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Autore: Alex Simon    07/05/2012    4 recensioni
Fic ambientata dopo la fine del primo anime, quindi più o meno durante il film: Il conquistatore di Shamballa.
{Roy isolato tra le montagne nevose di Briggs si lascia andare a ricordi lontani e ad uno in particolare che non è disposto ad abbandonare.}
[-Lei lo sa che non sono qui vero?-
-Per quanto ne sia conscio... finirò per richiamarti sempre-
-Nell'amore c'è sempre un pizzico di follia... io sarò la sua se lo vorrà-]
[RoyxEd] Buona lettura :)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: La fic è ambientata più o meno durante il film il Conquistatore di Shamballa. Le parti più scure sono ricordi realmente riportati nel primo anime della serie, da me interpretati. Edward non è realmente presente ma si tratta di una visione del Colonnello, e la versione di amore e  follia che riporto è scritta da Louis Labé  e non è il mito comune che conosciamo tutti. :) Grazie dell'attenzione e buona lettura!

Love and Madness

Dicono che, l’amore eterno non esista, che sia soltanto una speranza, un’effimera illusione dettata dal cuore, libero dalla ragione.

Dicono che, l’amore a distanza sia possibile, poiché non esiste misura che il sentimento non possa colmare, poiché due anime innamorate sono indissolubilmente legate tra loro.

Roy Mustang, uomo di scienza dalla mente razionale, non aveva alcun dubbio sulla prima, eppure la seconda lo lasciava perplesso.

Ormai da molto tempo si era recato al nord rinunciando al suo grado di Colonnello e nella fredda solitudine che lo circondava aveva modo di riflettere, anche troppo, sugli ultimi avvenimenti della sua vita che non lasciavano in pace.

Si chiedeva come un amore a distanza potesse essere possibile, se a lui mancava più di ogni altra cosa, se il dolore nel petto non accennava a diminuire, se gli incubi tornavano puntualmente ogni qual volta si lasciava cadere nell’incoscienza, se il vuoto nel cuore non voleva saperne di colmarsi.

Quello stesso cuore, che non era più in grado di colmare alcuna distanza immaginaria, inesistente.

La persona che amava era scomparsa senza lasciare traccia, se non tristezza dietro di sé, nell’animo dei suoi amici, familiari… e nel suo.

Era doloroso il senso di colpa che gli attanagliava il petto ogni qual volta il pensiero volava verso lui, la consapevolezza che le cose sarebbero andate in modo diverso se fosse intervenuto, arrestando quella sua piccola missione suicida.

Ma entrambi erano testardi ed orgogliosi, lui doveva rincorrere i suoi sogni di gloria, sconfiggere King Bradley e ristabilire ordine nella nazione, Edward doveva salvare suo fratello, battersi contro gli homunculus, trovare il modo per riottenere ciò che aveva perso.

Eppure era andato tutto storto… certo i nemici erano scomparsi, ma a quale prezzo? Aveva perso la vista ad un occhio, Hawkeye era stata ferita, Edward inghiottito dal portale, smarrito chissà dove.

Ed ora si trovava al nord, completamente solo, lontano da ciò che conosceva, dalle persone che amava, forse per infliggersi una punizione, per rimediare in qualche modo ai propri errori, nella speranza che dopotutto, le cose potessero aggiustarsi, che forse Edward lo avrebbe raggiunto, in quel luogo del mondo anonimo e senza vita.

Riconosceva i suoi limiti, essendo un’alchimista, un uomo… un essere umano.

E proprio per questo, riconosceva che il suo amore, con il passare dei giorni si macchiava, non era più puro, lentamente veniva sporcato dal più dolce veleno: La follia.

Voleva averlo, sentirlo vicino ma era ben conscio che il suo desiderio non poteva essere esaudito tanto facilmente.

Eppure un modo per sentirlo ce l’aveva, doloroso… ma c’era, e per lui era disposto ad affrontare anche i più malvagi fantasmi del suo passato.

 

Non poteva colmare le distanze, ma l’avrebbe amato per sempre.

 

Come ogni sera, Roy Mustang tolse la benda nera che gli copriva parte del volto, i capelli corvini ricaddero sulla palpebra segnata solleticandola: Odiava guardarsi allo specchio e come poteva cercava di nascondere i segni del suo fallimento.

Quella sera il vento fuori soffiava molto forte, sbatteva sulle finestre facendole quasi tremare ululando lamentoso, buttando ghiaccio e neve su ogni superficie.

