli rivolsi era a dir poco minaccioso e chiedeva come minimo una spiegazione.

-“Tra poco…  tra poco…” ripeteva, sembrava quasi in trance.

-“Tra poco cosa?” domandai ingenuamente, senza rendermi conto che l’ora dell’inizio era prossima.

-“Tra poco comincia.” sussurrò in risposta il cantante.

-“Come se fosse la prima volta che vi esibite!” sbuffai divertita “Prendi esempio da Tomo e Shannon –li indicai con una mano- guarda come sono tranquilli.” Infatti i due uomini ridevano senza problemi. “Chi apre l’evento?” me l’avevano già detto non so quante volte, ma ogni volta mi era entrato da un orecchio e uscito dall’altro.

-“Un gruppo coreano,mi sembra si chiamino…Beast?!”

-“Ah,non domandarlo a me.” replicai. “Oltre a voi e a questi Beast chi si esibisce?”

-“Certo che hai un’ottima memoria eh!” disse deridendomi “Comunque c’è un altro gruppo americano,i Neon Trees. Non so se li conosci.”

-“Ehm..No!” dissi, quasi sgarbatamente. Quello era il mio carattere, non riuscivo mai ad essere dolce, eccetto casi rari, e a volte mancavo anche di tatto. Forse perché fino ai miei quindici anni, l’anno in cui la madre dei fratelli Leto scelse di adottarmi, ero cresciuta senza famiglia in uno dei tanti orfanotrofi di Los Angeles.

-“Modestamente noi siamo più famosi.” Ed ecco che la Diva che c’era in Jared Leto riprendeva la sua posizione. In risposta lo declassai con un cenno della mano. Nello stesso istante un gruppo di sei ragazzi orientali ci passò davanti per raggiungere il retropalco, a quanto pareva era giunto il momento dell’ inizio. Per un nanosecondo mi sentii osservata da un paio di occhi sconosciuti, ma quella sensazione svanì subito dopo che i Coreani furono passati facendo un cenno di saluto in direzione della band dei miei fratelli. Ne rimasi ammirata, perché solitamente le star quando incontravano di sfuggita altre star senza conoscerle,non salutavano mai, ma andavano dritte per la loro strada con lo sguardo altezzoso.

-“Però…mica male i ragazzi.” scherzai io.

-“Dovresti essere abituata alla bellezza.” disse Jared, indicandosi. Io alzai gli occhi al cielo e nel frattempo Shannon e Tomo si avvicinarono a noi.

-“Sorellina,emozionata?” mi domandò il primo.

-“Dovrei?” inarcai un sopracciglio. Lui,amareggiato, abbassò la testa. Nonostante il fatto che loro avessero una ventina di anni più di me,sapevo sempre come guadagnarmi il loro rispetto. Shannon mi si sedette accanto e io posai la testa sulla sua spalla. “Tranquilli tanto andrà bene. Ne sono sicura.” Non riuscivo a fare sempre la stronza, anche se a volte mi divertivo. Delle urla giunsero sino a noi, segno che l’evento era appena cominciato. Il mio sguardo si posò subito sullo schermo della televisione posta nel backstage che riprendeva live il concerto. Nonostante il genere musicale che ascoltavo io fosse tutt’altra cosa, fui subito rapita da quel gruppo asiatico. Sul palco ci sapevano davvero fare, e quando un gruppo riusciva a dare e a ricevere delle emozioni, per me voleva dire che sapevano fare musica, indipendentemente dai miei gusti personali. Erano molto carismatici e le fan tra la folla cantavano insieme a loro. Ciò che più mi colpì della loro esibizione furono le coreografie, anche se non erano poi così tanto complicate loro ci mettevano un energia tale da renderle fantastiche,e poi beh…io amavo l’hip-hop. Avevo sempre desiderato poter imparare a ballare,ma tra una cosa e un’altra non avevo mai provato davvero. Scoprii che la prima canzone che cantarono si intitolava “Shock”; non era difficile da capire. Poi, quando ebbero finito la loro sequenza di brani ci raggiunsero nel backstage, mentre i Neon Trees raggiungevano il palco. La serata si sarebbe svolta così, tra un gruppo e un altro. Vedendo la fatica nelle facce dei Beast mi feci piccola piccola insieme a Shannon, per permettere loro di sedersi sul divano.

