GRAZIE A MELI CHE MI HA RECENSITA E MI HA AVVISATA DEL DISASTRO!! ORA LA SMETTO DI ROMPERE E VI LASCIO ALLA LETTURA SPERANDO CHE NON VI ANNOI! ; )
Prologo. La
mia vita è noiosa!!
Il cinema mi
aveva sempre appassionata, vivevo per il cinema. Probabilmente questo
accadeva perchè la mia vita non era mai stata molto
movimentata. Quando nasci in un paesino dove c'è sole, mare,
e una moltitudine di gente che arriva ogni estate, dove
continuamente sei circondata da idilliaci paesaggi e festicciole, non
hai molta voglia di scappare, la stessa natura ti urla di rimanere, il
sole il mare e gli alberi ti dicono che è tutto
lì ciò che si può desiderare, non
esiste altro. Almeno questo valeva per il resto della gente che mi
circondava chiunque sembrava soddisfatto, eccetto io.
Combattevo ogni giorno con un forte impulso: quello di fuggire. Fuggire da tutta quella serenità per trovare la capacità di urlare, impazzire, amare e perchè no? anche soffrire. Avevo la costante impressione di vivere come addormentata, i miei giorni erano così uguali, noiosi, insopportabilmente equilibrati. Ecco perchè amavo il cinema: perchè mi portava altrove, perchè nei film ogni evento aveva conseguenze imprevedibili.
Frequentavo l'università, avevo scelto di studiare lettere. I miei genitori non erano molto d'accordo, le possibilità lavorative che quella facoltà offriva non erano delle migliori nè tantomeno numerose,non m'importava perchè così come amavo il cinema, amavo il libri dato che erano molto più pieni di vita di me. Alla fine avevo dimostrato di essere parecchio brava, avevo vinto ogni anno la borsa di studio, ora ero al quarto anno stavo per completare gli studi ed avevo messo da parte un bel gruzzolo.
Magari starete pensando: "per forza che ti annoi, non fai altro che studiare!". Non è così, io partecipavo alle feste, facevo le ore piccole, stavo sempre in giro, eppure non riuscivo ad essere ciò che volevo essere. Le regole sociali e il perbenismo mi davano il voltastomaco, e ancora di più mi davano la nausea i giovani della mia età convinti che vivere significasse indossare abiti costosi e saltellare in discoteca. Tutto questo mi lasciava insoddisfatta, sapevo che la vita non poteva essere tutta lì, eppure ero codarda, non mi azzardavo a deragliare, avrei potuto, ma non lo facevo perchè dopo mi sarei sentita troppo in colpa nei confronti dei miei genitori.
<< Carlo?>>
<< Si amore?>>
Carlo era il mio ragazzo, perfetto ed innamorato, un bel ragazzo dagli occhi nocciola. Anche in quel caso ero stata fortunata, stavamo insieme da cinque anni e andavamo perfettamente d'accordo.
<< Ho trovato un volo low cost per Venezia. Ho prenotato anche per te. Partiresti con me tra... diciamo quindici giorni?>>
Lui mi guardò sorpreso.<< Perchè vuoi andare a Venezia?>>
<< Non c'è un motivo, il prezzo era molto conveniente...Caspita non hai volgia di un diversivo?>>
<< Un diversivo?>>
<< Non so...ho voglia di cambiare un pò aria. Tu no?>>
Cominciai a pensare di essere io ad avere dei problemi. Non è certo normale una persona che ha tutto ed è triste proprio per questo. Ma alla fine lo convinsi. Saremmo rimasti tre giorni a Venezia, lui aveva uno zio la, non lo vedeva da tempo ma disse che probabilmente ci avrebbe ospitato. Già... non avevo pensato al fattore alloggio. Gli hotel a Venezia costavano un occhio. Ma anche questa cosa adesso era risolta.
Combattevo ogni giorno con un forte impulso: quello di fuggire. Fuggire da tutta quella serenità per trovare la capacità di urlare, impazzire, amare e perchè no? anche soffrire. Avevo la costante impressione di vivere come addormentata, i miei giorni erano così uguali, noiosi, insopportabilmente equilibrati. Ecco perchè amavo il cinema: perchè mi portava altrove, perchè nei film ogni evento aveva conseguenze imprevedibili.
Frequentavo l'università, avevo scelto di studiare lettere. I miei genitori non erano molto d'accordo, le possibilità lavorative che quella facoltà offriva non erano delle migliori nè tantomeno numerose,non m'importava perchè così come amavo il cinema, amavo il libri dato che erano molto più pieni di vita di me. Alla fine avevo dimostrato di essere parecchio brava, avevo vinto ogni anno la borsa di studio, ora ero al quarto anno stavo per completare gli studi ed avevo messo da parte un bel gruzzolo.
Magari starete pensando: "per forza che ti annoi, non fai altro che studiare!". Non è così, io partecipavo alle feste, facevo le ore piccole, stavo sempre in giro, eppure non riuscivo ad essere ciò che volevo essere. Le regole sociali e il perbenismo mi davano il voltastomaco, e ancora di più mi davano la nausea i giovani della mia età convinti che vivere significasse indossare abiti costosi e saltellare in discoteca. Tutto questo mi lasciava insoddisfatta, sapevo che la vita non poteva essere tutta lì, eppure ero codarda, non mi azzardavo a deragliare, avrei potuto, ma non lo facevo perchè dopo mi sarei sentita troppo in colpa nei confronti dei miei genitori.
<< Carlo?>>
<< Si amore?>>
Carlo era il mio ragazzo, perfetto ed innamorato, un bel ragazzo dagli occhi nocciola. Anche in quel caso ero stata fortunata, stavamo insieme da cinque anni e andavamo perfettamente d'accordo.
<< Ho trovato un volo low cost per Venezia. Ho prenotato anche per te. Partiresti con me tra... diciamo quindici giorni?>>
Lui mi guardò sorpreso.<< Perchè vuoi andare a Venezia?>>
<< Non c'è un motivo, il prezzo era molto conveniente...Caspita non hai volgia di un diversivo?>>
<< Un diversivo?>>
<< Non so...ho voglia di cambiare un pò aria. Tu no?>>
Cominciai a pensare di essere io ad avere dei problemi. Non è certo normale una persona che ha tutto ed è triste proprio per questo. Ma alla fine lo convinsi. Saremmo rimasti tre giorni a Venezia, lui aveva uno zio la, non lo vedeva da tempo ma disse che probabilmente ci avrebbe ospitato. Già... non avevo pensato al fattore alloggio. Gli hotel a Venezia costavano un occhio. Ma anche questa cosa adesso era risolta.