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Autore: MusicAddicted    10/05/2012    15 recensioni
Completa!!!
E se Loki avesse scoperto la verità sulle sue origini quando aveva solo sei anni?
AVVISO: All'inizio del primo capitolo trovate quella MERAVIGLIA di banner/illustrazione della super-brava MERAVIGLIOSA Eternal ... che non ringrazierò mai abbastanza!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My little giant'
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Qualche nota prima di cominciare:

Oh dei… sono agitatissima *fa un gran respiro per calmarsi*

Non è la prima volta che scrivo qualcosa.. ma è la prima volta che scrivo di questo fandom. Finora ho scritto su serie TV e celebrità ma mai su un film.
Solo che ‘Thor ‘ (così come ‘The Avengers’ ) mi è entrato nel cuore
Ho letto tantissime storie su di loro e ce ne sono di davvero stupende, non sarò mai all’altezza, ma… proviamoci!

L’idea mi è venuta guardando l’inizio del film (quei due avevano una tale aria da adorabili pesti) e questo disegno (non so di chi sia, ma ha tutta la mia più devota ammirazione *O*) è stato il colpo di grazia!

http://3.bp.blogspot.com/-nfi0KMRTZVM/TrGACwQj8ZI/AAAAAAAAEH4/LNZBJZAjczM/s1600/thor_and_loki_in_the_movie_by_r6655321-d4ejz40.jpg
 
Ci tengo a precisare che la mia conoscenza sul fandom si basa soltanto sulla cinematografia, perciò chiedo scusa per la mia… ignoranza fumettistica!
Ah, mi sono concessa la libertà che Loki qualche piccola magia la sapesse fare già in tenera età ;)

ok, scappo terrorizzata e vi lascio alla lettura:
 
 
modifica dell'ultim'ora: ci terrei a condividere con tutti questo MAGNIFICO regalo della bravissmissimissimissima Eternal (un GRAAZIEEEEEEEEEEEEEEE sconfinato, tesorina!!)... che tra l'altro mi sta ispirando l'ultimo capitolo ^^  

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Loro due sapevano bene che non avevano il permesso di andare in quella stanza da soli; ma,cosa ancora più importante, quel giorno loro due non avevano neppure il permesso di lasciare le loro stanze.
Erano in punizione, per quello che avevano combinato il giorno precedente.
Del resto si sa, è inevitabile per due bambini cedere alla tentazione di commettere qualche marachella, e ancora di più lo era per Thor e Loki, rispettivamente di nove e sei anni, nonostante essendo i Principini del regno avrebbero dovuto dare il buon esempio a tutti gli altri.
Peccato che più una cosa era proibita, più quei due piccoli birbantelli ne erano attratti.

Per questo spesso si ritrovavano in punizione, che consisteva principalmente in un intero giorno reclusi nelle loro stanze, senza la possibilità di vedersi ed era questa la parte più insopportabile di quel castigo che i due ritenevano profondamente ingiusto.
Perché non importava quante miriadi di giocattoli possedessero, tanti da fare invidia a qualunque altro bambino Asgardiano;  per Thor la compagnia di Loki era il gioco più divertente e viceversa.

La differenza era che Thor aveva un’ampia scelta, perché aveva molti amici e tutti volevano giocare con lui, mentre Loki era sempre visto come quello strano, quello da evitare, quello che avrebbe portato soltanto guai, forse a causa della sua preferenza per le arti magiche piuttosto che per le ben più nobili e benaccette attività da guerriero.
Thor, fatta eccezione per il loro genitori, era l’unico a non giudicarlo per questo ed era l’unico vero amico di Loki.

 
Affinché quella punizione fosse tassativamente rispettata, era stato posto un servitore di guardia davanti a ogni porta; ma Thor aveva imparato da qualche tempo a eludere la sorveglianza.
Come ogni volta che si era ritrovato in quell’antipatica situazione, quel pomeriggio, il figlio primogenito di Odino, con quanta più circospezione possibile, aveva aperto la finestra, arrampicandosi sul davanzale, e da lì si era lanciato senza paura con un agile salto sul ramo del maestoso albero che si affacciava anche sul davanzale della finestra di Loki, il secondo figlio di Odino.
Per il biondo era facile attraversare i rami e saltare sul davanzale della finestra del moro, che lo attendeva, lasciandola spalancata.