-“Thank you.” disse sorridendomi uno di loro, che sembrava essere il più piccolo. Aveva un viso molto dolce e non potei non ricambiare il sorriso, sarebbe stato impossibile resistere all’impulso. I sei ragazzi si sedettero di fianco a noi e cominciarono a parlare tra di loro. Ovviamente non capii assolutamente nulla della loro conversazione.

-“Eve,non si origlia.” bisbigliò piano Tomo, cercando di non farsi sentire da loro. Io gli rivolsi una linguaccia.

-“È tutto qui quello che sai fare?” ribadì lui, fingendosi serio. “Guarda qua come si fa.” fece una delle sue tipiche smorfie e io scoppiai a ridere. I sei ragazzi si girarono verso di me divertiti ed io desiderai diventare invisibile. Loro se ne accorsero e, lo stesso che mi aveva ringraziato precedentemente,cercò di rimettermi a mio agio.

-“Tranquilla, non puoi nemmeno immaginare le figuracce che riescono a fare questi qui.” disse, indicando i suoi compagni. Allora sapevano anche l’inglese. “Me compreso.” mi sorrise un’altra volta. Nonostante il suo intento di rendermi meno imbarazzata, quella frase ebbe l’effetto contrario e mi sentii avvampare le guance. Probabilmente ero diventata bordeaux. Il trio che era con me cominciò a ridere a sua volta e io li fulminai con lo sguardo.

-“Scusa,non volevo metterti ulteriormente in imbarazzo.” mi sussurrò sempre lo stesso ragazzo. In quel momento i Mars vennero chiamati per salire sul palco. Li abbracciai velocemente uno alla volta, augurandoli buona fortuna. Poi rimasi sola con i Beast. Vista la figuraccia di prima era calato il silenzio, rotto solo dai nostri respiri. Odiavo quella sensazione opprimente, così cercai di rimediare all’accaduto antecedente.

-“Siete molto bravi.” fu tutto ciò che riuscii a dire, ma bastò per rompere il ghiaccio e attirare la loro attenzione. “Vi ho visto dalla televisione. Mi piace come ballate, ci sapete fare.” Avevo sei paia di occhi puntati addosso, e cominciavo di nuovo a sentirmi a disagio. Poi, finalmente, uno di loro decise di prendere in mano la situazione:

-“Grazie. E scusa se non ci siamo ancora presentati. Io sono Hyun-Seung.” Il ragazzo che aveva appena parlato portava un cappello nero in testa e mi porse gentilmente la mano.

-“Piacere.” La strinsi educatamente. “Io mi chiamo Evelyn.” Loro dissero in coro “piacere nostro” e Hyun-Seung mi presentò gli altri membri della band.

-“Allora… lui è Yo-Seob – indicò il ragazzo dal viso dolce con cui avevo “parlato” prima- è il nostro visual maknae.” Quando si accorse che non capivo cosa intendesse specificò subito “Vuol dire che sembra il più piccolo. Ma il nostro vero maknae è lui –indicò un ragazzo alto e con i capelli sul biondo tinto- si chiama Dong-Woon.” Quando incrociai il suo sguardo intenso mi sembrò stranamente familiare. Poi strinsi la mano ad entrambi i nuovi conosciuti. “Lui,invece, è il nostro leader, Doo-Joon.” riprese, indicando un ragazzo sorridente dai capelli neri,che, a differenza degli altri, vestiti quasi completamente di bianco, era vestito di nero con solo un gilet bianco. “Infine loro sono Gi-Kwang,uno dei ballerini migliori,e Jun-Hyung,il nostro rapper.” Il primo si alzò dal divano per stringermi la mano, aveva un sorriso stupendo che metteva subito allegria, poi fu il turno del rapper, il quale aveva un presa ferrea e decisa,ma al contempo delicata.  

-“Quanto tempo è che siete insieme?” domandai, giusto per fare conoscenza.

-“Ormai sono tre anni… siamo come una famiglia. Senza i Beast sarei perso.” A rispondermi fu Gi-Kwang.

-“E com’è la vita da star?” ovviamente già lo sapevo, essendo abituata alla vita che facevano i miei fratelli.

-“Beh…è stupefacente,ma allo stesso tempo ci stanca parecchio. Per fortuna abbiamo le fan che ci sostengono sempre. Loro e la musica ci permettono di vivere al meglio questa esperienza.” Stavolta a parlare fu Doo-Joon. Temevo di non ricordare i loro nomi ancora per molto.

-“Invece te…sei l’assistente dei Thirty Seconds To Mars?” Yo-Seob mi guardò curioso.

