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Per
Yugi le cose si stavano mettendo davvero molto male.
Fin dall’inizio del duello si era ritrovato in
una posizione di svantaggio, e anche se in alcune occasioni era riuscito a
portare dei buoni contrattacchi, il suo avversario era sempre riuscito, in
qualche modo, a metterlo alle corde.
L’avversario in questione era nientemeno che
Seth, il dio della distruzione egizio.
Tutta colpa di un maledetto ladruncolo da due
soldi che, svaligiando il museo di storia dove era stata allestita la mostra
dedicata alla mitologia egizia, aveva avuto la brillante idea di dare retta
alla vocina che aveva sentito provenire da dentro una statua, e che gli
chiedeva di liberarlo in cambio di enormi ricchezze. Quello ovviamente ci aveva
creduto, e rotta la statua aveva anche rimosso il sigillo dalla specie di
scatola nascosta al suo interno, la prigione dove Horus
aveva rinchiuso Seth agli albori della storia dopo averlo sconfitto in
battaglia.
In poco tempo, l’aura maligna di Seth si era
espansa su tutta Domino, intrappolandone gli abitanti in una sorta di tempo
cristallizzato che aveva risparmiato solo Yugi e i
suoi amici, che in quel momento erano fuori città e che, saputo quello che era
successo, erano tornati indietro per tentare di fare qualcosa dopo aver
sconfitto rapidamente Aphofis, il lacchè del nemico.
Il piano di Seth era semplice; inondare la
Terra e la dimensione degli uomini in generale con l’oscurità proveniente dal
suo inferno, questo mediante una gigantesca sfera di energia comparsa sui cieli
della città e che, un poco alla volta, stava usando l’energia vitale dei suoi
abitanti per rompere il lucchetto che gli dèi avevano posto alla porta che
separava i due mondi. Se il suo piano fosse riuscito, avrebbe potuto reclamare
per sé l’intera dimensione degli uomini con il pretesto che essa era divenuta
parte del suo territorio.
Atem, però,
era intervenuto in difesa dei suoi amici, imponendo a Seth per conto degli dèi,
dei quali si era fatto portavoce, di misurarsi in un duello con Yugi; se avesse vinto, nessuno avrebbe contestato le sue
pretese di conquista, ma se avesse perso il potere divino che il cielo aveva
conferito a Yugi avrebbe permesso a quest’ultimo di
ricacciare Seth all’inferno dal quale era scappato all’alba dei tempi.
Non poteva più aiutarlo ed assisterlo come in
passato, Atem confidava tuttavia nell’abilità di Yugi, ma non aveva fatto i conti con le abilità di
duellante e di stregone di Seth, che dell’antica arte di giocare con gli
spiriti e con le anime era uno dei più grandi cultori.
I poteri di Seth erano tali che era riuscito,
proprio quando sembrava che il corso del duello potesse cambiare, ad
imprigionare nella pietra persino i tre dèi egizi, grazie alla trappola Sigillo
dell’Inferno.
La situazione ora era di duemilacinquecento punti
in possesso del dio, e Yugi con soli trecento. Yugi non aveva né mostri né magie né trappole, e le sue tre
divinità erano ancora pietrificate e fuori dal gioco, e lo sarebbero state fino
a quando Sigillo dell’Inferno fosse stato in campo. Oltretutto, lo stesso
sigillo permetteva a Seth di pietrificare anche qualsiasi mostro con più di
duemila punti di attacco o di difesa il suo avversario avesse messo in gioco;
tenerlo in campo costava duemila punti a turno, ma Seth poteva evitare quella spesa
grazie ad un mostro nel suo cimitero, il Tristo Servo Infernale, che fintanto
restava al cimitero permetteva al suo possessore di guadagnare duemila punti ad
ogni fine turno dell’avversario prendendo le prime due carte del proprio deck e
rimuovendole dal gioco.
Infine, Seth aveva in campo Ammit, un mostro da 2700 punti d’attacco che, pur non
potendo attaccare direttamente, oltre ad impedire l’attacco ad ogni mostro con
più di duemila punti d’attacco ad ogni suo turno obbligava Yugi
a mandare al cimitero tante carte quanti erano i suoi mostri rimossi dal gioco,
ovvero cinque, visto che assieme alle divinità erano stati pietrificati anche
il Mago Nero e la Ragazza Maga Nera, cosa che in poco tempo aveva falcidiato il
deck di Yugi, lasciandoci dentro solo tre carte.
«Sei al capolinea, ragazzino.» disse Seth
ghignando di soddisfazione «A quanto pare Horus e gli
altri si sono sbagliati sul tuo conto. Avanti, fai la tua ultima mossa. Così
avrà inizio il mio regno sul mondo degli uomini».
Al fianco di Yugi,
come sempre, i suoi compagni.