“Ce l’hai fatta anche stavolta!” lo accolse il più piccolo, con la contentezza di vederlo che scintillava nei suoi grandi occhi verde smeraldo.

“Io ce la faccio sempre!” dichiarò baldanzoso il più grande, con la fierezza che sfavillava nei suoi piccoli ma intensi occhi blu zaffiro. “Allora che si fa?” gli chiese subito dopo.

“Io dico, se proprio dobbiamo stare in punizione , almeno facciamolo per qualcosa che ne valga davvero la pena. Quelle ranocchie alla lavanderia le abbiamo messe solo per farci due risate!” riepilogò Loki, ridacchiando a quel ricordo, nemmeno troppo remoto.

“Sì, e una delle serve ne aveva anche una in testa!” rise Thor, facendo però attenzione a non farsi sentire nel corridoio. “E’ stato un così bello scherzo che pure Sif, Fandral, Volstagg e Hogun mi hanno detto che siamo stati dei grandi. Loro sì che ci capiscono!”commentò il più grande, con un sorriso tronfio d’orgoglio.

“Semmai sei stato grandioso tu, loro capiscono solo te!” sbuffò il più piccolo, imbronciandosi.

Quella era una visione che Thor non poteva proprio sopportare.

“E dai, Loki, non fare così! E poi lo sai che ci sono sempre io che ti capisco!” lo abbracciò il biondo, con fare protettivo, con Loki che premeva il viso contro il suo petto.

Quando il moro rialzò la testa per guardare il fratello, il sorriso aveva fatto ritorno sul suo volto.

“Thor, vogliamo rischiare di prenderci una punizione con i fiocchi?” lo spronò il più piccolo.

“Che cos’hai in mente?” lo guardò impaziente e intrigato Thor.

Del resto, il suo fratellino aveva sempre le trovate più geniali e le marachelle più azzardate avevano sempre la sua firma.

“Qual è il posto più proibito al quale riesci a pensare?” lo scrutò furbescamente Loki.

Immediatamente, il volto del piccolo Thor si accese di entusiasmo e adrenalina.

“Loki, no, sei matto? E se ci scoprono?” domandò, non riuscendo però a reprimere un sorrisetto.

“Non ci scopriranno.” garantì Loki, con una calma sicura che lo contraddistingueva.

“Loki, no…” tentennò un’ultima volta Thor.

Il piccolo Loki sorrise. Sapeva benissimo che quel ‘no’ voleva dire ‘sì’.

A conferma delle sue teorie giunse la domanda del fratello.

“E come facciamo?”

“I servi sorvegliano soltanto le porte delle nostre stanze. E padre e madre sono talmente sicuri che non usciremo da qui che non hanno nemmeno esteso la punizione a tutto il resto della reggia.” gli spiegò Loki.

“Cosa vuoi dire?” lo guardò confuso il biondo, grattandosi la testa.

La perspicacia non era il suo forte.

“Ti sto dicendo che se riusciamo a uscire da qui, non dovremmo più preoccuparci di niente, almeno finché non arriviamo al nostro obiettivo!” precisò pazientemente il più piccolo, più che abituato all’ottusità del fratello , ma anche sottilmente divertito.

“Dai, Thor, facci uscire da qui e il gioco è fatto!” lo spronò un’ultima volta il moro.

Le prove di forza fisica e agilità non erano il suo forte.

Per tutta riposta, Thor flesse le gambe e incurvò la schiena in avanti, chinando la testa.