-“Oh, no no… sono la sorella del cantante e del batterista.”

-“Ah, e sei in tour con loro?”

-“Si, volevano che anche io girassi un po’ il mondo. E sono felice che mi abbiano portato con sé.”

-“Sei mai stata in Corea del Sud?”  il ragazzo dai capelli biondo scuro, di cui mi ero già dimenticata il nome, e che non aveva ancora proferito parola ,decise di partecipare alla conversazione.

-“Sinceramente ancora no… ma un giorno mi piacerebbe poterci andare. Voglio visitare più posti possibili.” In quel momento dovevo avere un’ aria sognante.

-“Scusa la domanda,ma… quanti anni hai?” la domanda del rapper non mi sorprese più di tanto. Fisicamente sembravo più piccola dell’età che avevo, colpa delle lentiggini che avevo sul naso alla francesina e proseguivano lungo le guance, infatti mi conferivano un che di infantile.

-“Diciannove compiuti questo mese.” risposi.

-“Quando era il tuo compleanno?”

-“L’11 luglio.”

-“Beh,allora auguri. Anche se in ritardo.” stavolta parlò Gi-Kwang,ancora sorridente. Una domanda mi sorse spontanea, in fondo era quello il motivo per cui ero rimasta colpita da loro:

-“Scusate la domanda che potrebbe sembrare banale,ma… cosa si prova quando si balla?” era una cosa che mi ero sempre chiesta. Da piccola mi chiedevo spesso cosa si provasse anche cantando, ma vivendo con dei musicisti, trovai da sola una risposta, provandoci in prima persona. E poi, cantare, bene o male, era una cosa che tutti potevano fare anche sotto la doccia, mentre ballare, a mio parere, era giusto un po’ più complicato. Loro mi guardarono stupiti,e a rispondermi fu Yo-Seob.

-“Beh… non è semplice da spiegare. È un po’ come cantare, anche se sono due cose all’apparenza diverse, a livello emotivo sono molto simili fra loro. In entrambi i casi è un modo per tirare fuori tutto quello che hai dentro. Quando uno balla con passione ci mette l’anima, così come quando uno canta. Però,ci deve essere la passione. Se c’è allora uno può davvero capire cosa si prova ballando, o cantando, altrimenti no. Diciamo che è come se ti trovassi in un mondo in cui nulla conta, le uniche cose che importano davvero sono la musica,l’armonia e le emozioni. Non te lo so spiegare meglio di così.” mi sorrise dolcemente. Adoravo già quel ragazzo.

-“Ho sempre sognato di imparare a ballare fin da bambina, l’hip-hop è il mio stile di ballo preferito. È così energico e coinvolgente… potrei guardare la stessa coreografia mille volte di fila senza mai annoiarmi.”

-“Cos’è che ti ha impedito di coltivare questa tua passione?” a parlare fu ancora una volta il ragazzo biondo. Quella domanda mi mise un po’ a disagio, non era una cosa facile da spiegare e non volevo nemmeno ricevere la loro compassione. Forse si accorse di aver toccato un tasto dolente, infatti… “Se non te la senti di rispondere è uguale.”

-“No,no, è tutto a posto. Diciamo che in un orfanotrofio non c’è la possibilità di dedicarsi ad una passione. E quando mi hanno adottato ,quattro anni fa, non me la sentivo di chiedere se potevo andare in una scuola di danza, facevano già tanto per me, mi sarei sentita solo un’egoista.” mentre parlavo tenevo gli occhi rivolti verso il basso, non riuscivo a sostenere i loro sguardi.

-“Scusa…io non volevo…” lo interruppi subito con un cenno della mano.

-“Tranquillo. Ci sono cose peggiori che un sogno non coltivabile.” cercai di sembrare forte, ma forse non ci riuscii a pieno.

-“Se vuoi… potremmo insegnarti noi!” l’esclamazione di Yo-Seob lasciò interdetti sia me che gli altri membri del gruppo.

-“In mezz’ora? Non credo di avere tali capacità.” replicai divertita.

-“No,ma io non intendevo dire ora. Potresti venire con noi, forse una ballerina in più potrebbe servirci a qualche concerto, non si sa mai. Soprattutto per i duetti, a volte ci serve qualcuno che balli sullo sfondo.” Non sapevo se prendere la sua proposta sul serio o se riderci sopra.

-“Ma io non vi conosco nemmeno…” cominciai.

-“Come mi chiamo?” chiese lui,senza una logica.

