Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: candycotton    07/05/2012    1 recensioni
«Sei nuova di qui?».
«Sì, sono appena arrivata. In realtà mi sono trasferita circa due settimane fa, però ho iniziato la scuola solo oggi», spiegò lei.
Rosiel provò una strana sensazione. Parlare con quella ragazza, in quel luogo silenzioso, tra la natura, lo faceva sentire come in un altro mondo. Per un istante si dimenticò di Lucas e di quello successo poco prima nel corridoio. Gli pareva lontano anni luce.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa è una storia scritta a quattro mani con flyingangel. Speriamo che possa venire letta e apprezzata. Buona lettura!

Where the Sun dies

- 1 - 

 

Il pentolino fischiò e Ben Strawers spense la manopola del gas, versando l’acqua calda in una tazza, dove c’era già una bustina di tè. Poi, prese un pacchetto di biscotti secchi e trotterellò fino alla sua amata poltrona, davanti alla televisione accesa.

Si lasciò cadere sul morbido cuscino e iniziò ad inzuppare i biscotti nel tè caldo. Mentre i suoi occhi inseguivano le luci e le immagini che trasmetteva la televisione, un rumore alle sue spalle colse la sua attenzione. Ben alzò lo sguardo, in ascolto. Le sue sopracciglia s’incresparono. 

Poi, di nuovo un rumore. Anzi, di più. Erano strilla umane. Ben si alzò e si avvicinò alla finestra. Scostò lentamente la tendina color indaco e il suo occhio scrutò fuori.

In mezzo alle piante, c’era qualcuno. Ben aguzzò la vista, ma l’età non era a suo favore. Grugnì, poi si scostò un momento per prendere gli occhiali sul comodino accanto alla finestra. Li inforcò e tornò a guardare oltre il vetro.

Questa volta, scorse qualche ombra nell’oscurità. Non aveva dubbi che ci fosse qualcuno, tutto stava nel capire chi.

Pareva che quella fosse la sua serata fortunata. Le figure si stavano facendo più vicine. Già, stavano inseguendo qualcuno. Ecco perché gli sembrava che corressero verso casa sua. Ben fece uno scatto, quando in un secondo gli parve di poter essere visto. Poi scostò di nuovo la tenda di pochissimi centimetri, e tornò a guardare.

Ora, le figure erano molto più vicine, e ferme. Avevano catturato la loro preda, e ora quest'ultima stava urlando. Ma le sue grida disperate furono presto soffocate, sotto l’occhio di Ben. Si staccò dalla finestra, come se avesse finalmente scoperto quello di cui aveva bisogno. Raggiunse il telefono, digitò in fretta un numero e si accostò il ricevitore all’orecchio.

La voce di una ragazza che masticava una cicca gli rispose dall’altro capo. «Polizia di Port Wing». E il suo tono suonava come una domanda.

Strawers era tornato a sbirciare oltre lo spiraglio della tenda. Cercò di dare un tono di affanno alla sua voce. «Ho sentito degli strani rumori vicino casa mia… credo ci siano dei ladri… per favore mandi qualcuno a controllare…», disse ansimando.

La ragazza parve restare piuttosto tranquilla. Continuò a parlare con la voce strascicata. «Dove si trova?».

Ben le disse il nome della via e il numero civico. Lui abitava in una zona ai limiti di Port Wing, al limitare del bosco.

«Va bene, stia tranquillo, tra breve arriverà qualcuno».

Ben Strawers la ringraziò e chiuse la chiamata. L’angolo delle sue labbra si piegò all’insù.

 

«Albert! Che diavolo stai facendo?», sbraitò una ragazza dai capelli rossi, dall'aria civettuola e affascinante.

Un altro ragazzo, dai capelli biondo oro, spostò gli occhi su di lei. «Che vuoi?», rispose, secco.

«Ti pare il modo? Lasciane un po' anche a noi!», continuò lei, spostandosi verso Albert.

«Felicia», lui affilò lo sguardo in quello di lei, «smettila di gridare».

Felicia gli lanciò un'occhiataccia, affilata e aggressiva. «Grey, Vincent se non alzate le chiappe Albert si mangerà tutto questo... adorabile essere umano...», disse lei, sfiorando il mento dell'uomo accasciato a terra.

Lui parlò in quel momento. «Vi prego, lasciatemi andare», mormorò, sfinito. Evidentemente, non riusciva a muoversi. I suoi occhi erano pieni di pietà, e paura. Stava delirando.

Felicia digrignò i denti. «Taci».

Un altro ragazzo, si mosse verso l'uomo, finendo in ginocchio sopra di lui. «Paura?», fece schioccare la lingua contro di lui.

«Vi prego! Non cibatevi di me, vi prego! Vi darò tutto il sangue che volete!», blaterò l'uomo, in confusione.

Felicia rise di gusto, e accanto a lei figurò un altro ragazzo, alto e dai capelli castani. Le rivolse un'occhiata di sbieco.

«Vincent, non è ora di fare il bravo ragazzo», mugugnò lei, guardandolo.

Albert appoggiò una mano sulla schiena del ragazzo in ginocchio. «Grey, che ne diresti di dividere la parte sinistra?», si leccò le labbra avide.

Grey gli lanciò un'occhiata di intesa, sorridendo.

«Sentite... vi prego...», ricominciò l'uomo a terra, in tono che implorava pietà. Cercò di muoversi, ma inutilmente.

«Smettila... di... parlare!», urlò Felicia, aggredendolo. Si avventò su di lui, affondando le unghie sulle vene del suo collo. Quest'ultimo gridò ferocemente per l'ultima volta. Poi non si sentì più nulla provenire da lui.

«Ora sì che sto meglio», Felicia si leccò il sangue luccicante dalle labbra, rialzandosi in piedi.

In un secondo, Albert, Grey e Vincent bevvero a loro volta dall'uomo, succhiandone altro sangue.

Felicia rise avidamente, le mani sui fianchi.

Un rumore improvviso sopraggiunse alle sue spalle, facendola voltare. Felicia fece una smorfia, sgranando gli occhi. Vide un ragazzo biondo fissare i tre vampiri a terra che si cibavano dell'uomo. Poi, guardò lei, sorpreso.

«Ragazzi, andiamocene!», urlò Felicia, frettolosamente, lanciando uno sguardo a terra, che venne ricambiato. I tre si alzarono, notando il ragazzo.

«É un licantropo», sussurrò Vincent all'orecchio di Grey. Quest'ultimo annuì, irritato.

Il ragazzo fissò il cadavere e poi puntò lo sguardo su di loro, alzando le sopracciglia. «L'avete appena ucciso?», mormorò, guardandoli con disgusto, ad uno ad uno.

«Non credo siano affari tuoi, licantropo», disse Albert, a denti stretti.

«Mi chiamo Darren», rispose scocciato il licantropo, lanciando loro un'occhiata. «Arriverà la polizia, allora».

Felicia si voltò indietro, in quel momento, avvertendo la sirena dell'auto della Polizia avvicinarsi alla zona. Poi, affondò gli occhi in quelli dei suoi compagni. Spostò la testa di lato. «Andiamocene».

Darren li scrutò, mentre si mossero appena e in un secondo erano già spariti. La sirena si fece più vicina. Darren si girò, avvertendo alcune voci. Dovevano essere i poliziotti. Poi scappò velocemente anche lui.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: candycotton