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Autore: Zeressa    08/05/2012    3 recensioni
Aveva viaggiato a lungo per trovarla.
Aveva visitato molte, moltissime, dimensioni. Aveva incontrato molte anime sul suo percorso.
Nessuno era riuscito a fermarla dal suo ideale. Nessuno era riuscito a convincerla a tornare indietro.
Nessuno aveva avuto il coraggio di dirle che il suo era un desiderio impossibile da realizzare.
Ma non le importava.
Doveva trovarla. Doveva esaudire il suo desiderio.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Nuovo personaggio, Yūko Ichihara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva viaggiato a lungo per trovarla.
Aveva visitato molte, moltissime, dimensioni. Aveva incontrato molte anime sul suo percorso.
Nessuno era riuscito a fermarla dal suo ideale. Nessuno era riuscito a convincerla a tornare indietro.
Nessuno aveva avuto il coraggio di dirle che il suo era un desiderio impossibile da realizzare.
Ma non le importava.
Doveva trovarla. Doveva esaudire il suo desiderio.
 
 
 
-          Watanuki, preparami  degli stuzzichini. –
La voce di Yuko arrivò accompagnata a quella stridula del piccolo Mokona.
-          Anche della birra! -, aggiunse infine, con un enorme sorriso sulle labbra.
-          E ti pareva che non avevate ancora chiesto niente di alcolico?! –
Watanuki si diresse in cucina, seguito da Maru e Moro, infilandosi il solito grembiule bianco. Borbottò qualcosa contro la donna e al piccolo esserino nero che stava di fianco a lei.
-          Oh. –
Un’ombra di stupore si dipinse sul volto di Yuko.
-          Dimenticati degli stuzzichini. Sta per arrivare. –
Il ragazzo si girò verso la padrona del negozio con aria confusa.
-          Chi sta arrivando? –
Come al solito non ricevette risposta: la donna si diresse verso la sua stanza seguita dalle due bambine, per uscirne dieci minuti dopo vestita con l’abito che aveva visto indossare solo due volte, in occasione dell’arrivo di Shaoran e Sakura.
Si diressero nel giardino.
“Eppure non piove. . .”, si disse Watanuki, convinto dell’arrivo dei ragazzi da un’altra dimensione.
-          Oggi non dobbiamo attendere loro. È una nuova cliente. –
-          Come fai a sapere che è una donna ad arrivare? –
-          Non senti anche tu questo forte odore di rose nell’aria? –
Non ci aveva fatto caso: essendo primavera aveva dato per scontato il forte odore di fiori nell’aria. Annusò l’aria: sapeva proprio di rose.
Si diressero dinanzi al pozzo in pietra e, una volta arrivati, Yuko buttò al suo interno dei petali di ciliegio.
-          E ora? -, domandò il ragazzo
-          Ora aspettiamo. –
Non seppe dire quanto tempo ci volle: forse dieci minuti, o forse un’ora. Il tempo scorreva lentamente e il volto di Yuko si faceva sempre di più serio.
All’improvviso le pietre del pozzo si illuminarono e con esse anche l’acqua al suo interno. Poco dopo, una donna vestita di nero ne emerse, come sorretta da una passerella invisibile. Poggiò il piede sul bordo del pozzo e con un saltello scese ritrovandosi dinanzi alla strega.
Watanuki l’osservò attentamente: aveva dei lunghi capelli rossi, legati in una treccia regale, gli occhi erano verdi come due smeraldi, avrà avuto poco più di vent’anni;  ma il volto, la sua espressione, era terribilmente seria da mostrarle cinque, se non sette in più. I suoi occhi erano dipinti sia di tristezza che di felicità; si illuminarono quando videro Yuko.
-          Tu sei la Strega delle dimensioni? -, chiese con voce tremante
-          Si, mi chiamano così. -, commentò freddamente la donna.
Con un gesto veloce si inginocchiò e prese le mani di Yuko, come in preghiera e la guardò supplicante.
-          Ho viaggiato a lungo per trovarti! Dicevano che se fossi venuta da te avresti esaudito il mio desiderio!  –
Yuko guardò freddamente la ragazza.
-          Hai viaggiato a lungo per un desiderio… -
-          Si! Non mi sono mai data pace! Il pensiero che tu mi avresti aiutato mi ha spinto a cercarti e. . .-
-          Non è stato questo pensiero. È stato ben altro a spingerti. Non è vero? -, commentò infine la donna.
-          Si. . . –
La ragazza abbassò lo sguardo tristemente.
-          È il tuo desiderio? È talmente importante da farti viaggiare per diversi mondi? È così grande da darti la forza e la speranza per continuare? –
-          Si. –
-          E allora, dimmi, qual è il tuo desiderio? –
La ragazza si alzò e guardò la donna con ardore.
-          Voglio che mio marito torni in vita! –
Watanuki osservò con stupore la ragazza: di desideri ne aveva sentiti tanti, dai più insensati a quelli che invece lo erano, ma questo, riportare in vita una persona, era quantomeno impossibile. Guardò Yuko in attesa di risposta. Sorprendentemente sorrideva.
-          Sai che c’è un prezzo da pagare? –
-          Sono disposta a tutto! Voglio che però Kumanosuke torni da me! –
-          Il prezzo per riportare indietro una vita è molto alto. -, commentò Yuko, - Non bisogna dare, ne ricevere troppo. Poiché ridare la vita ad una persona è importante quanto l’anima stessa, pretendo qualcosa dello stesso valore. Sei sicura di fare questo scambio? –
La ragazza abbassò lo sguardo, pensierosa.
-          Io non ho molto. Sono una guerriera, niente di più. Avevo solo lui, e me l’hanno portato via. . . –
-          Come ti chiami? -, domandò Watanuki, che fino a quel momento era rimasto in silenzio. Quella ragazza le faceva tenerezza.
La rossa lo guardò: nei suoi occhi il ragazzo poteva scorgerci dolore, tanto dolore. Ci si poteva perdere in quel verde, così bello, così importante.
-          Mi chiamo Akane. I miei genitori decisero di chiamarmi così per via dei capelli. -, disse tristemente.
-          Allora Akane, sei disposta a pagare per riavere tuo marito? –
La voce di Yuko era piena di tenerezza verso quella ragazza. Akane tornò a guardarla e, poco dopo, annuì convinta.
-          E sia. In cambio del ricongiungimento con il tuo amato, mi prenderò le tue emozioni. Il tuo volto non potrà più esprimersi in tristezza o in gioia. Porterai una maschera per tutta la vita. –
-          E così sia. -, rispose la giovane.
Yuko tirò fuori dalla lunga manica del vestito un ventaglio e l’agitò contro Akane. All’improvviso i lineamenti della giovane divennero seri, la pelle si pietrificò e gli occhi, i suoi splenditi occhi verdi, divennero vuoti.
Watanuki rimase sconvolto dal mutamento della ragazza.
Appena la trasformazione finì, accanto alla giovane apparve un ragazzo alto, dagli occhi castani e i capelli biondi, lunghi fino alle spalle. Sul suo volto era stampato lo stupore .
-          Cosa. . .-
-          Kumanosuke! –
La ragazza lo abbracciò con strasporto, come ci sarebbe aspettato: sul suo volto però era stampata un’espressione seria, vuota, priva di felicità.
-          Akane. . . -, riuscì a mormorare il giovane.
-          Bene il tuo desiderio è stato esaudito. È ora che torniate a casa. –
Detto questo sventolò nuovamente il ventaglio e i due ragazzi scomparvero. Poco prima che scomparissero totalmente si udì un flebile grazie uscire dalla bocca pietrificata di Akane.
 