Quella testa calda di Joey
come sempre aveva agito prima di riflettere, attaccando battaglia con il nemico
ma venendo subito sconfitto, e solo per l’intercessione di Atem,
anch’egli presente tra di loro come spirito in carne, Seth non lo aveva spedito
all’inferno; il duello però lo aveva lasciato tremendamente rintronato, e si
reggeva in piedi a fatica, tanto che Tristan doveva
sorreggerlo.
«Yugi, manda al
tappeto quel pazzoide e rispediscilo all’inferno!» disse Joey
tirando fuori tute le forze che gli restavano
«Avanti, sappiamo che puoi farcela.» disse Tea
«Yugi, noi crediamo
tutti in te.» disse Atem «Vinci!».
In linea teorica, Yugi
aveva in mano una carta che poteva farlo vincere, ma da sola non serviva a
niente. Gliene servivano almeno altre due, e non era sicuro che fossero tra le
tre che gli erano rimasta. Poteva solo sperare.
Chiusi gli occhi, e tratto un respiro, pescò.
«Un’ultima speranza.» disse guardando quello
che aveva appena pescato «Gioco Anfora dell’Avidità. In questo modo, posso
pescare altre due carte!»
«Le tue ultime carte.» osservò Seth.
A quel punto, era davvero tutto nelle mani
della sorte. Prima una, poi l’altra, Yugi prese le
ultime due carte che gli restavano, e dovette farsi forza per riuscire a
guardarle.
La riscossa era cominciata. Ancora una volta,
il destino non lo aveva tradito.
«Adesso attivo Trappola Istantanea! Grazie ad
essa, posso giocare una carta trappola direttamente dalla mia mano pagando metà
dei miei life points! E io attivo Ritorno dall’Altra
Dimensione! Ora posso richiamare in campo i mostri che tu hai pietrificato!».
I cinque mostri, che fino a quel momento si
trovavano sospesi in aria ridotti a delle statue, cominciarono a creparsi,
mentre lampi d luce uscivano dal loro interno; alla fine, con uno scatto
rabbioso, si liberarono, facendo ritorno sul terreno di gioco.
«Dal momento che si tratta di un’evocazione
speciale, Sigillo dell’Inferno non si attiva.»
«Questo non ha alcuna importanza.» replicò
Seth, per nulla spaventato «Ricordi? Ammit impedisce
a qualsiasi mostro con più di duemila punti di attaccare. E quindi, le tue
inutili divinità non servono a niente.»
«Non mi servirà attaccarti per vincere.»
rispose sicuro Yugi
«Che cosa!?».
Era il momento del suo asso nella manica.
«Adesso attivo la carta magia Speranza
Ritrovata!»
«No!» ringhiò Seth capendo cosa stava per
succedere
«Grazie a speranza ritrovata, non devo fare
altro che rinunciare a metà dei miei life points! In
cambio però, posso infliggerti cinquecento punti di danno per ogni mostro sul
mio terreno!
Il duello è finito!»
«No! Non è possibile!».
I cinque mostri coalizzarono i rispettivi
attacchi, che scavalcando Ammit si accanirono
direttamente su Seth, azzerando i suoi punti.
«Non può essere! Come posso essere sconfitto così… da un mortale!»
«Vai così, Yugi!»
disse Tristan «Sei il migliore.»
«Bravo, Yugi.»
sussurrò Atem.
Con la sconfitta di Seth, l’energia malefica
che avvolgeva Domino iniziò rapidamente a diradarsi, e anche la fera oscura,
ovvero il portale, che si trovava proprio sopra le teste dei ragazzi, prese a
pulsare e a contorcersi come un cuore, segno che stava per implodere.
Quanto al dio, poco dopo la sua sconfitta una
pozza di fango nero e ribollente si aprì sotto i suoi piedi, e mani demoniache
si sollevarono da essa, avvinghiandolo e trascinandolo verso il basso.
«Torna a bruciare all’inferno!» gridò Atem
«No! Mi rifiuto! Mi rifiuto di andarmene
così!» sbraitava il dio mentre scompariva.
Poi, i suoi occhi si accesero di rabbia,
facendosi rosso sangue.
«Se proprio devo fare questo viaggio, almeno
non lo farò da solo!» esclamò, e liberato un braccio alzò una mano verso la
sfera, che d’improvviso prese a tremare e a ribollire ancora più di prima,
circondandosi di un minaccioso alone oscuro.
«Che sta succedendo!?» esclamò Joey «Atem, non avevi detto che battendolo
tutto sarebbe tornato come prima?».
Atem,
purtroppo, temeva di aver capito quello che Seth aveva intenzione di fare.
«Seth, maledetto pazzo!»
«Buon viaggio, mortali!» esclamò il dio
ridendo a squarciagola mentre veniva trascinato definitivamente all’inferno.