“Salta su, fratellino!” lo invitò e Loki non se lo fece ripetere, stingendosi forte al fratello maggiore, che nonostante avesse soltanto nove anni aveva una forza fuori dall’ordinario.
A rendergli le cose più facili c’era anche il fatto che Loki fosse notevolmente minuto ed esile di costituzione, cosa che non faceva che aumentare il senso di protezione che Thor aveva nei suoi confronti.

Con facilità il biondo saltò sul davanzale, col suo piacevole fardello ben saldato, con le piccole braccia strette dolcemente attorno al suo collo.
Loki adorava quel contatto così intimo con il suo fratellone, in quei momenti si sentiva sicuro e protetto da ogni cosa.

“Andiamo!” ridacchiò Thor lanciandosi sul ramo.

“Non hai paura?” mormorò titubante Loki, guardando la vertiginosa altezza che li separava dal suolo.

Per tutta risposta Thor rise.

“Loki, un futuro re non può avere paura e poi io sono il più forte!” proclamò, saltando di ramo in ramo, finché l’altezza non si fece più così minacciosa e nel giro di pochi istanti si ritrovarono sani e salvi sul morbido prato.

A Loki un po’ dispiacque scendere a terra, ma avevano un’adrenalinica missione che li stava attendendo.

Fecero tutto il giro del palazzo e si infilarono svelti all’ingresso, correndo indisturbati per i corridoi.

Avevano il fiatone e il cuore in gola, ma continuavano a sorridersi, quasi come se fosse per incoraggiarsi a vicenda.

Mancavano pochi metri alla stanza delle armi e più si avvicinavano, più si rendevano conto di quanto fosse grande quel rischio.

Ma il rischio per loro due era né più né meno che un meraviglioso gioco.

Fino a quel momento tutto era andato a meraviglia:  nessuno li aveva scoperti.

Loki e Thor si trovavano all’angolo del corridoio che li separava dall’agognata stanza.

Il loro padre, nonché il padre di tutti gli dei e sovrano del loro regno, Asgard, era solito portarli con sé nella stanza delle armi, per mostrare loro qualche particolare reliquia e rievocare l’aneddoto ad essa legata.
Il re parlava ai due bambini sovente di quello che un giorno sarebbe stato loro, nonostante il trono fosse destinato a uno soltanto.
In quel momento però Odino non era lì con loro e l’accesso alla stanza era severamente vietato da due guardie poste all’ingresso a sorvegliare vigili e impassibili.
Già dal loro nascondiglio  i due bambini le potevano scorgere  con facilità.
 
“Non ce la faremo mai a entrare, è meglio se torniamo indietro!” sbuffò Thor, sollevandosi una ciocca dorata dalla fronte.

“Thor, un futuro re non si abbatte mai davanti al primo ostacolo!” ribatté Loki, sottovoce per non farsi sentire dalle guardie.

“Hai ragione, ma cerca di usare la testa, non possiamo certo batterci con le guardie!” lo guardò confuso Thor.

Loki gli mostrò un ghigno furbetto.

“E chi ha mai parlato di battersi?”

“Uh?”

“Voglio dire, sarà molto più facile entrare quando non resterà nessuna guardia a sorvegliare la stanza!” sorrise calmo il più piccolo.

“E come pensi di fare?” lo scrutò il fratello maggiore, con aria ammirata.

Adorava l’ingegno del suo fratellino.

“C’è una cosa che ho imparato a fare da poco e credo che potrebbe funzionare. E’ che non la posso fare su di me, mi serve il tuo aiuto.” mormorò Loki.

“Ma se non l’hai mai fatta su di te, come fai a sapere se funzionerà?”lo mise in difficoltà il biondo.

“Hey! Guarda che io le cose le so fare bene, mi sono applicato tanto, è ora di vedere i risultati!” si infervorò il moro.

“Thor, tu ti fidi di me?”gli chiese subito dopo, con tono più calmo e un debole sorriso.

Thor gli mostrò un sorriso più largo e gli strinse la mano con affetto.

“La sai già la risposta, dimmi solo quello che devo fare!”

