Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: LaryTarett    09/05/2012    0 recensioni
Myriam e Mary sono due sedicenni che non hanno niente di diverso da tutti gli altri adolescenti e il loro più grande problema è al massimo un brutto voto o un litigio. Quando trovano una strana collana non pensano neanche per un secondo che quell'oggetto cambierà la loro vita radicalmente. Riusciranno a resistere tra lotte con angeli leggendari e difficili scelte o dovranno abbandonare per sempre la loro umanità?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quella mattina Myriam si alzò presto, stava ancora pensando allo sguardo di quell'uomo nel cortile della scuola,e gli venne una strana sensazione di terrore inquietudine. Scese dal letto e andò ad aprire la finestra della sua stanza, da questa si vedeva il giardino di casa sua. C’erano i fiori che curava la sua madre, c’era  l’albero con la casetta dove lei, Mary e Alexandra giocavano da piccole, c’era il dondolo dove aveva dato il suo primo bacio alle elementari, sembrava tutto normale ad una prima occhiata, ma Myriam sentiva che c’era qualcosa di strano. Sotto la sua finestra, infatti, c’era qualcuno, non l’aveva notato prima perché era ancora intontita dal sonno. Si avvicinò ancora di più alla finestra per cercare di capire chi era, poi capì. Era l’uomo misterioso del giorno prima.
 «A..g..li..de..a o..r..t..e»sussurò lo sconosciuto.
 Myriam scese di corsa e andò nel giardino, ma l'uomo era sparito. Tornò così in casa e pensò che fosse stato solo un brutto scherzo della sua mente. Dentro di sé però sentiva crescere un inquietudine: sotto sotto sapeva che ciò che aveva visto non era solo un sogno.
 
Passarono le ore e Myriam,dopo essersi trovata con le amiche, raccontò loro quello che successo. Mary e Alexandra erano scioccate, così decisero che sarebbe stato meglio parlarne più tardi, anche perché la campanella era appena suonata.
 La prima ora era letteratura inglese. La professoressa era una donna molto bassa sui sessant’anni, con i capelli biondi molto corti, che indossava sempre gonne scozzesi e scarpe ortopediche. Quella mattina come al solito nessuno la stava a sentire e mentre parlava Myriam pensava ancora alle parole dell’uomo cercando un significato, dopo poco si rassegnò. I rebus non erano mai stati il suo forte.
A un certo punto la professoressa pronunciò una frase che attirò molto l'attenzione delle tre amiche.
«...Angels of death came down to Earth to kill humans ...».
“Angel of death? Angeli della morte!!” Myriam capì che combaciava perfettamente con quelle parole. Dopodiché rivolse uno sguardo alle amiche per capire se anche loro avevano capito e notò che sia Mary che Alexandra la stavano osservando con occhi colmi di terrore. Il suono allegro della campanella le fece tornare nella realtà così uscirono dalla classe.
Alla ricreazione Alexandra, Myriam e Mary andarono a vedere se quell'uomo era tornato al cortile e si diressero verso esso.
 « Non c'è nessuno» commentò Alexandra  «andiamocene forza mancano 10 minuti alla fine della ricreazione».
Né Mary né Myriam le diedero ascolto, anzi cominciarono a camminare verso il piccolo cortile vicino la palestra. Erano davanti al grande albero d’acacia dietro la casa del custode quando Myriam inciampò e cadde.
 «Ahi!! Sono inciampata in qualcosa, un sasso, penso».
Aiutando l'amica a rialzarsi Mary si girò per vedere in cosa era inciampata.
«Cos'è quello?»
Dal terreno spuntava una specie di roccia, però era strana: aveva un colore bianco simile a quello di un osso e una forma piuttosto rotonda.
 «Dissotterriamola!» suggerì Myriam.
Mary annuì mentre Alexandra se ne stava in disparte seccata. Myriam e Mary si avvicinarono a quell'oggetto e lo sollevarono dal terra in modo da poterlo osservare meglio. Myriam tese le mani, lo afferrò e gridò con terrore.
 «Un teschio.. é un teschio...!» così dicendo sotterrarono di nuovo l’oggetto e spaventate e tornarono in classe facendo finta di nulla. Non volevano immischiarsi in qualcosa di troppo pericoloso. Non sapevano che lo avevano appena fatto.
  
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