La sfera, tuttavia, rimase, e invece che
scomparire diventava sempre più minacciosa, come un nucleo pronto ad esplodere;
la città intera prese a tremare, panchine, macchine e altre cose non fissate
iniziarono a levitare, come attratte da una forza di gravità impalpabile.
«Yugi!» gridò Atem «Andatevene!»
«Atem, che sta
succedendo?» disse Yugi tentando di restare in piedi.
Tea provò a portare Joey,
ancora claudicante, fuori dalla piazza, ma il terreno tremava a tal punto che
anche lei faticava a stare in piedi.
La sfera continuò a pulsare e contorcersi,
mentre la sua superficie si riempiva di crepe.
All’improvviso, per un istante, tutto sembrò
acquietarsi, come una calma assoluta ed irreale, e subito dopo una
terrificante, spaventosa esplosione si abbatté sulla piazza; i palazzi si
creparono, le finestre esplosero, gli alberi e i cespugli si ritrovarono
sradicati e spogli.
«Amici!» esclamò Atemu
con il terrore nello sguardo.
Yugi, Tea, Joey e Tristan videro una luce,
una luce accecante sprigionarsi dalla sfera e travolgerli, avvolgendoli
completamente. Poi, non videro più niente, sentendo solo la voce di Atem che disperatamente li chiamava.
Quando
Yugi riprese conoscenza, la prima cosa che fece dopo
aver cercato di scacciare il torpore che gli attraversava il corpo fu guardarsi
attorno, e ciò che vide lo meravigliò.
Non si trovavano più nella piazza di Domino.
Quello sembrava piuttosto una specie di tempio
antico, con una volta tanto alta da non poterne scorgere il soffitto, coperto
da un’oscurità che le torce non riuscivano a raggiungere, e sorretto da due
file di enormi colonne, con una circonferenza di parecchi metri, tanto
imponenti che al confronto quelle dei templi greci e romani sembravano
stuzzicadenti.
Il disegno ricordava molto un tempio egizio, e
i geroglifici alle pareti sembravano confermare questa ipotesi.
Ma come avevano fatto, si disse Yugi, a finire in Egitto, se davvero era lì che si
trovavano? E soprattutto, cosa era successo?
Yugi si guardò
attorno, scorgendo i suoi amici poco distante, anch’essi svenuti.
«Tea, Joey, Tristan.» disse scotendoli «Svegliatevi».
Dopo poco, anche loro riaprirono gli occhi, e
anche loro erano intorpiditi e intontiti esattamente come lui.
«Accidenti.» disse Joey
massaggiandosi la testa «Mi sento come un ubriaco travolto da un camion.»
«Ma dove accidenti siamo finiti?» chiese Tristan
«Non ne ho idea.» rispose Yugi
«Sembrerebbe una specie di tempio».
Una cosa che dapprincipio nessuno notò, fu che
i duel disk di Yugi e Joey erano stati rimpiazzati dagli antichi diadhank egizi; anche Tea e Tristan
ora ne avevano uno.
«E questi come ce li siamo procurati?» domandò
Joey vedendo il suo
«Non lo so.» rispose Yugi
guardandolo.
Ultimo punto, fu che nessuno di loro
presentava ferite di alcun tipo; subito prima di quella strana esplosione di
luce, tutti quanti si erano feriti in qualche modo a causa dei detriti che
volavano da ogni parte. Ora, invece, tutti quei segni erano scomparsi.
«Questa cosa diventa sempre più strana.» disse
Tristan
«Intanto.» disse Tea «Cerchiamo di capire dove
siamo finiti».
In quella, una luce si accese nel nulla, tramutandosi
nel faraone Atem. Aveva un’espressione strana,
diversa dal solito; sembrava preoccupato, per non dire triste.
«Atem!» disse Yugi «Per fortuna sei qui.»
«Per fortuna siete arrivati tutti qui sani e
salvi.» disse quasi a sguardo basso «Temevo che non sarei riuscito a recuperarvi
tutti prima che andaste troppo avanti.»
«Di che stai parlando?» chiese Joey «Si può sapere dove ci troviamo?»
«E soprattutto» disse Tristan
«Come facciamo a tornare indietro?».
A quella domanda, Atem
abbassò di nuovo gli occhi, mostrandosi ancor più abbattuto e sconfortato di
prima.
«Non potete tornare indietro».
Tutti sgranarono gli occhi.
«Che vuoi dire!?» chiese Yugi
«Perché non possiamo tornare indietro?»
«Questo è un posto…
un po’ speciale. Da qui non si torna indietro. Si può solo andare avanti».
Un dubbio atroce iniziò a farsi strada nella
mente di Yugi, e anche Tea iniziò ad avere una
bruttissima sensazione. Un tempo, nessuno di loro avrebbe creduto all’ipotesi
che ora non avevano il coraggio di prendere in considerazione, ma dopo tutto
quello che avevano visto in quegl’anni, il loro punto di vista era decisamente
cambiato.