“Quando te lo dico io, devi urlare più forte che puoi alle guardie di allontanarsi, mandale nel posto più lontano che ti viene in mente!” lo avvisò Loki.

“E perché mai mi dovrebbero stare a sentire?” si accigliò Thor.


“Lo vedrai. Cerca di sembrare un re, cerca di dirlo come lo direbbe padre!” rispose il più piccolo, posizionandosi dietro le sue spalle. “Ti darò io il segnale, ok?”

“Ok!” rispose il biondo, con rinnovata fiducia.

Felice della sua approvazione, Loki chiuse gli occhi e si concentrò a fondo per qualche secondo, bisbigliando qualcosa di intelligibile.

Quando riaprì gli occhi notò soddisfatto che sulla sua mano sinistra era comparsa una piccola luce, di un verde intenso.

Appoggiò quella mano sulla spalla di Thor, che nel frattempo era concentrato a pensare a un posto dove spedire le guardie e sembrò trovare quello perfetto.

“Ora!” sussurrò il moro al biondo.

“Guardie! Vi voglio subito al cospetto di Heimdall, è un ordine, non c’è tempo da perdere!” gridò Thor con quanto fiato aveva nei polmoni, ma la cosa sorprendente è che dalla sua bocca uscì esattamente la voce del padre, la voce di Odino.

Le guardie sussultarono e senza farsi ulteriori domande, si precipitarono dov’era appena stato loro ordinato, credendo che fosse in corso un attacco da un regno ostile.

Loki, tirò via la mano da Thor e la piccola luce si estinse.

“Ma… come ci sei riuscito?” domandò esterrefatto Thor, con la sua normale voce e gli occhi ricolmi di meraviglia.

“E’ un incantesimo camuffa-voce e sì, pare proprio che io lo sappia fare bene!” si gasò Loki, passandosi una mano fra i capelli, con un ampio sorrisone di vittoria. “Da Heimdall, eh? Bella trovata, fratellone!” si complimentò  con lui subito dopo.

“Beh, almeno così di sicuro avranno un bel po’ di strada da fare!” ridacchiò il biondo. “Dopo di te, fratellino.” lo invitò, uscendo con lui dall’angolo nel quale si erano rintanati.

La via era finalmente libera, ma sapevano anche che avevano poco tempo a disposizione: le guardie si sarebbero accorte presto di quel piccolo inganno.

Thor e Loki, corsero all’interno della stanza delle Armi,  cercando con lo sguardo se era arrivata una nuova reliquia, ma non trovando nient’altro che non avessero già visto.

Thor ne approfittò per ammirare il Mjolnir , il leggendario martello magico usato dal padre in numerose guerre.
Era l’arma più potente che fosse mai stata creata e il bambino si beava della sua visione, fantasticando ad occhi aperti sul giorno in cui quel martello sarebbe stato suo.

Non molto distante, posto su un piedistallo di pietra, troneggiava lo scrigno del regno di Jotunheim ed era la reliquia più importante che Odino avesse mai riportato da una guerra.
Quello scrigno era la fonte principale del potere dei Giganti di Ghiaccio, gli abitanti di quel regno freddo, buio e inospitale, ma soprattutto i loro nemici più efferati.

Thor adorava sentire il padre narrare della guerra che alla fine era riuscita a portare la tregua fra i due regni. Desiderava ardentemente diventare un valoroso e temibile combattente, al fine di poter dimostrare ai loro nemici chi deteneva il comando supremo.

Al contrario, Loki non amava molto sentir parlare di quella storia, preferiva quando sua madre gli raccontava dei restanti sette regni.
C’era qualcosa in Jotunheim che gli metteva una tristezza infinita nel cuore e un profondo senso di disagio.

Continuava a fissare quello scrigno, forse perché catturato da quell’azzurro intenso o forse perché attratto da un ancestrale e irresistibile richiamo.
Loki provava dentro di sé l’irrefrenabile impulso di provare a toccarlo, anche se non ne comprendeva il motivo.
 


TBC
 
 
   
 
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