 
-          Cosa hai imparato oggi, Watanuki? –
Il ragazzo guardò Yuko confuso.
-          In che senso? –
-          Quella ragazza ha viaggiato per molto, moltissimo tempo per arrivare qui e riavere il suo compagno accanto. Non le è importato niente di quanto poteva ammontare il prezzo per esaudire il suo desiderio. Queste persone, che cedono facilmente il proprio destino per gli altri, non si accorgono che agendo così fanno del male, non solo a loro stessi, ma anche alle persone che le circondano.
Secondo te come si sentirà quel ragazzo, quando vedrà che la sua amata non potrà più sorridere? Come si sentirà dinanzi ad una faccia di pietra che non può esprimere emozioni? Che non può ridere, piangere, provare rabbia? Come si sentirà quando scoprirà che Akane ha perso le sue emozioni a causa sua? –
Yuko guardò Watanuki con tristezza, poi si diresse verso la villetta.
Con un nuovo quesito in testa, il giovane la seguì, domandandosi sulle sorti dei due amanti.
 
 
 
“Come si sentirebbero i tuoi amici se ti sacrificassi ancora per loro, Watanuki?”
Yuko osservò il ragazzo mentre si rimetteva il grembiule e si dirigeva nuovamente verso la cucina per preparare la cena.
“ Domeki, Himiwari, la Zashikiwarashi, tutti si preoccupano per te… Tu detesti vedere  la gente soffrire e sei disposto a sacrificarti, a ferirti! Ma non l’hai ancora capito vero? Se ferisci te stesso, allo stesso tempo ferisci gli altri che ti circondano e che ti vogliono bene. Ma ancora non l’hai capito.
Spero che la scena di oggi ti abbia fatto aprire gli occhi, Himihiro.”
Detto questo prese il bicchiere con dentro la birra e se lo portò alle labbra, come se niente fosse.
-          Watanuki, portaci dell’altra birra! –
 
 
   
 
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