«Scusa, ma continuo a non seguirti.» disse Joey, che invece, assieme a Tristan,
continuava a non cogliere il nesso.
Anche Yugi e Tea per
la verità non ci volevano credere, cercando di pensare che era un’ipotesi
troppo inverosimile per essere vera.
A quel punto, Atem
non ebbe altra scelta, e agitata una mano generò davanti ai quattro ragazzi una
specie di portale, come uno schermo televisivo, nel quale apparve una veduta a
loro famigliare.
«Questa è Domino!» disse Yugi
ritrovando speranza.
La città era intatta, e libera finalmente
dalla cappa di oscurità che l’aveva strangolata; anche la sfera era scomparsa,
e le persone erano tornate a muoversi, immemori di quello che era accaduto.
«Allora ce l’abbiamo fatta. Seth è stato
sconfitto.»
«Vai così!» esclamò Joey
«Quel sadico pazzoide se ne è tornato dove si meritava di stare. Vero, Atem?».
Invece, il faraone chiuse gli occhi, e come
mosse nuovamente la mano le immagini cambiarono, mostrandone altre assai meno
festose, e molto inquietanti.
Sembrava l’esterno di una chiesa, o una specie
di tempio, con una piccola folla assiepata tutto attorno; in quella foto, Yugi riconobbe suo nonno, Joey
sua sorella, Tristan e Tea i loro genitori, tutti in
lacrime e piegati in due da un dolore all’apparenza insanabile.
Poi l’immagine mutò ancora, mostrando un
tempietto votivo con quattro foto listate a lutto.
E nel vedere quelle foto, i quattro ragazzi
impallidirono, restando con il fiato mozzato quando riconobbero in quelle
immagini in bianco e nero i loro stessi volti.
«Quelli...» disse sconvolta Tea «Quelli… siamo noi.»
«No...» disse Yugi
«Non può essere…»
«Questo… questo è
uno scherzo.» disse Joey «Uno scherzo di pessimo
gusto».
Nessuno di loro riusciva a staccare gli occhi
da quelle immagini, mentre Atem al contrario teneva
bassi i propri, per la vergogna di sé stesso che provava nel guardare i suoi
amici.
«L’energia oscura che Seth ha liberato con
quell’esplosione» disse stringendo i pugni «Sarebbe stata troppo per chiunque. Ho
provato a erigere una barriera, ma pur riuscendo a proteggere tutto il resto
della città, il punto centrale, ovvero la piazza, era pervaso da tanta di quell’energia
che neppure io sono riuscito a contenerla».
Tea si sentì mancare, e cadde in ginocchio in
preda al pianto e ai singhiozzi, ma per quanto cercasse di confortarla Tristan non si sentiva tanto meglio di lei.
«No…» disse la
ragazza tra le lacrime «Non ci posso credere…».
Ormai quel pensiero si era fatto certezza, ma Yugi e gli altri ancora non riuscivano a crederci. Avevano bisogno
di sentirlo, oltre che di vederlo.
«Atem…» disse Yugi con la voce tremante.
Anche Atem stava
piangendo, ma trovò comunque la forza di guardare i suoi amici negl’occhi.
«Mi dispiace, amici miei. Mi dispiace».
Poi, cercò di farsi il più serio possibile, perché
solo la serietà e la compostezza potevano consentire di dire una cosa del
genere.
«Yugi. Tea. Joey. Tristan.
Voi… voi siete
morti».
Nota dell’Autore
Salve a tutti!^_^
Questo per me è un
vero e proprio ritorno ai tempi antichi. Io ho iniziato praticamente scrivendo
fiction su Yu-Gi-Oh! (prima di questo, c’erano solo i
digimon).
Questa fiction, come
ho già accennato nell’introduzione, proviene da un sogno che ho fatto la notte
scorsa. In realtà, di questo sogno ricordo distintamente solo alcuni brevi
flash, soprattutto riguardanti la parte finale della fic,
oltre all’ultima frase di Atem di questo primo
capitolo. Mi aveva molto colpito fin da subito, così prima di dimenticarmene ho
voluto costruirci attorno una storia e farne una breve fan fiction.
Sarà una fiction molto
molto breve, di solo tre capitoli, ma spero che la
troverete comunque interessante; ci saranno azione ed introspezione in egual
misura, con in ultimo un finale a sorpresa.
Il titolo significa
Fino alla Fine del Tempo (che tra parentesi, è anche il titolo di un’altra fic che sto scrivendo attualmente), e immagino si sia già
capito il significato.
Mi raccomando, ditemi
cosa ne pensate.
A presto!^_^
Carlos Olivera