Decise che per accendere il caminetto, avrebbe usato l’alchimia, facendo un’eccezione alla regola, voluta ovviamente.

“Colonnello…”
Avevano provato a dirgli i suoi ex sottoposti, vedendolo armeggiare con dei fiammiferi.

“Da quel giorno, non ho mai più usato l’alchimia, se soltanto provo a farlo mi compaiono davanti tutte le persone che sono morte a causa della mia stupidità, le vedo con quest’occhio”

Aveva risposto con sguardo spento ripensando ad una persona in particolare.

Anche se Havoc e Breda non erano certo degli sciocchi, sapevano perfettamente a chi si stesse riferendo.

“Io lo sapevo che avremmo dovuto portare con noi anche il Tenente Hawkaye”

Non sarebbe stata lei a fare la differenza.

“Tanto non sarebbe venuta, non credo che voglia vederlo ridotto a quelle condizioni, e poi ho idea che il Colonnello non aspetti lei, ma qualcun altro”

Qualcun altro…

Il camino scoppiettava davanti a lui proiettando ombre in tutta la stanza, seduto lo osservava, quando però avvertì la solita presenza alle sue spalle.

-Acciaio ti ho mai raccontato di Amore e Follia?-

Sussurrò senza voltarsi: sapeva bene chi era comparso, quel ricordo dolce e doloroso al tempo stesso che era diventato quasi il suo guardiano.

-Si Taisa…-

Con passi leggeri quanto l’aria, si fece vicino sedendosi al suo fianco e un sorriso amaro comparve sul suo volto.

-Tutte le sere immagino…-

Si voltò verso quell’eterea figura dalle fattezze d’angelo, dai lunghi capelli un po’ mossi come se fosse appena giunto da fuori, dalla pelle candida, le labbra rosee e gli occhi dorati come il miele.

-Me la racconti di nuovo…-

Lo invitò sussurrando a sua volta.

-Tanto tempo fa, in una terra incantata, abitata da sole creature fantastiche, vivevano Amore e Follia, che possono essere definiti dei sentimenti personificati… fatto sta, che litigavano sempre, non andavano poi così d’accordo, la Follia non voleva mai sottostare ad Amore e viceversa…-

 

“Perché diavolo non siete venuti da me a chiedere protezione?!”

Gli aveva gridato preso dalla collera il giorno in cui lui e suo fratello erano diventati ricercati.

Aveva rischiato di perderlo quella volta…

Per quella dannata testardaggine.

A causa della ricerca proibita che alla fine li aveva divisi.

 

-E cosa successe…?-

-Successe che un giorno, durante un dibattito piuttosto acceso, Amore venne accecato dalla Follia, che tendeva ad agire sempre in modo impulsivo- Sorrise pensando quanto quel sentimento si potesse rispecchiare nella figura del biondino.

-Forse era un po’… geloso delle attenzioni che Amore riceveva-

-Forse… le altre creature decisero che quel gesto non sarebbe stato impunito-

-Cosa fecero?-

-Legarono indissolubilmente Follia ad Amore, affinché lo guidasse per sempre-

Con mano tremante raggiunse quella del ragazzo, di quell’illusione meravigliosa, dalla quale mai si sarebbe separato.

Era l’unica cosa che gli rimanesse.

-Crede che io sia la sua Follia…?-

Domandò avvicinandosi alle sue labbra, in un sussurro languido e sensuale.

-Credo di essere già folle di mio Acciaio, se assecondo tutto questo…-

-Lei lo sa che io non sono qui vero…?-

Lo sapeva perfettamente, eppure desiderava nutrirsi di un’illusione, desiderava le labbra di un ricordo richiamato solo dalla sua mente, logorata e dolorante.

-Per quanto ne sia conscio… finirò per richiamarti sempre-

Edward posò le mani sul volto dell’uomo accarezzandolo delicatamente, soffermandosi sulla cicatrice che gli solcava la palpebra, parte dello zigomo e del sopracciglio.

E anche se si trattava di un contatto inesistente, riusciva per lo meno ad alleviare il dolore che si portava dentro.

-Nell’amore c’è sempre un pizzico di follia Taisa… io sarò la sua se lo vorrà-

 

Si dice che l’amore e la follia siano legati da un patto millenario

La follia per riscattare il proprio crimine fu costretta a guidare l’amore, accecato e confuso, in qualsiasi cosa.

Poiché nell’amore c’è sempre un pizzico di follia.

Ed essa sarà sempre schiava dell’amore.

 

 

 

 

 

 

  
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