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Autore: El_    07/05/2012    4 recensioni
Questa storia parla di Scarlett, una ragazza con un sogno: incontrare i suoi idoli. Nella sua vita ha incontrato parecchie difficoltà, ma mai avrebbe creduto di incontrare i suoi idoli così di colpo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi presento, sono Scarlett, una ragazza di sedici anni compiuti da qualche mese.
 
Finalmente era arrivata l'estate, la scuola era finita e i miei pensieri si erano affievoliti; mi svegliai, diversamente dal solito, presto. Erano appena le nove, e decisi così di andare a trovare la mia migliore amica, che sicuramente avrei trovato sveglia. Feci una doccia, mi vestii e dopo aver preso i soldi uscii, e mi incamminai verso casa di Lucy. Ah, dimenticavo; non vi ho ancora parlato di lei. Beh, Lucy è la mia migliore amica, una ragazza speciale, con cui condivido il mio sogno, la mia vita. Abbiamo cinque idoli in comune, i One Direction. 
Comunque, ritorniamo a noi. Lungo la strada le mandai un messaggio avvertendola che sarei passata da lei tra dieci minuti; arrivata davanti casa sua suonai il campanello e aspettai che scendesse.
La guardai, era meravigliosa, come sempre. Lucy è una ragazza alta e con un fisico da far invidia, con degli occhi color nocciola e dei capelli mori, con i riflessi arancioni. Le sorrisi e lei ricambiò.
-Buongiorno Scar, come mai ti sei svegliata così presto?- mi chiese con un sorrisone in viso.
-Non so, non riuscivo a dormire- spiegai.
Decidemmo di andare al bar a far colazione e poi la invitai a pranzo da me, dato che i miei non erano mai a casa.
Per pranzo decidemmo di ordinare due pizze; cosa insolita vero? Vi spiego subito il motivo. I ragazzi che consegnavano le pizze erano una cosa meravigliosa e ogni scusa era buona per ordinarne una.
Mangiammo, ridendo e scherzando come al solito, poi alle tre, Lucy dovette andare a casa e io decisi di iniziare qualche compito.
Presi il libro e l’astuccio e andai a sedermi sul prato dietro casa mia, dove batteva il sole. Non mi andava molto di far matematica, ma mi stavo annoiando parecchio. Mi addormentai e quando mi svegliai alle sei, mi ricordai che quella sera, alle sette e mezza avevo la partita di calcio. Non potevo mancare, era l’ultima; quella partita stabiliva chi si aggiudicava il primo posto nelle regionali, poi avremmo avuto l’estate libera, per riprendere poi a settembre con l’inizio della scuola. Andai a preparare la borsa, corsi al campo, non molto lontano da casa mia e mentre entravo salutai l’allenatore. Mentre mi cambiavo mandai un messaggio a Lucy e la implorai di venire a vedermi giocare, poiché quella era l’ultima partita e per me era di un’importanza enorme. Iniziarono i riscaldamenti e subito dopo la partita; mentre rientravo in campo guardai tra le tribune per cercare Lucy e quando la trovai, la salutai sorridendole.
La partita iniziò e non ci volle molto per vedere i primi falli; un avversario era entrato in scivolata su un mio compagno, fratturandole la caviglia. Notai sul volto di Lucy un velo di preoccupazione, così approfittai del time-out e corsi di fronte alle tribune.
-Lu che succede?- le chiesi con il fiatone.
-Niente Scar, è che i vostri avversari sono piuttosto forti e mi sembrano abbastanza violenti, non vorrei che ti facciano male come l’ultima volta.- mi rispose. Ripensai all’ultima volta, quando il capitano della squadra avversaria mi aveva colpito in piena coscia, impedendomi di continuare la partita.
Scaccia la rabbia e le risposi –Sta tranquilla Lu, ‘sta volta non la passerà liscia-; sentii il fischio dell’arbitro, segno che la partita era ripresa, e indietreggiando le mandai un bacio, appena prima di girarmi e riprendere a correre.
La partita finì 3-1 per noi; ci eravamo aggiudicati il primo posto nelle regionali. Andai a farmi la doccia e quando uscii trovai Lucy ad aspettarmi. Andammo a casa mia e la prima cosa che ci venne in mente di fare fu prendere il computer e collegarci a twitter. Sulla home notammo un trambusto di tweet e ci impiegammo un po’ per capire cos’era successo: i One Direction avevano fissato le tappe in Italia. Felici? No, di più.
Le chiesi di rimanere a dormire da me, e dopo aver avuto la conferma dei suoi, andammo in camera mia a metterci il pigiama.
Era ormai mezzanotte, e stanche, ci addormentammo abbracciate.
Il giorno dopo, di nuovo mi svegliai presto ma non prima di Lucy. Scesi e mi diressi in cucina; quello splendore di ragazza aveva preparato addirittura la colazione.
La ringraziai e iniziammo a fare colazione; dopo dieci minuti suonò il campanello. Chi poteva essere alle otto del mattino? Mi alzai e andai al citofono chiedendo chi fosse.  Anne, amica sia mia che di Lucy.
Entrò e si sedette sul piano lavoro in cucina.
-Buongiorno ragazze- disse allegra
-Giorno anche a te Anne- le rispondemmo noi.
-Avete sentito? I One Direction vengono in Italia!- si mise a gridare e non potemmo non guardarla e ridere.
Passò la mattinata assieme a noi per poi andarsene dopo pranzo; io e Lu decidemmo per il pomeriggio di andare a farci un giro in paese.
Il pomeriggio arrivò in fretta e arrivate in piazza ci sedemmo. Accesi la playlist dei One Direction e subito ci mettemmo a cantare; eravamo stonate, ma ce ne fregavamo altamente di cosa potesse pensare la gente, a noi andava bene così.
Ero girata di schiena, di fronte a Lu, quando ad un certo punto si bloccò e guardò in un punto non preciso alle mie spalle, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.
Mi girai, per vedere cosa ci fosse di tanto scandaloso, e non credetti ai miei occhi.
Erano lì, le cinque meraviglie che tanto amo, erano lì, a pochi passi da me.
Stavo sognando?  Per tutta risposta Lu corse ad abbracciarmi. No non stavo sognando allora; le lacrime di gioia non tardarono ad arrivare. Corsi verso Zayn e Lu verso Niall; strinsi Zayn più forte che potei e andai ad abbracciare anche gli altri.
Stavamo tremando tutte e due e loro se ne accorsero; ci tranquillizzarono e un misto tra sollievo e incredulità mi colpì, quando sentii le loro voci e le parole in italiano pronunciate perfettamente. Ci chiesero di portarli in un posto sicuro, così andammo a casa mia. Ordinammo per cena dieci pizze, anche se eravamo in sette, poiché Niall mi aveva strappato il telefono nel momento in cui pronunciavo la parola sette e corresse dicendo dieci. Divorò tutta la scorta mia e di Lu di marshmellow e ci addormentammo tutti assieme all’una di notte.
Il giorno dopo mi svegliò Zayn, a mezzogiorno, con un bacio sulla testa e un buongiorno sussurrato all’orecchio; gli altri erano già tutti svegli.
Salii in camera e quando aprii la porta rimasi quasi scioccata, così la richiusi e scesi facendo finta di nulla.
  
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