-“Yo-Seob?!” azzardai, temevo di aver sbagliato con qualcun altro.

-“Esatto, quindi mi conosci.” mi fece un occhiolino.

-“Ma non saprei nemmeno dove stare o dove cercare casa. Non sono mai stata in Corea.”

-“Quello non sarebbe un grande problema. Potresti venire a stare un po’ da noi, nel nostro appartamento comune.”

-“Non posso accettarlo. Già mi insegnereste a ballare,poi ci manca anche che mi offriate ospitalità gratis.”

-“Non ho detto che è gratis, potresti cucinare per noi… per una volta mangeremmo del vero cibo.” A quanto pareva riusciva a trovare una soluzione ad ogni problema che io ponevo.

-“Ma dovreste prima chiedere il permesso al vostro produttore.” La mia ostinazione nel cercare qualcosa che stabilisse una volta per tutte che era una cosa impossibile da farsi era dovuta al fatto che non sarei stata in grado di scegliere di fronte ad una tale proposta. Avevo paura.

-“L’appartamento è nostro, non del nostro produttore. E possiamo insegnarti noi a ballare hip-hop. È un’esperienza in più che potresti fare e che, perché no, potrebbe diventare anche un possibile lavoro, dato che, se diventassi una brava ballerina, potresti ballare per noi. Quindi la scelta è nostra, tutt’al più il nostro produttore può dire che non è d’accordo di farti ballare nelle nostre esibizioni, ma non può impedirci di avere un’amica in più.” Ok,quel ragazzo era favoloso. La sua disponibilità e gentilezza mi disarmava completamente. Ormai avevo finito quasi tutte le scuse. Tentai con l’ultima.

-“I miei fratelli potrebbero non acconsentire,loro non hanno mai parlato con voi e potrebbero ritenere la proposta inadeguata, potrebbero non fidarsi . E i tuoi compagni potrebbero non essere d’accordo con te.”

-“Sei maggiorenne no? E loro non si rifiuterebbero mai di aiutare una fanciulla. Dico bene?” gli altri ragazzi acconsentirono sorridenti con un cenno del capo. Gli unici che sembravano un po’ turbati erano il biondo e il rapper, ma acconsentirono comunque.

-“Scusa,ma ora dovremmo andare a cambiarci. Tra un po’ ritocca a noi. Intanto pensaci.” Doo-Joon mi posò una mano sulla spalla, cercando di confortarmi. Era incredibile come riuscissero ad acquisire così tanta familiarità in così poco tempo. Gli altri si erano già avviati verso il loro camerino.

-“Ma non so parlare il coreano.” Trovai un’altra scusa improvvisa. Lui rise.

-“Nonostante il nostro inglese non sia il massimo vedo che finora siamo riusciti a comunicare no?!” con questa frase mi lasciò sola. Non guardai nemmeno l’esibizione dei miei fratelli, e sapevo già che ci sarebbero rimasti male. Il primo a tornare nel backstage fu il biondo, l’unico di cui non ricordavo il nome ,e quello che mi metteva più a disagio insieme al rapper. Le ragioni mi erano alquanto sconosciute. Si sedette sul divano dalla parte opposta rispetto a dove ero seduta io. Inutile dire che sembrava che il silenzio regnasse supremo, nonostante i rumori provenienti da fuori e l’avanti e indietro dei tecnici. Credevo che la tensione venutasi a creare fosse addirittura palpabile.

-“Allora ti piacerebbe ballare eh?” mi domandò, in tono amichevole. Il suo cambiamento di umore mi sorprese. Io annuii con un cenno del capo. “Hai una qualche vaga idea della tua scelta?” stavolta alzai lo sguardo verso di lui, e fu un grave errore… di nuovo quella sensazione. Non riuscivo a capire quando l’avevo già sentita, poi ricordai improvvisamente che era successa la stessa cosa la prima volta che li avevo visti passare. Allora era il suo lo sguardo che sentivo addosso? Arrossii un poco, sia perché il suo sguardo era troppo intenso per essere sostenuto,e perché lo stavo fissando spudoratamente. Poi mi ricordai che dovevo dare una risposta.

-“Prima di scegliere, devo parlarne con i miei fratelli.” In quell’istante vennero a salvarmi gli altri componenti dei Beast, i quali, prima di raggiungere il palco, mi sorrisero amichevolmente. Nel frattempo fui raggiunta da Jared, Shannon e Tomo. Era arrivato il momento di parlarne e di scegliere.

 

   
 
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